28 Maggio
La presa di Hong Kong
L'Assemblea Nazionale del Popolo approva il giro di vite sull'ex colonia, Pechino approfitta della crisi del coronavirus negli Stati Uniti e nel Regno Unito per espandere e consolidare il suo dominio nel Pacifico. Prossimo obiettivo, Taiwan. Dalla dottrina di Deng Xiaoping a quella di Xi Jinping
Che succede? La giornata è dominata dalla decisione della Cina di accelerare il superamento del regime dell'autonomia di Hong Kong con una legge sulla sicurezza che, di fatto, segna la fine dell'accordo sino-britannico che sancì il passaggio della colonia a Pechino. Le altre notizie del giorno provengono dagli Stati Uniti (la partita della contemporaneità si gioca in questo scambio da fondo campo e sotto rete tra America e Cina) con il totale degli americani in fila per il sussidio di disoccupazione che ha superato i 40 milioni di persone, ci sono scampoli d'Europa in uscita (faticosa) dal lockdown, c'è la buona notizia che Lufthansa riprenderà a volare da e per l'Italia (173 voli da metà giugno), purtroppo dal nostro paese arriva anche un demoralizzante dibattito in cui - come avevamo segnalato ieri su List - la balzana idea di abbassare le tasse (trovata di Di Maio) con i finanziamenti europei del Recovery Fund (che sono destinati ad altro) ha cominciato far drizzare le antenne dei partner europei e dei (pochi) che cercano di spiegare a Palazzo Chigi che no, non si può fare. In tutto questo caos c'è perfino la speranza, così la Borsa di Milano è andata bene (+2,4%, si spera nel miracolo di Santa Ursula von der Leyen), le piazze europee hanno chiuso in positivo e Wall Street per ora tiene il passo. Illusioni?
I mercati prezzano il futuro, lo vedono migliore, puntano sulla riapertura dell'attività economica, ma quello che per ora manca è la fiducia. Devono ritornare elementi importanti dell'immaginario, la scuola e il calcio prima di tutto. L'Italia alla scuola ha rinunciato (non è una buona idea) e sul campionato tra poco ne sapremo di più.
Il calcio inglese riprenderà il 17 giugno, la Liga spagnola sta facendo riscaldamento, la Bundesliga è già partita, la...
Che succede? La giornata è dominata dalla decisione della Cina di accelerare il superamento del regime dell'autonomia di Hong Kong con una legge sulla sicurezza che, di fatto, segna la fine dell'accordo sino-britannico che sancì il passaggio della colonia a Pechino. Le altre notizie del giorno provengono dagli Stati Uniti (la partita della contemporaneità si gioca in questo scambio da fondo campo e sotto rete tra America e Cina) con il totale degli americani in fila per il sussidio di disoccupazione che ha superato i 40 milioni di persone, ci sono scampoli d'Europa in uscita (faticosa) dal lockdown, c'è la buona notizia che Lufthansa riprenderà a volare da e per l'Italia (173 voli da metà giugno), purtroppo dal nostro paese arriva anche un demoralizzante dibattito in cui - come avevamo segnalato ieri su List - la balzana idea di abbassare le tasse (trovata di Di Maio) con i finanziamenti europei del Recovery Fund (che sono destinati ad altro) ha cominciato far drizzare le antenne dei partner europei e dei (pochi) che cercano di spiegare a Palazzo Chigi che no, non si può fare. In tutto questo caos c'è perfino la speranza, così la Borsa di Milano è andata bene (+2,4%, si spera nel miracolo di Santa Ursula von der Leyen), le piazze europee hanno chiuso in positivo e Wall Street per ora tiene il passo. Illusioni?
I mercati prezzano il futuro, lo vedono migliore, puntano sulla riapertura dell'attività economica, ma quello che per ora manca è la fiducia. Devono ritornare elementi importanti dell'immaginario, la scuola e il calcio prima di tutto. L'Italia alla scuola ha rinunciato (non è una buona idea) e sul campionato tra poco ne sapremo di più.
Il calcio inglese riprenderà il 17 giugno, la Liga spagnola sta facendo riscaldamento, la Bundesliga è già partita, la Francia ha fermato tutto, l'Italia decide stasera che fare della Serie A. Il mondo è nel pallone.
Brutta storia dall'America, a Minneapolis l'uccisione di un ragazzo nero da parte della polizia ha acceso la rivolta, è stato chiesto l'intervento della Guardia Nazionale.
Le barricate a Minneapolis dove è in corso la protesta per l'uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto (Foto Ansa).Sarà una nottata pericolosa, Trump ha chiesto che si faccia chiarezza subito.
