11 Agosto
La ritirata e l'avanzata
I Talebani hanno conquistato nove capoluoghi e puntano su Kabul. Il piano per isolare la capitale dell'Afghanistan e assediarla. Biden: "Non ho rimpianti per la mia decisione, gli afghani devono combattere". Draghi e i balneari della politica, quei segnali di crescente tensione nella maggioranza
Che succede? La politica è entrata nella fase "summertime", quella delle chiacchiere sotto l'ombrellone, un gin tonic, la paletta e il secchiello. È il momento più alto dell'anno sul piano politico-culturale, quello in cui si moltiplicano le interviste al vuoto. Per la politica italiana c'è tempo, prima facciamo un passaggio - drammatico - in Afghanistan e poi andiamo in America. Seguite il titolare di List.
01
I Talebani e la strategia per isolare Kabul
L'Afghanistan pezzo dopo pezzo sta cadendo di nuovo nelle mani dei Talebani. Hanno annunciato ieri la presa di Pol-e Khomri, capoluogo della provincia di Baghlan, nel nordest: "La città è stata conquistata, il nemico sta fuggendo". E stamattina è arrivata la notizia della caduta di Faizabad. È la nona capitale provinciale a cadere nelle mani degli insorti in meno di una settimana. Stanno circondando Kabul. Reuters cita una fonte dell'Unione europea che afferma: i Talebani "ora controllano il 65% del territorio dell'Afghanistan". La strategia dei Talebani sarebbe quella di controllare "undici capoluoghi di provincia e privare Kabul del supporto delle forze governative stazionate nel nord". Si sta avvicinando rapidamente la caduta di Kabul, ancora una volta. Secondo la Cnn, il Dipartimento di Stato, viste le conquiste sul campo di battaglia, ha avviato l'uscita dal paese di gran parte dei funzionari dell'ambasciata nella capitale, si stanno preparando alla sconfitta totale delle forze afghane in tempi rapidi. La storia si ripete.
Joe Biden che dice? "Gli afghani devono avere la volontà di combattere, per se stessi, per la loro nazione". E i vent'anni di occupazione americana? Le varie missioni Nato? Il nation building e l'esportazione della democrazia? I valori dell'Occidente contro l'orrore talebano? La violazione del corpo e dell'anima delle donne e dei bambini afghani? La sicurezza internazionale che sarebbe ancora più fragile con un nuovo/vecchio santuario del terrore, lo stesso...
Che succede? La politica è entrata nella fase "summertime", quella delle chiacchiere sotto l'ombrellone, un gin tonic, la paletta e il secchiello. È il momento più alto dell'anno sul piano politico-culturale, quello in cui si moltiplicano le interviste al vuoto. Per la politica italiana c'è tempo, prima facciamo un passaggio - drammatico - in Afghanistan e poi andiamo in America. Seguite il titolare di List.
01
I Talebani e la strategia per isolare Kabul
L'Afghanistan pezzo dopo pezzo sta cadendo di nuovo nelle mani dei Talebani. Hanno annunciato ieri la presa di Pol-e Khomri, capoluogo della provincia di Baghlan, nel nordest: "La città è stata conquistata, il nemico sta fuggendo". E stamattina è arrivata la notizia della caduta di Faizabad. È la nona capitale provinciale a cadere nelle mani degli insorti in meno di una settimana. Stanno circondando Kabul. Reuters cita una fonte dell'Unione europea che afferma: i Talebani "ora controllano il 65% del territorio dell'Afghanistan". La strategia dei Talebani sarebbe quella di controllare "undici capoluoghi di provincia e privare Kabul del supporto delle forze governative stazionate nel nord". Si sta avvicinando rapidamente la caduta di Kabul, ancora una volta. Secondo la Cnn, il Dipartimento di Stato, viste le conquiste sul campo di battaglia, ha avviato l'uscita dal paese di gran parte dei funzionari dell'ambasciata nella capitale, si stanno preparando alla sconfitta totale delle forze afghane in tempi rapidi. La storia si ripete.
