28 Luglio
L'Arma, un delitto e la Patria senza nazione
L'assassinio del carabiniere, la foto dell'americano bendato, le polemiche sulle parole di Salvini, le ignobili frasi dei No Tav sugli "sbirri", l'agghiacciante "uno in meno" di un'insegnante. Perché un terribile fatto di cronaca svela il problema di un paese che non sa essere nazione
Che succede? L'assassinio del carabiniere ha polarizzato l'attenzione, la storia ha assunto un profondo tratto politico e dentro vi sono molti elementi:
1. Il fatto. Un terribile fatto di cronaca nera con la morte di un uomo dell'Arma dei Carabinieri, uno dei simboli della Repubblica Italiana;
2. Gli americani. L'elemento dello straniero, ma con la "sorpresa" della coppia di giovani cittadini statunitensi, due californiani figli della gioventù "sballata" dal virtuale, dal tutto è permesso, dall'illusione dei social network, dalla fuga online, dagli oppioidi e dall'alcol;
3. Le parole sono pietre. Il tema del linguaggio, del dibattito pubblico, le parole di Salvini ("bastardi") e quelle dei No Tav ("più sbirri morti"), la frase agghiacciante di un'insegnante (sarà avviato domani il procedimento disciplinare da parte del ministero) che scrive su Facebook: "Uno in meno";
4. L'immagine boomerang. La foto scattata in caserma che ritrae uno dei due ragazzi americani accusati dell'omicidio, bendato, ammanettato con le braccia dietro le spalle.
5. Le zone d'ombra. I buchi della storia, dalla genesi dell'intervento dei due carabinieri, fino alla gestione della comunicazione da parte dell'Arma.
Cominciamo dalla foto, un errore che avrà delle conseguenze.
01
La foto dell'americano bendato
La morte di un carabiniere in Italia non è mai un fatto di cronaca come gli altri, scatena ondate di emotività perché l'Arma è uno dei pilastri di una nazione che stenta a riconoscersi in altri simboli. Per questo la foto di uno dei due diciannovenni americani in manette e bendato (Gabriel Christian Natale Hjorth, amico e complice dell'assassino), rappresenta un fatto grave: un uomo, chiunque esso sia, in stato di detenzione, ammanettato con le braccia dietro la schiena, bendato con una sciarpa, senza la possibilità di osservare cosa gli accade intorno, non è un'immagine edificante per il nostro sistema di garanzie dell'individuo sottoposto a indagine, va contro i principi basilisari del...
Che succede? L'assassinio del carabiniere ha polarizzato l'attenzione, la storia ha assunto un profondo tratto politico e dentro vi sono molti elementi:
1. Il fatto. Un terribile fatto di cronaca nera con la morte di un uomo dell'Arma dei Carabinieri, uno dei simboli della Repubblica Italiana;
2. Gli americani. L'elemento dello straniero, ma con la "sorpresa" della coppia di giovani cittadini statunitensi, due californiani figli della gioventù "sballata" dal virtuale, dal tutto è permesso, dall'illusione dei social network, dalla fuga online, dagli oppioidi e dall'alcol;
3. Le parole sono pietre. Il tema del linguaggio, del dibattito pubblico, le parole di Salvini ("bastardi") e quelle dei No Tav ("più sbirri morti"), la frase agghiacciante di un'insegnante (sarà avviato domani il procedimento disciplinare da parte del ministero) che scrive su Facebook: "Uno in meno";
4. L'immagine boomerang. La foto scattata in caserma che ritrae uno dei due ragazzi americani accusati dell'omicidio, bendato, ammanettato con le braccia dietro le spalle.
5. Le zone d'ombra. I buchi della storia, dalla genesi dell'intervento dei due carabinieri, fino alla gestione della comunicazione da parte dell'Arma.
Cominciamo dalla foto, un errore che avrà delle conseguenze.
