10 Febbraio
La rivoluzione atomica di Macron
Il presidente francese annuncia (tra le turbine) un grande piano per l'energia nucleare e la decarbonizzazione: 6 nuovi reattori, altri 8 allo studio, 50 parchi eolici offshore. Intanto l'inflazione americana corre a +7,5%, Biden è nei guai, la Fed va verso un rialzo dei tassi di mezzo punto a marzo. L'Italia? È in bolletta e con l'illusione dell'ecologismo insostenibile
Che succede? La politica italiana si è accorta che abbiamo un problema in bolletta. E in realtà si tratta di un problema di politica energetica. Un paese che non vuole diventare adulto scopre che l'energia costa e che tutto quello che è stato raccontato sulla transizione ecologica è un mondo fiabesco. Benvenuti a bordo. A che punto siamo di questa storia? Qui a un punto morto. La notizia è che in Europa c'è un leader che ha deciso di fare una svolta e dare un'accelerata al presente, puntare sull'energia nucleare, non accodarsi all'infantilismo ecologista, seguire la ricerca scientifica e dare un colpo netto al politicamente corretto. Questo leader si chiama Emmanuel Macron. Mentre i nostri partitanti fanno la corsa al "tranquilli, vi paghiamo tutto noi" (e il debito pubblico non esiste), una demagogica marcia verso il baratro, il presidente francese ha annunciato la costruzione entro il 2050 di 6 nuovi reattori nucleari, altri 8 sono allo studio, per un totale di 25 gigawatt di potenza, Macron ha annunciato anche l'aumento del 10% della quota di gas rinnovabile entro il 2030 e la creazione di 50 parchi eolici offshore. Fatti, mon dieu. Potremmo farlo anche noi, abbiamo tutto, tecnologia, conoscenza, grandi imprese, il nucleare è italiano, siamo la patria di Enrico Fermi, della scuola di Fisica di via Panisperna, abbiamo dato al mondo questo sapere. Noi non lo vogliamo. Preferiamo cullarci sul sogno dello stato di natura, salvo poi scoprire che è scomodo, fa freddo, fa caldo, si rischia pure la fame e santo cielo, la bolletta! Quella di Macron si chiama leadership. Noi non vogliamo nemmeno quella, l'uomo della Provvidenza va bene solo finché assicura il tran tran e tutto rimanga così com'è, al limite facciamo un bel trucco, un "Gattopardo rovesciato", non cambiamo niente, cambiamo tutto e alla...
Che succede? La politica italiana si è accorta che abbiamo un problema in bolletta. E in realtà si tratta di un problema di politica energetica. Un paese che non vuole diventare adulto scopre che l'energia costa e che tutto quello che è stato raccontato sulla transizione ecologica è un mondo fiabesco. Benvenuti a bordo. A che punto siamo di questa storia? Qui a un punto morto. La notizia è che in Europa c'è un leader che ha deciso di fare una svolta e dare un'accelerata al presente, puntare sull'energia nucleare, non accodarsi all'infantilismo ecologista, seguire la ricerca scientifica e dare un colpo netto al politicamente corretto. Questo leader si chiama Emmanuel Macron. Mentre i nostri partitanti fanno la corsa al "tranquilli, vi paghiamo tutto noi" (e il debito pubblico non esiste), una demagogica marcia verso il baratro, il presidente francese ha annunciato la costruzione entro il 2050 di 6 nuovi reattori nucleari, altri 8 sono allo studio, per un totale di 25 gigawatt di potenza, Macron ha annunciato anche l'aumento del 10% della quota di gas rinnovabile entro il 2030 e la creazione di 50 parchi eolici offshore. Fatti, mon dieu. Potremmo farlo anche noi, abbiamo tutto, tecnologia, conoscenza, grandi imprese, il nucleare è italiano, siamo la patria di Enrico Fermi, della scuola di Fisica di via Panisperna, abbiamo dato al mondo questo sapere. Noi non lo vogliamo. Preferiamo cullarci sul sogno dello stato di natura, salvo poi scoprire che è scomodo, fa freddo, fa caldo, si rischia pure la fame e santo cielo, la bolletta! Quella di Macron si chiama leadership. Noi non vogliamo nemmeno quella, l'uomo della Provvidenza va bene solo finché assicura il tran tran e tutto rimanga così com'è, al limite facciamo un bel trucco, un "Gattopardo rovesciato", non cambiamo niente, cambiamo tutto e alla fine miracolosamente non cambierà niente. Eravamo un grande paese, quando costruivamo autostrade e centrali nucleari. Erano gli anni del boom, siamo in quelli dello sboom. Allacciate le cinture. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La corsa pazza dei prezzi in America
