20 Marzo
La privacy è sparita
Il caso di Cambridge Analytica che ha usato i dati personali degli utenti per le campagne elettorali è la scoperta dell'acqua calda. La profilazione degli utenti è il cuore dei social network. Un'indagine del titolare di List su Zuckerberg e i suoi fratelli.
Facebook crolla a Wall Street. Facebook ha reso vulnerabili i dati personali di 50 milioni di americani. Cambridge Analytica ha usato quei dati personali degli utenti di Facebook per spingere la campagna elettorale di Trump. Facebook ha sospeso Cambridge Analytica. Ah, che sorpresa, davvero caschiamo tutti dalle nuvole, perbacco. E come pensate che si faccia la cosiddetta "profilazione" degli utenti? Leggendo la loro mano all'angolo di una strada? Da tempo su List (e in precedenza con una rubrica mensile su Prima Comunicazione tenuta per un paio d'anni) il titolare scrive che sulla privacy e i social network siamo alla fase "Houston, abbiamo un problema". Anzi, il problema è superato e siamo nella fase so tutto di te e fai come dico io. La navicella Apollo per tornare sulla terra dovrebbe spegnere i motori della Silicon Valley, cioè quella gigantesca fabbrica di dollari e di ineguaglianza.
01
Il Far West digitale
Siamo pronti a scommettere che il caso di Cambridge Analytica non sia per niente isolato. L'indagine psicografica è lo sport più praticato dalla nascita dei social network. Il più grande potere dopo quello di battere moneta e l'esercizio della forza, oggi è quello della raccolta dei dati, chi li possiede ha l'accesso non solo a informazioni personali, ma ha in mano la piattaforma per far decollare gli squadroni della manipolazione dell'opinione pubblica. È tutta una questione di software.
La reazione della politica di fronte a tutto questo è ridicola. Chiunque abbia a che fare con il mondo digitale e la raccolta di big data sa benissimo che siamo di fronte non all'eccezione ma alla regola. Il social network di Zuckerberg è lo strumento più insidioso per la privacy che, sia detto chiaramente una volta per tutte, è finita parecchio tempo fa, proprio quando il legislatore ha lasciato il campo libero a questi titani sotto ogni aspetto della...
Facebook crolla a Wall Street. Facebook ha reso vulnerabili i dati personali di 50 milioni di americani. Cambridge Analytica ha usato quei dati personali degli utenti di Facebook per spingere la campagna elettorale di Trump. Facebook ha sospeso Cambridge Analytica. Ah, che sorpresa, davvero caschiamo tutti dalle nuvole, perbacco. E come pensate che si faccia la cosiddetta "profilazione" degli utenti? Leggendo la loro mano all'angolo di una strada? Da tempo su List (e in precedenza con una rubrica mensile su Prima Comunicazione tenuta per un paio d'anni) il titolare scrive che sulla privacy e i social network siamo alla fase "Houston, abbiamo un problema". Anzi, il problema è superato e siamo nella fase so tutto di te e fai come dico io. La navicella Apollo per tornare sulla terra dovrebbe spegnere i motori della Silicon Valley, cioè quella gigantesca fabbrica di dollari e di ineguaglianza.
01
Il Far West digitale
Siamo pronti a scommettere che il caso di Cambridge Analytica non sia per niente isolato. L'indagine psicografica è lo sport più praticato dalla nascita dei social network. Il più grande potere dopo quello di battere moneta e l'esercizio della forza, oggi è quello della raccolta dei dati, chi li possiede ha l'accesso non solo a informazioni personali, ma ha in mano la piattaforma per far decollare gli squadroni della manipolazione dell'opinione pubblica. È tutta una questione di software.