01
La foto dell'americano bendato
La morte di un carabiniere in Italia non è mai un fatto di cronaca come gli altri, scatena ondate di emotività perché l'Arma è uno dei pilastri di una nazione che stenta a riconoscersi in altri simboli. Per questo la foto di uno dei due diciannovenni americani in manette e bendato (Gabriel Christian Natale Hjorth, amico e complice dell'assassino), rappresenta un fatto grave: un uomo, chiunque esso sia, in stato di detenzione, ammanettato con le braccia dietro la schiena, bendato con una sciarpa, senza la possibilità di osservare cosa gli accade intorno, non è un'immagine edificante per il nostro sistema di garanzie dell'individuo sottoposto a indagine, va contro i principi basilisari del rispetto della persona. Questa immagine sarà usata dalla difesa degli accusati dell'assassinio del carabiniere (diranno probabilmente che la confessione in quelle condizioni non è valida), sarà brandita come la prova che l'Italia è un paese dove la detenzione dei cittadini americani è a rischio, è un motivo per chiedere di scontare la pena in America e chissà cos'altro.
Sì, è morto un carabiniere, un giovane di 35 anni, il clima politico è a dir poco surriscaldato, ma questo non giustifica quel trattamento, soprattutto alla luce di tutti passi giudiziari da fare. Quella foto danneggia l'inchiesta che invece deve andare dritta al punto, al processo rapido e a un'esemplare sentenza contro gli assassini del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Civiltà è non farsi controllare dalla rabbia, è non cedere al peggio. Vale per le forze dell'ordine e per le istituzioni, tutte. E naturalmente la foto a sua volta non può certo essere la scusa per ribaltare le parti e la scena: stiamo parlando del complice dell'assassino di un carabiniere, i cattivi stanno dall'altra parte della storia e se nell'Arma c'è qualcuno che non sa controllare i nervi, sia mandato a casa per il bene del corpo dei Carabinieri. In questo scenario rovente, l'Arma è ancora un faro degli italiani.
02
Una missione chiamata Patria
L'Arma dei Carabinieri è un'istituzione antica che rappresenta al meglio i valori della Repubblica e l'unità d'Italia. Il corpo viene istituito nel 1814 e appare come qualcosa di speciale nell'ordinamento, assume subito la funzione di "baluardo" delle istituzioni. Il primo carabiniere muore in servizio il 23 aprile del 1815, si chiama Giovanni Boccaccio, è nato a Tresobbio nel Monferrato, è in servizio nella Stazione di Limone: cade in un'imboscata notturna vicino al villaggio di Vernante con altri due colleghi, doveva catturare una banda di nove evasi dal carcere di Cuneo. Da allora i Carabinieri sono sinonimo di preparazione sul campo e eroismo. Il generale americano David Petraeus anni fa disse al vostro cronista che "essere addestrati in Iraq da un carabiniere è come giocare a basket con Magic Johnson". L'uccisione a Roma del carabiniere Mario Cerciello Rega, 35 anni, suscita commozione, è uno di quei fatti che improvvisamente risvegliano la nostra distratta coscienza nazionale. Era sposato da soli 43 giorni, il vicebrigadiere, un figlio dell'Arma che desiderava "avere un figlio". Ha incontrato la morte, la violenza di due giovani sbandati americani a Roma - due diciannovenni di San Francisco - gli ha spezzato il cuore con otto coltellate.
