26 Maggio
La telefonata di Draghi a Putin e il dovere della pace
Il presidente del Consiglio chiama l'uomo del Cremlino: "Ho sentito il dovere di farlo". Pace? Per ora no, il premier cerca di sbloccare i carichi di grano, il rischio di una crisi alimentare mondiale è altissimo. Fu Ciriaco De Mita, la politica e il come eravamo. La vittoria della Roma, la gioia della Capitale e qualche segnale sul futuro del Paese, c'è voglia di Italia
A che punto è la guerra? È profonda, sta mostrando i suoi effetti oltre i confini del campo di battaglia. Isolare la Russia significa chiudere il mercato delle materie prime, la fabbrica delle cose che fanno funzionare le cose. La strategia dello strangolamento di questa enorme miniera che produce gas e metalli, cereali e alimenti di prima necessità, è un rischio di cui le élite non sembrano fino in fondo consapevoli.
01
Russia isolata. Sì, ma da cosa?
25 maggio 2022. Vladimir Putin al Cremlino (Foto Epa).Il decoupling dell'Occidente, il distacco energetico, è solo un aspetto dello scenario. Senza grano non c'è pane e di solo pane vivono centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. È il pianeta che noi occidentali, intabarrati nelle nostre case comode, figli di una società affluente, benestante, non vediamo. Tutta la retorica dell'isolamento si scontra con la realtà. Isolamento da cosa? Dalla nostra civiltà? Sul piano dei numeri, della demografia, è quella di una minoranza del pianeta. Cina, 1,4 miliardi di abitanti, seconda economia del mondo; India, 1,3 miliardi di abitanti, sesta economia del mondo; Africa, 1,2 miliardi di abitanti, in gran parte sono stati che hanno cooperazione militare con la Russia e accordi economici vitali con la Cina. Vogliamo andare avanti? La realtà è che l'isolamento della Russia è un'illusione ottica, non c'è alcun dubbio che le rotte del commercio mondiale sono ancora nostre (per il consumo, la produzione è migrata in Asia), non c'è discussione sul fatto che Mosca pagherà un prezzo alto, ma pensare che questa situazione di taglio netto delle nostre relazioni con l'Eurasia sia un fatto a senso unico è un gigantesco errore. I vuoti si riempiono e presto o tardi, con o senza Putin, la Russia troverà altre vie per le sue materie prime. Quattrocento...
A che punto è la guerra? È profonda, sta mostrando i suoi effetti oltre i confini del campo di battaglia. Isolare la Russia significa chiudere il mercato delle materie prime, la fabbrica delle cose che fanno funzionare le cose. La strategia dello strangolamento di questa enorme miniera che produce gas e metalli, cereali e alimenti di prima necessità, è un rischio di cui le élite non sembrano fino in fondo consapevoli.
01
Russia isolata. Sì, ma da cosa?
25 maggio 2022. Vladimir Putin al Cremlino (Foto Epa).Il decoupling dell'Occidente, il distacco energetico, è solo un aspetto dello scenario. Senza grano non c'è pane e di solo pane vivono centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. È il pianeta che noi occidentali, intabarrati nelle nostre case comode, figli di una società affluente, benestante, non vediamo. Tutta la retorica dell'isolamento si scontra con la realtà. Isolamento da cosa? Dalla nostra civiltà? Sul piano dei numeri, della demografia, è quella di una minoranza del pianeta. Cina, 1,4 miliardi di abitanti, seconda economia del mondo; India, 1,3 miliardi di abitanti, sesta economia del mondo; Africa, 1,2 miliardi di abitanti, in gran parte sono stati che hanno cooperazione militare con la Russia e accordi economici vitali con la Cina. Vogliamo andare avanti? La realtà è che l'isolamento della Russia è un'illusione ottica, non c'è alcun dubbio che le rotte del commercio mondiale sono ancora nostre (per il consumo, la produzione è migrata in Asia), non c'è discussione sul fatto che Mosca pagherà un prezzo alto, ma pensare che questa situazione di taglio netto delle nostre relazioni con l'Eurasia sia un fatto a senso unico è un gigantesco errore. I vuoti si riempiono e presto o tardi, con o senza Putin, la Russia troverà altre vie per le sue materie prime. Quattrocento anni di storia non sono una cosa che si cancella con un ordine di Washington o di Bruxelles. Soprattutto se chi firma si chiama Joe Biden o Ursula von der Leyen. Tutte le pedine stanno andando a dama. Può accadere un rovescio a Mosca, ma per ora non stiamo vincendo.
