5 Luglio
La strage del 4 luglio e la guerra civile americana
Highland Park, Illinois, un cecchino sul tetto, 6 morti e 30 feriti. Il racconto di un'America smarrita, divisa, violenta. L’incubo di un eterno regolamento di conti nel paese che corre con una guida incerta verso le elezioni di mid-term di novembre. La letteratura anticipa. La cronaca mette un segna pagina. La storia insegna. Un viaggio nel tempo e nell'incubo dell'America
La guerra civile americana segna un altro sinistro rintocco di campana. Parata del 4 luglio, Giorno dell'Indipendenza, Highland Park, 30 mila abitanti a una quarantina di chilometri a Nord di Chicago. Un cecchino sul tetto fa fuoco sulla folla che sfila: 6 morti, 30 feriti. Quaranta colpi in un minuto, secondo l'analisi di alcuni video. I colpi, le urla, la fuga, il tentativo dei genitori di proteggere i bambini, i caduti. Un'altra strage dell'America a mano armata. Otto ore dopo la polizia arresta Robert E. Crimo III, 22 anni, è lui il sospettato numero uno della strage, uno che passa per un cantante rap con il nome d'arte di 'Awake the Rapper'. Una rapida ricerca online sui suoi profili social rivela immagini violente, frasi sconnesse, cospirazionismo sgangherato, lo smarrimento della mente americana.
Highland Park, Illinois. Il luogo della strage (Foto Zuma).In cronaca, resta un altro ragazzino armato dopo la strage di Buffalo che è costata la vita a 10 persone. Strage compiuta, segue dibattito. E naturalmente l'ennesimo discorso di un presidente, oggi è Biden, ieri Trump, l'altro ieri Obama, lunga è la collezione. Il 4 luglio dell'America non è quello dei fuochi d'artificio, è il sangue degli innocenti:
4 luglio, i festeggiamenti a Boston (Foto Epa).Questa è la dichiarazione di Biden pubblicata dalla Casa Bianca:
Jill e io siamo sconvolti dall'insensata violenza delle armi da fuoco che ancora una volta ha portato dolore a una comunità americana in questo Giorno dell'Indipendenza. Come sempre, siamo grati ai primi soccorritori e alle forze dell'ordine presenti sul posto. Ho parlato con il governatore Pritzker e il sindaco Rotering e ho offerto il pieno sostegno del governo federale alle loro comunità. Ho anche chiesto alle forze dell'ordine federali di assistere nella ricerca urgente dell'attentatore, che al momento è ancora in libertà....
La guerra civile americana segna un altro sinistro rintocco di campana. Parata del 4 luglio, Giorno dell'Indipendenza, Highland Park, 30 mila abitanti a una quarantina di chilometri a Nord di Chicago. Un cecchino sul tetto fa fuoco sulla folla che sfila: 6 morti, 30 feriti. Quaranta colpi in un minuto, secondo l'analisi di alcuni video. I colpi, le urla, la fuga, il tentativo dei genitori di proteggere i bambini, i caduti. Un'altra strage dell'America a mano armata. Otto ore dopo la polizia arresta Robert E. Crimo III, 22 anni, è lui il sospettato numero uno della strage, uno che passa per un cantante rap con il nome d'arte di 'Awake the Rapper'. Una rapida ricerca online sui suoi profili social rivela immagini violente, frasi sconnesse, cospirazionismo sgangherato, lo smarrimento della mente americana.
