9 Agosto
La rovente estate
La politica balneare e la realtà di 20 milioni di Green Pass scaricati in tre giorni dagli italiani. L'ondata di caldo e gli incendi, il rapporto Onu sul cambiamento climatico e la domanda: a che ora è la fine del mondo? Grillo ha una buona idea sui rifiuti. E una grande fisica italiana ha vinto la medaglia Dirac
Che succede? Gli italiani in tre giorni hanno scaricato 20 milioni di Green Pass. Con tutto il rispetto, più i partiti si agitano in cerca di like, inseguono le minoranze rumorose dei social e chi rompe i piatti (e i patti) in piazza, più gli italiani della maggioranza silenziosa se ne infischiano e fanno le cose che vanno fatte per muoversi liberamente e vivere in un paese aperto. Dalla vaccinazione e dall'uso del Green Pass si vede la distanza che passa tra l'immaginario dei gruppi autoreferenziali e la realtà.
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Si fa un gran parlare di libertà, sarà probabilmente il caldo, ma c'è chi lo fa a vanvera e ancora non se ne è reso conto a causa delle alte temperature di questi giorni. Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha dato un'intervista a Repubblica che è un trattato di demagogia e confusione, il leader della Cgil pretende che il lavoratore che non ha il Green Pass non sia sanzionato: "Sia chiaro, il sindacato sta invitando tutti i lavoratori a vaccinarsi e non abbiamo nulla di principio contro il Green Pass, ma in nome di ciò non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora". Ottimo, il Landini con le mani libere. Dunque sul posto di lavoro avremmo la seguente situazione: tutti gli altri fanno il loro dovere, si comportano con responsabilità, poi ci sono quelli che non fanno niente, mettono a rischio la comunità e non pagano dazio. Ci manca che Landini proponga per loro anche una decorazione ufficiale.
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Altro episodio che non tiene conto della realtà, quello in cui si è auto-catapultata la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, che ha detto: "Quando vediamo questi ragazzi delle Olimpiadi che hanno onorato il nostro Paese viene da pensare che le parole di Malagò abbiano un senso. La politica dovrà fare i suoi...
Che succede? Gli italiani in tre giorni hanno scaricato 20 milioni di Green Pass. Con tutto il rispetto, più i partiti si agitano in cerca di like, inseguono le minoranze rumorose dei social e chi rompe i piatti (e i patti) in piazza, più gli italiani della maggioranza silenziosa se ne infischiano e fanno le cose che vanno fatte per muoversi liberamente e vivere in un paese aperto. Dalla vaccinazione e dall'uso del Green Pass si vede la distanza che passa tra l'immaginario dei gruppi autoreferenziali e la realtà.
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Si fa un gran parlare di libertà, sarà probabilmente il caldo, ma c'è chi lo fa a vanvera e ancora non se ne è reso conto a causa delle alte temperature di questi giorni. Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha dato un'intervista a Repubblica che è un trattato di demagogia e confusione, il leader della Cgil pretende che il lavoratore che non ha il Green Pass non sia sanzionato: "Sia chiaro, il sindacato sta invitando tutti i lavoratori a vaccinarsi e non abbiamo nulla di principio contro il Green Pass, ma in nome di ciò non è accettabile introdurre una logica punitiva e sanzionatoria nei confronti di chi lavora". Ottimo, il Landini con le mani libere. Dunque sul posto di lavoro avremmo la seguente situazione: tutti gli altri fanno il loro dovere, si comportano con responsabilità, poi ci sono quelli che non fanno niente, mettono a rischio la comunità e non pagano dazio. Ci manca che Landini proponga per loro anche una decorazione ufficiale.
