18 Novembre

La storia che si fa (e disfa) in piazza

La rivolta di Hong Kong, la protesta in Iran, il Sudamerica in fiamme. In principio era l'agorà, poi il foro romano, spazio pubblico e aperto. Il racconto delle rivoluzioni, un viaggio di Marco Patricelli dove tutto può partire e tutto può finire

di Marco Patricelli

Da principio era l’agorà, il luogo per il ritrovo fisico e spirituale, dove circolavano persone e idee. Il modello greco confluì nel foro romano, centro geometrico ma soprattutto cuore dell’Urbe e delle città, spazio pubblico e aperto delle decisioni, dei consensi e dei tumulti, della fortuna e del fato. La piazza come termometro delle emozioni e degli istinti popolari e come strumento per misurare il potere.

Scendere in piazza, moti di piazza, piazza turbolenta, non sono solo modi di dire. Dalla piazza tutto può partire e tutto può finire; senza di essa, protagonista rumorosa dove il singolo diventa massa e perde la sua identità per essere tutt’altro, la storia dell’uomo sarebbe monca. Masaniello vi viene  innalzato a capopopolo e poi rovesciato, nella stessa Napoli in cui Corradino di Svevia venne fatto decapitare in piazza del Mercato dai D’Angiò chiudendo per sempre all’Italia la possibilità di diventare nazione con gli Hohenstaufen e fornendo a Dante un'ispirazione poetica e di rimpianto.

In epoca moderna il vento della rivoluzione trasformò Place Louis XV a Parigi nel tempio del Terrore, al ritmo della ghigliottina e dello sferruzzare delle tricoteuses che si gustavano lo spettacolo delle teste che rotolavano nei panieri. Caduta la monarchia e lavato il sangue, si cercò per essa il nome beneaugurante di Place de la Concorde. La storia era passata di lì e c’era rimasta dopo aver infuso al mondo una nuova speranza di liberté, égalité e fraternité, insensibile al passare delle mode e dei costumi, all’evoluzione dalle carrozze a cavallo alle automobili. Quando nella prima metà dell’Ottocento il popolo spinto dagli intellettuali e da una minoranza di sognatori invocava in piazza la Costituzione negli stati e staterelli dell’Italia pre-unitaria, spesso non sapeva neppure cosa chiedeva con rabbia, ma senza quegli spazi nelle più grandi città,...


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