30 Luglio

La Revolución cubana è finita. Nella fame

Le proteste in piazza a L'Avana, la repressione e le bugie del governo. Il contratto sociale con la Rivoluzione si è rotto. Non c’è più la legittimità politica. Non è che si è fermato l’ascensore sociale, semplicemente non è mai esistito

di Maite Carpio

Un'altra piazza rovente si aggiunge alla lunga lista dei focolai sociali che stanno provando a cambiare il volto del nostro tempo. Secondo il Global Protest Index del Carnegie Endowment for International Peace nel mondo ci sono state negli ultimi mesi 230 manifestazioni di protesta antigovernative che hanno visto coinvolti 110 paesi, il 78% dei quali sono regimi autoritari. Nessun paese del continente latino-americano è stato risparmiato dalle proteste, così come Bielorussia, Turchia, Hong Kong e ora anche la Tunisia (di nuovo), una lunga lista che finisce in questi giorni sulle strade roventi di Cuba.  

L’ultimo baluardo del comunismo castrista che è rimasto in piedi, porta con sé un valore simbolico da non sottovalutare e una relazione con la diplomazia degli Stati Uniti (determinante nel continente latino-americano) che si arrocca pigramente sul filo del rasoio. A Cuba sono 70 anni che non cambia niente, anzi, che si fa finta di cambiare per continuare a fare, come ci insegna la grande tradizione italiana, quello di sempre. 

Questa volta però, sembra che qualche boccone amaro sia andato di traverso. Le numerose contraddizioni cubane sono venute al pettine con la crisi del Covid. Per settimane, anche mesi, sotto il sole e sotto la pioggia, la popolazione si è ritrovata a fare lunghe file, ad aspettare ore davanti ai negozi, alle farmacie, al tabaccaio, tutti disperati per la mancanza di cibo, senza medicine, senza niente, alla ricerca di qualunque bene di sostentamento o aspirina si trovasse in giro. Per poi tornare a casa e ritrovarsi senza corrente elettrica e senza acqua. Non era possibile nemmeno accendere un ventilatore. Alla fine è successo quello che era prevedibile: sono andati in piazza a lamentarsi della pessima gestione politica di un’emergenza sociale e sanitaria, ad esercitare il loro diritto alla protesta, l’unico che rimane...


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