29 Ottobre

L'antisemitismo è un male che si estirpa con il sapere

Il caso degli attacchi alla senatrice Liliana Segre. L'ignoranza è il nemico più grande. Non è una questione di date da celebrare e nuove leggi, l'arma da usare è la cultura. Un viaggio di Marco Patricelli nell'Italia che odia e non conosce la grande storia degli ebrei nel nostro paese

di Marco Patricelli

Se la senatrice Liliana Segre riceve una dose giornaliera di circa 200 messaggi di insulti e minacce dai “conigli mannari” della tastiera, che riversano nella rete un fiume di ignoranza e frustrazioni sotto forma di minacce, occorrerebbe chiedersi a cosa è servita l’istituzione per legge del Giorno della memoria. L’obbligo giuridico di analisi e di riflessione sulla Shoah e sul concetto di pianificazione dello sterminio scientifico e industriale di un popolo, evidentemente, non ha fatto né analizzare né riflettere gli odiatori professionali e part time, che trasformano la vigliaccheria in un’arma tanto greve quanto affilata.

Liliana Segre è una delle ultime testimoni della deportazione, della persecuzione, della soppressione di una presunta “diversità” che anche in Italia si tentò di spacciare come biologica, aggiungendo aberrazione ad aberrazione. Le voci che si levano sempre più flebilmente dall’abisso dell’orrore sono sempre di meno, e il rischio concreto è che prima ci si possa assuefare ai loro racconti e poi si tenda a sminuirli e infine a banalizzarli nell’indifferenza di una storia vecchia che nessuno vuole più sentire. È già accaduto, nell’immediatezza della fine della guerra, quando per esorcizzare quel bagno di sangue nessuno voleva ascoltare le vittime del conflitto che a loro volta si rifugiarono nella rimozione. Chi conosce la vicenda di Primo Levi e del progetto che diventerà Se questo è un uomo, sa come andarono le cose; e per fortuna di tutti, poi, andarono diversamente.

Se qualcuno oggi si prende la briga di rappattumare pregiudizi antisemiti e offese criminali nella concezione e nella forma, e di instradarle in via informatica, qualcosa non funziona nella coscienza diffusa, perché anche un’infima minoranza è un termometro allarmante. Ma non basta appiccicare una sbrigativa etichetta di neonazismo, neofascismo, neorazzismo, per pretendere di spiegare tutto senza spiegare nulla; dovremmo piuttosto parlare di...


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