Joe Biden che dice? "Gli afghani devono avere la volontà di combattere, per se stessi, per la loro nazione". E i vent'anni di occupazione americana? Le varie missioni Nato? Il nation building e l'esportazione della democrazia? I valori dell'Occidente contro l'orrore talebano? La violazione del corpo e dell'anima delle donne e dei bambini afghani? La sicurezza internazionale che sarebbe ancora più fragile con un nuovo/vecchio santuario del terrore, lo stesso dal quale furono architettati da Osama Bin Laden gli attentati dell'11 settembre 2001? Vent'anni e siamo a questo, alla cancellazione della storia e al non riconoscere che il nostro futuro passa anche nell'avamposto dell'Afghanistan. La responsabilità di un crollo come questo, velocissimo e carico di segnali sinistri, è dell'amministrazione Biden e degli alleati che hanno seguito gli Stati Uniti senza proporre una exit strategy per il Paese, per la popolazione afghana che ha creduto nella "liberazione". Ritirarsi dall'Afghanistan senza un piano per evitare questa fine atroce è un errore che pagheremo caro. Siamo già tutti di fronte al tribunale della storia.
02
Sì del Senato al piano Biden sulle grandi opere
Il piano di grandi opere della Casa Bianca vale 1200 miliardi di dollari, dimezzato rispetto alla proposta iniziale di oltre 2000 miliardi di dollari. Voto bipartisan ora passa alla Camera, dove Nancy Pelosi chiede anche l'approvazione di un altro piano da 3500 miliardi di dollari per lotta alla povertà, cambiamento climatico, spesa sanitaria e educazione, la classica piattaforma dem che serve a dare carburante alla corsa per le elezioni di medio-termine del 2022.
Nel piano Biden ci sono tutti i temi della transizione energetica e della trasformazione industriale. Dunque ecco la realizzazione di 500 mila stazioni di ricarica elettrica, gli investimenti per la costruzione di autostrade, ponti, ferrovie, l'abbattimento delle emissioni di carbonio entro il 2035, accesso all'acqua e energia pulita. Tutto perfetto, il mondo dei sogni. Poi bisogna realizzare i progetti. E questo, come cantava Battisti con parole di Mogol, lo scopriremo solo vivendo.
Biden ha festeggiato così su Twitter: "Grandi notizie, gente: l'accordo bipartisan sulle infrastrutture è ufficialmente passato al Senato. Spero che il Congresso lo mandi alla mia scrivania il prima possibile per poter continuare il nostro lavoro di ricostruzione".
03
Avanti un altro dem. Andrew Cuomo si è dimesso
Andrew Cuomo, tra 14 giorni non sarà più il governatore di New York (Foto Epa).Andrew Cuomo, governatore di New York ha annunciato le sue dimissioni a seguito delle accuse di molestie sessuali lanciate da undici donne. Era in una posizione insostenibile, i primi avversari sono nel suo partito, a cominciare da Joe Biden che assapora la fine della carriera politica di un rivale interno, un democratico che aspirava alla Casa Bianca. Festeggia anche Nancy Pelosi, speaker della Camera, la grande tessitrice delle alleanze tra le fazioni dei dem.
Cuomo, quasi in lacrime, ha annunciato così le sue dimissioni: "La cosa migliore è fare un passo di lato, le mie dimissioni diventeranno effettive tra 14 giorni. Grazie, grazie, grazie, e siate orgogliosi. Abbiamo reso lo Stato di New York il più progressista d'America". Un progressista infilzato dai compagni progressisti. Avanti un altro, America.
***
Bene, ora passiamo tornare alla politica italiana. Cercate un salvagente.
04
Il Green Pass, Lamorgese e l'ufficio complicazioni
Luciana Lamorgese è ministra dell'Interno in quanto "tecnico" e dunque portatrice di due qualità par défaut: la competenza e la distanza dalla politica, una garanzia di efficacia, indipendenza e competenza. In 48 ore l'auto-portato della ministra si è offuscato e sarà bene per il governo ristabilire una rotta equilibrata. Lamorgese prima ha parlato in termini dello ius soli, dichiarandosi favorevole e auspicando una "sintesi" dei partiti sul tema, poi si è avventurata tra le norme che dovrebbe conoscere a memoria e parlando dei controlli sul Green Pass - qui siamo sull'esercizio della competenza tecnica - ha combinato un pasticcio, tanto da dover poi intervenire con una circolare del Viminale a chiarimento (anche di se stessa). Che pasticcio? Andiamo con ordine.
