15 Aprile
La riapertura delle nazioni (e degli imperi)
La geopolitica del vaccino sta cambiando la mappa degli equilibri tra potenze. Sono tornati gli Stati che hanno una visione e una politica sovrana. Il piano dell'amministrazione Biden per contenere la Cina (e separarla dalla Russia). Ci riuscirà? Hello London, la Global Britain di BoJo. L'ascesa dell'India produttrice di vaccini. L'Italia è ancora nel quadro dell'emergenza, ma il piano del generale Figliuolo va, siamo a quasi 14 milioni di dosi somministrate. Oggi il governo vara misure economiche per 40 miliardi
Che succede? L'uomo occidentale continua a pensare una vita rischio zero. Così il vaccino AstraZeneca e quello di Johnson & Johnson sono finiti nel limbo per delle rarissime reazioni avverse (ci sono più probabilità di morire cadendo dalle scale, ma l'uomo occidentale si sente invincibile e deve essere immortale), dunque fiale destinate a una popolazione anziana (cioè tutto il senile Occidente), mentre le dosi di Moderna e Pfizer sono per ora passati indenni nella roulette russa dell'ammazza-vaccini. Arriverà anche il loro turno, visto che hanno come qualsiasi altro medicinale una serie di reazioni e controindicazioni. Ma è una fiera del tutto inutile, il vaccino è la via d'uscita. Nel frastuono dei peggioristi, siamo a quasi 14 milioni di dosi somministrate e milioni di vaccini stanno arrivando, la campagna del generale Figliuolo sta procedendo. La strada è tracciata, per andare dove?
I titoli dei giornali ormai funzionano solo qualche minuto, raramente colgono il grande disegno che si nasconde dietro i fatti. Tutto il racconto della crisi italiana è già una reliquia del passato, non perché improvvisamente entreremo nell'età dell'oro, ma perché siamo entrati in un'altra fase della storia. Oggi il Consiglio dei ministri varerà una serie di provvedimenti di sostegno all'economia per 40 miliardi di euro, dall'inizio della pandemia abbiamo creato 200 miliardi di nuovo debito pubblico. Mario Draghi sa chiaramente che si tratta di una politica d'emergenza, il vero problema è se l'Italia sarà capace di inserirsi in un quadro di nuove-vecchie forze che stanno plasmando la contemporaneità. Il viaggio di Di Maio a Washington era solo un preludio di quello che ci chiede "l'amico americano". Sono tempi di ferro e fuoco. La pandemia e il vaccino stanno cambiando tutto, sono tornate le nazioni, la sovranità e l'indipendenza, sono in campo nuove politiche imperiali. Guardiamo cosa conta davvero, con quali strumenti dobbiamo leggere quello che accade...
Che succede? L'uomo occidentale continua a pensare una vita rischio zero. Così il vaccino AstraZeneca e quello di Johnson & Johnson sono finiti nel limbo per delle rarissime reazioni avverse (ci sono più probabilità di morire cadendo dalle scale, ma l'uomo occidentale si sente invincibile e deve essere immortale), dunque fiale destinate a una popolazione anziana (cioè tutto il senile Occidente), mentre le dosi di Moderna e Pfizer sono per ora passati indenni nella roulette russa dell'ammazza-vaccini. Arriverà anche il loro turno, visto che hanno come qualsiasi altro medicinale una serie di reazioni e controindicazioni. Ma è una fiera del tutto inutile, il vaccino è la via d'uscita. Nel frastuono dei peggioristi, siamo a quasi 14 milioni di dosi somministrate e milioni di vaccini stanno arrivando, la campagna del generale Figliuolo sta procedendo. La strada è tracciata, per andare dove?