Accade quello che la maggioranza dei governi e delle istituzioni economiche negava: l'inflazione corre, l'economia è in fase di surriscaldamento e la leva dei tassi sarà azionata in maniera decisa dalle banche centrali per rallentare la corsa dei prezzi. La creazione di denaro facile e grandi aspettative, la riapertura delle attività dopo i lockdown e un funzionamento divergente di alcuni motori dell'economia (materie prime, energia, logistica, l'autarchia cinese) hanno innescato un processo che appare ampiamente fuori controllo. Risultato: l'inflazione americana è al 7,5% in gennaio, il livello più alto degli ultimi 40 anni. Joe Biden ha un problema: il prezzo della benzina, il costo delle automobili usate, la fabbrica americana di quattroruote in panne per carenza di microchip, il costo dei generi alimentari. La Casa Bianca spera che tutto questo abbia un punto di caduta - l'inflazione alla fine del 2022 al 3% - e può naturalmente accadere (occhio alla mossa della Fed), ma le previsioni sono state tutte finora smentite e in novembre ci sono le elezioni di mid-term. L'America sembra destinata a tornare nelle mani dei repubblicani, si vede all'orizzonte, sui campi di mais dell'Ohio, un uomo sopra una mietitrebbia, un cappellino rosso, una scritta, "Maga", ancora lui, Trump.
02
Il folletto dell'ecologismo insostenibile e altri mostri
Il prezzo delle materie prime energetiche (leggere alla voce idrocarburi) vola e tra i fattori di innesco di questa corsa ci sono le politiche irreali sulla transizione ecologica, una follia decisa a tavolino dai governi, cambiare le regole del gioco quando l'unico gioco in campo è quello del petrolio e del gas. Una prova di inettitudine incredibile, dettata dall'ecologismo insostenibile e abbracciata da leadership deboli, intrise di pregiudizio morale e, purtroppo, scarsa conoscenza dei fatti economici di ogni giorno, la vita quotidiana. L'effetto domino è enorme, perché l'energia ha trascinato tutto il resto e quel "resto" a sua volta si muove secondo aspettative che nessuno dei governanti ha il coraggio di spegnere, sono saliti al potere promettendo un eterno helicopter money, ora l'elicottero dal quale lanciavano sacchi di denaro ha finito il carburante. Non sarà un atterraggio morbido. L'elemento psicologico qui è di grande portata, perché se i governi e le banche centrali dicono agli attori economici, alle imprese e alle famiglie, che il denaro scorre a fiumi, che i sussidi ci saranno sempre, che tanto c'è qualcuno che paga, che puoi anche restare a casa e qualcuno ti verserà un assegno per stare davanti alla PlayStation, che i bonus sono la politica, alla fine si creano aspettative infinite e, naturalmente, fenomeni speculativi.
I piani di ricostruzione post-pandemica sono un oceano finanziario in cui nuotano gli squali che finiscono per mangiare tutto, pesci grandi e piccoli. I primi si difendono, gli altri soccombono al primo morso. Il conto sta arrivando. Chi paga? I poveri, il ceto medio che sta assistendo alla tosatura rapida dei risparmi a causa dell'inflazione, le imprese che hanno un conto energetico divergente da nazione a nazione, le più deboli finiscono per uscire dal mercato, sono meno competitive sul prezzo di produzione, partono azzoppate. In Italia c'è chi sta chiudendo, bastava guardare con attenzione mesi fa alla catena di fallimenti nel settore retail dell'energia in Inghilterra per capire cosa sarebbe accaduto al sistema delle imprese ad alto consumo energetico.
