25 Novembre
La svolta italiana e la crisi di Berlino
L'Italia vara il super Green Pass e accelera sulle terze dosi, in Germania record di contagi e fiducia dei consumatori giù. Biden crolla nei sondaggi, ha un problema con la benzina e la corsa dei prezzi (il dilemma della Fed). Segnali di resa dell'Occidente: scusarsi con la Cina per aver detto la verità in un paese libero che si chiama America
Che succede? Il Consiglio dei ministri ieri ha deciso quanto abbiamo anticipato nei giorni scorsi: il Green Pass durerà 9 mesi, dal 6 dicembre al 15 gennaio (poi si vedrà) per molte attività in luoghi pubblici il certificato verde è in versione “2G” - formula tedesca, significa che è solo per vaccinati (geimpft) o guariti (genesen), niente tampone negativo - e questo dovrebbe spingere ancora alla vaccinazione i riluttanti, restringendo l’area No Vax. Terza dose per tutti gli over 18 dal primo dicembre e buon Natale. Funzionerà? Fino ad ora i numeri danno ampiamente ragione alla strategia del governo: non ci sono chiusure, i contagi sono in aumento ma sotto controllo, tutto ancora lontanissimo dalla situazione del Nord Europa dove i contagi sono in decollo verticale.
C’è chi dice che ci sono 7 milioni di italiani non vaccinati che sono stati segregati, che c’è la dittatura, il nazismo, la Spectre. Hanno scelto loro, c’è il libero arbitrio, le democrazie funzionano con le maggioranze e gli italiani si sono (e si stanno) vaccinando, questa è la realtà politica. Il Natale del 2020 fu quello delle famiglie lontane, divise, con un paese a pezzi, la disperazione dei ceti produttivi non garantiti, un debito pubblico galoppante senza alcuna prospettiva economica; il Natale 2021 è aperto, con un forte rimbalzo della crescita (6%) e il fatto concreto che l’Italia sta meglio di altri paesi che in passato ci davano lezioni, vedere alla voce Germania.
Problemi politici? Un po’ di mal di pancia nella Lega, Matteo Salvini guarda sempre alla sua destra, a Giorgia Meloni, si preoccupa di non scoprirsi con i potenziali elettori No Vax, dunque nel partito c’è una discussione sul Green Pass e la regola “2G” anche in zona bianca. Si narra di un’accesa discussione tra il leader...
Che succede? Il Consiglio dei ministri ieri ha deciso quanto abbiamo anticipato nei giorni scorsi: il Green Pass durerà 9 mesi, dal 6 dicembre al 15 gennaio (poi si vedrà) per molte attività in luoghi pubblici il certificato verde è in versione “2G” - formula tedesca, significa che è solo per vaccinati (geimpft) o guariti (genesen), niente tampone negativo - e questo dovrebbe spingere ancora alla vaccinazione i riluttanti, restringendo l’area No Vax. Terza dose per tutti gli over 18 dal primo dicembre e buon Natale. Funzionerà? Fino ad ora i numeri danno ampiamente ragione alla strategia del governo: non ci sono chiusure, i contagi sono in aumento ma sotto controllo, tutto ancora lontanissimo dalla situazione del Nord Europa dove i contagi sono in decollo verticale.
C’è chi dice che ci sono 7 milioni di italiani non vaccinati che sono stati segregati, che c’è la dittatura, il nazismo, la Spectre. Hanno scelto loro, c’è il libero arbitrio, le democrazie funzionano con le maggioranze e gli italiani si sono (e si stanno) vaccinando, questa è la realtà politica. Il Natale del 2020 fu quello delle famiglie lontane, divise, con un paese a pezzi, la disperazione dei ceti produttivi non garantiti, un debito pubblico galoppante senza alcuna prospettiva economica; il Natale 2021 è aperto, con un forte rimbalzo della crescita (6%) e il fatto concreto che l’Italia sta meglio di altri paesi che in passato ci davano lezioni, vedere alla voce Germania.