I titoli dei giornali ormai funzionano solo qualche minuto, raramente colgono il grande disegno che si nasconde dietro i fatti. Tutto il racconto della crisi italiana è già una reliquia del passato, non perché improvvisamente entreremo nell'età dell'oro, ma perché siamo entrati in un'altra fase della storia. Oggi il Consiglio dei ministri varerà una serie di provvedimenti di sostegno all'economia per 40 miliardi di euro, dall'inizio della pandemia abbiamo creato 200 miliardi di nuovo debito pubblico. Mario Draghi sa chiaramente che si tratta di una politica d'emergenza, il vero problema è se l'Italia sarà capace di inserirsi in un quadro di nuove-vecchie forze che stanno plasmando la contemporaneità. Il viaggio di Di Maio a Washington era solo un preludio di quello che ci chiede "l'amico americano". Sono tempi di ferro e fuoco. La pandemia e il vaccino stanno cambiando tutto, sono tornate le nazioni, la sovranità e l'indipendenza, sono in campo nuove politiche imperiali. Guardiamo cosa conta davvero, con quali strumenti dobbiamo leggere quello che accade intorno a noi. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Dosi di geopolitica. Hello London
La battaglia del siero è naturalmente un altro elemento del nuovo ordine post-coronavirus e come in ogni guerra ci sono i vincenti e i perdenti. E ça va sans dire ci sono gli ingenui che si bevono ogni tipo di intruglio e mentre lo tracannano ti spiegano come va il mondo, cribbio. La partita delle case farmaceutiche è grande ma infinitamente piccola rispetto allo scenario. Chi pensa che AstraZeneca sia il siero sconfitto non ha capito un fico secco, quello è il vaccino di Oxford, cioè dell'isola d'Inghilterra e Londra in questa storia è vittoriosa. Boris Johnson può fare il gesto della V di vittoria (e, sia concesso, anche dell'ombrello, con grande soddisfazione) bere la sua pinta di birra al pub, di fronte alle presunte classi colte che praticano il "distanziamento sociale" come esercizio di psichiatria e ingegneria a-sociale e avevano trattato BoJo come un bifolco. Hello London, ha vinto il bifolco, con il suo vaccino, con il suo pragmatismo, con il suo senso del rischio e dell'impresa, con l'Inghilterra libera, e la sua vittoria è così schiacciante da risultare insopportabile per il piccolo establishment europeo che ha subito la Brexit e ora sta realizzando cosa significa: la visibilità en plein air del nanismo culturale dei funzionari brussellesi. Se ci fosse un tribunale della Storia per chi ha gestito la crisi della pandemia nell'Unione europea, li condannerebbe tutti. La reazione del ceto dominante è stata quella di far scattare l'operazione di isolamento della Manica, una stupidaggine. L'Europa continentale ha commesso lo stesso errore che fece durante la Seconda guerra mondiale. Senza gli inglesi, non c'è salvezza. E infatti l'Unione europea sta affondando nella sua irrilevanza e non ci sarà la Royal Air Force a liberare Berlino. Vediamo la nuova mappa, ce l'abbiamo sotto gli occhi. Per sapere, per capire, basta sollevare lo sguardo e lasciar perdere le chiacchiere dei talk show di casa nostra.
02
La nuova mappa dell'ordine post-coronavirus
Basta osservare l'andamento della vaccinazione e legarlo ad alcuni fatti per capire che l'Europa è fuori gioco, un continente candidato a diventare il parco-giochi dei cinesi o il poligono di tiro degli americani. Quanti sono i vaccinati? Ecco il quadro aggiornato, prima la tabella:
Non c'è bisogno di farci sopra grandi commenti, il dato da leggere sul piano storico è il seguente: sono tornate le potenze imperiali. Guardate la mappa della vaccinazione, cercate il blu di prussia:
Cina, India, Stati Uniti, Regno Unito. L'imperatore e i suoi mandarini, l'esercito degli elefanti, le fortezze volanti B-52 e gli Hurricane, gli Spitfire e la Marina di Sua Maestà. C'è un altro puntino blu, Israele. Tutto il resto, è provincia dell'impero. Ora vediamo un po' di fatti che servono a leggere la mappa.