03
L'Europa, la Bella Addormentata nel bosco
I dati americani sono un gong per tutti, la Casa Bianca afferma che entro l'anno l'inflazione scenderà, ma per il momento quei numeri suonano come un rintocco sinistro di campana, sono un invito fermo alla cautela rispetto alle proiezioni economiche della Commissione europea: "Secondo le previsioni economiche d'inverno 2022, dopo una notevole espansione del 5,3 % nel 2021, l'economia dell'Ue crescerà del 4,0 % nel 2022 e del 2,8 % nel 2023. La crescita nella zona euro si attesterà inoltre al 4,0 % nel 2022, per poi scendere al 2,7 % nel 2023. Nel terzo trimestre del 2021 l'Ue nel suo insieme è ritornata ai livelli del Pil precedenti la pandemia e si prevede che tutti gli Stati membri raggiungeranno questo traguardo entro la fine del 2022". Meraviglioso racconto, sembra la Bella Addormentata nel Bosco, l'Europa. Un grafico a futura memoria, sei episodi storici su inflazione e post-conflitto:
Per fermare la corsa dei prezzi le banche centrali si preparano alla stretta monetaria, i tassi saliranno, la Federal Reserve ha in tasca un aumento a marzo non dello 0,25% ma di mezzo punto, 0,50%. Seguirà la Banca centrale europea (istituzione di cui non si vede la rotta), altri come la Banca d'Inghilterra si sono portati avanti. Il problema è che la lettura dei cicli economici americani dice che a un'inflazione sopra il 5% poi corrisponde sempre un periodo di recessione, dunque bisogna attendere la decisione della Fed e poi vedere l'impatto della stretta monetaria sulla crescita economica. Ecco perché le previsioni sono un azzardo, siamo in una terra senza mappe e perfino la lettura dei cicli storici può essere fuorviante, siamo in una dimensione post-pandemica, non è esattamente quella di un post-guerra, è qualcosa di inedito in un'economia globalizzata, connessa e nello stesso tempo disconnessa, con troppe strozzature nella distribuzione (il mercato dei noli e la disponibilità di mezzi di trasporto), nella produzione di materie prime (energia e terre rare) e componenti fondamentali di una manifattura digitalizzata (microchip e tecnologia avanzata).
04
Dopo la pandemia non c'è il dopo guerra
È il 30 agosto del 2021, il maggiore generale Chris Donahue, comandante della 82esima Brigata Aviotrasportata degli Stati Uniti, si imbarca su un cargo C-17 sulla pista dell'aeroporto internazionale di Kabul. È l'ultimo soldato a lasciare l'Afghanistan (Foto Epa).Guerra? Questa non è la ricostruzione post-bellica del 1945, la miccia degli anni del boom, fu il processo che lanciò un lungo periodo di crescita occidentale, l'officina del secolo americano, ma oggi questo scenario è irripetibile per ragioni visibilissime. L'America non è un nuovo mondo in espansione, il vincitore della Seconda guerra mondiale, il dominatore globale che prendeva il posto dell'Impero Britannico, ma un impero da sempre riluttante che oggi ha enormi problemi di coesione interna, un'amministrazione debole, un apparato della Difesa ipertrofico che non trova lo sbocco di una guerra (e forse inconsciamente lo cerca) e quando mette boots on the ground è costretto al ritiro senza onore come nel caso del Vietnam e dell'Afghanistan, la storia di Saigon come Kabul.
05
La fabbrica è in Oriente
Lo sviluppo impressionante dell'area urbana di Wuhan, provincia di Hubei, epicentro della prima ondata del coronavirus, Cina (Foto Xinhua)È il secolo della Cina. Manifattura e consumo si sono spostati a Oriente, dove la Cina è il motore dell'economia mondiale. La pandemia ha messo Pechino di fronte alla necessità di "proteggersi" in una doppia dimensione: mettersi al riparo dal virus (quello di oggi e domani), reprimere la minaccia di instabilità interna (il problema di mantenere l'ordine in un territorio troppo vasto, la ragione del declino dell'impero romano).
Per queste ragioni Xi Jinping ha varato una politica economica "autarchica" che privilegia le linee interne, chiude i confini, nutre la potenza cibernetica come catapulta della destabilizzazione del nemico esterno, guarda all'espansione in funzione del suo impero senza mai aprirlo, reprime gli spazi di libertà economica e individuale, incrementa la spesa militare, punta all'autonomia energetica in stretta alleanza con la Russia di Vladimir Putin.