Abbiamo una sola certezza finora, la Russia sta conquistando il Donbass e la crisi del grano sta forgiando uno scenario di carestia e fame nei paesi poveri (e non solo).
02
Draghi chiama Putin: ho sentito il dovere di farlo
In questo scenario, la telefonata di oggi tra Mario Draghi e Vladimir Putin è una speranza. È stato il premier italiano a chiamare il Cremlino, una mossa giusta che dimostra la cifra da statista del nostro presidente del Consiglio. Il premier ha bisogno del totale sostegno di chi crede nella diplomazia, nelle ragioni della pace, del diritto internazionale, dell'umanità.
Le prime notizie del colloquio telefonico sono giunte da Mosca. La nota stampa del Cremlino dice che "si è discusso della situazione in Ucraina. In particolare, Vladimir Putin ha informato del lavoro in corso per stabilire una vita pacifica nelle città liberate del Donbass. Ha parlato in dettaglio delle misure adottate per garantire la sicurezza della navigazione, compresa l'apertura quotidiana di corridoi umanitari per l'uscita di navi civili dai porti del Mare di Azov e del Mar Nero e che la parte ucraina sta impedendo", ha affermato il servizio stampa del Cremlino. Sono inoltre state fornite "valutazioni principali del processo negoziale, congelato da Kiev".
Alle 19 Draghi ha fatto un rapido punto stampa a Palazzo Chigi, ecco i passaggi più importanti:
Sull'iniziativa di chiamare Putin:
Nel pomeriggio ho cercato il presidente russo Vladimir Putin per chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano che e' oggi nei depositi in Ucraina. È un'iniziativa che ho sentito il dovere di prendere. Per la gravità della crisi umanitaria che può toccare i più poveri del mondo
Sulla risposta di Putin, i porti minati, le sanzioni:
Putin ha detto che non è sufficiente a risolvere la crisi alimentare mondiale. Gli ho replicato; 'sblocchiamoli altrimenti c'è il rischio che vadano a male'. Putin ha poi detto che il problema è che i porti sono minati per impedire alle navi russe di attaccare l'Ucraina. Il presidente russo ha detto la crisi alimentare è colpa delle sanzioni e che se le sanzioni fossero tolte la Russia potrebbe esportare grano. Ma ovviamente le sanzioni sono lì perché la Russia ha attaccato l'Ucraina.
Sul rischio che incombe:
Credo che dalla parte di tutti ci sia la consapevolezza della posta in gioco.
Sulla difficoltà e le reali possibilità di successo dell'iniziativa:
Ma, attenzione, è un tentativo che potrebbe finire nel nulla, ma che mi sento di fare, senza alcuna certezza che possa andare a buon termine, potrebbe finire nel nulla. La gravita' della situazione ci impone di rischiare e provare cose che possono anche non riuscire, proverò dunque a telefonare a Zelensky e vedrò se c'è una corrispondente disponibilità.
Sul gas e le forniture all'Italia:
Putin ha detto che continuerà a fornire il gas all'Italia. Non ho risposto, ma questa è la situazione attuale di tutti i paesi a parte quelli attaccati come la Finlandia.
Sulle possibilità di un negoziato complessivo:
Non ho visto spiragli di pace.
L'iniziativa di Draghi spezza un silenzio troppo lungo dell'Occidente, è il tentativo di trovare collaborazione. Per riuscire ha bisogno di uno sforzo corale della comunità internazionale, di un passo diverso soprattutto degli Stati Uniti, la pace è (anche) nelle mani dell'amministrazione Biden.