03
Il piano americano
Ritiro. Joe Biden annuncia il piano di rientro delle truppe americane dall'Afghanistan (Foto Epa).Stati Uniti (192,2 milioni di vaccini). L'amministrazione di Joe Biden sta proseguendo la politica estera di Donald Trump. Piaccia o meno, questo è il risultato delle azioni americane, breve elenco a disposizione dei nevertrumpisti che stanno vivendo un attimo di smarrimento:
1. La politica del container. Linea dura con la Cina sul commercio con tanto di scontro nel vertice in Alaska e tensione crescente su Taiwan;
2. La crisi dei semiconduttori. Guerra dei microchip con la Cina, sanzioni a sei società hi-tech di Pechino e Taiwan, uno dei produttori mondiali di microchip, che annuncia che seguirà la linea tracciata da Washington. Varo di una nuova politica sulle "terre rare" (che avrà presto sviluppi in Africa e dunque un altro teatro di contrasto con la Cina);
3. L'uomo del Cremlino. Escalation con la Russia di Vladimir Putin sul conflitto nel Donbass, Ucraina. Biden ha telefonato a Putin, lo ha avvisato, poi ben sapendo che i russi non si tirano indietro, combattono con coraggio (vedere alla voce Seconda guerra mondiale, battaglia di Stalingrado, presa di Berlino), ha stoppato le navi da guerra che stavano puntando sul Mar Nero. Sanzioni anche sul debito sovrano russo (ci sarà un ordine esecutivo di Biden, notizia di stanotte anticipata dal Wall Street Journal), minacce verbali ("il killer" Putin), poi l'offerta della Casa Bianca di un incontro in campo neutro, probabilmente un altro vertice a Helsinki, come fece Trump;
4. Il rilancio della Nato. Antony Blinken ha riunito l'Alleanza Atlantica e chiesto di seguire le direttive di Washington. Cosa ottenuta in un baleno visto che l'Europa un esercito non ce l'ha, dunque la Nato torna ad essere lo strumento della politica estera americana, questo significa che gli europei metteranno più soldi, mezzi e truppe (come aveva chiesto Trump) e che prima o poi ci sarà un'altra guerra. Nel frattempo...
5. Il ritiro dall'Afghanistan. Quelli che dicevano a Trump che era irresponsabile l'idea di ritirare le truppe dall'Afghanistan hanno annunciato il ritiro da Kabul e dintorni entro l'11 settembre. Decisione presa ieri, annunciata dalla Casa Bianca, sottoscritta nel vertice Nato a Bruxelles. Tweet della Casa Bianca:
La fine della campagna in Afghanistan è un altro piccolo Vietnam americano. C'erano i talebani, continuano a esserci i talebani. I russi hanno avvisato che il ritiro provocherà una guerra civile non appena le truppe avranno lasciato il paese. Ai democratici non importa, hanno altre priorità, devono difendersi dalla Cina.
04
Il prossimo obiettivo di Xi, Taiwan
Cina (175 milioni di vaccini). L'imperatore Xi Jinping (qui sopra, nella foto Ansa) va come un rullo compressore. Durante la pandemia ha fatto il giro di vite su Hong Kong, rilanciato il percorso della Nuova Via della Seta, rafforzato la politica dello strangolamento dei paesi africani (e non solo, vedere alla voce Montenegro) con il debito, minacciato Taiwan con due incursioni aeree consecutive (bis di 25 cacciabombardieri nello spazio aereo taiwanese), regolato i conti interni con i capitalisti che si erano illusi di essere pure liberi (Jack Ma, fondatore di Ali Baba e i suoi fratelli delle Big Tech cinesi), ha impedito di fatto all'Oms di indagare a fondo sull'origine del virus e i laboratori di Wuhan (vedere le dichiarazioni dell'Oms in proposito e il documento firmato pochi giorni fa da Stati Uniti, Australia, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Israele, Giappone, Lettonia, Lituania, Norvegia, Repubblica di Corea, Slovenia, Regno Unito), è uscita dalla crisi del coronavirus più forte di prima (unico paese con la produzione positiva nel 2020, export a +30% in marzo, crescita proiettata oltre il 6% nel 2021), punta con la Russia alla costruzione di un sistema monetario alternativo al dollaro (e occhio alle cryptovalute), è il più grande consumatore di petrolio e gas del mondo, sarà la prima potenza mondiale entro il 2030.