Highland Park, Illinois. Il luogo della strage (Foto Zuma).In cronaca, resta un altro ragazzino armato dopo la strage di Buffalo che è costata la vita a 10 persone. Strage compiuta, segue dibattito. E naturalmente l'ennesimo discorso di un presidente, oggi è Biden, ieri Trump, l'altro ieri Obama, lunga è la collezione. Il 4 luglio dell'America non è quello dei fuochi d'artificio, è il sangue degli innocenti:
4 luglio, i festeggiamenti a Boston (Foto Epa).Questa è la dichiarazione di Biden pubblicata dalla Casa Bianca:
Jill e io siamo sconvolti dall'insensata violenza delle armi da fuoco che ancora una volta ha portato dolore a una comunità americana in questo Giorno dell'Indipendenza. Come sempre, siamo grati ai primi soccorritori e alle forze dell'ordine presenti sul posto. Ho parlato con il governatore Pritzker e il sindaco Rotering e ho offerto il pieno sostegno del governo federale alle loro comunità. Ho anche chiesto alle forze dell'ordine federali di assistere nella ricerca urgente dell'attentatore, che al momento è ancora in libertà. I membri della comunità devono seguire le indicazioni della leadership sul campo, e io seguirò da vicino le notizie su coloro che hanno perso la vita e pregherò per coloro che sono in ospedale con gravi ferite. Di recente ho firmato la prima importante legge bipartisan di riforma delle armi in quasi trent'anni, che include azioni che salveranno vite umane. Ma c'è ancora molto lavoro da fare e non rinuncerò a combattere l'epidemia di violenza da armi da fuoco.
Il secondo emendamento non sarà cambiato. L'America è una polveriera che sta consumando il futuro in un presente di piombo e sangue. E in novembre si vota per il mid-term. Questi fatti per noi sono rilevanti, definiscono il domani, plasmano l'Occidente, ne curvano il destino. Tutto scritto e previsto. List del 14 agosto 2017, buona lettura.
Guardate questa foto sulla prima pagina del quotidiano The Daily Progress: è il momento esatto in cui l'auto piomba sui manifestanti di Charlottesville. La foto è stata scattata dal fotografo Ryan Kelly, trent'anni, è l'icona del romanzo distopico dell'America. L'immagine di un incubo. Una storia che viene da lontano, ben prima dell'elezione di Trump.
Charlottesville è solo la punta dell'iceberg, un coriandolo insanguinato della nuova guerra civile americana. Suprematisti bianchi. Una giovane uccisa. Parole che solo in apparenza sembrano lontane dall'immaginario europeo. L'America è divisa. Ma anche qui sta accadendo qualcosa. Al titolare di List viene in mente un saggio scritto da Thomas S. Eliot intitolato Note intorno alla definizione di cultura. Un libro pubblicato nel 1948, la catalogazione e esplorazione delle ragioni per cui l'Europa - allora ancora centro del mondo - sprofondò nell'orrore di due guerre, un memento per non commettere l'errore. La cultura come medicina del male.
I segnali del pericolo lampeggiano: il disordine mondiale, il gioco geopolitico che rischia di uscire fuori controllo, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la situazione di estrema fragilità dell'Europa, la distorsione del nazionalismo, il filo spinato a Est, la chiusura dei confini a Ovest, a Nord, a Sud, la pressione della demografia, l'invecchiamento della popolazione in tutto l'Occidente, una stagione di leader senza partito e autocrazie galoppanti come la cavalleria corazzata, l'Africa, il gigante che cerca spazio e sopravvivenza in un mondo ricco e diseguale. E l'America, la più grande democrazia, che vive in uno stato di polarizzazione del dibattito e violenza a mano armata.
L'America. La sua distopia. Charlottesville è il picco sismografico di una stagione e non sarà l'ultimo. La presidenza Trump ha davanti uno scenario di splendori e rovine fumanti. E' l'America. Trump ha colto durante la campagna presidenziale il problema, il ritorno della figura dell'Uomo Dimenticato, la metafora della Grande Depressione che il presidente Roosevelt fece materia viva, carne, sangue, idea. Ma la risposta di Trump alle domande dei perdenti della globalizzazione è un'impresa difficile da realizzare in un paese che è un insieme di microcosmi in rotta di collisione, dove il profitto vola ma il reddito non decolla. Anche la sua retorica, così efficace durante la campagna elettorale, sembra smarrirsi e il cieco gioco delle opposte fazioni lo dipinge come timido, reticente, perfino complice dei fanatici delle destre incendiarie e incappucciate. Non è così, ma appare un deficit politico che la Casa Bianca deve colmare in fretta per salvare l'America da un destino di guerra civile strisciante.