Anche su questo tragico fatto la politica è riuscita a dividersi, è un segno dei tempi. Il grande lutto, la nazionale di calcio e poco altro risveglia(va)no (cominciamo a dubitarne) il nostro spirito unitario. Così l'Italia si scopre nazione a sprazzi, ma fuori dall'evento eccezionale - e dallo stato d'emergenza - dominano particolarismo e corporativismo. spesso guidati da meschini calcoli. Il Parlamento è ovviamente l'arena dove si esercita questa eterna divisione e va detto che non siamo alla lotta ideale tra guelfi e ghibellini, tra bianchi e neri, ma siamo di fronte allo spettacolo offerto da un gruppo di Lillipuziani che pretende di essere un esercito di giganti. Mentre stendiamo queste note, in Val di Susa si manifesta contro la Tav, un'allegra scampagnata dove si lanciano pietre, forzano i cancelli d'accesso al cantiere, il solito campo di battaglia che viene scambiato per arena democratica degli amanti del picnic con il volto coperto. Mentre accadeva tutto questo, con perfetto tempismo, il capo di un partito che è al governo - lo stesso governo presieduto da Giuseppe Conte che si è arreso all'evidenza e ha dato il via libera all'opera sulla linea Torino-Lione - il grillino Luigi Di Maio diceva "non facciamo regali a Macron, non ci arrendiamo". Dove sia il regalo a Macron non si sa, si capisce invece che i grillini di lotta e di governo devono cercare di fermare l'emorragia di consensi (hanno perso quasi 6 milioni di voti alle scorse elezioni europee) e per farlo devono conservare il potere e sottoporsi a prove di contorsionismo estremo. Non accettano la decisione del premier Conte (che è loro diretta espressione) sulla Tav, ma restano inchiodati alla poltrona ministeriale del governo che guidano e nello stesso tempo contestano. Siamo di fronte a un caso eccezionale di labirintite istituzionale. Di Maio e compagni così (forse) fanno il loro interesse di partito, ma sono lontani dalla collaborazione leale con il loro premier e soprattutto in contrapposizione netta a quello che si chiama interesse nazionale.
Il destino di una nazione si basa sulla leadership della classe dirigente, sulla sua capacità di sviluppare (e mantenere, il crollo del Ponte Morandi a Genova è un memento) reti, energia, grandi opere, le risorse che servono per fare industria materiale e immateriale (pensate all'importanza della rete digitale). Questo sistema nervoso, che nasce dalla forza della cultura, della scuola e della ricerca, fa parte della struttura dello Stato, insieme agli organi costituzionali e alle Forze Armate. Un paese che vuole mantenere la propria identità non può disarticolare questo sistema, giocare con le parole, offrire lo spettacolo di un Parlamento che non trova mai un punto di discussione bipartisan nel nome dell'interesse nazionale. Siamo alla polverizzazione della politica, dell'identità, della cultura delle istituzioni. Il vicebrigadiere ucciso a Roma sapeva che doveva difendere la legge. I partiti e le leadership passano, ma i carabinieri restano per questo motivo, sanno qual è la loro missione, si chiama Patria.
***
Le parole hanno sempre delle conseguenze, spesso inattese. Se i Cinque Stelle dicono che la Tav ("liberata" da Conte, premier indicato dai grillini) si deve fare, nel governo emerge un iceberg. E infatti...
03
La Lega: la Tav è un delitto? Allora i Cinque Stelle si dimettano
Avete preso nota del passaggio del capitolo precedente sulla Tav? Bene, allora "se per i 5Stelle la Tav è un delitto, uno spreco, un crimine, un regalo a Macron e al partito del cemento, che ci stanno a fare in un governo che la realizzerà? Se vogliono possono dimettersi, nessuno li obbliga". Chi l'ha detto? I capigruppo della Lega, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Stare a Palazzo Chigi e fare opposizione al governo è uno spettacolo di elevata schizofrenia politica. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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D'altronde, con la Patria e la sua storia bisogna avere il coraggio di fare i conti. Un paese che pretende di cancellare i simboli del suo passato, con i suoi errori e orrori, è condannato ad esser debole. E ipocrita. C'è chi ha paura della Storia. Un delizioso pezzo di Marco Patricelli che parte da un istruttivo caso da strapaese che diventa il chiodo per appendervi il quadro della nostra contemporaneità.