03
La Farnesina e il piano di pace mai visto da Mosca
Servono anche idee meno improvvisate da parte della Farnesina. Se si parla di un "piano di pace", se le notizie vengono anticipate senza che vi siano ancora documenti sui quali discutere, allora è meglio fare del silenzio un mandato imperativo, lavorare nell'ombra e far parlare i fatti. A Mosca, a quanto pare, hanno appreso dell'esistenza di una proposta italiana per il negoziato dai media. Si tratta di passaggi scoordinati che poi compromettono ogni buona intenzione. Il ministro degli Esteri Serghey Lavrov ha commentato così quello che è filtrato finora:
Il piano di pace italiano non è serio. Nessuno ci ha consegnato niente. Possiamo concentrarci solo su speculazioni e descrizioni dell'iniziativa dell'Italia dai media.
L'improvvisazione non aiuta. Se l'Italia ha un piano di pace, lo presenti nelle sedi internazionali, lo porti all'attenzione di Mosca. Tutto quello che avviene fuori dal contesto della diplomazia attiva - e Mosca ha una scuola rigorosa sul punto, fa parte della sua tradizione storica - è tempo perso e causa incomprensioni.
04
A che ora è la crisi di governo? È sempre in ritardo
Visto che abbiamo Draghi in primo piano, sul taccuino piove una domanda: come sta la maggioranza? I partiti fanno un gran rumore, si vota tra pochi giorni per le amministrative, le elezioni politiche sono dietro l'angolo, più vicine di quanto si immagini, i leader cercano di piazzare le loro bandiere. Insomma, la solita Babele politica italiana, ma alla fine la crisi di governo che qualcuno ogni tanto evoca, non può esserci. Sono tutti appesi a Draghi e lo saranno fino alla fine della legislatura, nessun tacchino salta sul banchetto di Natale. E la politica segue la regola del tacchino: primum vivere.
C'erano un po' di tensioni sulla questione dei balneari, sulla concorrenza, si agita sempre il tema delle tasse, altra bandiera delle campagne elettorali. Ma Draghi in conferenza stampa è apparso sicuro del percorso del governo.
Sui balneari:
Ringrazio tutti i partiti per l'accordo sul tema delle concessioni balneari, quella di delegare il governo sul tema degli indennizzi e' una strada naturale nelle leggi deleghe dove le questioni più tecniche vengono demandate al governo mentre i principi di carattere generale vengono contenute nella legge delega. Io sono molto soddisfatto.
E sul fisco:
Sulla delega fiscale siamo vicini a un accordo, il programma del governo va avanti e va avanti bene.
A che ora è la crisi? Sempre in ritardo. Da qualche parte c'è la politica, segnali di vita dai partiti, dai leader? Un paio di idee? C'erano.
05
Fu Ciriaco De Mita
Roma, 20 febbraio 1989. Sergio Mattarella con Ciriaco De Mita al congresso della Democrazia cristiana al palazzo dello sport (Foto Ansa).Fu intellettuale, fu politico, fu uomo del Sud e della nazione, fu campano, fu avellinese, fu di Nusco, fu amico e nemico di Craxi, di Berlinguer, di tutti e di nessuno. Fu contro Fanfani. Fu capo del governo, capo della Democristiana, capo della Sinistra Dc. Fu ministro, fu sottosegretario, fu deputato, fu europarlamentare. Fu sindaco. Fu tutto, sapendo di potersi permettere di essere nessuno solo nel giorno senz'ombra. Fu per l'Essere senza dover recitare nel non-Essere. Fu Popolare, quando la politica non era popolare. Fu mobile e fermo. Fu sempre al centro, della scena, della Margherita, dell'Ulivo, del Pd. Fu problema, formula e qualche volta soluzione. Fu Ciriaco De Mita, classe 1928, politico.
***
Chi era De Mita? Un ritratto, un ricordo, una finestra spalancata sul come eravamo. Una mia intervista con Paolo Cirino Pomicino che fu protagonista di tante battaglie dell'Italia della mai troppo compianta Prima Repubblica.
