14 Gennaio
La sindrome da Orietta Berti
Renzi: la sfida sarà tra Pd e Movimento 5stelle. I suoi lo prendono sul serio e scatenano una battaglia, con tanto di esposto per violazione della par condicio, contro Orietta Berti che a Radio 1 ha detto "voto Cinque Stelle". Trump tra America First e America Alone.
Renzi a Torino dice: "La sfida non è tra noi e il centrodestra, ma è tra noi e i 5 Stelle". E naturalmente "il nemico è l'incompetenza" alias sempre loro, i Cinque Stelle. Anche Berlusconi sostiene la stessa linea, sarà il centrodestra a esser contrapposto ai Cinque Stelle, ma con l'accortezza di non dimenticare di dire qualcosa di berlusconiano, anche sparandola grossa. Il punto fermo nel discorso politico in ogni caso è che l'avversario da battere sono i grillini. Vero sul piano dei numeri, ma la politica è produzione di immaginario, una cosa che poi diventa reale il giorno del voto. Così siamo giunti al problema numero uno della comunicazione dei partiti, come definirsi, come spiegarsi, come raccontarsi. L'ossessione nei confronti del Movimento 5Stelle è ormai talmente grave da scivolare nel surreale. Il tema riguarda tutti, ma il Pd sul tema sta dando segni di sbandamento, tanto da essere caduto in una "sindrome da Orietta Berti". Non ci credete? Seguite il titolare di List.
01
Essere anti-Grillo significa non essere
Questa impostazione della campagna elettorale anti-cose-gialle conduce a una serie di conseguenze, vediamole in sintesi:
- I partiti avversari dei Cinque Stelle si definiscono - in diversa gradazione - non per quello che sono ma perché sono contro. Questo è il messaggio principale che passa finora per il Pd, in misura minore nel caso del centrodestra dove, tra l'altro, esistono formazioni diverse di un certo peso e con diverse opinioni su temi importanti, uno su tutti: l'Europa.
- Definirsi anti- qualcuno in politica significa rinunciare in buona parte a dire che cosa si è, cioè illustrare la propria proposta.
- La demonizzazione dell'avversario non è una strategia che in Italia funziona. L'anti-berlusconismo dopo oltre vent'anni si ritrova a fare i conti ancora con lui, Berlusconi. Tirato giù con armi politiche improprie - la via giudiziaria - alla fine...
Renzi a Torino dice: "La sfida non è tra noi e il centrodestra, ma è tra noi e i 5 Stelle". E naturalmente "il nemico è l'incompetenza" alias sempre loro, i Cinque Stelle. Anche Berlusconi sostiene la stessa linea, sarà il centrodestra a esser contrapposto ai Cinque Stelle, ma con l'accortezza di non dimenticare di dire qualcosa di berlusconiano, anche sparandola grossa. Il punto fermo nel discorso politico in ogni caso è che l'avversario da battere sono i grillini. Vero sul piano dei numeri, ma la politica è produzione di immaginario, una cosa che poi diventa reale il giorno del voto. Così siamo giunti al problema numero uno della comunicazione dei partiti, come definirsi, come spiegarsi, come raccontarsi. L'ossessione nei confronti del Movimento 5Stelle è ormai talmente grave da scivolare nel surreale. Il tema riguarda tutti, ma il Pd sul tema sta dando segni di sbandamento, tanto da essere caduto in una "sindrome da Orietta Berti". Non ci credete? Seguite il titolare di List.
01
Essere anti-Grillo significa non essere
Questa impostazione della campagna elettorale anti-cose-gialle conduce a una serie di conseguenze, vediamole in sintesi:
- I partiti avversari dei Cinque Stelle si definiscono - in diversa gradazione - non per quello che sono ma perché sono contro. Questo è il messaggio principale che passa finora per il Pd, in misura minore nel caso del centrodestra dove, tra l'altro, esistono formazioni diverse di un certo peso e con diverse opinioni su temi importanti, uno su tutti: l'Europa.
- Definirsi anti- qualcuno in politica significa rinunciare in buona parte a dire che cosa si è, cioè illustrare la propria proposta.
- La demonizzazione dell'avversario non è una strategia che in Italia funziona. L'anti-berlusconismo dopo oltre vent'anni si ritrova a fare i conti ancora con lui, Berlusconi. Tirato giù con armi politiche improprie - la via giudiziaria - alla fine il Cavaliere rischia di tornare al governo per interposta persona.
- Il Partito democratico è un ente unico, non viene percepito come forza aggregante e infatti la coalizione è di scarso peso, gli alleati sono sovrastati dal messaggio del Pd, non emergono e l'antigrillismo finisce per diluire la presenza di qualsiasi altra formazione.
