6 Gennaio

La vera battaglia dei sindaci? Quella per il federalismo

Lo scontro sull'immigrazione è solo una guerra per la spartizione delle spoglie del Pd. L'obiettivo dei Comuni è un altro: più autonomia, più finanziamenti, meno Stato centrale. Un'indagine di Lorenzo Castellani su una polemica strumentale e sull'unico potere stabile in Italia

di Lorenzo Castellani

È iniziata la guerra per le ultime spoglie del Partito Democratico. I sindaci che protestano contro le norme del decreto sicurezza varato dal governo e proposto dalla Lega esprimono, oltre al disagio nei confronti di un  provvedimento convertito in legge dal Parlamento e promulgato dal Capo dello Stato, una volontà di cannibalizzazione del consenso che resta nel centrosinistra. La debolezza della attuale segreteria e l’esilio di Matteo Renzi dal Congresso hanno dato avvio alle manovre e la “disobbedienza civile”, messa in campo con i metodi discutibili del sabotaggio di una legge, è il sentiero per segnare posizioni, stringere alleanze, costruire visibilità mediatica. Questa la realtà effettuale della cosa. Tuttavia, agli occhi dello studioso della politica ciò che appare interessante è che l’iniziativa parta proprio dai Comuni per poi trasformarsi in una questione nazionale di pura lotta per il potere dentro e fuori una certa area politica. I sindaci di sinistra protestano contro una legge sull’immigrazione varata dal governo centrale quando, in realtà, avrebbero ben altri motivi politico-istituzionali da addurre alla propria causa. Per dichiarare una legge incostituzionale bastano i giudici d’altronde.

Il Comune, rarità in Italia, è un elemento politico stabile: le giunte tendono mediamente a durare ben più dei governi, gran parte dei sindaci riesce a governare per due mandati, il primo cittadino è eletto direttamente dai cittadini, esiste un sistema con le preferenze che permette una scelta reale dei candidati al Consiglio. Insomma è una delle poche istituzioni che funziona. Ciò dipende sia dalle caratteristiche istituzionali del Comuni sia dalla cultura del particolarismo assai diffusa in Italia, un paese ove ci si sente quasi sempre più legati alla propria città che al proprio Stato. I Comuni dovrebbero protestare, non per disobbedire ad una legge o per alimentare una polemica politica di piccolo cabotaggio, ma per...


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