C'era una volta la Balena Bianca. Ciriaco De Mita e Paolo Cirino Pomicino (Foto Ansa).Sono stati amici nella distanza politica, vicini e lontani quando l’idea li vedeva su sponde opposte, compagni di partito, avversari nei congressi, alleati nel governo. Ciriaco De Mita e Paolo Cirino Pomicino, la Democrazia cristiana, anni che sono il film in bianco e nero di una stagione che oggi appare quella dei giganti della politica. Figli di una cosa che non c’è più, ma è sempre viva e nuota nel Mare Nostrum della politica italiana, la Balena Bianca. La notizia della morte di De Mita è stata battuta poco fa, Pomicino sa, sospira, naviga sull’onda dei ricordi.
“Il mio primo ricordo è del 1983, l’elezione di De Mita alla segreteria del partito: fu larga ma sofferta, furono i padri della Dc, Fanfani, Andreotti, Piccoli e Rumor che si convinsero e accettarono la sua candidatura. Quel congresso fu movimentato da un’improvvisa candidatura di Enzo Scotti, candidatura perdente, ma lo irretì, perché De Mita aveva un carattere appassionato e convinto”.
De Mita fu l’uomo giusto al posto giusto?
- Fu un segretario politico capace di ribaltare una situazione in cui la Dc aveva perso ben 6 punti alle politiche del 1983, rilanciando la politica dell’alleanza con i socialisti, offrendo a Bettino Craxi la presidenza del Consiglio. È stato segretario più a lungo di De Gasperi, dunque uno dei segretari più longevi del partito.
De Mita era un uomo di potere?
- De Mita il potere lo usava secondo i riti democristiani, un potere discreto. Era un uomo che tentò di sciogliere le correnti e in realtà questo fu un errore, perché erano la vita e la ricchezza della Dc, erano intercettori diversi all’interno della società italiana, erano correnti non di potere, ma di pensiero. Carlo Donat Cattin, era la sinistra sociale che viveva e cresceva nelle fabbriche, senza Donat Cattin, la Dc avrebbe perso una presenza significativa, sia in termini di quantità, che di qualità. E così per tutte le altre correnti. Era un grande partito e quindi De Mita si convinse poi che la Dc andava preservata e ammodernata. E in questo senso fece un’attività di ammodernamento del partito anche in periferia, ricordo che in Sicilia affidò il partito alle mani di due amici autorevoli, Sergio Mattarella e Calogero Mannino, che fecero entrambi un lavoro di qualità. De Mita poi fu preso dal desiderio di tentare quello che non riuscì a Fanfani...
Segreteria e premiership.
- Esatto, segreteria e premiership. Ma la Dc era un partito talmente democratico che non consentiva di concentrare tutto il potere in una sola persona.
Fu quello il suo errore?
- Sì, fu quello. Che lo portò poi a perdere il congresso del 1989. Era il presidente del Consiglio in carica, e volle candidarsi. E naturalmente, secondo le buone logiche democratiche della Dc, la maggioranza non lo votò. Votammo Forlani.
Lei faceva parte del governo del governo De Mita. C’erano grandi nomi, ma durò poco.
- Ero ministro della Funzione pubblica. Ricordo che era un governo molto coeso, nonostante i rapporti con il Partito socialista non fossero mai stati buoni, in particolare con Bettino Craxi. In realtà, durò solo un anno, ma più a causa della Dc che del Psi, perché Ciriaco, invece di fare un’alleanza per restare alla guida del governo, tentò appunto di fare il segretario di partito. E quello fu il suo errore. Perse nello spazio di pochi mesi sia la segreteria del partito, sia la presidenza del Consiglio.
Ma è vero che c’era questa grande inimicizia con Craxi?