Segnaliamo questa brillante dichiarazione data all'Agi dal senatore del Movimento Cinque Stelle, Vito Petrocelli, presidente della Commissione Affari Esteri di Palazzo Madama: "Fermi restando l'obbligo assoluto e universale di rispettare i diritti umani e civili, a Hong Kong come a Minneapolis, e la ferma condanna di qualsiasi forma violenta di protesta, ogni Paese sovrano ha il diritto e il dovere di garantire l'ordine pubblico e la stabilità sociale ed economica sul suo territorio". Commento a margine? Questa foto Ansa da Hong Kong:
Questi sono gli studenti di Hong Kong, giovanissimi, circondati dalla polizia, il resto sono chiacchiere di chi non conosce la storia di ieri e di oggi della Cina.
01
Il ruggito di Pechino su Hong Kong
L'Assemblea Nazionale del Popolo, l'organo legislativo del Parlamento cinese, ha deciso di approvare la legge sulla sicurezza (e quella liberticida e ridicola sull'inno nazionale) a Hong Kong. La legge è stata approvata, ma non è ancora promulgata. L'approvazione definitiva è prevista in una sessione successiva dell'Assemblea nazionale, che non è stata ancora fissata. Si prevede l'entrata in vigore dei provvedimenti per settembre. Attenzione, la legge "sarà introdotta tramite promulgazione" senza bisogno di passare per le istituzioni locali.
Il provvedimento considera criminale qualsiasi tentativo di mettere in discussione l'autorità cinese sull'isola e prevede anche l'installazione, per la prima volta, di sedi delle agenzie di sicurezza cinese sul territorio di Hong Kong. Il presidente dell'Assemblea nazionale del popolo, Li Zhanshu, nel discorso di chiusura dei lavori ha affermato che la legge è "in linea con gli interessi fondamentali delle persone in Cina e a Hong Kong". Secondo Zhanshu il modello "un Paese, due sistemi" proseguirà. Le nuove disposizioni verranno poi incluse nella Legge Fondamentale, la Basic Law, che regola i rapporti tra la Cina e Hong Kong.
La polizia in tenuta anti-sommossa è stata schierata in tutta Hong Kong. Ieri sono stati effettuati 360 arresti.
01
La risposta americana: fine dello status di autonomia
Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha suonato la campana a morto per lo status speciale di autonomia dell'ex colonia:
Pompeo ha informato il Congresso sul fatto che Hong Kong non è più idonea a ricevere trattamenti speciali per la legge Usa, con la possibile conseguenza di aver inferto un duro colpo allo status di principale hub finanziario dell'Asia di cui la città semi-autonoma gode. La proposta di legge in materia di sicurezza nazionale è solo "l'ultima di una serie di azioni" che minacciano le libertà di Hong Kong", ha dichiarato Pompeo al Congresso. "Nessuna persona ragionevole può affermare oggi che Hong Kong mantenga un elevato livello di autonomia dalla Cina, visti i fatti", ha aggiunto.
Stati Uniti e Regno Unito ora devono decidere cosa fare di fronte alla strategia di espansione e consolidamento della Cina. Xi Jinping ha superato la dottrina di Deng Xiaoping del "One country, two systems", c'è un solo sistema, quello totalitario di Pechino. Per sapere, per capire, facciamo il punto nave sulla strategia del Dragone cinese.
02
Ieri e oggi. Dalla dottrina di Deng a quella di Xi
Oriente e Occidente sono in rotta di collisione e bisogna leggere le pagine della grande storia per capire la parabola dei due paesi chiave di questo conflitto, Cina e Stati Uniti. Nell'Impero Celeste il presidente Xi Jinping ha tratto profitto dall'uscita dalla crisi del coronavirus per primo e con l'economia in discrete condizioni, questa rapidità della risposta (con la riapertura non casuale delle fabbriche con la fine del Capodanno cinese e la segregazione totale di Wuhan) oggi consente alla Cina di muoversi con decisione e attuare i suoi piani, mentre il gigante americano è ancora piegato sulle ginocchia, con un presidente in cerca di una rielezione sulle sabbie mobili. Questo duro confronto segna i nostri giorni e sarà la chiave che apre la porta del domani. Chi vincerà? Una cosa è certa, la partita ogni giorno mostra varie opzioni, ma oggi sta vincendo Xi Jinping. Che ha un problema a Hong Kong e lo risolverà con la forza, approfittando della debolezza interna degli americani e degli europei.
