20 Ottobre
L'altra scissione del Pd: al centro
Renzi a un passo dalla rottura con Franceschini. Cosa accadrà? Si apre lo spazio per un movimento politico al centro che si ispira a Prodi. Partita decisiva in direzione
E' guerra totale. Il generale Matteo Renzi ieri ha tracciato i confini del suo partito e in quel perimetro non c'è posto per le truppe di Dario Franceschini. La riunione dei circoli renziani a Milano non è stata l'occasione per accendere il calumet della pace, ma per sfoderare l'ascia. La cronaca sul Corriere della Sera stamattina parla di un Renzi "Visto che mancano mesi alle elezioni bisognerà riorganizzare il Pd, voglio farne un partito nuovo". Nel partito nuovo, non ci saranno candidature a pioggia per i fedelissimi del ministro dei Beni Culturali, troppo pericolosi e pronti al regime change dentro e fuori il Pd. Il problema è che mentre Renzi pensa di fare il partito nuovo, dall'altra parte del fiume democratico c'è chi sta accarezzando l'idea di lanciare un nuovo partito contro il segretario. Se non c'è spazio per l'area cattolica moderata, se l'appartenenza al clan renziano è la condizione unica per essere candidati, se il Pd deve essere il Renzistan, allora è meglio contarsi, organizzarsi e navigare nel mare aperto della legge elettorale proporzionale.
E' una battaglia navale dove qualcuno presto o tardi affonderà, ma le mappe nautiche sul ponte di comando delle varie flotte che hanno preso la via del mare sono squadernate: Renzi vuole limare e eliminare ogni posizione non allineata, Franceschini ha deciso di non tacere e prendere il sestante per studiare una nuova strategia. La polvere da sparo si è accesa quando il braccio destro e sinistro di Renzi, il ministro dello Sport Luca Lotti, con studiata imperizia diplomatica ha perentoriamente chiuso ogni discussione dopo il voto amministrativo: "Renzi ha vinto le primarie, fine della discussione". A quel punto la barba di Dario Franceschini è diventata incandescente: "Si sbaglia, è appena cominciata". Se il prudentissimo Dario parla, allora da qualche parte è scoppiato un...
E' guerra totale. Il generale Matteo Renzi ieri ha tracciato i confini del suo partito e in quel perimetro non c'è posto per le truppe di Dario Franceschini. La riunione dei circoli renziani a Milano non è stata l'occasione per accendere il calumet della pace, ma per sfoderare l'ascia. La cronaca sul Corriere della Sera stamattina parla di un Renzi "Visto che mancano mesi alle elezioni bisognerà riorganizzare il Pd, voglio farne un partito nuovo". Nel partito nuovo, non ci saranno candidature a pioggia per i fedelissimi del ministro dei Beni Culturali, troppo pericolosi e pronti al regime change dentro e fuori il Pd. Il problema è che mentre Renzi pensa di fare il partito nuovo, dall'altra parte del fiume democratico c'è chi sta accarezzando l'idea di lanciare un nuovo partito contro il segretario. Se non c'è spazio per l'area cattolica moderata, se l'appartenenza al clan renziano è la condizione unica per essere candidati, se il Pd deve essere il Renzistan, allora è meglio contarsi, organizzarsi e navigare nel mare aperto della legge elettorale proporzionale.
E' una battaglia navale dove qualcuno presto o tardi affonderà, ma le mappe nautiche sul ponte di comando delle varie flotte che hanno preso la via del mare sono squadernate: Renzi vuole limare e eliminare ogni posizione non allineata, Franceschini ha deciso di non tacere e prendere il sestante per studiare una nuova strategia. La polvere da sparo si è accesa quando il braccio destro e sinistro di Renzi, il ministro dello Sport Luca Lotti, con studiata imperizia diplomatica ha perentoriamente chiuso ogni discussione dopo il voto amministrativo: "Renzi ha vinto le primarie, fine della discussione". A quel punto la barba di Dario Franceschini è diventata incandescente: "Si sbaglia, è appena cominciata". Se il prudentissimo Dario parla, allora da qualche parte è scoppiato un incendio. E lui non s'è mai bruciato.
La risposta dell'uomo di Ferrara, il post-democristiano dal passo felpato e il tiro preciso come quello di un cecchino, ha svegliato i soldati assopiti nella garitta del Pd. L'ora dell'happy hour e delle riunioni intelligenti in terrazza al Nazareno è già finita, a quanto pare. E' tempo di tagliare teste. Franceschini avrà il suo posto e poco altro, il resto è roba dei renziani e come dice Lotti "fine della discussione". Il diavolo fa le pentole, ma i coperchi sono di Dio e quest'ultimo ha sempre avuto un rapporto speciale con la Democrazia cristiana, il partito che fu di Franceschini e altri. Altri chi?
