17 Ottobre

La vera Brexit è quella del Regno

Boris Johnson sorprende tutti. L'uomo del No Deal chiude l'accordo con l'Unione europea, la parola passa a Westminster e non sarà una passeggiata. Lorenzo Castellani fa un giro di giostra nella terra di mezzo del Regno (dis)unito

Il Regno Unito e l'Unione europea hanno raggiunto l'accordo sulla Brexit.  Boris Johnson esulta: "Accordo eccellente, sabato il Parlamento lo approvi". Gli unionisti del Dup non ci stanno, BoJo cerca i voti mancanti e punta a spaccare il Labour. No  da Jeremy Corbyn e dai LibDem: "L'accordo va respinto, serve un referendum". Contrario anche Nigel Farage. Il Presidente Ue Jean-Claude Juncker: "Intesa equa ed equilibrata, non ci sarà nessuna proroga se il Parlamento inglese boccerà l'accordo".

di Lorenzo Castellani

In spregio a chi considerava il No Deal la prima ipotesi sul piatto di Boris Johnson, il primo ministro ha raggiunto un accordo con l’Unione Europea. La questione non è chiusa, perché il Parlamento di Westminster dovrà ratificare a maggioranza l’accordo. Non è detto che ciò accada e a quel punto resterebbe in tavola ancora il No Deal. Le sorti dell’accordo sono nelle mani dei parlamentari nord irlandesi. 

E qui si svela il punto centrale di tutta la faccenda: gli unionisti conservatori del DUP voteranno l’accordo oppure no? Sopporteranno un probabile affievolimento della posizione dell’Irlanda del Nord rispetto al resto della Gran Bretagna? Accetteranno di fare da confine, scopriremo presto a quali condizioni, con la UE? La questione è fondamentale perché mette a fuoco la reale posta in gioco della Brexit. 

Dobbiamo fare un passo indietro. La Brexit è stata raccontata dai media mainstream quasi esclusivamente come una questione tra Londra e Bruxelles, immaginando il Regno Unito nella sua interezza ed interpretando (male) il voto del referendum come una resa dei conti tra il continente e l’isola, tra un popolo altero e rancoroso e l’illuminata dirigenza europeista. Al solito la realtà è molto più complessa e sfaccettata. 

Il Regno Unito è, innanzi tutto, un paese distrutto, che cammina sul precipizio della deflagrazione istituzionale da anni, con una élite (inglese) che si sente minacciata...


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