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Altro episodio che non tiene conto della realtà, quello in cui si è auto-catapultata la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, che ha detto: "Quando vediamo questi ragazzi delle Olimpiadi che hanno onorato il nostro Paese viene da pensare che le parole di Malagò abbiano un senso. La politica dovrà fare i suoi riscontri e spero che si arrivi ad una sintesi. Questi ragazzi devono sentirsi parte integrante della società". Che mestiere fa la Lamorgese? Il ministro dell'Interno. È leader di qualche partito? Non risulta, è al Viminale in quanto tecnico stimato. Dunque qual è il suo compito? Quello di far funzionare la macchina del ministero e tenersi fuori dalla polemica politica, dare al Viminale un assetto il più possibile lontano dalla mischia dei partiti. Cosa che Lamorgese questa volta non ha fatto. Naturalmente Lamorgese è liberissima di esprimere le sue personali convinzioni, ma essendo ministra e in un ruolo particolare, la prudenza non è mai troppa. Non è lei che deve parlare di "sintesi" dei partiti, con tutto il rispetto. Può farlo il Presidente Mattarella, può farlo il premier Draghi. Anche perché i partiti sono in campagna elettorale permanente, a destra c'è una sfida importante e lo Ius Soli (che a sinistra è tema di bandiera, altro motivo per astenersi dal dare indicazioni), com'è evidente, non è materia del governo, ma del Parlamento e, fatto ancora più importante, diventerebbe una mina sull'esecutivo Draghi. Tanto che Matteo Salvini, in competizione con Giorgia Meloni sul tema degli sbarchi e dell'immigrazione, salta sulla frase della ministra: "Invece di vaneggiare di Ius Soli (l'Italia è il Paese Ue che a legge vigente concede più cittadinanze), il ministro dell'Interno dovrebbe controllare chi entra illegalmente, viste le decine di migliaia di sbarchi organizzati dagli scafisti, senza che il Viminale muova un dito". Il premier Draghi ha salutato tutti qualche giorno e aperto il cancello delle vacanze e di un saggio silenzio balneare. Vale anche per i ministri, soprattutto al Viminale.
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Torniamo alle cose serie. Oggi l'Onu ha pubblicato un documento che per l'ennesima volta (ri)mette in discussione il nostro modello di civiltà. Il problema è che quello alternativo esiste solo nella dimensione di un nuovo -ismo, dunque si trasformerebbe o in caos o in totalitarismo. In ogni caso, Houston, abbiamo un problema.
01
Il rapporto Onu sul cambiamento climatico
Fa caldo. Normale in estate, si dirà, ma il clima in questi giorni è davvero rovente. Tutta colpa di Lucifero, un anticiclone subtropicale in espansione e avanzamento. Si dirige verso l'Italia, a 1500 metri vanta una temperatura di quasi 30 gradi centigradi e così questa sarà la settimana più calda dell'estate con temperatura che a terra toccherano i 47-48 gradi centigradi nel Mezzogiorno. Intensità e durata eccezionali, fino a Ferragosto Lucifero resterà sulle nostre teste. Preso atto di Lucifero e della sua super-termica presenza (e delle pesanti conseguenze che ha sugli incendi di questi giorni), cerchiamo refrigerio ma... non è facile.
È stato pubblicato il nuovo rapporto Onu sul cambiamento climatico. Quello che sta accadendo al clima non è certo in discussione, i fatti sono squadernati. Perché il clima sia in questa fase, questo è invece oggetto di una discussione più articolata a livello scientifico sebbene colma di ideologia. In ogni caso, il rapporto dell'Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) è un'occasione fondamentale per ricordare che possiamo fare molto per migliorare il clima (non tutto dipende da noi, sia chiaro, l'uomo si crede onnipotente ma non lo è), prenderci cura dell'ambiente in cui viviamo, senza dover per forza arrivare a ricette di decrescita infelice che conducono inesorabilmente al disordine sociale nel migliore dei casi.
Domanda sul taccuino: quanto pesa l'attività dell'uomo sulla temperatura della Terra? Ecco un grafico estratto dal report dell'Onu:
Come vedete, abbiamo due fasi. La prima è quella "ricostruita", non "osservata" con misurazioni scientifiche periodiche, antecedente al 1850; la seconda è quella che dal 1850 arriva ai giorni nostri e ha una serie di dati costante. Il risultato delle curve elaborate ci racconta che l'aumento della temperatura della Terra di fatto coincide con la Rivoluzione industriale e lo sviluppo delle economie avanzate. Dunque, secondo questo modello, l'ascesa è un fattore dove l'azione dell'uomo combinata ha un impatto decisivo sul clima. Siamo nell'era dell'Antropocene.
