16 Dicembre
L'America, il barile, l'auto e l'Italia indietro tutta di Di Maio
Gli Stati Uniti per la prima volta in 75 anni sono un esportatore netto di petrolio. La sfida globale tra i titani e il nanismo anti-industriale del governo italiano in versione pentastellata. L'ecotassa sull'auto spacca l'esecutivo, la Lega cancella tutto, i grillini insistono sugli incentivi per l'elettrico. Scenario della nostra decrescita infelice
Gli Stati Uniti la settimana scorsa sono diventati esportatori netti di petrolio, è la prima volta da 75 anni. Questa è non solo una notizia, ma un gigantesco bagliore sul campo di battaglia della geopolitica, segnala che una potenza considerata in declino e in ripiegamento in realtà avanza sul campo di battaglia con un'arma che prima non aveva: l'autonomia energetica. Siamo di fronte a un enorme cambiamento e le ultime settimane ne sono la prova: l'America oggi è capace di influenzare in maniera decisiva il prezzo del petrolio, mette l'Opec di fronte al fatto che dai giacimenti americani vengono estratti ogni giorno oltre 11 milioni di barili di petrolio.
Il boom americano ha un quadro politico interno divertente. Come ricorda il Wall Street Journal, Barack Obama si è recentemente vantato dei risultati della produzione di shale oil e gas ("Sapete che l'America all'improvviso è diventata il più grande produttore di petrolio. . . . è merito mio, gente". Non è vero, come spiega il WSJ il decollo dell'estrazione petrolifera è stato possibile sui terreni privati e non pubblici e il mercato ha dovuto far fronte a continue restrizioni regolatorie. È l'amministrazione Trump ad aver invertito la rotta e sono le aziende dell'energia a investire in infrastrutture per l'esplorazione, l'estrazione e il trasporto.
01
Il nuovo titano del petrolio e del gas
Questa è la mappa dei giacimenti di Oil & Gas degli Stati Uniti:
Questo è il numero di impianti di perforazione attivi secondo l'ultimo report di Baker Hughes:
La rivoluzione tecnologica (fraking e esplorazione orizzontale) ha permesso ai drillers americani di produrre a basso costo e saltare sul carro che per 60 anni aveva visto il cartello dell'Opec dominare il mercato dell'energia. È un cambio del paradigma della politica estera e come abbiamo visto gli effetti sono giganteschi: il ritiro degli Stati Uniti dai conflitti nell'area...
Gli Stati Uniti la settimana scorsa sono diventati esportatori netti di petrolio, è la prima volta da 75 anni. Questa è non solo una notizia, ma un gigantesco bagliore sul campo di battaglia della geopolitica, segnala che una potenza considerata in declino e in ripiegamento in realtà avanza sul campo di battaglia con un'arma che prima non aveva: l'autonomia energetica. Siamo di fronte a un enorme cambiamento e le ultime settimane ne sono la prova: l'America oggi è capace di influenzare in maniera decisiva il prezzo del petrolio, mette l'Opec di fronte al fatto che dai giacimenti americani vengono estratti ogni giorno oltre 11 milioni di barili di petrolio.
Il boom americano ha un quadro politico interno divertente. Come ricorda il Wall Street Journal, Barack Obama si è recentemente vantato dei risultati della produzione di shale oil e gas ("Sapete che l'America all'improvviso è diventata il più grande produttore di petrolio. . . . è merito mio, gente". Non è vero, come spiega il WSJ il decollo dell'estrazione petrolifera è stato possibile sui terreni privati e non pubblici e il mercato ha dovuto far fronte a continue restrizioni regolatorie. È l'amministrazione Trump ad aver invertito la rotta e sono le aziende dell'energia a investire in infrastrutture per l'esplorazione, l'estrazione e il trasporto.
01
Il nuovo titano del petrolio e del gas
Questa è la mappa dei giacimenti di Oil & Gas degli Stati Uniti:
Questo è il numero di impianti di perforazione attivi secondo l'ultimo report di Baker Hughes:
La rivoluzione tecnologica (fraking e esplorazione orizzontale) ha permesso ai drillers americani di produrre a basso costo e saltare sul carro che per 60 anni aveva visto il cartello dell'Opec dominare il mercato dell'energia. È un cambio del paradigma della politica estera e come abbiamo visto gli effetti sono giganteschi: il ritiro degli Stati Uniti dai conflitti nell'area del Mediterraneo e del Medio Oriente è solo quello più visibile. Come abbiamo raccontato su List, questo ritiro non sarà mai totale per una ragione semplice e inesorabile: gli Stati Uniti hanno una naturale vocazione imperiale (non imperialistica) che li costringe a essere una forza globale.