Problemi politici? Un po’ di mal di pancia nella Lega, Matteo Salvini guarda sempre alla sua destra, a Giorgia Meloni, si preoccupa di non scoprirsi con i potenziali elettori No Vax, dunque nel partito c’è una discussione sul Green Pass e la regola “2G” anche in zona bianca. Si narra di un’accesa discussione tra il leader leghista e il governatore Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, ma quest’ultimo smentisce l’attrito. Giorgetti invece conferma che qualche dubbio la Lega lo ha espresso: “Perplessità sull'estensione nelle zone bianche”. Siamo giusto a qualche vuoto d’aria in volo, niente più, Draghi è alla cloche, l’equipaggio serve i drink, l’atterraggio sul panettone e il brindisi di capodanno è in vista.
Si può far meglio? Sempre, ma dobbiamo considerare il contesto: siamo in un declinante Occidente, con l’America in crisi, nel pieno di un inverno demografico che non ci lascia scampo, l’Europa è un continente di e per vecchi. Il futuro sta da un’altra parte, ne abbiamo ogni giorno piena conferma, le democrazie arretrano. Vediamo un paio di notizie, le boe di segnalazione dei mega-trend.
01
L'ondata del coronavirus in Germania, nuovo record
I numeri del coronavirus in Germania: il Koch Institute registra quasi 76 mila nuovi casi giornalieri, è il record da inizio pandemia. L’incidenza settimanale tocca il picco storico di 419,7, superata la soglia dei 100 mila morti. Il caso tedesco è squadernato e ieri è stato presentato il nuovo governo “semaforo” tra Spd, Verdi e Liberali, hanno scritto un libro dei sogni (fine del carbone nel paese del carbone e dell’acciaio, cannabis legalizzata, un mondo tutto verde e arcobaleno, fa quasi tenerezza), nel frattempo c’è la realtà del virus e di un paese che non si è vaccinato tanto da evitare l’impatto della quarta ondata negli ospedali. Ha ragione il ministro uscente della Sanità, Jens Spahn: “I tedeschi alla fine della pandemia saranno “vaccinati, guariti o morti”.
02
Effetto covid a Berlino: crolla la fiducia dei consumatori
L'ondata del contagio ha conseguenze immediate, la fiducia dei consumatori è in calo netto, l'indice Gfk scende dell'1,6%, dopo il +0,9% del mese precedente e un atteso calo dello 0,5%:
Il cielo sopra Berlino è nuvoloso. E il prossimo cancelliere, Olaf Scholz, ha un problema. Quello di Biden è più grande, piove sulla Casa Bianca.
03
Petrolio, la Casa Bianca fa splash
Riserve strategiche di petrolio. Per ora, la decisione di Biden non ha avuto grande effetto sul prezzo del petrolio (Foto Epa)La guerra del barile. La mossa di Joe Biden di rilasciare le riserve petrolifere americane per ora è fallita, il prezzo del Brent resta ampiamente sopra gli 80 dollari, l’Opec+ ha fatto sapere ieri che non ci sarà più l’aumento della produzione programmato. Gli Stati Uniti hanno aperto una guerra petrolifera senza avere chiara una strategia, Biden ha guardato i sondaggi e pensato che alla vigilia del Thanksgiving - quando gli americani si spostano in auto, fanno il pieno e realizzano la realtà del prezzo della benzina al gallone - era perfetto mostrare i muscoli con Arabia Saudita, Russia e soci.
Ma in una partita a scacchi devi immaginare tutte le mosse, calcolare cosa fa l’avversario, e in un mondo dove le economie sono aperte e in corsa da dragster, chi ha la materia prima energetica domina. Cosa può fare Biden? È intrappolato nel paradosso che ha creato: dichiara al mondo la fine degli idrocarburi, è disperato perché ha bisogno di più petrolio e gas.
04
Cola al picco la popolarità di Biden
Il ciclo elettorale americano. Nel 2022 l’America vota, elezioni di midterm, lo scenario per i democratici è pessimo. La popolarità di Biden sta colando a picco. Ultimo sondaggio di Npr, in collaborazione con il Marist college: l'approvazione del presidente è scesa al 42 per cento, il dato più basso registrato nel sondaggio da quando Biden è entrato in carica.
Qual è il problema che toglie il sonno alle famiglie americane? L’inflazione, la corsa dei prezzi. Chi deve mandare avanti la famiglia, non ha in testa l’-ismo “green” delle élite che possono permettersi tutto, ma il latte, il pane, il pranzo, la cena, la benzina. La semplice realtà, inesorabile, puntuale, onesta.