02
A che ora è la fine del mondo?
A che ora è la fine del mondo? I toni sono apocalittici, come per altro nei precedenti dei report: "Il peggio deve ancora venire e a pagarne il prezzo saranno i nostri figli e nipoti, più che noi stessi", recita il rapporto. Molti effetti sono giudicati come "irreversibili per i prossimi secoli o millenni". Secondo gli esperti il livello del mare continuerà a salire tra i 28 e i 55 centimetri entro la fine del secolo rispetto ai livelli attuali. Nei prossimi 2000 anni il livello del mare si alzerà tra i due e i tre metri se il riscaldamento globale resterà a 1,5 gradi come proposto dall'accordo di Parigi, ma potrebbe superare i 20 metri con un innalzamento di 5 gradi. Se questo è lo scenario, allora è logico che i ghiacciai di montagna e ai poli continueranno a sciogliersi per decenni o addirittura secoli, un fenomeno più pronunciato nell'emisfero settentrionale che in quello meridionale. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, parla di "codice rosso per l'umanità". E naturalmente per Guterres la via è solo una, bisogna eliminare gli idrocarburi, "prima che distruggano il nostro pianeta".
03
C'è tempo per intervenire
L'Armageddon è imminente. È proprio così? Davide Tabarelli, presidente e fondatore di NE-Nomisma Energia, mette le cose su un piano di realtà: "Il documento dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), pubblicato oggi, mostra che l'emergenza climatica rappresenta un problema complesso e dai livelli multipli, ma, anche se siamo portati a enfatizzare gli aspetti negativi, non siamo di fronte a una catastrofe imminente e inesorabile. Possiamo e dobbiamo intervenire". Tabarelli spiega che "gli autori enfatizzano la responsabilità dell'uomo e sottolineano l'origine antropica delle problematiche climatiche, ma ci sono diversi fattori che influenzano il clima e interagiscono in un sistema molto complesso. Il documento presentato oggi risulta da 50 modelli, basati su celle della superficie terrestre di un'ampiezza che può raggiungere i 10 mila chilometri quadrati, quando sarebbero necessarie celle di cinque metri per cinque su tutto lo spessore dell'atmosfera, per ottenere una risoluzione adeguata". Dunque le cose leggermente più articolate. E infatti Tabarelli ricorda che "il lavoro dipende da ben 14 mila studi scientifici ed è stato verificato da 78 mila autori, che si uniscono in un coro unanime di voci che confermano la responsabilità dell'uomo in ambito di cambiamenti climatici. È impressionante che si riesca a stabilire che dal 1850 l'uomo abbia causato un aumento della temperatura di 1,5 gradi e che nei prossimi anni contribuirà a un ulteriore balzo dello stesso valore. Credo che un limite del lavoro sia quello di tacere le innumerevoli e inevitabili incertezze".
04
Incertezze, politicizzazione e hubrys
Quali incertezze? Ecco ancora Tabarelli metterle insieme, nel documento infatti "ci sono molte semplificazioni, ma si astiene sulla riflessione che riguarda il calo delle emissioni del 2020. Nell'anno della pandemia, infatti, le emissioni di anidride carbonica derivanti da attività antropiche sono diminuite del sette per cento, ma la concentrazione del gas inquinante è aumentata rispetto all'anno precedente. Questo suggerisce che il legame tra attività umana e cambiamenti climatici non è così banale, ma si articola in dinamiche non lineari, ma complesse. Questo dato è significativo di un trend che non è correlato direttamente e linearmente alle scelte antropiche. Il fenomeno del surriscaldamento è costellato di incertezze. Sembra che il documento rappresenti uno strumento per sensibilizzare sulla responsabilità dell'uomo, ma ci sono ancora molti aspetti che dobbiamo ancora comprendere riguardo i fattori coinvolti in questi fenomeni".