- Definirsi come unico soggetto capace di abbattere il nemico (Grillo) incontra un problema: non è una motivazione sufficiente per attrarre gli elettori, soprattutto quelli che in questi anni sono rimasti alla finestra.
- Chiamare alla mobilitazione contro il nemico unico finisce per dare forza allo stesso nemico, il quale può modulare un messaggio che più o meno fa così: abbiamo tutti contro, significa che il nostro arrivo al governo può cambiare tutto.
- Altro argomento che dovrebbe consigliare un cambio di strategia, soprattutto al Pd : richiamare la pessima esperienza amministrativa a Roma, evoca nell'elettore la altrettanto disastrosa avventura della Giunta Marino. Lo stesso vale per il centrodestra, dove la Giunta Alemanno non passerà alla storia come prova di buon governo. Senza considerare le collusioni politiche a destra e a sinistra nella vicenda di Mafia Capitale.
- Ultimo punto, in realtà da considerare come primo elemento: Pd e Forza Italia che attaccano a testa bassa il Movimento 5Stelle alimentano il sospetto che stiano viaggiando verso il non-detto, un governo di larghe intese. Ipotesi che a una parte consistente dei due elettorati non solo non piace, ma viene considerata un "tradimento" del mandato: essere alternativi.
Questi semplici passaggi logici dovrebbero consigliare un cambio di strategia, ma per riuscire nell'impresa di inventare un nuovo messaggio, servono programmi, idee, cose che stanno in piedi non lo spazio di un tweet o un'intervista in tv, ma per tutta la campagna elettorale e anche dopo, cioè un serio, reale, innovativo piano di governo. Nel frattempo.... è scoppiato il caso Orietta Berti. Sì, succede anche questo. Seguite il titolare di List.
02
Orietta Berti vota M5S. Embè?
Ognuno è libero di votare chi gli pare e anche di dichiararlo, solo che la furia dell'anti- si è impadronita come dicevamo degli avversari dei grillini che commettono una serie di sciocchezze. L'ultima è la polemica aperta da alcuni esponenti del Pd nei confronti di Orietta Berti che ha dichiarato il suo voto per il Movimento 5Stelle. Qual è il problema? In un paese con un minimo di senso dell'umorismo, non in preda alle allucinazioni elettorali, questa sarebbe una cosa che passa per quello che è: la dichiarazione di un personaggio pop, libero da vincoli, condivisa tra l'altro da qualche milionata di italiani, non proprio un fatto isolato. La Berti ha fatto la sua dichiarazione a Radio 1, durante una puntata del programma ultra pop "Un giorno da pecora", e il Pd ha alzato il ditino dicendo che a Radio1 hanno violato niente meno che la par condicio. Non ci credete? Tweet della parlamentare Pd Simona Malpezzi:
Interviene anche Michele Anzaldi, un combattente della comunicazione, uno che fa battaglie solitarie perfino nel suo partito, di solito lucido, stavolta no:
Ossessionati dal problema di come triturare i Cinque Stelle, i democratici hanno perso la brocca, non pensano a cosa dicono e si direbbe che non sanno quello che fanno. Sono in piena sindrome da Orietta Berti e così hanno alzato la palla per la schiacciata a Luigi Di Maio a cui non è sembrato vero di mettere a segno il punto con uno smash:
Quando si pattina sul terreno del pop, bisogna farlo con estrema cautela. Il Pd che attacca Orietta Berti è un autogol gigantesco sul piano della comunicazione, sfregiare l'immaginario con invocazioni della par condicio (il solo nome è respingente) è una manovra che poteva funzionare in presenza di un Politburo, ma la sovietizzazione della Rai (che tra l'altro è saldamente in mano al Pd e al centrodestra e a nessun altro) lanciando una battaglia politica contro l'Orietta nazionale, una cantante che ha venduto oltre 15 milioni di dischi, ha vinto quattro dischi d'oro, un disco di platino e due d'argento, è una manovra non priva di conseguenze: fa perdere voti. Servono i programmi, non i ricorsi per la par condicio. E il centrodestra a che punto sta?
03
Salvini: programma in arrivo
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, dice che il centrodestra avrà un programma di governo: "La settimana prossima si chiude l'accordo". Per ora si sono sentite molte proposte, ma siamo ai titoli, agli slogan, non c'è una sola tabella, numero che dica almeno a grandi linee come governeranno, se vinceranno le elezioni. Che si fa? Aspettiamo con il taccuino squadernato che ci sia qualcosa di concreto sul quale ragionare, per ora siamo alle promesse senza coperture. E alle alleanze tra sospetti.