Trump è la risposta dell'elettore a due presidenze che hanno lacerato il tessuto americano. Quella delle guerre di Bush, l'Afghanistan e l'Iraq, dell'emergenza, della minaccia vitale, delle Torri che si sbriciolano, il the end a tremila anime nel centro di Manhattan, la potenza fragile, la fortezza violata, la War On Terror che segue l'11 Settembre 2001. E' il taglio netto con la presidenza di Obama, cominciata con la grande crisi finanziaria del 2007-2008, il tuono del crac di Lehman Brothers e lo tsunami della liquefazione dei mutui subprime, il sogno clintoniano (senza solide basi finanziarie, una colpa) della casa per tutti gli americani che s'infrange di fronte alla realtà del basso reddito e della finanza creativa di Wall Street. Due crisi, lo stesso volto, quello degli Stati Uniti d'America che di colpo smarriscono la potenza conquistata dopo la vittoria nella Seconda guerra mondiale. Sono le scosse sismiche di una crisi profonda, il tempo lungo della storia che macina, lavora, scolpisce il presente.
L'eredità del primo presidente nero della storia, la nazione di Obama, è oggi una disturbante distopia: poliziotti che ammazzano, poliziotti ammazzati, bianchi contro neri, neri contro bianchi, neri contro neri, bianchi contro bianchi, messicani contro neri, messicani contro messicani. Suprematisti dell'idiozia. Il social network della paranoia. Obama alla Casa Bianca. E là fuori oggi c'è il caos. Com'è stato possibile? E' successo, perché tutto il discorso di Obama è stato un "noi e loro". Una divisione. Una scelta e un'attesa di qualcosa che non c'è mai stato. Change. Hope. E poi? Un incredibile riavvolgimento del nastro della storia. Centinaia di arresti e feriti (e morti) in decine e decine di piazze che bruciano. La catapulta del passato è in azione. Dal Black Power si passa di nuovo alle Black Panters. Flashbak. Città del Messico, Giochi Olimpici del 1968, premiazione della finale dei 200 metri: sul podio Tommie Smith (The Jet), John Carlos e Peter Norman. Due neri americani, un bianco australiano. Due pugni guantati di nero si levano in cielo. Siamo uguali.
Siamo uguali? Sì, per Dio. Ma la storia del presente dice che non lo siamo più come prima, che si è spezzato qualcosa. L'Europa che chiude le sue frontiere all'Africa, l'Italia, un paese che ha vissuto (e vive) tutta la sua storia con la valigia in mano, che affida alla guardia costiera libica non il salvataggio ma il respingimento dei migranti (e ne segna il destino tragico), le parole quotidiane di odio verso l'altro, il nero, il diverso, il dibattito avvelenato perfino in un paese come il nostro, segnalano la rottura dello spirito contemporaneo. Non è un problema di frontiere da controllare, c'è qualcosa di profondo che riguarda l'anima. Legge e ordine sono una cosa giusta se temperata dal senso di umanità e costruzione del domani, ma l'odio che vibra nell'aria è un campo elettrico che si percepisce da lontano. Fulmina.
E poi c'è l'America, questo simbolo che si sta accartocciando in una divisione politica sempre più ampia, dominata dagli haters. L’immagine della società americana è di nuovo sospesa nell’incubo di un eterno regolamento di conti. La polizia che uccide e viene uccisa, è la metafora del disordine. L’America ha fatto un salto in una stringa spazio-temporale e viene sbalzata nell’era del saloon, ma senza la Bibbia e la forca. Restano solo la Colt e il Winchester. E l’inizio della guerra civile? Molti lo pensano. E si pongono la domanda: "Uccideranno Trump?". Tutto è possibile.
Molti mesi fa, durante l'Inauguration Day, il titolare di List smise di stendere le sue note sul taccuino, colpito da un servizio in onda sulla Cnn: "Cosa succede se muore Trump?". Questa era la domanda. Lo è fin dal principio della sua presidenza imprevista, non calcolata, una nevrosi piazzata in mezzo alle certezze dei democratici e alle granitiche convinzioni di una cultura liberal incapace di scrivere un copione diverso da quello di un progresso che non era - e non è - per tutti, ma solo per pochi.