E' qui che la storia diventa sempre più fitta e intrigante: c'è un filo rosso che lega Sergio Mattarella (l'altro ieri con un'intervista a Bloomberg ha spento l'idea di elezioni anticipate), Paolo Gentiloni, Enrico Letta e Romano Prodi. Gente che ha fondato riviste, think tank, fatto il vai e vieni tra chiesa e partito, forgiata nell'officina politica laica arricchita dall'esperienza del cattolicesimo democratico. Sono tutte cose che Renzi non mastica, non considera importanti, sono materiale per intellettuali che lui accantona alla voce fastidi da spostare lontano. Come la tenda di Prodi. Ma è proprio il Professore l'epicentro di quel che sta succedendo: il sondaggio di Demos pubblicato ieri da Repubblica è il manifesto di un dualismo che si sta materializzando non solo sul piano del dibattito politico, ma dell'organizzazione di forze nel campo del centrosinistra.
Cosa si sta materializzando all'orizzonte? Il titolare di List ieri sera ha incrociato una sua fonte e quando c'è di mezzo il Pd alla fine c'è sempre da scrivere. Così stamattina sul taccuino sono rimaste le note di una chiacchierata interessante che è diventata il seguito ideale del numero speciale di List di ieri. Si lavora sempre, anche la domenica, ma dove c'è il Pd c'è il serial tv e non si può tenere nulla nel cassetto. Ecco la sceneggiatura della seconda puntata così come è finita tra le pagine del moleskine, è lo scenario raccontato dalla fonte del titolare, tripla A:
- Renzi è nella fase caterpillar, io ho il partito in mano e non è detto che tu, Franceschini, possa essere rieletto con il Pd, se non ti piace te ne vai;
- Gli avversari interni di Renzi dicono: dobbiamo fare il centrosinistra, ma lui non ha nessuna intenzione di scendere a patti con nessuno prima del voto;
- Il segretario ha spostato tutti gli appuntamenti del partito per stendere subito Franceschini e chiunque altro voglia proporre una strategia alternativa. Ha posticipato il suo intervento alla riunione dei circoli per "coprire" sui media la riunione in piazza a Roma del partito nascente di Giuliano Pisapia; la direzione del partito inizialmente prevista per il 10 luglio è stata spostata via mail al 6 luglio. Quattro giorni prima in politica possono essere questione di vita o di morte, Renzi ha fretta;
- La chiusura dell'Unità e il contemporaneo lancio di Democratica sono l'altro segnale dell'accelerazione e determinazione con cui Renzi sta mettendo in atto il suo piano. A terra i giornalisti e il dissidente Staino, subito in mare aperto il giornale diretto da Andrea Romano;
- Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è preoccupato dall'accelerazione del segretario, vede cerbottane ovunque e il suo siero anti-veleno sta finendo, si è perfino messo in testa "di farlo ragionare" (Renzi), ma con la sua pur nobile moral suasion otterrà poco, nei disegni di Renzi il suo governo doveva cadere in febbraio, il fatto che sia ancora in carica è un altro contrattempo nella sua strategia da bulldozer;
- Se Franceschini realizza che non può candidare i suoi, se ne va;
- Renzi ha perso ogni contatto con le piccole sigle che non hanno potere di interdizione sul piano nazionale, ma a livello locale, nella raccolta dei voti, pesano ancora: i socialisti di Nencini, quelli che in Alleanza Popolare, a differenza di Alfano hanno i loro voti, altre sigle che in un sistema elettorale proporzionale si sommano, pesano e alla fine in un necessario sistema di alleanze fanno e disfano i governi (do you remember, Prima Repubblica?);
- Lo scenario politico per il Pd volge al peggio e proprio per questo Renzi si muove con il turbo inserito e il casco da Formula 1 in testa: banche, crollo del consenso a livello locale con i sindaci dimezzati nelle regioni rosse, la crisi migratoria che porta polemiche e toglie altri voti, l'arrivo di una legge di stabilità da 20 miliardi di cui nessuno sa l'inizio e la fine, la rimonta ormai non più eventuale del centrodestra, la sempre più efficace presenza di Berlusconi sui media, sono per il segretario una minaccia concreta, per lui è una battaglia di sopravvivenza politica e la barba di Dario Franceschini può essere tagliata di netto senza troppe sottigliezze da Figaro;
- Infine, il vero centro del Maelstroem, il vortice partito da Bologna: Prodi. E' il terzo colpo di questa storia. Dopo la scissione nel Pd e la rottura totale con Alfano, una rottura dei patti e dei piatti con relativo lancio di torte in faccia con Franceschini e i suoi porterebbe a conseguenze fino a ieri inimmaginabili: il Professore può diventare il catalizzatore di una "corsa selvaggia" per far lievitare nel giro di poche settimane un movimento con Franceschini, Enrico Letta e la galassia dei cattolici oggi sparsa ovunque, ma pronta a riunirsi sotto le insegne prodiane.
