13 Aprile
L'America e la guerra senza diplomazia
Inflazione record (+8,5% a marzo), petrolio di nuovo sopra i 100 dollari, sondaggi a picco. Biden usa la parola "genocidio", accusa il Cremlino di aver causato la corsa dei prezzi record, ma il Wall Street Journal ricorda alla Casa Bianca che "questa non è l'inflazione di Putin". Macron prende le distanze dal presidente Usa: "Non sono sicuro che l'escalation di parole servirà alla causa"
A che punto è la guerra? È entrata nelle case dell'Occidente sotto forma di conto del carrello della spesa. L'impatto del conflitto è solo all'inizio, la Russia e l'Ucraina sono due depositi di materie del mondo intero. Tirare giù Putin (questo è il disegno) non è come dare un colpo a Saddam o Gheddafi, significa entrare nella spirale del disaccoppiamento dalle forniture di base: petrolio, carbone, gas, terre rare, fosfati per i fertilizzanti, grano, soia, olio di semi, l'elenco è sterminato e ognuno di questi elementi serve per fare le cose che fanno funzionare le cose. Da ieri sera il petrolio è tornato a correre, le speranze di pace a breve sono poche: i future sui contratti Wti avanzano dell'1,28% a 101,8 dollari al barile mentre quelli sul Brent guadagnano l'1,47%% a 106,18 dollari al barile. Prezzi energetici alti, inflazione alta, costo della vita alto, morale basso, problemi nelle economie avanzate. È il risultato del campo di battaglia, delle sanzioni e soprattutto della zero diplomazia.
La partita non è quella tra Ucraina e Russia, il duello è tra Stati Uniti e Russia, un confronto antico, gli americani non l'hanno mai vinto e non possono vincerlo senza entrare nella spirale dell'autodistruzione. La forza della deterrenza nucleare è esattamente questo, nient'altro che questo, l'impossibile (e possibile) conflitto dove non vince nessuno. E sul campo ci siamo noi.
01
Il problema politico dell'America, la guerra e il "genocidio"

Lui, Biden, si trova in una situazione (de)generata dalle contraddizioni della sua politica. La guerra in Ucraina doveva essere un diversivo perfetto per ristabilire fiducia nel Commander in Chief dopo il disastroso ritiro in Afghanistan (che l'ha incoraggiata, l'invasione di Putin), ma il combinato-indisposto di politiche irreali (l'agenda monopolizzata da temi identitari, il...
A che punto è la guerra? È entrata nelle case dell'Occidente sotto forma di conto del carrello della spesa. L'impatto del conflitto è solo all'inizio, la Russia e l'Ucraina sono due depositi di materie del mondo intero. Tirare giù Putin (questo è il disegno) non è come dare un colpo a Saddam o Gheddafi, significa entrare nella spirale del disaccoppiamento dalle forniture di base: petrolio, carbone, gas, terre rare, fosfati per i fertilizzanti, grano, soia, olio di semi, l'elenco è sterminato e ognuno di questi elementi serve per fare le cose che fanno funzionare le cose. Da ieri sera il petrolio è tornato a correre, le speranze di pace a breve sono poche: i future sui contratti Wti avanzano dell'1,28% a 101,8 dollari al barile mentre quelli sul Brent guadagnano l'1,47%% a 106,18 dollari al barile. Prezzi energetici alti, inflazione alta, costo della vita alto, morale basso, problemi nelle economie avanzate. È il risultato del campo di battaglia, delle sanzioni e soprattutto della zero diplomazia.
La partita non è quella tra Ucraina e Russia, il duello è tra Stati Uniti e Russia, un confronto antico, gli americani non l'hanno mai vinto e non possono vincerlo senza entrare nella spirale dell'autodistruzione. La forza della deterrenza nucleare è esattamente questo, nient'altro che questo, l'impossibile (e possibile) conflitto dove non vince nessuno. E sul campo ci siamo noi.
01
Il problema politico dell'America, la guerra e il "genocidio"