Fatti seri, in attesa di una soluzione credibile. "Credo che il rapporto Ippc debba essere considerato con estrema serietà, perché affronta tematiche di estremo interesse collettivo, ma allo stesso tempo richieda uno sforzo di razionalità". La soluzione proposta nello studio richiede una riduzione significativa del consumo di combustibili fossili, e l'azzeramento delle emissioni entro il 2050, ma secondo Tabarelli non abbiamo modo di raggiungere questi obiettivi. "Sembra emergere una politicizzazione del testo, il cui obiettivo primario risulta delineare le responsabilità dell'uomo, il coro di voci che partecipano al documento avalla riflessioni scientifiche interessanti, ma comunque ricche di limitazioni che non vengono affrontate. Se l'unica soluzione fosse effettivamente azzerare le emissioni, saremmo in una trappola inevitabile. Possiamo ridurre l'impatto del carbone, puntando sulle fonti rinnovabili, sull'energia più pulita, ma non possiamo puntare solo sull'elettricità. Dobbiamo prendere seriamente atto delle difficoltà e dell'emergenza climatica, riprendere il discorso nucleare e continuare a migliorare l'efficienza energetica. Impegnarci per affrontare il cambiamento climatico è essenziale per un futuro sostenibile".
Il punto, come vediamo, è il come si fa. Qui, purtroppo, entra in campo un elemento che non aiuta la ragione, l'ecologismo insostenibile. Le trasformazioni industriali sono dolorose più di quanto sembra immaginare il segretario dell'Onu Guterres. Pensare di smantellare un'intera civiltà industriale con un colpo di penna è un atto di hubrys che conduce dritto al caos globale, di corsa. Facciamo un esempio semplice e vicino a noi: l'Italia, seconda manifattura d'Europa, paese esportatore, patria dei motori e della velocità (pensate al fenomeno della Motor Valley, di cui abbiamo già scritto su List), con oltre 270 mila persone (moltiplicate per le famiglie) che lavorano nel settore dell'auto, che cosa dovrebbe fare? Ecco la questione squadernata, chi paga? Tutto si può fare, ma poi bisogna pagarla, la trasformazione, a meno che non si pensi che, come sempre è accaduto nella storia, le rivoluzioni delle élite debbano costare la vita ai poveri.
La frase chiave di questo rapporto sul clima è "punto di non ritorno". Ammesso che questo sia prossimo - e non bisogna giocare troppo con la Storia che fa sempre quel che vuole e a dispetto degli umani - bisogna stabilire come andare avanti. Il segretario di Stato americano, Anthony Blinken ha commentato:
Questo momento richiede che i leader mondiali, il settore privato e i singoli individui agiscano insieme con urgenza e facciano tutto il necessario per proteggere il nostro pianeta. Non possiamo più rimandare interventi ambiziosi sul clima. È essenziale che tutti i Paesi, in particolare le maggiori economie, facciano la loro parte durante questo decennio cruciale degli anni Venti del 2000 per mettere il mondo nella traiettoria necessaria a mantenere il limite di 1,5 di riscaldamento. Per questo gli Stati Uniti si sono impegnati alla riduzione del 50-52% delle emissioni nel 2030 rispetto ai livelli del 2005 e stanno indirizzando l'intero governo federale per affrontare la crisi climatica. Non possiamo rimandare più un'azione ambiziosa sul clima.
Bene, il nobile proposito bisogna girarlo anche a Cina e India, circa 2,5 miliardi di anime sulla Terra, che sono in piena rivoluzione industriale e hanno qualche bocca da sfamare.