04
Amici e nemici à gauche
La politica come insegna Carl Schmitt è un continuo confronto e scontro tra amico e nemico. Nel caso del Pd e di Liberi e Uguali la situazione è la seguente:
- Il Pd pensa: voi venite con noi e noi vinciamo.
- Liberi e Uguali pensa: noi veniamo con voi e voi vincete.
Siamo alla politica dell'impossibile e l'esito finale è il seguente: il nemico del mio nemico è un mio amico, l'amico del mio nemico e un mio nemico. Giorgio Gori battezzato da Renzi diventa l'amico del mio nemico dunque nemico, Nicola Zingaretti non essendo troppo amico del mio nemico (sempre Renzi) diventa un po' amico, ma da esplorare. L'esploratore per una futura alleanza tra i "grassisti" e i democratici è stata affidata a Pietro Grasso. Il quale a Giorgio Gori che parla di "odio" della sinistra-sinistra nei confronti del Pd, risponde così: "Odio? Ha una visione distorta. Non abbiamo rancore nè odio. Noi parliamo di politiche di sinistra". Sinistra, destra, siamo a Giorgio Gaber. E l'elettore in fondo ha già capito tutto. O quasi.
05
Caccia al potenziale elettore
L'ultimo sondaggio è quello del Corriere della Sera di ieri, dice cose note: il centrodestra è largamente in testa, il Pd continua a perdere voti, Forza Italia avanza sulla Lega, nessuno ha i voti per governare. Per ora, perché Berlusconi in campagna elettorale è ancora un fattore decisivo. Sul fronte dei numeri, molto più interessante quanto pubblicato da Huffington Post, questo quadretto della Ixè di Roberto Weber, sono i bacini elettorali dei partiti:
Il Movimento 5Stelle ha elettori motivati, ma significa anche che per crescere ulteriormente - parliamo di numeri che toccano il 30 per cento - deve convincere una fetta di indecisi forse più dura da portare dalla sua parte. Il Pd può toccare quota 23 per cento e ha un po' di spazio per fare meglio; Forza Italia e Lega hanno potenzialità ampie, ma anche qui vale il tema del messaggio da dare, gli elettori sono alla finestra; le formazioni minori devono rosicchiare consensi qua e là. Anche nel sondaggio di Ixè il centrosinistra è coalizione minoritaria. È la conferma di un quadro che potrebbe condurre a un nuovo bipolarismo tra i Cinque Stelle e un centrodestra ancora guidato da Berlusconi.
Che si fa? Andiamo in America, Trump non riesce a non essere Trump.
06
Tra America First e America Alone
Il presidente americano è un acquisto a sorpresa. Apri la scatola e non sai esattamente quel che trovi: è capace di tutto, purtroppo anche del peggio. I suoi commenti sui paesi di m... sono un'idiozia politica e ancora una volta sottolineano i limiti della sua presidenza. Trump ha capito molte cose dell'America contemporeanea, in anticipo rispetto agli altri politici immersi nella bolla obamiana (e infatti ha vinto le elezioni presidenziali) ma in quell'essere perfettamente a suo agio nel cuore e nella pancia dell'America c'è anche tutto il suo castello di pregiudizi sul resto del mondo, la sua mancanza di cosmopolitismo, soprattutto la virtù del fermarsi un passo prima di finire nell'iperbole dell'ignoranza. America First non può significare America Alone.
Gran parte degli americani non viaggia, non sa cosa ci sia là fuori, considera "lo straniero" che viene da mondi lontani il prodotto di luoghi esotici che nel migliore dei casi si possono trasformare in luna park e nel peggiore devono essere bombardati. Il titolare di List si ritrovò a Santa Fe, città iper-intellettuale, popolati di artisti, al bar con due sagome che non sapevano dove fosse la Sardegna e avevano l'idea che in fondo il Mediterraneo fosse poco più di un grande lago. Scarsi in geografia, sapevano tutti sui coyotes e le virtù balistiche del Rifleman's Rifle, il fucile Winchester. Se avessero sentito il rumore di un ramo spezzato nel buio, avrebbero applicato la regola del Far West: prima spara, poi parla.