04
La Vaccine Diplomacy dell'India
Il nazionalismo indiano. Narendra Modi, primo ministro dell'India (Foto Epa).India (111,8 milioni di vaccini). Nel dicembre del 2020 il ministro della difesa dell'India, Rajnath Singh, l'ha messa giù in maniera chiara: "Vogliamo fare dell'India una superpotenza. Per rendere il paese una superpotenza, abbiamo bisogno di risultati ancora più grandi nei campi dell'educazione, della salute e dell'industria, ecc. Il potenziale in questi settori è nel nostro paese. Non è ancora pienamente utilizzato". L'India nell'ordine post-coronavirus è emersa come il più grande produttore mondiale di vaccini, senza l'India l'Occidente non esce dalla pandemia, il paese è un gigante farmaceutico (il 60% dei vaccini esce dagli stabilimenti indiani), sigle come Serum Institute, Bharat Biotech e Zydus Cadila sono strumenti geopolitici dell'India. Si chiama Vaccine Diplomacy.
05
Global Britain
Brexit e vaccini. Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito (Foto Zuma).Regno Unito (40,1 milioni di vaccini). Boris Johnson ha centrato il suo obiettivo, l'Inghilterra sta riaprendo i battenti. Ha cavalcato l'onda della Brexit, anticipato tutti, usato il vaccino di Oxford, sfruttato l'alleanza dell'Anglosfera. I dati economici cominciano a marciare nella direzione giusta, i giardini e i pub di Londra sono aperti, il Regno Unito è il principale alleato degli Stati Uniti nella Nato (è il secondo contributore dell'Alleanza, il forum che conterà davvero nei prossimi anni), il 4 paese nel Global Index dell'innovazione, vanta 99 premi Nobel, l'11,5% delle aziende globali è quotato nella Borsa di Londra, ha la quarta rete diplomatica del mondo (281 sedi in 178 paesi), ha la quinta economia del mondo, è il terzo paese per investimenti nella tecnologia, è la terza cyber-nation mondiale, leader nella decarbonizzazione e nelle politiche sul cambiamento climatico. Johnson ha presentato qualche giorno fa la sua strategia di Global Britain.
06
Israele. Vaccinazione lampo e black out nucleare
Vincitore in attesa di governo. Bibi Netanyahu, primo ministro di Israele (Foto Dpa).Israele (10,2 milioni di vaccinati). Avamposto della democrazia in Medio Oriente, alleato fondamentale degli Stati Uniti. Ha un sistema dei partiti complesso che riflette la stratificazione della sua società, è in una fase delicatissima della sua esistenza. Campagna di vaccinazione lampo, un gioiello di organizzazione, il paese è praticamente immunizzato. Minacciato dagli estremisti islamici (che hanno come programma politico la sua cancellazione dalla mappa), ha aperto una nuova stagione di relazioni diplomatiche che hanno isolato l'Iran e i paesi fondamentalisti, le relazioni con Emirati Arabi Uniti, Sudan e Bahrain sono la catapulta per un cambiamento politico nell'area che è già visibile. Il tema più delicato è lo sviluppo del piano nucleare dell'Iran dove Israele ha mostrato pochi giorni fa di muoversi in maniera autonoma: un'operazione del Mossad ha causato un black out del sito nucleare di Natanz. Missione compiuta, dura reazione dell'Iran, stupore della comunità internazionale. Teheran ha annunciato l'arricchimento dell'uranio al 60%, senza un accordo internazionale e un ritorno dell'Iran al tavolo del negoziato, l'esito è scritto: Israele condurrà azioni mirate sui siti nucleari. È il rompicapo numero uno dell'amministrazione Biden, tanto che ieri sera il segretario di Stato Antony Blinken ha usato una formula che è un avviso all'Iran: "Gli Stati Uniti prendono molto sul serio la mossa provocatoria dell'Iran di arricchimento dell'uranio. Resta da vedere se l'Iran ha la stessa serietà e lo stesso obiettivo di tornare all'accordo sul nucleare". Citofonare Benjamin Netanyahu per informazioni sul campo.
Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.