05
Toh, Grillo ha una buona idea sui rifiuti
Il compagno Lenin si sarebbe già posto la domanda: che fare? Qualcuno risponde e su un tema che riguarda appunto l'ambiente, si chiama Beppe Grillo e oggi sul suo blog scrive cose ragionevoli, ben impostate, pragmatiche, da draghista. Insomma, Grillo conferma di essere molto più avanti rispetto al gruppo parlamentare pentastellato e soprattutto è a una distanza siderale da Giuseppe Conte, il neo-leader, l'arruffa popolino del web senza una sola idea di futuro. La domanda che si pone Grillo è urgente: come risolvere il problema dei rifiuti? Ecco la risposta, sorprendente ma non troppo, perché Beppe da tempo ha fatto una svolta e, con questa mossa sul tema dei rifiuti, mette Conte di fronte a un altro fatto: sta dicendo all'avvocato (fu) del popolo, guarda che qui siamo al governo, dobbiamo dare soluzioni, non cercare lo sfascio e non provarci.
di Beppe Grillo
È ormai un fatto accertato che nel nostro Paese ci sia uno stato di continua emergenza nazionale su un tema da sempre mai risolto: i rifiuti.
Un problema di dimensioni colossali. Si parla tanto, e da tanto, di economia circolare, ma chi davvero si cimenta su questo fronte? Chi davvero oggi sta lavorando per cambiare il nostro Paese?
L’Italia rischia di nuovo di restare fanalino di coda europeo su una tematica che, peraltro, può costituire una grande opportunità di natura economica e sociale.
Possiamo trasformare una emergenza nazionale in una opportunità.
Pensate che il nostro Paese ha una produzione di rifiuti pari a circa 185 Mt all’anno, con un fatturato totale di oltre 25 miliardi di euro.
La società moderna è la produttrice di rifiuti più efficace della Storia. Un business incredibile che l’Italia non è mai riuscita a sfruttare.
Per esempio non siamo mai stati capaci di sviluppare un comparto con operatori di rilievo Europeo al contrario di Francia, Germania e Spagna (che ad oggi vantano alcuni dei primi operatori al mondo). Abbiamo invece una forte frammentazione con circa 4.000 operatori laddove i primi 5 pesano meno del 20% sul totale giro d’affari.
In Italia si fa ancora troppo ricorso alle discariche e in particolare al Centro-Sud la carenza impiantistica è così marcata che ci impone di trasferire grandi quantità di rifiuti verso altre destinazioni (anche all’estero). Ammonta a più di un miliardo di euro per anno la spesa per esportazione dei rifiuti italiani, con diversi altri effetti negativi quali mancato gettito fiscale, perdita di competitività, minori posti di lavoro. Ogni anno impieghiamo centinaia di migliaia di TIR nel trasporto di rifiuti tra Regioni e si stima che circa 45 Mt/a di rifiuti viaggiano oltre i 100 km, è pazzesco!
Una situazione non più gestibile, che favorisce il proliferare di ecomafie, quelle associazioni criminali dedite al traffico e allo smaltimento illegale dei rifiuti, nonché dei roghi e gli intombamenti degli stessi, vere e proprio bombe ecologiche, i cui futuri costi in termini di salute ricadranno interamente sulla collettività.
Ad oggi per raggiungere i target Europei, definiti dal Pacchetto Economia Circolare sui rifiuti urbani, saranno necessari oltre 10 miliardi di investimenti. Chi metterà questi soldi? A chi regaleremo il business dei business? Manderemo di nuovo all’estero quella che è definita una preziosa materia prima?
Invece di creare magari il nuovo polo di riferimento o la nuova azienda carrozzone, in realtà abbiamo delle competenze ad oggi inespresse e male (o poco) utilizzate già a disposizione. Potremmo davvero creare una filiera di grande valore mettendo i nostri “Campioni Nazionali” in collaborazione.
Abbiamo diverse eccellenze anche nel settore manifatturiero che potrebbero ulteriormente investire sul riutilizzo di materiali recuperati nei processi produttivi (e non siamo gli ultimi arrivati!).
Abbiamo diverse realtà importanti italiane (A2A, HERA, IREN, ACEA, ITEA ecc.) esperte sul trattamento dei rifiuti e parzialmente anche sul recupero dei materiali. Ma purtroppo riescono al momento a coprire solo in parte le reali necessità nazionali.
Altri gruppi nazionali, come ad esempio ENI, che già si impegna su alcuni di questi ambiti industriali, (vedi Novamont, Matrica etc… che promuovono un modello di Bioeconomia incentrato sull’uso delle risorse e sulla rigenerazione territoriale), potrebbe vedere il settore dei rifiuti come la spinta necessaria a completare il proprio processo di trasformazione verso la green economy.