L'America fu fondata con la Bibbia, la forca e la Colt, dove il testo sacro serviva a dare una cornice umana a un paesaggio edificato con la conquista e la violenza. Chiedete agli indiani d'America cosa subirono i loro avi. Colorado, 29 novembre 1864, settecento soldati attaccano un villagio di Cheyenne e Arapaho sulle rive del fiume Big Sandy Creek. Gli uomini erano fuori a caccia di bisonti. Fu un massacro di donne e bambini. Il presidente era Abramo Lincoln, un campione della libertà. La poesia di Fabrizio De Andrè vale più di mille resoconti:
In mezzo a questo paesaggio di vita e morte, gioia e dolore, immensi spazi e chiusure mentali c'è l'America colta e moderata, ben educata, cosmopolita senza perdere il senso della nazione, dall'altra parte estrema c'è poi il pianeta liberal, ossessionato dal politicamente corretto (leggere il formidabile saggio di Allan Bloom, The Closing Of American Mind per farsi un'idea della dittatura del pensiero unico) ancora al tappeto dopo la sconfitta alle presidenziali, dominata dall'isteria del Never Trump che non riesce a trovare una risposta politica alla fida lanciata da questa presidenza sopra e sotto le righe. Quest'America è un pendolo: oscilla tra speranza, dominazione, altruismo e disperazione.
Trump è quel che a scuola la maestra definirebbe un asino quando giudica con parole volgari gli altri paesi, perché fa ragliare il pregiudizio, esprime quello che c'è nella pancia dell'America, i frutti del campo arato della cattiva educazione, il futuro e il talento misurati dal dollaro, l'eterno problema americano del misurare ogni cosa sulla ricchezza. In America tutto è grande, a cominciare dal caffè. Oggi è Trump, domani sarà un altro. The Donald non riesce a elevare il suo mandato, non conduce con dignità formale - che diventa sostanziale - il suo lavoro di Presidente degli Stati Uniti perché non esce dalla dimensione del rappresentante del Forgotten Man dell'Ohio o del Michigan. America First non può essere solo l'allevatore del Wisconsin. D'altronde, fu un uomo venuto dal freddo dell'Eurasia, un politico con sfumature e nuance, Vladimir Putin, a descrivere perfettamente quello che stava accadendo all'America in un articolo pubblicato dal New York Times nel 2011: "L'eccezionalismo americano è finito". Trump è un capitolo della fine di un'era - e l'inizio di qualcos'altro - cominciata ormai molti anni fa. Quando il Pentagono fu letteralmente "bucato" dalla pubblicazione dei file di Wikileaks, il titolare di List dirigeva il tempo e la tipografia sfornò questo titolo d'apertura: "Fine dell'impero americano". Era il 29 novembre del 2010.
Tutto il dibattito sull'immigrazione aperto da Trump - non solo in America - viene deviato dalle stesse parole di Trump su un versante che alla fine fa perdere di vista il tema: di quale immigrazione hanno bisogno i paesi occidentali. La Germania, tanto per fare un esempio vicino a noi, ha da molto tempo programmi di accoglienza e selezione degli stranieri con le migliori potenzialità. Sappiamo bene che la scelta di Angela Merkel di accogliere i siriani era dettata anche dal fatto che si tratta di persone generalmente istruite, dotate di talento per le materie scientifiche, ingegneria, matematica. Questo modo di affrontare il problema può apparire privo di slancio "umanitario", ma è la realtà. Come è reale il fatto che esistano dei paesi dove nessuno di noi vorrebbe vivere. Rich Lowry, direttore della National Review (rivista faro dei conservatori, spesso con posizioni durissime sulle bizzarrie di Trump) durante uno scambio di opinioni senza filtro alla Cnn con Joan Walsh ha ottenuto subito il punto ponendo una domanda semplice e spiazzante: In quale paese vorresti vivere, Haiti o Norvegia? La risposta non è arrivata perché avrebbe frantumato il muro del politicamente corretto che impedisce di chiamare le cose con il loro nome. Non con la lingua volgare di Trump, ma con il realismo e il dovere dell'argomentazione.
Chiedere a Trump di trasformarsi in un intellettuale conservatore è stupido, metterlo al corrente che alcune cose non si dicono è operazione urgente. Forse vana. Trump ragiona - tesi sostenuta da Jonah Goldberg sulla National Review - sul momento, è abilissimo nello scontro sul corto, ma quando deve confontarsi sul lungo, cioè vedere lontano e cominciare a mostrare sfumature, nuances, finezza dell'argomentazione si perde. È un prodotto della televisione e del business americano. Ormai è questo il problema di gran parte dei politici contemporanei, sono corti e Trump quando decide di affondare il colpo nel duello ravvicinato, lo dà sotto la cintola, è grezzo, ruvido, scorretto, indubbiamente efficace e amato dai suoi elettori, ma destinato a dividere e mai unire. È un figlio del suo tempo. Trump è sempre troppo qualcosa. Forse troppo.
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aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.