Lui, Biden, si trova in una situazione (de)generata dalle contraddizioni della sua politica. La guerra in Ucraina doveva essere un diversivo perfetto per ristabilire fiducia nel Commander in Chief dopo il disastroso ritiro in Afghanistan (che l'ha incoraggiata, l'invasione di Putin), ma il combinato-indisposto di politiche irreali (l'agenda monopolizzata da temi identitari, il propellente dello scontro interno all'America), ideologia dell'ecologismo insostenibile (decantare l'idrogeno che non c'è, mentre il mondo va a tutto gas), problemi della catena della manifattura globale, reazione dura del cartello dei produttori di petrolio e gas (il formato Opec+, con la Russia), l'alleanza del "resto del mondo" contro gli Stati Uniti (guardate le risoluzioni Onu sulla Russia), il rimbalzo dell'economia post-coronavirus e l'economia autarchica cinese in fase di bio-sicurezza permanente (nel porto di Shangai in questo momento non si muove un container, lockdown), i problemi della riconversione del settore dell'automobile (la mobilità, fondamentale in qualsiasi economia avanzata), la sua elettrificazione per i ricchi in un mondo occidentale dove le classi medie si stanno impoverendo, mentre le distanze da percorrere sono quelle per diesel e benzina, questi fattori (e molti altri), hanno messo l'amministrazione americana all'angolo. C'è poi lui, Biden, che dice cose che ne tradiscono i disegni, i sogni, i limiti di una presidenza senile. Per sapere, per capire, frase pronunciata ieri da Biden:
Il vostro bilancio familiare, la vostra capacità di fare il pieno - niente di tutto ciò dovrebbe dipendere dal fatto che un dittatore dichiari guerra e commetta un genocidio dall'altra parte del mondo.
Siamo in presenza di due fatti: il primo è che Biden crea un link diretto tra l'inflazione americana (pre-esistente alla guerra, è un problema di politiche economiche che il conflitto ha inasprito, non creato) con la Russia, ha deciso di imputare al presidente russo i problemi della sua politica economica e lo fa in maniera grezza, mettendo insieme cose sulle quali occorrerebbe estrema prudenza, diplomazia nei confronti della tragedia Ucraina; il secondo, è l'uso della parola "genocidio" che ha un significato preciso e viene usata in una maniera che non ha alcuna base reale sul piano dei fatti e tanto meno su quello storico-politico, Putin non ha un programma di sterminio di un popolo, non c'è un documento ideologico, un piano per cancellare gli ucraini, il Cremlino conduce la la guerra come tutte le guerre: è sporca, brutale, piena di crimini, orrenda. Sono fatti diversi e le parole usate per descriverla hanno una collocazione semantica che ne delimita i confini, li sottopone al giudizio dei tribunali (quando e se arriverà mai) e soprattutto della storia.
02
Massacri e cultura. La rimozione occidentale
Le élite occidentali che giustamente fanno appello ai diritti umani, alle convenzioni internazionali, dovrebbero leggere con attenzione due libri che servono per storicizzare e mettere nel giusto contesto quanto accade.
Il primo si intitola Massacri e cultura, capolavoro di Victor Davis Hanson, analizza le ragioni per cui "l'Occidente ha vinto" grazie alla supremazia militare:

Dal racconto delle battaglie (illustrato con le mappe), emergono fatti che oggi sarebbero classificati come "crimini di guerra" e buona parte riguardano il nostro modo di condurla fino alla vittoria. Sono elementi che sono espunti dal dibattito contemporaneo, ma sono a disposizione di chiunque abbia a cuore la verità storica. Dalla battaglia di Canne, Gaugamela, Poitiers, Tenochtitlán, Lepanto, Rorke's Drift, fino alle Midway e all'offensiva sul Tet, il massacro è una costante, l'uccisione di esseri umani "è la piena realizzazione" della guerra. E come ricorda Victor Davis Hanson "a determinare se dopo l'ora fatale del combattimento migliaia di giovani, in gran parte innocenti, saranno vivi o a brandelli, è la cultura entro la quale si muovono gli eserciti". La nostra cultura.
Il secondo libro si intitola Il Serpente e la Colomba, opera molto importante di Walter Russell Mead, racconta le fasi di espansione e isolamento della politica americana, un ciclo continuo che si ripete:

Questa storia della politica estera degli Stati Uniti definisce il contesto, spiega le ragioni dell'interventismo americano, la sua potenza militare, l'uso della forza e le fasi in cui le amministrazioni decidono di rientrare nella "fortezza" e lasciare che il mondo faccia le sue guerre, consumi i suoi conflitti. Ogni presidente pensa di non dover fare la guerra, poi la Storia si incarica di cambiare la sua missione e lo proietta sul campo di battaglia.
Biden stamattina ha ribadito: "Sì, ho parlato di genocidio perché è sempre più chiaro che Putin sta cercando di cancellare l'idea di essere ucraini. Lasceremo agli avvocati decidere come qualificarlo a livello internazionale, ma di sicuro è quello che sembra a me", ha concluso il presidente. Non è una questione solo di avvocati, è politica.
Volodymyr Zelensky ha ringraziato Biden per aver usato la parola "genocidio" per descrivere l'invasione russa dell'Ucraina. "Parole vere di un vero leader. Chiamare le cose con il loro nome è essenziale per resistere al male. Siamo grati per l'assistenza degli Stati Uniti fornita finora e abbiamo urgente bisogno di armi più pesanti per prevenire ulteriori atrocità russe".
Tutto bene? No, perché Emmanuel Macron ha rimesso la ragione al centro del dibattito: "Direi che la Russia ha iniziato unilateralmente una guerra brutale, che è ormai accertato che crimini di guerra sono stati commessi dall'esercito russo e che ora dobbiamo trovare i responsabili", ha detto il presidente francese. "È una follia quello che sta succedendo, è una brutalità inaudita, ma allo stesso tempo sto guardando i fatti e voglio cercare il più possibile di continuare a essere in grado di fermare questa guerra e ricostruire la pace, quindi non sono sicuro che l'escalation di parole servirà alla causa". Ancora una volta Macron cerca di far prevalere la diplomazia e prende le distanze da Biden.
03
Inflazione record in America, la più alta dal 1981
L’inflazione ha colpito ancora: a marzo negli Stati Uniti ha toccato quota +8,5% annuo, il massimo dal 1981. Le borse europee hanno chiuso in rosso, quella americana altrettanto, il petrolio nel giro di poche ore è schizzato da 98 dollari a 104 dollari, una progressione da Marcell Jacobs sulla pista dei 100 metri. Tre grafici, il primo è l'andamento dell'inflazione negli Stati Uniti mese su mese:

Il secondo, l'andamento della curva tendenziale annua dell'inflazione americana:

Osservate come l'inflazione anche depurata dalla dinamica dei prezzi del cibo e dell'energia sia altissima (al 6,5%). E il terzo grafico è lo spacchettamento dei settori merceologici il cui prezzo è decollato a razzo:

La benzina è aumentata del 48%, l'olio combustibile del 70%, le auto usate del 35% (e quelle nuove del 12%) e via così in un concerto di piatti rotti e tamburi sfondati.
04
La Casa Bianca con i sondaggi sotto i tacchi
Un disastro economico, una tragedia politica per Biden. Gradimento del presidente? Eccolo, sondaggio Cbs/YouGov condotto tra il 5 e l'8 aprile:

Biden ci prova con la guerra (riunirà i maggiori produttori di armi alla Casa Bianca per discutere delle forniture all'Ucraina, la guerra sarà lunga), e naturalmente lo sturm und drang economico è "tutta colpa a Putin" (i numeri sono visibili, il problema c'era prima della guerra di Vladimir, le cause le abbiamo elencate con largo anticipo su List), ma il gradimento del presidente è da morale sotto i tacchi: solo il 42% degli americani è soddisfatto del lavoro e l'anno scorso all'ingresso alla Casa Bianca Biden volava con 20 punti in più rispetto a oggi. Il tempo cambia molte cose nella vita (Battiato è per sempre).
Un amico ha fatto una battuta: se l'inflazione è come nel 1981, allora tra poco torna anche Ronald Reagan. Nello sberleffo c’è una verità, perché con questi numeri, questa rotta, questa politica, Joe Biden perderà le elezioni di mid-term in novembre e a precipizio anche la sfida del 2024 con i repubblicani. Guidati da Trump? Tutto è possibile, anche un ritorno del phonato di Manhattan. A giudicare dal numero di giudici che gli danno la caccia e di giornalisti che gli rovistano cassa e lenzuola, fa molta paura ai democratici i quali scarseggiano alla Casa Bianca ma sono imbattibili in tribunale e nelle redazioni di giornali e televisioni.
Senza voler infierire, ma coltivando il giusto, siamo vicini al dolore che ha colpito i cervelloni dell'establishment che avevano profetizzato un'inflazione temporanea. Sono trascorsi mesi, siamo al massimo e la chiusura del porto di Shanghai sembra la tempesta perfetta. Quanto al presidente americano, ieri dalla Casa Bianca aveva fatto filtrare che l'inflazione di marzo sarebbe stata "straordinariamente elevata", poi aveva preannunciato un suo intervento dall'Iowa e alla fine ha scaricato la colpa su Putin.
Il Wall Street Journal ricorda al presidente la verità: "Questa non è l'inflazione di Putin", anche se "lo staff della Casa Bianca si è affrettato in forze lunedì mattina ad anticipare che i dati sarebbero stati brutti e a dare la colpa a Putin". Secondo il Wsj "l'inflazione non ha aspettato di manifestarsi fino all'invasione dell'Ucraina, e ormai sarà difficile ridurla". La tendenza al rialzo dei prezzi, ricorda il Wsj, "è cominciata sul serio un anno fa all'inizio della presidenza Biden. Ha accelerato per la maggior parte degli ultimi 12 mesi. Ovvero, molto tempo prima che Putin decidesse di invadere".
05
Il bollettino senza pace
Il resto della giornata va secondo copione: roboanti dichiarazioni di Zelensky che ha chiesto di nuovo lo stop dell'Unione europea al gas russo (e più armi; nel frattempo Putin consolida le posizioni sui territori occupati (pari all'estensione del Regno Unito, circa 130 mila km2, operazione condotta in soli 47 giorni) intervento di ghiaccio bollente di Putin sul conflitto "inevitabile" e la certezza del raggiungimento di "tutti gli obiettivi" e i colloqui di pace che sono "a un punto morto"; la resa a Mariupol di oltre 1000 soldati ucraini (fonte Difesa russa), la fine del battaglione Azov (forse, perché Kiev annuncia rinforzi), l'annuncio quotidiano di Anthony Blinken sull'uso di armi chimiche da parte dei russi e le "informazioni credibili" in possesso degli Stati Uniti (con il precedente delle armi di distruzione di massa che aveva Saddam nel 2003 è una frase che ha bisogno di prove); l'ennesimo appello nel vuoto del Papa su "la guerra che scuote le nostre coscienze" (a quanto pare non di tutti).
06
L'arresto in Ucraina dell'oligarca amico di Putin
L'oligarca ucraino di origini russe ed ex deputato, Viktor Medvedchuk, molto vicino al presidente Vladimir Putin, e' stato catturato dai servizi segreti di Kiev (Sbu). La notizia è stata data dal presidente Zelensky, sul suo canale Telegram dove ha postato una foto dell'uomo vestito con una mimetica ma senza fornirne il nome. "Un'operazione speciale èstata portata a termine grazie alla Sbu. Ben fatto! Seguiranno dettagli. Gloria all'Ucraina!". Medvedchuk è il leader del partito filo-russo 'Piattaforma di opposizione', imprenditore in diversi settori tra cui quello dei media. A fine febbraio, era fuggito dagli arresti domiciliari in cui si trovava con l'accusa di alto tradimento per il sostegno fornito ai separatisti del Donbass.
07
Macron a caccia dei voti di Mélenchon
Il fatto politico della guerra, il suo impatto, si vede in Francia, con una campagna per il secondo turno delle elezioni presidenziali che è partita a razzo. Macron e Le Pen si giocano tutto in due settimane. La leader di Rn ha cominciato una campagna a tutto gas (e prezzo della benzina, pensioni, potere d'acquisto), ha ribadito che "non c'è nessun piano per uscire dall'Unione europea", Macron è andato a Strasburgo, coltiva le terre dove ha vinto Mélenchon, prova a allargare la sua base, tocca il tasto della "deriva autoritaria", il rischio Le Pen, e il voto cruciale per l'Europa, la vittoria non è affatto scontata. Prima pagina di Le Monde:

Macron è ancora il favorito, ma le probabilità di vittoria di Le Pen secondo i bookmaker sono 1 su 5. Qualcuno pensa che siano poche, domanda: salireste su un treno che ha 1 su 5 possibilità di scontrarsi con un altro treno? Ecco perché l'elezione del presidente in Francia è ancora una storia aperta. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.