Lamorgese dichiara: "I titolari non potranno richiedere la carta d'identità perché non sono delle forze dell'ordine ma solo il qr code. Non si può pensare che questa attività venga svolta dalle forze di polizia, ma ci saranno controlli a campione". Alt, parte la canzone di Lucio Battisti, Confusione. Il cronista annota sul taccuino: ma allora la norma a che serve? C'è qualcosa che non torna. Cosa?
Prima di tutto, il Dpcm firmato da Draghi e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 giugno fa un dettagliato elenco di chi può controllare il Green Pass e tra questi, ovviamente, ci sono gli esercenti delle attività aperte al pubblico. E poi?
Poi c'è il Garante per la Privacy risponde a un quesito posto da un assessore della Regione Piemonte e sulla verifica del Green Pass dice esattamente il contrario di quanto affermato prima dalla ministra Lamorgese. Infatti il Garante, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, spiega che anche "i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi" possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d'identità. Esattamente l'opposto rispetto a quanto dichiarato dalla ministra dell'Interno.
A questo punto, al Viminale hanno capito di essersi tuffati in un mezzo guaio estivo, dunque con pericolo d'annegamento politico in ascesa. Che fare? Arriva la circolare esplicativa, cribbio. Cosa dice? Siamo nel campo dell'arrampicata sugli specchi, per non smentire quanto detto dalla ministra Lamorgese si fa un lungo elenco e poi si arriva al dunque:
Dunque il Viminale conferma quanto ribadito dal Garante della Privacy alla luce del Dpcm firmato da Draghi. Ci vuole pazienza. E un ministro che prenda esempio dal premier, si parla poco, a tono, a tempo, con il dossier ben studiato. Altrimenti il rischio è quello di trasformare il Viminale in un ufficio complicazioni delle pratiche di governo.
05
Draghi e i balneari della politica
Mario Draghi, che sa quando è il momento di lasciare la scena, ha salutato i cronisti e saggiamente è andato in vacanza. A giudicare dalle parole che volano come calabroni in queste ore, il premier avrà un duro lavoro da fare in autunno. Il Recovery Plan e la scrittura della legge di bilancio non saranno una passeggiata, il semestre bianco alimenta la competizione perché c'è un senso di adolescenziale impunità ("tiriamoci le torte in faccia, tanto non si possono sciogliere le Camere"), ma questa classe politica è inesperta, ha zero memoria, non sa che quando cominci a correre sul filo della crisi, alla fine la crisi ti fulmina nel modo più sorprendente, non c'è bisogno di sciogliere le Camere, ci sono altre forze là fuori. I balneari della politica ignorano il semplice fatto che non siamo soli nell'universo, pensano che i mercati siano un'entità misteriosa che abita altrove, immaginano che i fatti internazionali siano un affare degli altri. Poveri illusi, il mondo è arroventato e non solo in senso atmosferico.
Draghi colma per ora con la sua figura le insufficienze dei partiti di una maggioranza variegata, tanto ampia quanto venata di tensioni e insoddisfazioni, un insieme di leadership lillipuziane che hanno scambiato i social media per uno spazio politico reale e dunque stanno perdendo di vista la maggioranza silenziosa del paese, quella che segue Draghi.
Ho visionato una serie di sondaggi sul voto nei Comuni (primo turno il 3/4 ottobre) e dicono molto sulla crisi italiana. Nelle grandi città la vittoria al primo turno per il momento non c'è per nessuno (forse a Bologna, che resta pur sempre un feudo della sinistra, ma non è detto che accada), a Milano la destra fatica, insegue la sinistra che di certo non corre come Jacobs a Tokyo; a Torino è la fine dei Cinque Stelle e c'è una partita aperta tra destra e sinistra; dove si concentra il reddito di cittadinanza, in Campania,a Napoli, la destra è lontana e non a caso è l'unica grande città dove Pd e Movimento Cinque Stelle si sono alleati (erano sicuri di vincere).