La nuova legge sulla sicurezza segna il punto di non ritorno per Hong Kong a 23 anni dal passaggio dell'ex colonia britannica alla Cina. Il trasferimento dei poteri da Londra a Pechino avvenne nel segno della dottrina di Deng Xiaoping, "One country, two systems" applicata per Hong Kong (1997) e Macao (1999). La Cina di Xi Jinping si avvia a cancellare quel passaggio storico e affermare il suo controllo totale. La nuova legge prevede che la Cina possa installare sul territorio delle agenzie per la sicurezza, la traduzione pratica è l'occupazione del territorio. L'Unione europea e gli Stati Uniti sono immersi in una gigantesca crisi, non sembrano in grado di fermare Xi Jinping il cui prossimo passo sarà quello di mettere sotto controllo anche Taiwan.
Un gruppo di giovani fermato oggi dalle forze dell'ordine nella zona di Causeway Bay (Foto Ansa).Fa impressione vedere queste masse di giovani per le vie di Hong Kong, ragazzi e ragazze fermati dalla polizia, esprimono il desiderio di liberarsi da un controllo opprimente della loro vita, le esperienze non sono comparabili, ma c'è una radice comune nel sentimento che anima molti giovani in Occidente che a loro volta sentono il peso di scelte fatte dalle vecchie generazioni che "bruciano" il futuro, pretendono di imbrigliare, monitorare, legiferare su ogni aspetto di vite che sono in via di formazione e anelano a costruire e scegliere senza dover pagare domani quello che i loro padri consumano oggi: il loro tempo.
03
Il secondo obiettivo: Taiwan
Applausi. Il tributo dei delegati al presidente Xi Jinping durante l'Assemblea Nazionale del Popolo (Foto Ansa)Pechino punta a consolidare il controllo sull'ex colonia e mettere Taiwan sotto chiave. Il piano è chiaro, ma finora la comunità internazionale pensava di poter addomesticare il dragone cinese. La crisi del coronavirus ha detto che la Cina su questo punto non cederà, al contrario, approfitta del momento di difficoltà degli Stati Uniti sul piano interno per accelerare il piano di dominio. Così il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, stamattina ha calato sul tavolo le vere carte di Pechino su Taiwan avvisando gli Stati Uniti: "Non mettere alla prova la Cina sulla questione della riunificazione nazionale, la riunificazione di Taiwan è un trend della storia" e naturalmente si tratta di "affari interni". Riunificazione come? Pacifica? Con Taiwan? Sentiamo il rumore delle armi in lontananza.
04
La mappa dell'imperatore
E il virus? Visto che era là per fare il punto con la stampa, Wang Yi, ha detto che le cause legali contro la Cina sono "immorali e inaccettabili". Singolare modo di concepire la responsabilità. Notate bene: se il vostro cane vi sfugge e morde un passante, voi andate in tribunale. Naturalmente il coronavirus è solo una scusa per parlare d'altro: "La Cina di oggi non è quella di cento anni fa. Chiunque cerchi di usare ridicole accuse per minare la nostra sovranità andrà contro se stesso", ha dettoWang Yi che ha ribadito che fare pressioni sul governo cinese sul Covid-19 "è una fantasia e non funzionerà". Difesa della diplomazia delle mascherine e avviso all'Unione europea: "L'interazione tra Cina ed Unione europea dovrebbe essere un ciclo positivo capace di dare il via al loro successo reciproco, non a uno scontro che finisca con un solo vincitore". Naturalmente, c'è la disponibilità a un'indagine internazionale (che non si concretizza mai) ma l'imperativo è quello di "non stigmatizzare la Cina". Se potessero, direbbero che Wuhan è un sobborgo di Washington.
Xi Jinping è riuscito a superare la crisi usando gli strumenti della dittatura, lockdown duro, epurazioni, propaganda e censura, esercito in strada, varie sparizioni di figure scomode, così ha riaperto le fabbriche alla scadenza del Capodanno cinese e ha avviato una spregiudicata campagna diplomatica all'estero per recuperare la credibilità perduta dell'impero celeste. Il regime di Pechino non vuole passare per l'untore del XXI secolo, dunque cerca di sfruttare tutte le debolezze dell'Europa e degli Stati Uniti e lo sta facendo con un discreto successo. Il presidente Xi si è presentato all'assemblea dell'Organizzazione mondiale della sanità come il leader della salvezza, ha offerto 2 miliardi di dollari e il vaccino per tutti. La sua strategia è quella di rassicurare, distribuire solidità e stabilità. Il suo vero obiettivo è quello di guadagnare il terreno perduto fuori dalla Cina, occupare lo spazio aperto dalla crisi in Europa e provare a superare gli Stati Uniti come prima potenza mondiale.