Charlottesville fa paura. Quella macchina nera che si proietta sulla folla. E poi torna indietro, con i segni dell'impatto sulla carne, sulla vita. È la violenza della distopia americana. Un'auto in corsa. La stessa tecnica usata dai terroristi islamisti in Europa. Si aperto un dibattito sul reato: è terrorismo? È morte e la sua definizione ha ben poca importanza ora. All'interno dell'automobile c'era un assassino, ma sembrava la corsa feroce di un oggetto animato con una propria volontà omicida, l'autonomia della cosa che sceglie la vittima, nella memoria del titolare si fa largo Christine, la macchina infernale, il film di John Carpenter, tratto dal libro di Stephen King.
Proprio lui, Stephen King, in uno dei suoi ultimi libri, ha (ri)esplorato il trauma: l'uccisione del Presidente, l'assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Dallas, 22 novembre 1963. Il libro è un numero, una data del calendario: 11/22/63. Non un racconto horror, ma un viaggio nel tempo, un gioco a dadi finale con la storia. King riscrive la storia dell’assassinio di JFK, proietta ieri i suoi protagonisti di oggi. Un salto spazio-temporale che serve a modificare la storia: impedire l’uccisione di Kennedy a Dallas.
Jake Epping è un professore che abita a Lisbon Falls, nel Maine e fa una scoperta sconvolgente: nella tavola calda del suo amico Al c’è un passaggio che conduce chi lo varca nell’anno 1958. Cinque anni prima quell’attimo in cui Lee Oswald preme il grilletto del fucile di precisione. Eccola, la grande opportunità per deviare la storia. Salvare Kennedy. Cancellare l’errore e l’orrore del Vietnam. La cascata di rocce del tempo può essere invertita, cambiata, il treno della storia messo su un altro binario. Jake e il suo amico Al si cimentano nell’impresa. Varcano il passaggio temporale. Entrano nell’America della fine degli anni Cinquanta, in attesa di quel giorno, il 22 novembre 1963. Come va a finire? Il titolare di List vi lascia il finale. La letteratura anticipa, riscrive, rivive. Ma si può cambiare la storia? E quale futuro sta scrivendo l'America contemporanea? E se uccidono Trump? L'incubo americano è questo.
Interrogarsi sul presente significa mettere insieme le tessere del mosaico, spesso brillano nei luoghi meno frequentati: i libri, la poesia, il cinema con le sue potenti visioni e premonizioni. Quella foto di Charlottesville è un quadro, un dipinto in movimento, un urlo. È la vera prova a cui è chiamato Trump: fermare la guerra civile americana. O esserne travolto.
***
La cronaca si sedimenta, diventa storia e improvvisamente spalanca i cancelli del futuro. Ancora un viaggio sulla macchina del tempo di List, 29 maggio 2020.
Che succede? La storia contemporanea oscilla tra America e Cina, tra L'incubo ad aria condizionata di Henry Miller e il Libro del Signore di Shang di un impero remoto che non conosce la parola libertà. L'America brucia nei suoi sogni senza felicità, la Cina gela nel suo piano di ingegnerizzazione della moltitudine, una massa telecomandata che conquista il mondo. Sembra un racconto di fantascienza, poi è arrivato un virus e si è materializzato, è qui, davanti a noi, corre nell'aria e spande cattiveria, solleva il peggio e lo fa ringhiare. L'idiozia del "saremo migliori" s'è rivelata nelle nostre solitudini che latrano, nei bagliori fiammeggianti di Minneapolis, nelle sparizioni di persone in Cina, nei campi di concentramento per gli Uiguri, il non detto della repressione a Hong Kong. L'Occidente che fa trading tra democrazia e commercio. No, non saremo né migliori né peggiori, saremo inesorabilmente esseri umani, specie dominante del pianeta Terra, dove passiamo noi tutti gli altri esseri viventi si estinguono. E poi, con lo sguardo feroce, cominciamo a farci fuori l'uno con l'altro. E adesso ballate sul terrazzino, scimmiette ammaestrate. Noi non restiamo a casa. Andiamo in America.