A Roma si prefigura uno scenario di casino totale, i Cinque Stelle non vanno al ballottaggio, Virginia Raggi è fuori, il declino grillino è inesorabile, la contesa è tra un Michetti che non ha voti da coalizzare nel secondo turno e un Gualtieri che non può esser certo di avere i voti di Calenda e dei grillini quando serviranno. Non si sa come andrà a finire l'elezione nella Capitale, ma quel che si vede con chiarezza è la diffidenza degli elettori in generale verso i candidati e un effetto boomerang sulla destra che ha surfato sulla scia dell'irrazionalità, tra i no vax ei no pass. L'impatto è negativo, Salvini e Meloni non hanno respinto con nettezza, come sarebbe stato opportuno, i deliri di una minoranza rumorosa, è una linea che senza correzioni conduce al fiasco elettorale. Andrà a finire così? Nessuno lo sa con certezza, mancano ancora quasi due mesi, ma l'ingranaggio della politica è pieno di sabbia e a destra c'è un rumore di rottura delle cinghie di trasmissione del voto, la competizione tra Salvini e Meloni finirà per logorare entrambi, le ultime settimane sono di totale irrazionalità, di allontanamento dal sentimento che anima i ceti medi e i produttori, strati ampi della popolazione italiana che lavorano in Europa, classi di esportatori che hanno bisogno di un paese aperto, di una leadership credibile che rappresenti il paese. In una parola, Draghi.
Le cose non vanno meglio dall'altra parte, il Movimento Cinque Stelle è declinante, Grillo è tra i pochi ad aver compreso che una fase storica si è conclusa, ma vanno monitorati i movimenti delle masse del Mezzogiorno in cerca di assistenza, perché troveranno l'illusione del porto sicuro nella demagogia di Conte, il distributore automatico di reddito di cittadinanza, uno spreco di risorse incredibile.
E il Pd? Raccoglie il voto dei ministeriali, delle classi dirigenti affiliate che hanno governato l'Italia negli ultimi trent'anni in pieno mandarinato irresponsabile, di chi abita in centro e si sente progressista perché in fondo se lo può permettere, di chi ci crede davvero e ci vuole un gran coraggio e dunque chapeau!, il voto di chi va alla festa dell'Unità e milita sul serio e si chiede come sia possibile votarli ancora ma tant'è, il voto di chi vuole salvare il mondo dagli idrocarburi mentre sta viaggiando su un'auto che va a benzina super, il cui motore è controllato da microchip realizzati con materie prime estratte nelle miniere in Congo da imprese cinesi che violano i diritti umani; il voto di chi fa il check-in su un volo che va a kerosene e mentre è in viaggio sogna il condizionatore d'aria che va a palla ("fa caldo, accendi amo'"), grazie all'elettricità generata da una centrale alimentata a carbone. Bello, il progressismo che abita nelle contraddizioni del progresso.
In questo sottosopra visibilissimo di ideali sbandierati e traditi, c'è una faglia enorme tra le parole d'ordine dei partiti e la realtà. Qui ha trovato il suo spazio naturale, senza alcuna forzatura, l'azione del premier, perché il draghismo è pragmatismo e agli italiani appare esattamente quel che è, concreto e rassicurante. Finchè c'è.
Così a destra abbiamo Lega e Fratelli d'Italia che nel tentativo di assicurarsi qualche punto nei sondaggi inseguono minoranze rumorose, cercano di conciliare i no vax e i no pass, pensando che c'è una fetta del loro elettorato che ha bisogno di questo tipo di messaggi "contro", ma proprio questo è il problema, quello che fa perdere loro il consenso con la classe media che ha seguito il buonsenso e la road map del governo Draghi per uscire dalla crisi, ci sono oltre 72 milioni di dosi di vaccino somministrate, 20 milioni di Green Pass scaricati in soli tre giorni, ma la destra è nella bolla dei social e non ne esce. Come la sinistra.
