3 Dicembre
La rivoluzione fiscale di Trump
Il Presidente mette a segno un colpo forse decisivo. Scenario politico, analisi economica, tabelle e grafici sul taglio delle tasse. I Democratici sperano nel Russiagate, ma l'inchiesta scricchiola di fronte a due casi imbarazzanti: il falso scoop su Flynn e l'investigatore FBI rimosso perché scambiava messaggi contro Trump.
Un anno dopo l'elezione di Trump la scena è la seguente: i democratici continuano a giocare alla guerra di spie, The Donald porta a casa la più grande riforma fiscale dagli anni di Reagan. Piaccia o meno, questo è il punto sul quale l'analisi politica deve concentrarsi.
Intorno si agitano il teatro di fantasmi dello Stato Ombra di Washington, il grande gioco di fumo e specchi dell'Fbi e della Cia, le bugie, le omissioni e la partigianeria autolesionista del sistema dei mainstream media, la crisi del Partito democratico, l'asilo infantile del piccolo establishment del Partito repubblicano, le università a una dimensione, l'ipocrisia liberal della bulimia monopolista da utili e cassa all'estero della Silicon Valley, la divisione profonda dell'America lasciata in eredità da Obama, gli errori enormi della politica estera del presidente Premio Nobel per la Pace.
Alla fine però tutto torna, la Costituzione americana riesce a mettere insieme i pezzi del puzzle, la forza della Casa Bianca si impone nonostante un Presidente sopra e sotto le righe, il Congresso diventa improvvisamente realista, la Federal Reserve trova un successore che è nella continuità e autonomia della banca centrale, Wall Street compra, vende e incassa, i grattacieli di New York restano un'eccezione, il ranch è il cuore del paese, il ritmo e la lingua sono sempre quelli di Herman Melville, l'America.
Una fonte parlamentare del titolare di List, "tripla A", una persona seria, lontanissima da Trump e dai repubblicani, dopo un viaggio a Washington, pochi giorni fa, in una di quelle chiacchierate freestyle dove di solito viene fuori una notizia, ha detto: "Quello che dipingono qui in Italia e in Europa sull'America e Trump è completamente falso". Welcome on board. Mai scambiare i desideri per la realtà. Seguite il titolare di List.
01
La riforma fiscale
Passiamo alle cose concrete, le tasse...
Un anno dopo l'elezione di Trump la scena è la seguente: i democratici continuano a giocare alla guerra di spie, The Donald porta a casa la più grande riforma fiscale dagli anni di Reagan. Piaccia o meno, questo è il punto sul quale l'analisi politica deve concentrarsi.
Intorno si agitano il teatro di fantasmi dello Stato Ombra di Washington, il grande gioco di fumo e specchi dell'Fbi e della Cia, le bugie, le omissioni e la partigianeria autolesionista del sistema dei mainstream media, la crisi del Partito democratico, l'asilo infantile del piccolo establishment del Partito repubblicano, le università a una dimensione, l'ipocrisia liberal della bulimia monopolista da utili e cassa all'estero della Silicon Valley, la divisione profonda dell'America lasciata in eredità da Obama, gli errori enormi della politica estera del presidente Premio Nobel per la Pace.
Alla fine però tutto torna, la Costituzione americana riesce a mettere insieme i pezzi del puzzle, la forza della Casa Bianca si impone nonostante un Presidente sopra e sotto le righe, il Congresso diventa improvvisamente realista, la Federal Reserve trova un successore che è nella continuità e autonomia della banca centrale, Wall Street compra, vende e incassa, i grattacieli di New York restano un'eccezione, il ranch è il cuore del paese, il ritmo e la lingua sono sempre quelli di Herman Melville, l'America.
Una fonte parlamentare del titolare di List, "tripla A", una persona seria, lontanissima da Trump e dai repubblicani, dopo un viaggio a Washington, pochi giorni fa, in una di quelle chiacchierate freestyle dove di solito viene fuori una notizia, ha detto: "Quello che dipingono qui in Italia e in Europa sull'America e Trump è completamente falso". Welcome on board. Mai scambiare i desideri per la realtà. Seguite il titolare di List.
01
La riforma fiscale
Passiamo alle cose concrete, le tasse degli americani. Questa tabella tratta dai documenti del Senato spiega come funzionerà il sistema delle aliquote per le persone fisiche:

Quattro aliquote progressive si applicano a una serie di casi: 12 per cento, 25 per cento, 35 per cento, 39.6 per cento. E le imprese? Finora avevano questo regime fiscale:

Questo sistema a quattro aliquote viene sostituito da uno con due aliquote: una flat tax al 20 per cento per le società e una al 25 per cento per le personal service corporations. Tutti si chiedono se questa riforma aiuterà davvero la crescita americana. Vediamo insieme un po' di previsioni. Fase sfera di cristallo.
02
Gli effetti
I never-Trump in servizio permanente effettivo hanno subito citato uno studio del Tax Policy Center ha pubblicato un report che stima un modesto contributo alla crescita da qui al 2037. Ecco i numeri messi in fila:

Il cambiamento positivo nel 2018 sarebbe dello 0.7 per cento, 0.6 per cento nel 2019 e 0.4 per cento nel 2020. Ci fermiamo qui perché nel 2020 si vota e da quel momento comincerà un'altra storia. Tanto rumore per nulla? Proviamo ad allargare lo spettro delle analisi. La Heritage Foundation ha una visione profondamente diversa sull'impatto della riforma, eccola:
Il prodotto interno lordo americano viaggerebbe nei prossimi anni ai ritmi attuali e non declinerebbe come invece previsto da uno studio della Federal Reserve di San Francisco che abbiamo citato su List qualche tempo fa. Questa è anche la visione del Council of Economic Advisers della Casa Bianca che usa i principali studi empirici e conclude una crescita cumulativa oltre il 3 per cento nei prossimi tre anni che con gli investimenti di capitale (effetto-chiave del taglio fiscale) sale al 4.5 per cento. Nove grandi economisti americani in una lettera aperta al ministro del Tesoro americano, Steve Mnuchin, pubblicata dal Wall Street Journal, stimano una crescita pari almeno al 3 per cento e con buone possibilità di arrivare al 4 per cento nel lungo periodo. La Tax Foundation ha presentato un'analisi che stima la crescita al 3.5 per cento, un aumento di 890 mila unità dell'occupazione e un aumento delle retribuzioni del 2.7 per cento.

Ok, gli economisti sbagliano sempre, ma il consenso generale è che il taglio fiscale aiuterà l'economia a crescere ancora nei prossimi anni.
03
La sfida (e la paura) dell'America
Si può girare intorno quanto si vuole alla faccenda, ma Trump ha messo a segno un passaggio politico "storico" (parola usata dal Financial Times e dal Wall Street Journal) e il suo primo vero successo. A questo risultato ha certamente contribuito la tangibile paura dell'America di perdere il primato nell'economia mondiale, la concorrenza sempre più forte della Cina e dell'India nell'innovazione, le proiezioni di potenza per i prossimi dieci, vent'anni che vedono la demografia e gli investimenti di capitale come fattore decisivo della crescita esponenziale delle tigri asiatiche. Il mondo sta cambiando, l'America prova a rispondere con una sfida che punta a renderla di nuovo un posto dove le imprese possono investire, produrre e creare lavoro. Basterà tutto questo? Non lo sappiamo, come dice sempre il titolare di List, viviamo tempi interessanti, forse troppo.
04
L'ultima speranza dei Dem: il Russiagate
Il colpo di Trump è un trauma per i Democratici. Mentre inseguivano le ombre del Russiagate, la Casa Bianca metteva a segno una vittoria che sembrava improbabile fino a qualche settimana fa. Quando il grande dissidente, John McCain, ha dato il suo via libera al taglio delle tasse, sono sbiancati. Era il segnale che la riforma fiscale sarebbe passata. E ora? Gli resta il Russiagate, sperare che Trump finisca nei guai, il tanto che basta per provare a farlo cadere, avviare la procedura di messa in stato d'accusa per i rapporti con la Russia. Il problema è solo uno: finora l'inchiesta ha prodotto ben poco contro Trump e tutto quello che è uscito era in parte noto: i rapporti di Manafort con l'Ucraina e le relazioni spericolate di Michael Flynn con l'ambasciatore russo. Manafort è un evasore fiscale, Flynn un bugiardo. Entrambi hanno tratto vantaggio personale dai propri rapporti. Ah, il titolare dimenticava un dettaglio: nel lavoro per l'Ucraina faceva la sua parte anche una dei più importanti gruppi di lobbisti di Washington D.C., il Podesta group, fondato da Tony Podesta, casualmente fratello di John Podesta, capo della campagna presidenziale di Hillary Clinton. Podesta group è saltato per aria, chiuderà la sua attività alla fine dell'anno. Ecco perché Trump mostra sicurezza e ieri ha detto di "essere felice". A renderlo ancora più allegro ci hanno pensato gli errori dei suoi avversari. Fase Tafazzi. Non ci credete? Accendiamo la tv, ci sintonizziamo sulla rete ABC.
05
Flynn. Lo scoop è una bufala
Oggi non troverete la notizia in prima pagina sui giornali, ma la storia dello scoop annunciato dalla ABC su Flynn e Trump è da guiness dei fiaschi. Brian Ross l'altro ieri va in onda con la seguente notizia: Flynn è pronto a testimoniare che Trump gli ordinò durante la campagna presidenziale di prendere contatto con i russi. Però, niente male, siamo alla prova che The Donald trescava con Vladimir durante le elezioni. Bum! La notizia fa il giro del mondo, a Wall Street fanno due più due e cominciano a vendere. Tutto bene, c'è gloria per tutti e sulla strada polverosa di Tombstone giace il corpo di Trump colpito a morte. Ehm, non proprio. Dopo un po' succede quello che succede da un po' di tempo con i media americani con Trump: la notizia non è proprio quella notizia. È un'altra. Ah, quale? ABC news è costretta a una pesantissima rettifica. La fonte di Ross smentisce la versione numero uno e sforna la numero due: Trump diede ordine a Flynn di contattare i russi quando era già stato eletto, durante il periodo di transizione. Ah, cribbio, cambia tutto: il Presidente eletto chiede al suo futuro responsabile per la sicurezza nazionale di prendere contatti con un'altra potenza, cioè fa quello che di solito fa un Presidente americano. Si tratta di una procedura standard, per questo si chiama transizione, i poteri e i dossier in quel periodo passano da un presidente all'altro. Prima versione: atto illegale. Seconda versione: è tutto legale. Epic fail. ABC twitta la rettifica:

Correction. ABC prova a placare la tempesta così, ma Wall Street nel frattempo è andata giù così, guardate che tonfo venerdì scorso:

La frittata è fatta, serve una soluzione un po' più credibile di una rettifica. Parte un comunicato dove il problema da correction diventa un errore grave:

Il giornalista, Brian Ross, viene sospeso dal lavoro e resta senza stipendio per quattro settimane. Dalla pallottola d'argento all'assist a Trump il passo è questione di un tweet:

Non finisce qui. La storia del Russiagate ha un altro capitolo-boomerang. Andiamo nell'ufficio di Robert Mueller, l'ex capo dell'FBI che ha in mano l'indagine. Ha un problema con i never-Trump.
06
L'investigatore dell'FBI anti-Trump
Anche questa non la leggerete in prima pagina. Il signor Peter Strzok non ama Trump. Niente di strano, niente di particolarmente originale, Trump non è fatto per essere amato dai democratici. C'è solo un dettaglio: Strzok è l'investigatore dell'FBI che ha portato avanti le indagini sul mailgate di Hillary Clinton e stava lavorando al Russiagate, in particolare sul dossier confezionato dall'ex spia inglese Christopher Steele, pubblicato da Buzzfeed e poi rivelatosi falso. Mueller in estate lo aveva allontanato dal team. Non furono date spiegazioni. Ora sappiamo perché: inviava a una collega, Lisa Page, non proprio amorevoli messaggi su Trump. I due conciliavano passione politica e amore, avevano infatti una relazione extraconiugale. Che coincidenza.
La faccenda a questo punto però esplode nelle mani di Mueller perché l'FBI finora si è sempre opposta alle richieste di spiegazioni sull'allontanamento di Strzok. Detto, fatto: Devin Nunes, presidente dell'Intelligence Committee della Camera è furioso: aveva chiesto alla FBI spiegazioni nei mesi scorsi e niente era arrivato sul suo tavolo. Ora che si fa? L'investigatore Strzok è stato allontanato, ma egli è una delle figure chiave che ha fatto partire l'inchiesta sul Russiagate, ha ascoltato Steele e messo le basi per la caccia a Trump. Nunes ha preso la faccenda sul serio e ieri ha detto che l'FBI ha letteralmente coperto la storia. Cosa accadrà? Passaggio delicatissimo.
Sintesi: Trump ha messo a segno un gran colpo con la riforma fiscale, Wall Street domani riapre e vedremo quanto i mercati hanno già assorbito in questi mesi e quanta aspettativa c'è ancora sulla riforma, i Democratici escono dal confronto ulteriormente indeboliti, la Casa Bianca dovrebbe mettere la firma sulla riforma entro la fine dell'anno, dopo l'armonizzazione del provvedimento alla Camera. Resta in piedi (vedremo come) il Russiagate, l'indagine di Mueller prosegue, Flynn dirà la sua, la partita politica ormai si gioca tutta su questa inchiesta che però comincia a brillare di una luce strana. Si spegnerà o esploderà? Non lo sappiamo, si vedono molti fili dell'alta tensione scoperti. Chi li tocca resta fulminato. E a questo punto non è detto che sia Trump.
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danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.