Il presidente cinese non è il leader politico di una democrazia, è onnipotente nel senso letterale della parola, non ha il limite imposto dal check and balance dei sistemi liberali, egli è il comando assoluto. Il suo mandato, il suo nome, è scritto sulla costituzione cinese, come fu per Mao e per Deng. Xi era sulla via del Grande Timoniere quando il coronavirus è comparso sulla scena. Un imprevisto. Che poteva costargli il trono. Egli potrà restare al potere finché vorrà, dice la costituzione. Quest'uomo con la mascherina per un momento durante la crisi del coronavirus è apparso senza corazza, privo di protezione, incapace di guarire (leggere i Re Taumaturghi di Marc Bloch) e capace di ammalarsi. Rimarrà al potere perché ha sconfitto il male.
05
La strategia del Dragone
Xi Jinping ha mosso subito i dragoni della sua diplomazia in Europa e negli Stati Uniti. La galoppata improvvisa dell'incertezza cinese diventa un dilemma per tutte le altre potenze e gli attori transnazionali (multinazionali, fondi di investimento, banche, i capitali volanti protagonisti dell'ultimo capitalismo senza confini) un gioco d'ombre sfuggente e veloce.
La rapidità e determinazione con cui si sta muovendo la Cina fanno impressione:
1. Un lockdown di 76 giorni su Wuhan che l'Occidente ha imitato senza calcolarne i contraccolpi economici e sociali;
2. La rimessa in moto della macchina industriale cinese e un programma di acquisizioni globale dove ogni spazio lo consente;
3. Un'operazione di diplomazia aggressiva e spregiudicata condotta dalla rete di ambasciate sparse nel mondo come mai si era visto prima;
4. Un ruolo non in difesa ma in attacco all'interno dell'Organizzazione mondiale della Sanità egemonizzata dalla Cina;
5. La corsa al vaccino che appare non come il "recupero" di una situazione di imbarazzo ma come il tentativo di stabilire il primato sulla sicurezza sanitaria, l'acquisizione di un'arma politica in grado di cambiare gli assetti geopolitici.
L'agenda di Xi Jinping in fondo è chiara: mantenere il paese sotto controllo all'interno (un esperimento sociale da 1,4 miliardi di abitanti) trasformare un momento di debolezza in un punto di forza grazie alla cronologia degli eventi. La Cina esce dalla crisi (e lo fa più facilmente grazie agli strumenti della dittatura e del controllo sociale) prima dei paesi occidentali, si tratta di un vantaggio competitivo enorme sulla corsa del dopo coronavirus. Il calendario della politica globale segue le strade e i tempi del contagio. Da Est a Ovest, poi da Nord a Sud. Seconda ondata? Vedremo. Questo non significa che Xi Jinping non sia in difficoltà, lo è, ma il sistema cinese ha dimostrato di poter tenere botta e ribaltare la situazione nel momento in cui la Fortezza Americana è colpita al cuore dall'epidemia. Siamo di fronte a un raffinato gioco di colpi proibiti che gli Stati Uniti faticano a contrastare perché sottoposti al continuo stress test della democrazia, al check and balance, in un momento in cui ci sono 39 milioni di americani in fila per ricevere il sussidio di disoccupazione. Velocità e intensità sono le parole chiave del momento.
06
Ma sulla crescita non ci sono previsioni
La debolezza e la forza in questo racconto convivono. La prima è nella decisione dell'Assemblea nazionale del Popolo di non fissare un obiettivo economico di crescita, è la prima volta che accade in 25 anni. Il premier Li Keqiang lo ha annunciato in apertura dei lavori dell'assemblea, spiegando che la Cina "dovrà affrontare alcuni fattori difficili da prevedere", indicando tra questi il coronavirus e le incertezze sul commercio. Pechino aumenterà la spesa pubblica (è previsto un disavanzo di bilancio di oltre il 3,6% del Pil), il governo punta a creare 9 milioni di nuovi posti di lavoro nel 2020 (l'anno scorso ha creato 13,52 milioni di nuovi posti di lavoro).
Per la prima volta dal 1994 Pechino non fa previsioni, linea prudente, segno che per ora non sono previste massicce operazioni di stimolo economico, una notizia non buona per la crescita mondiale. Ricordiamo che la Cina nel 2019 è cresciuta "solo" del 6,1% (il ritmo più lento da tre decenni) e tutto il motore dell'economia mondiale dipende dal carburante di Pechino. Rinuncerà alle sue ambizioni? No, l'anno prossimo sarà il centenario della fondazione del Partito comunista cinese. Preparano qualche sorpresa. Quale?
Li Keqiang ha detto che la mancanza di un obiettivo "consentirà a tutti noi di concentrarci sulla necessità di garantire stabilità e sicurezza". Queste ultime due parole sono il programma di Xi Jinping e per attuarlo bisogna prima di tutto avere il totale controllo del territorio del paese.
***
La mattina è partita sotto il segno dell'Oriente, attendiamo il risveglio dell'Occidente.
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Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.