Dall'altra parte, c'è la sinistra, il Partito democratico di Enrico Letta che insegue "diritti", dimenticando regolarmente i bisogni elementari della maggioranza della popolazione. L'errore del Pd è quello di pensare di importare in Italia ciò che non sta funzionando neppure in America, la piattaforma dei Democratici che alimentano le "culture wars". Una volta eletto Biden, quella coalizione che aveva una ragione nell'essere "contro Trump" e non per qualcosa, si è già polverizzata nelle sue contraddizioni. L'America non è un monolite. E neppure l'Italia, tra l'altro da tempo molto più avanti con le idee "liberal" rispetto ai bacchettoni del Pd. Quanto ai Cinque Stelle, individuare in loro un'idea e una posizione stabile per cinque minuti è un'impresa impossibile da quando è comparso sulla scena Giuseppe Conte. L'unico che ha qualche idea è quello originale, Beppe Grillo, che infatti la somministra regolarmente ai ministri - i quali obbediscono a bacchetta - quando c'è da deliberare qualcosa di importante. Ieri la sua proposta sui rifiuti non è passata inosservata, è un cambiamento radicale, detta i contenuti, la linea politica del Movimento. Conte? Annuncia grandi piani (ricordate gli Stati Generali?), gli basta questo, non deve raggiungere alcun altro obiettivo che non sia il proprio.
Messi così i pezzi sulla scacchiera, assodato che non c'è possibilità di cambiare il Re (Draghi) senza morire tutti (e al limite sarà il Re a lasciare il castello in anticipo), i partitanti si arrangiano con le più varie (e avariate) trovate estive. Qualcuna è buona, ma la maggior parte è fumo senza arrosto. Il dibattito alimentato dalle parole di Giovanni Malagò sullo ius soli dopo le vittorie alle Olimpiadi, com’era facile immaginare, ha aperto la strada a varie interpretazioni e iniziative più o meno fantasiose. Improvvisamente, Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno, ha chiesto "una sintesi" politica. Intervento singolare per un tecnico, una sortita infelice sul piano della gestione del ministero, così la sinistra ha detto qualcosa di sinistra (un nannimorettismo), la destra non s'è mossa dalla destra, il risultato è un gran casino, una babele di dichiarazioni in assenza di un fatto istituzionale, perché è chiaro che questa maggioranza d'emergenza non ha l’amalgama per fare una simile riforma che tocca le fondamenta della Repubblica. E l'immigrazione è tornata non a caso in primo piano nel dibattito politico.
A riprova di quanto scriviamo, Enrico Letta ieri alle ore 19:59 ha detto: "Una legge sulla cittadinanza vuol dire non brandire da parte di nessuno bandiere ideologiche. Vuol dire dare una risposta a ragazzi e ragazze che sono italiani a tutti gli effetti ed evitare che debbano aspettare i diciotto anni per ottenere la cittadinanza. Io credo che questo possa essere fatto tutti insieme".
La Lega e il Pd, Salvini e Letta, che in questo momento si scambiano carezze a distanza, dovrebbero mettersi d'accordo su un tema simile? Fa sorridere, visto che Cinque Stelle e Pd chiedono le dimissioni del sottosegretario leghista Durigon. Per chi avesse perso le puntate della saga, è la storia del sottosegretario che propone il ritorno alle origini del nome del parco di Latina, oggi intitolato a Falcone-Borsellino, da "restituire" a Arnaldo Mussolini, fratello del Duce. Si tratta di un caso di autolesionismo della comunicazione politica esemplare, ma come gli vengono certe idee tafazziste ai destri? Questo pasticcio ha innescato un braccio di ferro nella maggioranza che mette sotto ulteriore pressione il governo Draghi. Tornando alla riforma della cittadinanza, il Carroccio dovrebbe mettere il timbro su una riforma che Fratelli d’Italia userebbe come un bersaglio immobile per farci la campagna elettorale in vista del voto del 2023. Salvini non può permettersi di lasciare spazio a "io sono Giorgia", il tema dell’immigrazione a destra suscita reazioni di chiusura, in questo scenario, tutti serrano i ranghi perché tutti sanno che le amministrative sono una prova a rischio, magmatica, dagli esiti incerti per le leadership di oggi e di domani. E se non funziona la campagna tra no vax e no pass, allora si cambia spartito. Vivere di sondaggite, questo è il problema.