- De Mita fu coinvolto e affascinato da alcuni ambienti scalfariani che... lo circondarono. Il mio amico Andrea Manzella divenne suo segretario generale a Palazzo Chigi, ad esempio. E l’odio che ‘Repubblica’ aveva nei confronti di Craxi, si trasferiva anche al segretario del partito della Dc. La prova evidente è che accorciammo di un anno la legislatura del 1983, andammo al voto nel 1987 e non nel 1988, un anno prima. C’era il famoso patto, una legislatura ai socialisti e un’altra ai democristiani,
La staffetta.
- Sì, con De Mita per la prima volta venne fuori questa ipotesi di alternanza alla guida del governo.
Ieri e oggi. Un Ciriaco De Mita oggi sarebbe impossibile?
- Oggi non c’è la politica. Nel senso tecnico del termine, oggi c’è una crisi dei partiti, che non sono identitari. Il sistema politico italiano oggi è privo di ogni cultura di riferimento, anche rispetto alle grandi famiglie politiche che governano l’Europa. Noi siamo fuori da ogni cosa. Ma non solo De Mita, tutta la classe dirigente dell’epoca oggi si troverebbe a mal partito, perché un partito ha bisogno di due cose: una cultura di riferimento e una democrazia interna in cui le leadership siano contendibili. Di queste due cose, oggi non c’è niente.
Quale lezione ha lasciato De Mita?
- Ha lasciato il tentativo di ammodernare al meglio il partito, ci riuscì in parte, adeguandolo ai tempi e alle nuove sfide che c’erano. Tenendo presente che, nonostante il conflitto con Bettino Craxi, nei momenti cruciali, come quello sulla scala mobile e la lotta all’inflazione a due cifre, De Mita non ebbe difficoltà a schierare la Dc insieme al Psi e al governo nella battaglia che Enrico Berlinguer volle fare in odio ai socialisti, quindi andammo al referendum nel 1985 e vincemmo. Nonostante l’inimicizia, allora le categorie politiche avevano una loro sostanza che veniva rispettata.
Fu l’ultima stagione della politica?
- No, la politica vera durò fino al 1992, fino alla scissione del Partito comunista, nel 1991, due anni dopo il crollo del Muro di Berlino. Ieri abbiamo ricordato la nascita di Enrico Berlinguer, colui che non riuscì, per volontà sua, a dare al paese un grande partito socialista di massa. Nonostante avesse detto a Giampaolo Pansa che si sentiva più sicuro sotto l’ombrello della Nato che non con il Patto di Varsavia. Questo avrebbe dovuto accelerare il processo di superamento della scissione di Livorno, invece ci fu un ritardo del Pci. E ricordo che il Ciriaco De Mita giovane favorì non poco il governo della solidarietà nazionale. Detto questo, nella gestione dei rapporti governativi, pur con mille frizioni, dinanzi alle partite politiche vere, come nel caso appunto della scala mobile, De Mita non ebbe difficoltà a schierare il partito con Craxi. E vincemmo le elezioni nel 1987.
Che cosa le resta oggi del rapporto con De Mita?
- Una grande amarezza, avevamo un rapporto molto strano: grande simpatia e stima, ma avevamo sempre posizioni diverse. De Mita aveva delle spigolosità e io ne ho altrettante, politicamente non andavamo d’accordo.
Aveva un carattere difficile?
- Abbastanza. Ma sempre nell’alveo di un partito come la Dc, che sapeva battersi democraticamente al proprio interno. Senza che questo lasciasse inimicizie. Con Ciriaco ci siamo sentiti fino a un anno fa, nel tentativo di dare a Napoli un minimo di organizzazione, purtroppo non ci siamo riusciti, lo stato del degrado della politica di oggi è talmente grave che non se ne esce.
Sempre la Campania nel cuore.
- Prima della Campania, ci sono sempre state Nusco e Avellino. È un segno di attaccamento al territorio che oggi è quasi smarrito da ogni parte. Questo non impedì a De Mita di essere un segretario longevo, aperto. Non dimentichi che si inventò gli ‘esterni’, aprì la porta anche a chi non era iscritto al partito, ma era un elettore democristiano e un punto di riferimento nella società. E gli esterni aiutarono non poco la rimonta della Dc dopo la sconfitta del 1983.