George Floyd. L'America brucia
Minneapolis, stanotte. L'assalto alla stazione di polizia poi incendiata (Foto Ansa)Una stazione della polizia di Minneapolis è stata incendiata stanotte, la rivolta non è un problema di quartiere, è affare della Guardia nazionale che ha inviato 500 uomini per tentare di sedare la rivolta. "Abbiamo notizie non confermate di materiale esplosivo nell'edificio", avvisa la polizia. Si attende il Grande Botto, telecamere accese, taccuini, dirette, ciak si gira. Eccolo, il film che vedi su Netflix, la realtà. Non è un pranzo di gala, un attimo fa stavi progettando la vita su un certo tipo di mondo, trenta secondi dopo, il coronavirus. E i bagliori di una contemporaneità tesa come la corda di un violino suonato da un pazzo. No, non saremo migliori.
L'America brucia. La storia si ripete. George Floyd, un nero ucciso da un poliziotto, soffocato per sempre dalla pressione del ginocchio di un troglodita in divisa sulla sua gola, "I can't breathe, officer", non posso respirare. Silenzio. Questa è la fine di un'esistenza, senza una ragione, ammazzato sull'asfalto, schiacciato e finito là, a terra, come se quella non fosse una vita, ma una cosa fastidiosa che si può eliminare senza commettere peccato. La fine dei Doors, l'arrivo della morte nel teatro quotidiano che ora è in fiamme a Minneapolis:
This is the end
Beautiful friend
This is the end
My only friend, the end.
Così si spegne la vita di Floyd e non s'accende nient'altro che la rivolta, la devastazione, la cieca rabbia perché non c'è niente da vedere e quando non c'è un orizzonte, trionfano i vetri rotti, il saccheggio, il buono e il cattivo vanno insieme e il primo non riconosce il secondo, si accatastano come le barricate, è la violenza sulla violenza. È il copione dell'incubo americano: il video, la vibrante protesta, le parole della politica, poi tutto torna sbagliato come prima e the swho must go on, lo spettacolo deve andare avanti. La società americana è una pentola a pressione da decenni, muoiono i neri, muoiono i bianchi, il razzismo è quello della povertà. La pazzia di un paese che sogna e uccide, uccide e sogna, un paese con il proiettile in canna per ognuno dei suoi, a cominciare dai presidenti.
Trump: criminali che disonorano Floyd
L'illegale segue l'illegale, Floyd muore mentre si calpesta il diritto, il vandalismo, il saccheggio, la violenza seguono come da rito consolidato. Un Presidente americano, chiunque esso sia, si trova intrappolato in questo disegno assurdo del destino di un paese a mano armata. È stato sempre così per tutti, nella nazione nera e bianca, bianca e nera, spacciata come sempre a colori e invece no, sbiadita, spenta, 40 milioni adesso sono in fila per il sussidio di disoccupazione. American Dream? Un altro giorno, forse, ma non oggi, non più come prima, mai più, game over. È un momento difficile per l'America. Trump reagisce come Trump, non c'è maschera, è senza filtro, è lui tale e quale:
"Criminali", questo è il flash che dice cosa accadrà a Minneapolis. "Non posso sopportare di vedere quanto sta accadendo a una grande città americana, Minneapolis", "una totale mancanza di leadership". "O il debole sindaco di estrema sinistra, Jacob Frey, si comporta bene e riporta la città sotto controllo o invierò la Guardia nazionale". "Questi criminali stanno disonorando la memoria di George Floyd e non lascerò che accada". Sul social, il presidente fa sapere di aver "appena parlato" con il governatore del Minnesota, Tim Walz, e di avergli detto che "l'esercito è con lui fino alla fine". Poi un avviso sinistro: "Quando iniziano i saccheggi, si inizia anche a sparare".
Le barricate a Minneapolis dove è in corso la protesta per l'uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto (Foto Ansa).Il coronavirus è il problema? No, è l'America a mano armata. Stati Uniti sempre disuniti, l'America è la biografia dei suoi presidenti, il suo stato di salute è quello dei suoi Commander in Chief, la verità è nelle cartelle cliniche dei suoi uomini alla Casa Bianca. Arriverà una donna, sarà anch'essa assorbita dalla trama di questa storia che viene da lontano, con un trauma che cambia tutto, fa da volta pagina della storia, perché in fondo, quest'America da fiction senza speranza comincia sempre a Dallas.