Ci sono problemi enormi da affrontare, primo tra tutti quello di scollinare la fase della variante Delta in quest’estate funestata dal caldo e dagli incendi, ma i partitanti - con il contributo purtroppo anche di Lamorgese, che passa oltre la linea del "tecnico" su cittadinanza e migranti, fa confusione su chi e come si verifica il Green Pass - organizzano la rissa da saloon estivo su un argomento che non si sorseggia come un'aranciata sul pattino. Non si risolve così, non si risolve ora, non si risolve con questi partiti ammollo, spiaggiati. Il tema delle politiche migratorie non è apri o chiudi, ma è un programma di governo, un piano che fa i conti con la demografia, l’economia, l’istruzione, le politiche del lavoro, quella che si chiama visione di un paese.
Matteo Salvini stamattina pubblica una lettera sulla Stampa dove critica aspramente l'operato della ministra Lamorgese sull'immigrazione:
Non sono buone notizie per l'assetto del governo. Come previsto, il mese di agosto con l'apertura del semestre bianco segna non solo temperature alte, ma l'arrivo di una grossa perturbazione a settembre, quando si cominceranno a gettare le fondamenta della legge di Bilancio. Come finisce questa storia?
06
Come finisce? Ci sono tre strade
Il rischio? Quello di far passare a Draghi (l'unica garanzia che abbiamo di fronte ai mercati che guardano la nostra crescita e il nostro debito) la voglia di traghettare questa nave fuori dalla tempesta.
Attenzione alle conseguenze, perché Draghi non si farà "mettere in mezzo" da quelli dell'asilo Mariuccia. Il premier ha tre strade:
1) Prendere atto della irriformabile legislatura, dei troppi limiti dei partiti e delle loro leadership, saggiare il terreno per la sua elezione al Quirinale (sette anni, incarico più lungo, di durata asimmetrica rispetto alle altre istituzioni), farsi eleggere Presidente della Repubblica e de facto poi condurre il paese alle elezioni;
2) Tenere botta, cercare dove possibile il compromesso, senza compromettere l'efficacia del piano di ricostruzione, puntare alla chiusura della legislatura e poi giocarsi la partita per la presidenza della Commissione Ue nel 2023;
3) Passare l'estate senza curarsi dell'asilo infantile, fare un test sui partiti con la scrittura della legge di bilancio, tirare le somme, attendere l'elezione di un altro Presidente della Repubblica, recarsi al Colle e rimettere l'incarico.
Sono tutte strade aperte, ma più le tensioni crescono, più il rumore di fondo occupa tempo e crea distrazioni, più prende corpo l'idea di anticipare la fine, aprire un nuovo capitolo nella storia politica. I ricostruttori non possono litigare ogni giorno, alla fine diventano distruttori di se stessi. Lo capiranno? Abbiamo qualche elemento di cronaca per pensare che no, non lo capiranno. La ditta di autodemolizione è aperta. C'è da sperare solo nella grande capacità di mediazione e sintesi politica di Draghi. Per il resto, siamo alla bolla social e le conseguenze sono surreali.
07
"Non capisco". Letta e il tweet su Conte
Questo è il tweet che Letta ha scritto per congratularsi con Giuseppe Conte:
Reazioni? Il profilo Twitter di Letta è stato sommerso di critiche e non è difficile comprenderlo, non c'era nessuna "elezione", Conte correva da solo e la percentuale dei voti presi ricordava certi meravigliosi congressi sovietici. Bene, di fronte al diluvio di commenti negativi, Letta oggi ha detto questo: "Non capisco come si possa criticare un tweet per fare l'in bocca al lupo ad un altro leader che viene scelto da un altro partito come proprio leader. Sono in tanti che lo hanno fatto come me, a marzo, quando sono diventato segretario Pd. Ho trovato normale farlo, credo sia normale che si facciano auguri ad un leader di un partito che inizia una nuova avventura. Lo avrei fatto con qualunque altro leader di partito, come fatto in ogni circostanza che ho ritenuto di farlo". Viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Ma non capisco.
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immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.