La reazione della politica di fronte a tutto questo è ridicola. Chiunque abbia a che fare con il mondo digitale e la raccolta di big data sa benissimo che siamo di fronte non all'eccezione ma alla regola. Il social network di Zuckerberg è lo strumento più insidioso per la privacy che, sia detto chiaramente una volta per tutte, è finita parecchio tempo fa, proprio quando il legislatore ha lasciato il campo libero a questi titani sotto ogni aspetto della loro attività, da quello fiscale alle norme sulla protezione dei dati personali. La tecnologia li porta sempre più avanti della legge, cavalcano in un Far West di cui sono padroni assoluti, il legislatore tappa un buco, loro aprono una voragine e la tua vita non ha neppure bisogno di essere spiata, è online in maniera palese e occulta. Vivi e muori con loro e soprattutto per loro. La cosa più esilarante è che ai tipi come Zuckerberg la stampa senza cervello offre prime pagine e sfoglio interno di interviste dove non si dice mai nulla di serio sulla naturale reale del loro business, tranne quanto sono democratici, cool, altruisti, pacifisti, ecologisti. L'intervista sdraiata al proprio boia, notevole. Sciami di cavallette digitali hanno fatto a pezzi la civiltà della conversazione, un pugno di società possiede i profili di miliardi di persone e ora improvvisamente i politici scoprono che oh, signora mia, hanno preso i dati personali per le campagne elettorali. Ipocriti, ignoranti e indegni della carica elettiva.
02
Il contagio emozionale
Dopo aver rovinato per sempre il dibattito pubblico, aver ridotto in cenere il giornalismo - che insegue i clic compulsivi del ruttodromo da tastiera per vendere banner - aver messo la politica a ragliare online, i social network hanno cominciato fin dai primi anni di vita a fare esperimenti di deviazione sociale sempre più sofisticati.
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Facebook nel 2012 condusse un esperimento psicologico su 700 mila suoi utenti, ignari di quello che stava accadendo sulle loro bacheche. La società degli altruisti di Zuckerberg cominciò un esperimento di "contagio emozionale" descritto in uno studio della Cornell University. Il risultato è di straordinaria importanza per capire a che punto si poteva arrivare nel deviare gli stati d'animo della popolazione di Facebook. L'azienda dovette concedere le sue scuse per aver condotto il test senza informare i suoi utenti. La storia viene da lontano, comincia quando la privacy viene spazzata via dalla tecnologia, dalla raccolta dei dati e dall'uso estensivo dell'algoritmo per analizzarli.
Sorpresi per quello che ha fatto Cambridge Analytica? Siamo alla scoperta dell'acqua calda. Durante le elezioni di midterm del 2010 un messaggio che chiama alla mobilitazione politica viene inviato via Facebook a 61 milioni di utenti. L'effetto viene studiato da un gruppo di professori dell'Università della California e arriva a questa conclusione empirica:
I risultati mostrano che i messaggi hanno influenzato direttamente l'auto-espressione politica, la ricerca di informazioni e il comportamento nel mondo reale del voto di milioni di persone. Inoltre, i messaggi non solo hanno influenzato gli utenti che li hanno ricevuti, ma anche amici degli amici e amici degli amici. L'effetto della trasmissione social sul voto nel mondo reale era più ampia dell'effetto diretto dei messaggi stessi, e quasi tutta la trasmissione è avvenuta tra "amici intimi" che hanno più probabilità di avere una relazione faccia a faccia. Questi risultati suggeriscono che i legami forti sono importanti per disseminare modi di comportamento sia online che nel mondo reale delle relazioni umane.
Gli amici e le relazioni personali. Ecco perché bisogna conoscere a fondo i dati degli utenti, per rendere pervasive, efficaci, intime le campagne elettorali e soprattutto la pubblicità, la cassa. Sono risultati scientifici datati e in realtà siamo giunti all'utilizzo di tecniche e modelli molto più sofisticati. In teoria i social network oggi possono sovvertire un regime democratico o una dittatura deviando il comportamento, suscitando emozioni, chiamando alla rivolta. Le democrazie stanno morendo a colpi di ondate di comunicazione, i regimi autocratici si difendono con la censura. Otto anni fa, 2010. Sei anni fa, 2012. Sono risultati noti, basta saper leggere. Dov'erano i politici che oggi strillano? Siamo già a Orwell e loro ovviamente sono nella Fattoria degli animali. Grugniscono. L'establishment fa finta di non sapere. Sa tutto. Naturalmente i liberal si accorgono del problema quando vincono gli avversari. Prima avevano vinto loro.