Uno sguardo alle esportazioni di petrolio dà chiaramente l'idea di cosa sia l'impero e di quali sottintese relazioni sia fatto il mondo in cui viviamo. Chi è il principale cliente del petrolio americano?
La Cina è il paese che assorbirà il petrolio americano, più di una volta ha superato anche il Canada nella classifica degli importatori. Washington e Pechino sono in guerra commerciale e, infatti, se osservate il grafico qui sopra nelle ultime due colonne a destra, vedrete che non c'è il colore giallo, questo vuol dire che gli Stati Uniti in agosto e settembre di quest'anno hanno fermato le esportazioni di petrolio in Cina. Sul tavolo di Trump e Xi Jinping ci sono milioni di barili di petrolio. È il gioco dei giganti.
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Ci sono anche i nani. Più nani di prima, è un tragicomico effetto del nanismo mentale.
02
L'Italia con poca energia e un governo indietro tutta
L'Italia è un paese che ha gas e petrolio. Quel poco che abbiamo facciamo di tutto per non estrarlo. Il Consiglio dei ministri in versione pentastellata l'altro ieri ha deciso di bloccare un impianto di ricerca di petrolio in Basilicata, dove già esiste il più grande giacimento onshore d'Europa. Di Maio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo che non lavora e non sviluppa ha fatto l'annuncio in dirette Facebook. La vita per lui è online. Questo fenomeno della nostra politica, non si pone questa semplice domanda: quanta energia importiamo in Italia? Ecco il quadro del bilancio energetico nazionale, lo trova nei cassetti del suo ministero:
Traduzione: importiamo oltre il 75 per cento dell'energia. Per l'esattezza "la quota delle importazioni nette rispetto al fabbisogno energetico nazionale, un indicatore del grado di dipendenza del Paese dall’estero, cresce lievemente, passando dal 75,7 per cento nel 2016 al 76,5 per cento nel 2017".
In queste condizioni, il governo ferma la ricerca di petrolio in Italia. Lo compriamo dagli altri. E la bolletta energetica sale. Applausi.
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Che facciamo? Dopo l'energia, parliamo di cambiamento climatico, in Polonia 200 paesi hanno discusso e tradotto in azioni da compiere il Trattato di Parigi sul cambiamento climatico.
03
Il trattato di Parigi, il clima e l'industria
Molto citato e poco letto, l'accordo di Parigi del 2015 sul cambiamento climatico è un documento (potete scaricarlo dall'archivio di List) di buona volontà di 27 pagine e 29 articoli che ha come scopo primario quello di ridurre le emissioni di gas serra nell'atmosfera. Essendo impossibile fermare l'attività dell'uomo e del tutto irrealistico procedere verso utopie pericolose come la decrescita (in)felice, bisogna lavorare per migliorare la tecnologia e incrementare i risultati della ricerca applicata. L'articolo chiave dell'accordo è il 2°: "
1. Il presente Accordo, nel contribuire all’attuazione della Convenzione, inclusi i suoi obiettivi, mira a rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, nel contesto dello sviluppo sostenibile e degli sforzi volti a sradicare la povertà, anche tramite:
(a) il mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali, e proseguire l’azione volta a limitare l’aumento di temperatura a 1,5° C rispetto ai livelli pre-industriali, riconoscendo che ciò potrebbe ridurre in modo significativo i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici;
(b) l’aumentare la capacità di adattamento agli effetti negativi dei cambiamenti climatici e promuovere lo sviluppo resiliente al clima e a basse emissioni di gas ad effetto serra, di modo che non minacci la produzione alimentare;
(c) il rendere i flussi finanziari coerenti con un percorso che conduca a uno sviluppo a basse emissioni di gas ad effetto serra e resiliente al clima.
2. Il presente Accordo sarà attuato in modo da riflettere l’equità ed il principio di responsabilità comuni ma differenziate e rispettive capacità, alla luce delle diverse circostanze nazionali.
Questo accordo fatto di principi base va tradotto in azioni concrete. A questo ha contribuito il meeting COP24 che si è chiuso ieri a Katowice, in Polonia.