Cinque caduti a Dallas. 7 luglio 2016
16 luglio 2016. Dallas, Texas, il cimitero nazionale di Forth Worth, il carro funebre, l'ultimo viaggio di Patricio E. Zamarippa uno dei cinque poliziotti uccisi il 7 luglio (Foto Ansa)Dallas, 7 luglio 2016, cinque poliziotti cadono nella notte, sono i colpi di un cecchino. Nei giorni precedenti era esplosa la protesta contro gli omicidi della polizia di Alton Sterling a Baton Rouge, Louisiana, e di Philando Castile a Falcon Heights, Minnesota.Vendetta. Un veterano dell’Afghanistan, Micah Xavier Johnson, fa il suo sporco lavoro: prende la mira e stende i poliziotti. Uno, due, tre, quattro, cinque. L’America l’ha addestrato a uccidere. E lui uccide. Mira al suo nemico di oggi, in patria: uomini e donne in divisa. I poliziotti uccidono i neri? Lui ha la risposta: l’agguato. L’uomo con il fucile, l’incubo di tutte le guerre, il cecchino.
I Presidenti. E l'America a mano armata. Nel paese del primo presidente nero della storia, nella nazione che allora di Obama, la realtà diventa improvvisamente una disturbante distopia: poliziotti che ammazzano, poliziotti ammazzati, bianchi contro neri, neri contro bianchi, neri contro neri, bianchi contro bianchi, messicani contro neri, messicani contro messicani. Obama alla Casa Bianca. E pugni neri alzati. Il Change di Obama. E centinaia di arresti e feriti. La catapulta del passato è in azione. L'America nera in rivolta. Ieri, oggi, domani.
Il dollaro non vince più
Quaranta milioni di americani sono in fila per ricevere un sussidio di disoccupazione. La domanda sulla società americana corre accompagnata da sorella inquietudine come una lepre inseguita dal cacciatore: è l’inizio della guerra civile? No. Ma ne siamo sicuri? Sì, perché il nostro futuro lo immaginiamo sempre migliore del passato. Ma questo senso di progresso positivo, sempre avanti e mai indietro, ha una storia alternativa? Sì. A questo serve la letteratura. A pre-vedere. Bisogna avere il coraggio di scendere con la lampada dell’immaginazione nel ventre della miniera creativa e trovare le pepite.
The Mandibles è un libro pubblicato nel 2016, una pietra scintillante nel buio. Lionel Shriver ha scritto la storia di una ricca famiglia americana che si dispiega dal 2029 al 2047. Torniamo nel futuro. E assistiamo a un evento che sta là, coltivato nell’immaginario, temuto dall’Occidente, desiderato dal nemico: il collasso del dollaro, la fine dell’era americana e, ancora una volta, il caos. Fiction, certo. È la corsa pazza, il galoppo degli Stati Uniti verso la dissoluzione. Il dollaro. Il debito. Gli anziani pensano al collasso della civiltà, all’Armageddon. Mentre i giovani sono dentro uno scenario in cui non hanno conosciuto la prosperità, ma sperano in un domani. Chi è alla fine dei giorni, poi vede la fine di tutto. E mentre è in corso una discussione tra sorelle, una ricca e petulante, l’altra povera e pensante, sullo schermo appare la notizia del collasso dell'economia, il dollaro non vince più.
In un minuto evaporano i risparmi di una vita. E oggi siamo qui, quaranta milioni di americani in fila per il sussidio, la notizia di ieri. La preveggenza della letteratura alla quale siamo aggrappati come naufraghi, sommersi e salvati dalla fiction. È l’inizio della fine. O forse un nuovo inizio? Lionel Shriver è una scrittrice contrarian, accarezza con un rasoio il cuore degli animal spirits dell’economia, ne esplora gli abissi fino a provocare l’implosione del totem, il bigliettone verde. Il tocco e il graffio della scrittrice richiamano all’oggi, sono un ordine imperativo sul calendario che strappa le sue pagine, avanza, consuma, travolge.