03
Benvenuto a bordo, Obama
Barack Obama ha usato il digitale per primo in maniera pervasiva, fino a quando è stato Presidente non si è espresso mai in maniera netta sullo strapotere dei titani della Rete. Uscito dalla Casa Bianca, improvvisamente, ha riacquistato quel che si chiama senso critico e a fine febbraio di quest'anno si è presentato di fronte agli studenti del MIT di Boston con la lingua sciolta e acuminata. Doveva parlare di sport analytics in America. E doveva essere un incontro totalmente off the record e no social:
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Se chiedi a una legione di ragazzi armati di smartphone di mantenere il segreto, puoi stare certo che non ci saranno segreti. E infatti il discorso di Obama è finito online, registrazione compresa. Cosa ha detto? Che le società della Silicon Valley "debbono chiedersi se stanno contribuendo in qualche modo a corrodere la democrazia". Wow, benvenuto a bordo signor (ex) presidente. Dov'era fino a ieri?
04
Fare soldi
Cambridge Analytica, società chiave per la campagna digitale di Trump, ha aspirato dal tubo di Facebook il materiale che il social network immagazzina e a sua volta studia con attenzione per rendere il suo algoritmo sempre più pervasivo. Lo scopo di tutti questi soggetti è solo uno: FARE SOLDI e chissenefrega della democrazia, la libertà dei cittadini e simili filosoferie da intellettuali disadattati e squattrinati. Voilà, ecco quanti soldi guadagna la società filantropica di Facebook, valori espressi in milioni di dollari, periodo in trimestri, risultato per miliardari eco-insostenibili:
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I "valori" di cui parla Zuckerberg sono i soldi. Egli può dire quello che vuole sulla valenza sociale della sua piattaforma, sui suoi meriti, sul mondo migliore che Facebook e i suoi fratelli in realtà hanno contribuito a far diventare peggiore. Sono frasi ridicole come quelle dei politici, Facebook è una macchina costruita per fare soldi, "quota" gli utenti in Borsa. Ecco il ricavo medio per utente:
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Un utente Facebook europeo, nell'ultimo trimestre del 2017, vale 8.86 dollari di ricavi. Essendosi dipinti come persone meravigliose, altruisti che pensano al bene comune, attendiamo con fiducia la redistribuzione di parte del guadagno netto agli utenti che costituiscono il vero capitale dell'azienda. Se gli utenti crescono, la capitalizzazione in Borsa cresce, se diminuiscono, la trimestrale prende il raffreddore. Come dite da Menlo Park? Niente distribuzione di utili agli utenti perché usufruiscono gratis del servizio? Lo facciano pagare, così vediamo che succede. E poi quale servizio, di grazia? Il "servizio" alla società è stato quello di aver demolito il sapere, la cultura, l'autorevolezza della fonte, aprendo un ciclopico insultificio dove il culmine è lo spettacolo raccapricciante dell'omicidio in diretta.
I social sono un girone infernale di aberrazioni, orrore, il male che non ha bisogno di forzare la serratura della tua abitazione perché si è già accomodato in salotto. E ti sta aspettando. Le chiavi di casa le avete consegnate anni fa quando vi siete iscritti al social network. Mentre voi vi baloccate in chat, i giganti della Rete perfezionano la loro dispotica tendenza al monopolio, abbattono la concorrenza, raccolgono fiumi di denaro e con questa leva finanziaria costruiscono una ragnatela di interessi e aziende di fronte ai quali la Standard Oil - contro cui si abbattè una storica sentenza dell'Antitrust americano nel 1911 - è un nano aziendale.