La buona volontà si scontra subito con la realtà della competizione globale, così gli Stati Uniti con l'amministrazione Trump si sono sfilati dall'accordo. È una decisione politica presa alla luce del confronto serrato per la supremazia mondiale con la Cina. Questo non significa che l'America inquinerà di più, al contrario, l'industria americana è concentrata come nessun altro soggetto sull'efficienza tecnologica e la riduzione delle emissioni. Non è una questione di spinta ideale (che in molti è pur presente) ma di semplice convenienza economica. Questo è un flash di un documento della Commissione Globale sull'Economia e il Clima:
Il problema si chiama transizione. Ha i suoi costi - e come abbiamo visto con la tassa sui carburanti in Francia,presenta dei rischi politici enormi - i suoi tempi e soprattutto i suoi attori. Bisogna leggere il contesto sociale, economico e soprattutto storico. Paesi come Cina e India sono nel pieno della loro rivoluzione industriale, questo significa che producono di più, consumano di più, rendono disponibili ai loro cittadini beni e servizi che prima non avevano. A questa rivoluzione corrisponde l'emissione di gas serra. A loro volta è un dato certo che Cina e India diminuiranno in futuro le emissioni, non per effetto dell'accordo sul clima, ma per lo sviluppo della loro industria, il miglioramento degli impianti, la sostituzione del parco delle loro auto con veicoli elettrici (già oggi la Cina rappresenta il 40 per cento del mercato delle auto elettriche, tra l'altro piccolissimo sul totale circolante), la costruzione di centrali nucleari e fonti di produzione di energia pulita. L'accordo di Parigi va bene, è un documento ideale ma sarà la tecnologia a dettare i tempi, il ritmo, la forza del cambiamento. L'industria non è il nemico ma il principale alleato in questa campagna per migliorare il clima.
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È esattamente quello che non hanno capito Di Maio e i grillini al governo. La Lega li seguirà su questa china? Salvini sta vivendo tempi interessanti. Forse troppo.
04
Ecotassa. La Lega la cancella, i grillini s'infuriano
Mentre ancora non è chiuso il negoziato con Bruxelles (oggi si tirerà una riga e si deciderà che fare, ci sono 3.5 miliardi di euro che dividono la Commissione Ue e il governo) tra Lega e Movimento Cinque Stelle volano i materassi.
La Lega ha fatto la mossa, era attesa: sopprimere la tassa sull'acquisto delle automobili più inquinanti e il bonus per chi compra vetture a basso impatto ambientale. La Lega ha presentato l'emendamento alla manovra e si tratta di una cancellazione totale del testo del Movimento Cinque Stelle che era stato approvato a Montecitorio. "Come governo siamo contrari a qualsiasi nuova tassa, sulle auto come su altro. Se gli amici del Movimento Cinque Stelle trovano le coperture per nuovi incentivi saremo ben contenti", commenta il viceministro all'Economia Massimo Garavaglia, leghista. Risponde Michele Dell'Orco, autore del testo sull'ecotassa, grillino: "L'incentivo per le auto a trazione elettrica o ibrida, sostiene, è imprescindibile e deve rimanere. Le coperture da qualche parte ci devono essere. Il malus non è una nuova tassa e comunque la nostra intenzione non è quella di toccare le utilitarie". Da qualche parte ci devono essere. Le utilitarie. Capito la finezza del ragionamento? Le coperture si trovano da qualche parte, come non si sa, e naturalmente si colpiscono i possessori di auto di cilindrata maggiore senza immaginare che nove volte su dieci sono automobili che servono agli italiani per il lavoro, la produzione, cosa a quanto pare sconosciuta ai grillofanti. Con questi chiari di luna, i 5 miliardi di investimenti del gruppo FCA in Italia spariranno presto. Solo un pazzo può fare business in un paese dove c'è un partito che ha aperto la caccia alle streghe all'industria.
Questo è il terreno di scontro reale tra i due partiti della maggioranza, la differenza che ben prima del varo del governo avevamo segnalato su List. Il punto di caduta (o tenuta) del governo è questo. Da una parte abbiamo la Lega e la sua storica constituency di ceti produttivi, dall'altra il Movimento Cinque Stelle che non ha radicamento tra chi produce, ma rappresenta masse in cerca di reddito disponibile. Tenerle insieme, queste due Italie, elaborare un new deal per riunire il Nord e il Sud sarebbe l'obiettivo di questo governo, ma per farlo ci vuole capacità di analisi, un brains trust rooseveltiano che - tranne alcuni elementi del governo - in realtà a Palazzo Chigi non c'è e nessuno ha intenzione di creare.
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A Macron la faccenda è esplosa in faccia, presto toccherà anche ai grillini, Di Maio si ritroverà gli operai della Fiat di Pomigliano d'Arco sotto casa. E non sarà per applaudirlo. A proposito di Macron, abbiamo una frase che riassume perfettamente cosa è successo in Francia, a futura memoria grillina.