Potremmo sfruttare finalmente competenze che rischiano di andare perdute, insieme ai posti di lavoro associati.
Dobbiamo ora investire nelle nuove infrastrutture indispensabili per la transizione Ecologica. Ad esempio negli impianti di digestione anaerobica con produzione associata di biometano (coerente anche con la transizione energetica), e impianti di selezione e trattamento avanzati di frazioni riciclabili (e.g. carta/cartone, vetro, metalli, legno, plastica, rifiuti elettrici ed elettronici).
Ci servono nuovi standard di riferimento. Dobbiamo detassare (e di tanto) chi rimette i materiali riciclati nei cicli produttivi, introducendo la tracciatura delle filiere, e dobbiamo invece tassare di più chi utilizza materiali non riciclati. Ci ritroviamo in un mondo capovolto: i prodotti green costano più di quelli super inquinanti.
A fronte di ciò, voglio mandare un messaggio proprio ai vertici di ENI: perché non approfittare di questa grande opportunità, combattendo, insieme alle istituzioni, la battaglia del trattamento della trasformazione dei rifiuti? Perché non cogliere l’occasione di una vera trasformazione, di un vero sviluppo del nostro paese?
Perché non utilizzare le vostre doti di know how, di capacità organizzativa, e di potenza finanziaria per restituire al proprio paese l’opportunità di essere leader in un settore così necessario quanto potenzialmente redditizio e all’avanguardia?
Non possiamo di nuovo sprecare questo momento con un cambiamento a metà.
Il dibattito è aperto! Coraggio!
***
Grillo sorprende ancora. Come chiudiamo questo numero di List? Con una medaglia. No, non c'è un supplemento di Tokyo, le Olimpiadi sono finite, ma anche questa è una vittoria importante dell'Italia.
06
La medaglia Dirac a una scienziata italiana
La medaglia Dirac, uno dei più importanti riconoscimenti scientifici internazionali è stato vinto da una studiosa italiana, Alessandra Buonanno (qui sopra, nella foto Dpa). Assegnata dal Centro Internazionale di Fisica Teorica Abdus Salam (Ictp), la medaglia Dirac premia Buonanno (che lavora in Germania, nell'Istituto Max Planck per la Fisica gravitazionale di Potsdam) per le sue ricerche teoriche alla base della rilevazione delle onde gravitazionali. Buonanno non solo è la prima italiana premiata con la medaglia Dirac, ma è anche la seconda donna in assoluto a riceverla.
Un buco nero nel sistema stellare V404 Cygni - a 7,800 anni luce dalla Terra - e gli anelli (sono otto) dei raggi-x rilevati dal telescopio orbitale Chandra (Foto Nasa).Il premier Mario Draghi ha inviato le "congratulazioni a Alessandra Buonanno, insignita con uno dei più prestigiosi premi scientifici internazionali per le sue ricerche sulle onde gravitazionali. Un importante riconoscimento che dà lustro al nostro Paese nell'ambito della ricerca scientifica". La ministra dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha commentato così il premio: "Congratulazioni a tutti i vincitori della Medaglia Dirac 2021, in particolare ad Alessandra Buonanno, il cui prezioso lavoro sarà di sicura ispirazione anche per le giovani ragazze che hanno deciso e decideranno di intraprendere percorsi di studio STEM", cioè gli studi scientifici e tecnologici.
Gli altri studiosi premiati, oltre a Alessandra Buonanno sono Thibault Damour, dell'Institut des Hautes Etudes Scientifiques (Francia), Frans Pretorius, della Princeton University (Stati Uniti) e Saul Teukolsky, della Caltech e Cornell University (Stati Uniti). "Vorremmo scoprire nuovi oggetti astrofisici - ha commentato Buonanno - e guardare sempre più indietro nel tempo, fino al Big Bang". Avanti, indietro. Siamo sulla macchina del tempo. Che meraviglia questa medaglia.
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momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.