Le pagine di The Mandibles, si succedono tra le dita percorse da un crescente senso di disagio che batte come campana nel buio, un sussurro dolce e malvagio, la domanda: sarà così domani? E’ la forza della distopia, presentare i fatti in un’irrealtà talmente possibile da generare un’immediata inquietudine, lo spaesamento. L’America, Dallas, il conflitto. La finanza come guerra asimmetrica che finisce per uccidere se stessa. Una famiglia e la metafora dell’America perduta. Senza sogni. L’incubo ad aria condizionata di Henry Miller, quel luogo dove “i ciechi guidano i ciechi. È il sistema democratico”, è diventato una pioggia acida di coriandoli che sventagliano proiettili. Dove finisce la fiction e dove comincia la realtà?
Qualche anno fa, nel 2008, all’inizio della devastazione della crisi finanziaria, Brian Francis Slattery, scrisse un libro pazzo intitolato Liberation. E ancora una volta la letteratura ci metteva di fronte al presagio del caos, della fine, dell’uomo contro l’uomo. E della salvezza. Tutto comincia, ancora una volta, con il crollo del dollaro, la polverizzazione del paese e la sua riduzione allo stato di guerra permanente. Gli Stati (Dis)Uniti sono spaccati in due territori, l’Old Dominion della Virginia e il New Sioux delle Pianure. Gli Indiani rivendicano e conquistano i loro vecchi territori. Gang criminali si dedicano al vecchio business, lo schiavismo. Prigioni galleggianti solcano i mari. Marco Angelo Oliveira scappa dalla sua prigione galleggiante, vuole riunirsi con i compagni della sua vecchia gang di criminali, ritorna sul suolo americano e scopre la realtà di un paese in rovina, tutti contro tutti, la vendetta come sola legge imperante. Il debito è la causa della rovina, l’inizio del collasso. Ci sarà salvezza?
Così il sogno americano diventa un incubo. Come quello raccontato da Paul Auster in Man in the Dark. L’incubo dell’insonnia diventa realtà nei racconti che August Brill fa a stesso nella notte. Emerge nel buio un’altra America che combatte contro se stessa. La guerra in Iraq (2003) non c’è mai stata, le Torri (2001) non sono mai crollate. Le elezioni del 2000 sono sfociate nella secessione. Auster è un mago della penna, imprime alla storia un ritmo onirico e inesorabile. Brill costruisce il suo incubo intriso d’insonnia e il suo personaggio Owen Brick, si risveglia in questa distopia con una divisa, una guerra sul suolo americano in corso e una missione da compiere. Brick non è mai stato un soldato, non ricorda nulla. È dentro la sceneggiatura della guerra civile americana.
Ma è stato chiamato in quel mondo per un “big job”. Serge Tobak, il suo sergente, fornisce tutti i dettagli della missione:
Tu sei un assassino.
Un assassino?
Questo è, assassino. Ma io preferisco usare la parola liberatore.
Brick deve uccidere un uomo. E perché quest’uomo deve morire? Perché lui possiede la guerra. E tutto quello che accade o deve accadere è nella sua mente. Eliminata questa mente, anche la guerra si ferma. È semplice.
Questo è il puro genio letterario di Auster. L’incubo è nella testa, nella mente, nel cortocircuito di neuroni che pensano alla morte. Quella mente americana che fa salti nel passato e sembra scolpire in queste ore un futuro già scritto. In queste premonizioni, universi paralleli che indicano una rotta, il presente apre altre porte, come nella tavola calda di Al, l'inizio del trauma di JFK raccontato da Stephen King. Uno sparo, un colpo di vento, la fine. Il colpo di fucile. È davanti a noi, è un’opera in fieri, ha il finale aperto. È una storia da raccontare. Presto, tardi, mai, sempre. America.
***
E siamo di nuovo qui, nel presente. La letteratura anticipa. La cronaca mette un segna pagina. La storia insegna. C'è qualcuno che legge e vede l'incubo dell'America? Sì, vivremo tempi interessanti. Forse troppo.
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Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
- la conferma dell'esistenza o meno dei dati personali degli Utenti con indicazione della relativa origine, verificarne l’esattezza o richiederne l'aggiornamento, la rettifica, l'integrazione;
- l’accesso, la rettifica, la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento;
- la cancellazione, trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati personali trattati in violazione di legge.
Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.