05
Mitterrand, Macron e la sconfitta delle élite
I gilet gialli sono in fase di vacanza natalizia (ieri a Parigi erano qualche migliaio) ma la strambata della politica economica di Macron è là, sottoposta al giudizio del presente e del domani. A futura memoria:
Come Mitterrand nel 1983, il Macron del 2018 si è allineato all'onda anglosassone che da tempo ha attraversato Italia, Austria e Brasile. Sul quadrilatero magico dei governanti contemporanei, tra Europa e mondo, tra liberalismo, socialismo e nazione, Macron aveva giurato sull'Europa e sul liberalismo. Da lunedì è tornato indietro, senza vergogna, al livello nazionale e sociale. Questa è la grande vittoria dei gilet gialli e di questa France périphérique che fino ad allora era stata sacrificata alla globalizzazione. Questa è la grande sconfitta delle élite che hanno innalzato al potere Emmanuel Macron.
Eric Zemmour. Le Figaro, 14 dicembre 2018.
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Se parli di establishment, come non pensare a quello dell'Unione europea e all'anno che sta per finire? RadioList ha in produzione una serie di puntate su istituzioni, personaggi, protagonisti dell'anno, un bilancio sul 2018 che si sta chiudendo e una prima proiezione sul 2019 che sta arrivando. Il titolare e Lorenzo Castellani hanno cominciato con l'Unione europea e Angela Merkel. Oggi arriverà anche la puntata su Macron e la Francia con Gilles Gressani. Seguiranno la Russia di Putin con Luigi De Biase, l'America di Trump con Dario Fabbri, la Cina di Xi Jinping, il continente perduto chiamato Africa.
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Il 2018 dell'Unione europea è da dimenticare
Non ha centrato neanche uno degli obiettivi, ha in tasca (forse) un vantaggioso accordo sulla Brexit che ha imbrigliato il Regno Unito. Il voto è insufficiente, si salva (in parte) la Bce. Un'indagine del titolare di List e Lorenzo Castellani sull'anno di Bruxelles, dove l'economia governa al posto della politica
Che anno è stato il 2018 per l'Unione europea? Di grande crisi e incertezza. Le istituzioni hanno mostrato tutti i loro limiti, l'impostazione che privilegia l'economia a scapito della politica ha finito per comprometterne il funzionamento. Un anno vissuto nel limbo, senza centrare un solo obiettivo, con in tasca (forse) un accordo vantaggioso sulla Brexit. Una pagella insufficiente dove si salva solo (in parte) la Banca centrale europea di Mario Draghi. Un'analisi sulle varie istituzioni e i grandi temi politici ancora aperti e proiettati sul 2019. Un'indagine del titolare di List e Lorenzo Castellani. Ascolta RadioList.
RadioList è il podcast di List in testa alle classifiche di iTunes. Un format originale fatto con due parti di news, una parte di musica e un twist di humour.
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Musica. E libri, la nostra passione. Ecco la Biblioteca della Cittadella, di Marco Gervasoni. I libri letti fuori dal mainstream e dentro la contemporaneità.
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A passeggio nel regno del dispotismo
Vita e maschera di Galeazzo Ciano, la Russia del Solženicyn reazionario (meno male), un epistolario tra grandi e presunti opposti, la tirannia dei competenti e la satrapia del globalismo Made in China. La Biblioteca della Cittadella di Marco Gervasoni, un viaggio nella terra di mezzo dei regimi autoritari. Personaggi, figure, idee maligne, paginate di libri controvento
di Marco Gervasoni
Comodo sarebbe poter issare una barriera invalicabile tra «libertà» e «autoritarismo», tra sistemi impreziositi dalla prima e quelli schiacciati dal secondo. Ma ahimè non è mai stato così, e non lo è a maggiore ragione oggi. L’autoritarismo e il suo derivato, il dispotismo, sono sempre presenti anche nelle democrazie liberali, e forse più lì, giusta la lezione del nostro amato Tocqueville. E il despota non sempre, anzi quasi mai, veste i panni dei dittatori di una volta. Continua a leggere l'articolo su List.
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Come chiudiamo questo numero di List? Musica e immagini meravigliose di un paese lontano, un altro mondo.
08
Kyoto e la neve
Da qualche settimana qui giriamo intorno a Lost In Translation, il film di Sofia Coppola. Siamo tra la ricerca del significato di un addio e un arrivederci e no stiamo qui senza vederci e l'immersione in una liquidità dell'anima, il cuore rarefatto, in surplace, una sospensione di elementi. Uno dei brani del film si intitola "Alone in Kyoto", uno splendido pezzo degli Air, aiuta a passeggiare tra queste nuvole dell'Oriente:
Kyoto, una meraviglia di ciliegi in fiore, la perfezione di un haiku di Matsuo Basho
(1644 – 1694):
Verrà quest’anno la neve
che insieme a te
contemplai?
Nevica ancora?
Bianchissima è Kyoto, lontana, remota, soffice, un respiro candido, la poesia dell'infinito.
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conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.