06
Il Continente Vecchio
L'Europa non è più il Vecchio Continente, ma un Continente Vecchio prigioniero di un inverno demografico spaventoso, tutto quello che accade a Bruxelles appare svincolato dalla parola futuro, una società senile non può andare lontano. In questo quadro, si vedono tutti i segnali della riemersione delle politiche nazionali. A cominciare dalle scelte sull'approvvigionamento energetico.
07
La Francia nucleare e noi
Emmanuel Macron annuncia il suo piano energetico nello stabilimento che produce turbine nucleari a Belfort (Foto Epa).Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato a Belfort, circondato dalle turbine, la costruzione di 6 centrali nucleari, più altre 8 che sono allo studio, più 50 nuovi parchi eolici offshore. Paga le bollette ai francesi (aumento massimo del 4%) ma pensa al futuro, ha una visione. E noi? Non si sa, non usciamo dalla logica del "ristoro" (la sola parola fa venire in mente un soggetto senza alcuna speranza) e del Pnrr sappiamo una sola cosa: non cambierà la nostra dipendenza energetica. La Francia si sta attrezzando per il suo mix energetico del futuro - decarbonizzando e investendo sull'atomo - Parigi si sta sganciando da un gruppo di paesi che per ragioni ideologiche (e una carta d'identità che parla di vecchiaia inesorabile, nazioni senza culle) non vuole costruire centrali atomiche e così sta prenotando la fine, il limbo, un tranquillo sonnambulismo senza più risveglio. Non vogliamo il petrolio e il gas, diciamo no al nucleare. Accendete la luce e chiedetevi da dove arriva quell'energia.
Per chiamare le cose con il loro nome, la Francia di Macron (un leader non a caso giovane, un prodotto dell'Ena, l'officina della classe dirigente francese) ha deciso di staccarsi da due paesi, la Germania e l'Italia che sono la prima e la seconda manifattura d'Europa, ma sono anche i due paesi più vecchi del mondo. Il passo di Macron è enorme, avviene durante una campagna presidenziale durissima, con una destra forte, la nascita del fenomeno di Eric Zemmour, le difficoltà del movimento di Marine Le Pen, la mossa a sorpresa che potrebbe arrivare nelle prossime ore, lo schieramento di Nicolas Sarkozy in favore di Macron. La Francia è tornata a scrivere pagine politiche di grande significato nel segno di un gollismo che continua ad essere vivo (e attraversa tutti gli schieramenti), è la lunga ombra dello Stato nazionale, il bonapartismo macroniano, voilà.
08
Megatrend: i consumi nel nuovo ordine post-coronavirus
C'è un altro elemento di comportamento sociale che possiamo inserire nel catalogo delle novità che non sono destinate a passare di moda: il cambiamento netto degli stili di consumo dell'Occidente durante la pandemia.
Sono in pericolo i settori che hanno trainato la crescita dell'economia del secondo Novecento e dei primi vent'anni del Terzo Millennio, in particolare il cambio radicale sull'utilizzo e il possesso dei mezzi di trasporto (la crisi dell'automobile), il consumo fuori dalla propria abitazione (causato dall'esplosione del commercio elettronico, l'amazonizazione dell'economia). Sono due fattori che si abbattono a cascata su altri settori che avevano trainato la crescita negli ultimi trent'anni, in particolare l'espansione immobiliare. Sgonfiata la bolla del mattone, la finanza ne sta disperatamente cercando un'altra. Durante la pandemia ha alimentato quella hi-tech (che mostra però i limiti della volatilità e una rapida obsolescenza, vedere il caso Meta/Facebook), ora cerca di pompare quella del "green", che però ha bisogno di una riconversione industriale studiata a tavolino (ricorda gli esercizi degli economisti di Harvard sul sistema sovietico dopo il crollo dell'Urss, sappiamo come sono andati a finire). A un certo punto, si è deciso che gli idrocarburi non sono più utili e i legislatori sono stranamente diventati tutti "verdi". Geniale, c'è solo un dettaglio: viviamo ancora in un mondo di acciaio e vetro, petrolio e gas, cemento e carbone. Siamo di fronte a uno scenario nuovo, di grande gioco geopolitico, le classi dirigenti appaiono vecchie e inadeguate. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.