Andrà così? Se ne parla sottovoce e questo in politica significa tanto, vuol dire che la porta è a un passo e le dita sono poggiate sulla maniglia. Apro? Chiudo? Può succedere di tutto. Nel frattempo la sabbia nella clessidra ha cominciato a scorrere rapidamente, come spinta dal vento. Segnali, puntini luminosi, boe che indicano un percorso. Oggi Romano Prodi scrive sul Messaggero il suo editoriale, è dedicato alla vicenda del salvataggio delle due banche venete. Prodi difende l'intervento del governo Gentiloni con il denaro pubblico, ma qualche riga dopo tira due stoccate e lancia un avviso. La prima stoccata è sulle buone ragioni delle critiche piovute dalla Germania ("Bisogna ammettere che le pesanti critiche negative pervenute da parte germanica sul salvataggio delle banche venete sono del tutto giustificate in quanto “decisamente in violazione dello spirito dell’Unione bancaria e del senso per cui è stata creata”), la seconda stoccata è sulla vigilanza inefficace delle istituzioni ("bisogna cioè riflettere sull’efficacia degli strumenti di sorveglianza della Banca d’Italia e sulla debolezza del coordinamento fra il Ministero dell’Economia e la stessa Banca d’Italia"), l'avviso è quello di chi dice non è finita qui: "Riflettiamo infine sul fatto che, con il salvataggio delle banche venete, il nostro sistema bancario può esprimere un sospiro di sollievo ma che i problemi che stanno alla base della sua persistente debolezza sono ancora presenti e minacciosi". E un editoriale senza dubbi da Prodi, da capo di governo. Dove Renzi non c'è (programma politico, quadro e visione generale del paese e dell'Europa) il Professore è presente, occupa lo spazio, non perde un colpo. E' una presenza mediatica sempre più intensa.
I prodiani non esistono, ha detto Prodi l'altro ieri dando una risposta ironica a Renzi che gli chiedeva di spostare la tenda lontano dal Pd. Renzi sarà accontentato, ma il problema è che sotto la tenda di Prodi potrebbero arrivare Franceschini, Enrico Letta e altri politici non allineati. Non hanno voti? Questo dicono i turbo-renziani, questo ha sostenuto il segretario anche ieri con un intervento che tradiva un tono di troppo nella voce: "Fuori dal Pd c'è la sconfitta". Può darsi, ma al netto delle vittorie (primarie del Pd e elezioni europee) e sconfitte accumulate da Renzi nell'ultimo anno (dalle regionali del 2015 salvate dalle affermazioni di due avversari, De Luca e Emiliano, si passa al referendum costituzionale di dicembre e si arriva al crollo nel voto locale di qualche giorno fa) c'è chi fa altri calcoli. Perfino tra i renziani c'è qualcuno con i piedi per terra che ha preso carta e penna e ha cominciato a fare i conti. E non sono così sicuri che tutta vada alla grande.
Romano Prodi è un leader virtualmente in campo. E fa paura. Il sondaggio di Demos pubblicato ieri da Repubblica è un gong per il pugile all'angolo del ring: il Professore nel gradimento degli elettori di centrosinistra è a un solo punto da Renzi (61 a 60), il segretario ha un vantaggio sul Prof tra gli elettori del Pd (77 a 57) ma crolla quando bisogna chiedere la fiducia all'ala sinistra dello spazio politico progressista, qui Prodi è la superstar con 74 punti contro i 20 di Renzi. Prodi supera di gran lunga tutti, Bersani (67), Pisapia (63), Speranza (39), D'Alema (30) e Gentiloni (57). Cosa significa tutto questo? Che Prodi è l'unico soggetto unificante del centrosinistra. Si alza una voce dal loggione: Renzi ha segato l'Ulivo e spaccato l'Unione! Vero, ma proprio questa strategia rischia di essere un altro passo nel vuoto: se l'idea è quella di andare al voto con il sistema proporzionale, di contarsi senza alleanze, di avere le mani libere, quello è il terreno ideale di un movimento d'opinione battezzato da Prodi, organizzato da Dario Franceschini e spruzzato di rivincita da Enrico Letta.
Quanti voti raccoglierebbe? Visti i numeri e l'aria che tira là fuori, un esperimento centrista che guarda a sinistra avrebbe i voti per consegnare a Renzi la pergamena di una dolorosa sconfitta, gli toglierebbe i seggi che servono per fare un governo stabile con Berlusconi (stamattina Andrea Orlando ha (ri)chiesto il referendum tra gli iscritti del partito su un'alleanza con il Cavaliere) e soprattutto leverebbe a Renzi l'interlocuzione necessaria a sinistra. Possibile? In politica niente è impossibile. Dipende da cosa farà Renzi nelle prossime ore, dall'esito della direzione del Pd il 6 luglio, dalla pazienza di Franceschini, dai posti disponibili in lista, dal carattere di Renzi, dal clima cospiratorio che si respira nel Pd. Ci sono le condizioni per un crac colossale. E stavolta non è più una faccenda di ennemis à gauche! Il potenziale avversario non è a sinistra, ma è piazzato al centro con un punto di riferimento ideale che ha un suo consenso personale, è ancora fonte di immaginario politico, Prodi.
Renzi potrebbe riuscire nella gloriosa impresa di aver provocato una scissione a sinistra e la (ri)nascita di un partito politico al centro con gli eredi della Balena Bianca di ieri, oggi e domani. Non succede, ma se succede... applausi!
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forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.