Agnelli definì De Mita un “intellettuale della Magna Grecia”. Lo era?
- De Mita era un segretario alla Aldo Moro, le sue riflessioni duravano ore, ore e ore, con argomentazioni non sempre comprensibili. Però era un uomo che vedeva il potere figlio della politica, non la politica figlia del potere.
In fondo quello dell’Avvocato era un complimento a De Mita.
- Certo, la politica era la sua grande passione. E la sua grande visione del mondo, senza la quale il potere era un modo rozzo di governare la cosa pubblica, fosse un Comune o il Paese.
Perché, pur essendo politicamente distanti, De Mita la chiamò al governo?
- Mi volle al governo per togliermi dalla presidenza della Commissione Bilancio, pensava che con me in quella posizione il governo avrebbe avuto qualche difficoltà in più. E quindi mi chiamò a Palazzo Chigi.
E perché lei accettò l’offerta di De Mita?
- Perché ero da cinque anni presidente della Commissione Bilancio e non si può fare per tutta la vita la stessa identica cosa. E quindi andai al governo. E mi feci valere, non mi intimidii né scomparvi, tant’è che poi vincemmo il congresso e andai a fare il ministro del Bilancio.
***
Cosa resta da dire in questo numero di List? Della gioia infinita della Capitale romanista. E della forza di José Mourinho. Vincere. Perdere. Cadere. Rialzarsi. La lezione della vita.
06
La Roma, Mou e l'Italia. Il calcio, scuola di vita
Centomila persone al Circo Massimo, un oceano al Colosseo. Che immensa sbornia di gioia. Molte immagini raccontano la risalita, questa è una di quelle che restano perché la voglia della Capitale di gridare e vivere è enorme. Se la politica fosse ancora capace di leggere i dati della realtà, la festa per la vittoria della Roma contro il Feyenoord a Tirana nella Conference League, sarebbe un segnale da cogliere. La Roma che non aveva mai vinto un titolo Uefa. Un trofeo europeo dei club che mancava da più di un decennio. C'è molto da fare, da seminare, da raccogliere in una città-nazione che ha bisogno di segni di riscatto. E di eroi. La storia d'amore tra questa piazza pazza e l'allenatore portoghese è qualcosa che è una poetica scintilla. Il primo che la spegne, apre la porta del dolore inconsolabile, del rimpianto. Ma a volte è necessario, serve a provare il coraggio. Durare è il segreto di ogni avventura. E se manca il coraggio per farlo, se prevalgono i calcoli e la paura, allora è tutto finito. La Roma avrà la forza e il coraggio di non far andare via uno zingaro del cuore come Mou? Il dilemma del domani è tutto qui, nello sport, nell'esistenza di ogni giorno. Non è solo calcio.
Lo sport è spesso un prequel, un dato anticipatore di altri fenomeni. La vittoria dell'Italia di Roberto Mancini ai campionati europei (e poi la sua eliminazioni dai mondiali) era un altro elemento da tenere in gran conto per il nostro domani. Su e giù. Fatto e disfatto. Questo Paese ha enormi potenzialità inespresse. I dati sull'export del Made in Italy, moda, turismo, manifattura, sono un altro fattore da pesare. Stanno volando. C'è una gran voglia di Italia nel mondo. E l'Italia non è quella del Palazzo (escluso Draghi e pochi altri che sono eccellenza, nonostante l'enorme zavorra che devono trascinarsi), là fuori c'è un pianeta vivo. Roma giallorossa (e varrebbe anche in caso di vittoria della Lazio) è un fenomeno incredibile, c'è una energetica voglia di vittoria. Eh, sì, certo, c'è anche l'oppio dei popoli che è lo sport, c'è l'antica lezione del panem et circenses, ma io penso che qui ci sia terreno da dissodare, coltivare, mettere a frutto. Il calcio è scuola di vita. Chi vuole zappare, può coltivare la Vigna del Signore. Anche questa è un'antica lezione.
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3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.