La politica da questo processo di banalizzazione del messaggio, diffusione di odio, partigianeria e ignoranza, ne è uscita sconvolta. Le campagne social sono diventate decisive (il titolare vi consiglia di vedere su Sky il documentario "Lo Stato Social" sulle elezioni politiche 2018) e i candidati spesso sono dei piccoli schiavi del mezzo e del messaggio (senza aver mai letto una sola riga di Marshall McLuhan) chini sul loro smartphone, pronti a capitalizzare like e cuoricini, visualizzazioni e commenti, quasi sempre al costo di apparire patetici, ridicoli, miserabili. Applausi.
05
Wall Street
Il crollo di Facebook in Borsa è solo una brutta giornata per l'azienda, niente di più. Facebook a Wall Street negli ultimi cinque anni ha volato come un razzo. Ecco qui la spettacolare ascesa del titolo quotato sul Nasdaq:
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Nel 2013 il titolo era sotto i 50 dollari, ieri ha chiuso con una perdita del 6.77 per cento, a quota 172.56 dollari. Stiamo parlando di un'azienda che capitalizza 537 miliardi di dollari e ha 41 miliardi di asset liquidi. In questi casi, la risposta è la solita: si licenzia qualcuno, il capo si profonde in ampie scuse, i lobbisti si mettono in azione per annullare i danni politici e evitare che a qualcuno venga in mente di regolare in maniera "normale" un settore che è da tempo no limits.
***
Che facciamo? La nota politica italiana ed estera arriverà in giornata, ora chiudiamo questo numero monotematico di List con qualche libro sul tema che abbiamo provato a decrittare stamattina. Se avete sentito bussare alla porta, non apritela. È il venditore di Folletto al quale avete dato un like su Facebook ieri sera.
06
Librandosi. Il potere della Rete
Per sapere, per capire, per non andare a cena e sorbirsi il discorso del tecno-entusiasta, per non finire sotterrati dal selfista compulsivo che vi mostra i like mentre sta mangiando la pasta alla gricia, per scoprire la differenza che passa tra la libertà dell'uomo e l'adorazione del totem hi-tech, il titolare vi consiglia un paio di libri estratti dal caotico ordine della sua biblioteca.
The Net Delusion di Evgeny Morozov (qui l'edizione italiana) è il libro di un autore che da tempo è nella squadra degli eretici che raccontano il dritto e soprattutto il rovescio della Rete. Qui troverete il materiale che serve per farvi un'idea del mondo nel quale viviamo: dalla Google Doctrine al perché il Kgb vuole che vi iscriviate a Facebook. Sì, ora avete capito perché sulla vostra chat è comparsa una che si chiama Raissa e vi sta invitando a cena: vi ha scambiato per un nerd dei vigili urbani capace di svelare l'algoritmo del traffico di Roma.
The Second Machine Age. Gli autori (qui l'edizione italiana) sono due star dell'Internet-pensiero, in questo libro troverete i pro e i contro dell'automazione, analisi d'impatto economico, un paio di trovate da filosofia della Silicon Valley. Sono ottimisti, ma con giudizio, dunque si può leggere tenendo a mente chi sono i vincitori: sempre loro. Siete perdenti? L'importante in questo mondo è che non si sappia. Lo avete scritto su Facebook in un momento di sconforto, mentre la vostra allegra famigliola è all'oscuro del rosso colossale del vostro conto? Partite per un luogo lontano, legione straniera.
Un meraviglioso pessimista, Jaron Lanier. Lui vede davvero nero, buio pesto. Who owns the future? è il libro che ci vuole (qui l'edizione italiana) quando in teleconferenza il vostro capo pronuncia la frase "abbiamo una soluzione tecnologica perfetta per aumentare la vostra produttività". Manca sempre il seguito: "E perdere il vostro posto di lavoro". Buona giornata. Ci vediamo su Facebook.
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riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.