05
La Federal Reserve e il dilemma dell'inflazione
La politica delle banche centrali. La pubblicazione ieri delle minute della Federal Reserve, i verbali delle riunioni del 2 e 3 novembre scorso, ha certificato che il board è diviso e preoccupato per l’impatto dell’inflazione. La previsione di una crescita solida nel 2022 resta (attenzione all’ondata del Covid), ma la corsa dei prezzi preoccupa. Salgono e non si vede la fine. Chi governa (non tutti, Draghi ieri sul punto ha mostrato prudenza) dice che si tratta di un “fenomeno transitorio”, qui abbiamo qualche dubbio, non è solo un tema di materie prime e crisi di offerta, ma è l’opera in fieri di molti fattori (pensate al cambio della strategia cinese dopo la crisi interna del virus, la nuova autarchia di Pechino), la politica ha creato aspettative (denaro facile, opere pubbliche, sussidi, debito no limits) che non può più frenare senza perdere consenso, c’è una dimensione psicologica nell’economia, e sempre una faccenda di “animal spirits”. Che fare? La Fed probabilmente darà un’accelerata al tapering, la riduzione degli acquisti di asset, e anticipare il rialzo dei tassi. Anche le banche centrali sono intrappolate nel paradosso che hanno creato, un mare di liquidità in cui rischiano di affogare.
06
Sul ponte sventola bandiera bianca. Le scuse di Jamie Dimon alla Cina
Quanto sta vincendo la Cina? Tanto, un episodio rivelatore: Jamie Dimon, il numero uno di JP Morgan si è dovuto scusare due volte con il regime cinese. In un discorso a Boston, riferendosi al centenario del Partito comunista cinese, il manager ha detto: "Farò una scommessa che dureremo più a lungo". Poi ha aggiunto: "Non posso dirlo in Cina. Probabilmente stanno comunque ascoltando". La frase ha acceso tutte le spie rosse del sommergibile di Pechino e in JP Morgan sono andati in crisi, visto che puntano sul business nel Celeste Impero. Conseguenze, Dimon si è dovuto scusare ben due volte. La prima volta, quando ha detto: "Mi dispiace e non avrei dovuto fare quel commento. Stavo cercando di sottolineare la forza e la longevità della nostra azienda". Evidentemente non è bastato, così è arrivata un'altra dichiarazione: "Mi pento del mio recente commento perché non è mai giusto scherzare o denigrare qualsiasi gruppo di persone, che si tratti di un paese, la sua leadership, o qualsiasi parte di una società e cultura. Parlare in quel modo può allontanare il dialogo costruttivo e riflessivo nella società, che è necessario ora più che mai". Commovente.
Il manager della banca più potente del mondo, del paese più potente del mondo che ha la Statua della Libertà come simbolo, che si profonde in scuse per aver parlato da uomo libero in un paese libero, sottolineando con leggerezza e ironia la differenza (reale) tra una democrazia e un regime autocratico. Perde Dimon, perdiamo noi, vince la Cina, perché sul ponte dell'Occidente sventola bandiera bianca. Senza neppure combattere.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Con un libro che sto leggendo nelle ore notturne, insegna molto sul futuro. E parte come sempre dal passato, quello più profondo.
07
Al muro del tempo
Ci sono segni rivelatori nel nostro paesaggio. Le pagine di Al muro del tempo ne sono piene, Ernst Jünger li ha disseminati in righe di chiaroveggenza. Egli parte dall'astrologia, dall'irrisolto scientifico che in fondo si chiama anima, il nostro segno, e giunge a un'autopsia del nostro tempo cadaverico dominato dalla tecnica dove l'uomo misura tutto ma non vede niente:
È facile che gli sfugga la propria limitatezza mentre è impegnato in un'altra attività che ha come cifra la misurabilità e come coronamento il record, laddove un filo d'erba, o l'ala di un moscerino testimoniano di una ben più elevata creazione.
A Jamie Dimon, nello scusarsi con i cinesi per aver detto una verità da uomo libero, è sfuggita l'ala del moscerino che andava a intrappolarsi nella ragnatela. Il moscerino era lui, Dimon stesso. Per questa ragione, per il suo senso di inesorabile resa dello spirito, tra i fatti che ho messo insieme in questa mattina di lampi e tuoni, questo è il più importante, segnala un declino, un tramonto. Siamo finiti nel caveau e siamo poveri di spirito. Eccolo qui, il muro del tempo.
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8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.