04
Chi ha paura della Storia?
di Marco Patricelli
La varechina non scolorisce la storia ma la restituisce. La scritta “DVX” in pietra è riapparsa così sulla penna del paese abruzzese di Villa Santa Maria, in provincia di Chieti, noto per essere la patria dei cuochi. Si deve al sindaco Pino Finamore, 57 anni, guarda caso ex cuoco di Montecitorio e dal 2013 alla guida della cittadina, un moderato, l’incarico assegnato allo scalatore abruzzese Giampiero Di Federico di ripulire quelle tre lettere coperte dal muschio e renderle nuovamente visibili. Con semplice varechina, appunto. Apriti cielo. Tanto è bastato al deputato del Pd Camillo D’Alessandro per insorgere e decidere di presentare un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Salvini affinché quella scritta risalente al 1940 venga nuovamente coperta: «Salvini intervenga per rimuovere uno dei simboli fascisti, inneggianti a Benito Mussolini, quale scelta consapevole di un Paese democratico che non riammette il riemergere di simboli appartenenti ad un passato che non hanno nulla di storico, né meritano di essere rievocati, da giustificare la scelta dell’amministrazione comunale di Villa Santa Maria». E sempre su Facebook l’esponente dem insiste che «con la scusa di creare percorsi “educativi e formativi”, l’amministrazione ha riesumato una vecchia scritta inneggiante al duce fascista. (...) è inaccettabile, il fascismo non è un’opinione, è un crimine. E come tale va trattato».
Il Comune aveva affidato a una società sportiva l’incarico di realizzare percorsi di scalata sulla roccia, proponendosi appunto di sviluppare una pratica sportiva di alto contenuto educativo e formativo. Per il sindaco Finamore la scritta “DVX” ha un valore storico ed è un’attrazione per Villa Santa Maria, altro che «marchio infame» come lo definisce D’Alessandro; e se la ride di tanto furore iconoclasta sottolineando che fu un ex sindaco di destra a farla coprire durante alcuni lavori e che all’epoca insorsero proprio i comunisti, con motivazioni diametralmente opposte, a salvaguardia della storia. In ogni caso ringrazia il deputato di centrosinistra per la pubblicità regalata al paese noto per dare i natali ai re dei cuochi e ai cuochi dei re, come testimonia la sua storia secolare. Da qui aveva mosso i suoi passi nelle corti e nei palazzi del potere anche Aquilino Beneduce che aveva preparato i suoi piatti anche per Benito Mussolini, il quale lo aveva apertamente lodato con questa frase: «Voi con la vostra arte avete conquistato il mio stomaco, io con la mia politica conquisterò il mondo». Beneduce trascorse un quarto di secolo nelle cucine di Casa Savoia a Napoli alle dipendenze del principe Giovanni Pignatelli della Leonessa di Monteroduni, cerimoniere di Vittorio Emanuele III e cucinò per nobili e capi di Stato, personaggi altolocati e di spicco, come il re di Spagna e la regina del Portogallo, Amedeo d’Aosta, i trasvolatori Italo Balbo e Francesco de Pinedo, lo scienziato Guglielmo Marconi.
Dall’ironia del nome, Beneduce, all’ironia della sorte, perché proprio il principe dei fornelli fu l’artefice del pranzo al castello ducale di Crecchio, il 9 settembre 1943, “antipasto” alla vergognosa fuga di Ortona dei Savoia, di Badoglio e di mezzo governo militare. In qualche modo la scritta fatta riapparire a Villa Santa Maria richiama un’epoca, come accade ovunque nel mondo e con tutte le implicazioni e le compromissioni con un passato non sempre limpido, ma che è il nostro passato nel bene e nel male. L’Italia è disseminata dappertutto di retaggi fascisti, in basso come in alto: sono decine e decine di migliaia, a esempio, i tombini col fascio littorio, i numeri civici delle case dove appare in cifre romane l’anno di costruzione secondo l’Era fascista (che partiva dal 1922), le lapidi commemorative, senza scomodare autentici monumenti autocelebrativi come l’Eur o il Foro Italico (ex Foro Mussolini) a Roma. Avere paura della storia è un segno di debolezza, negarla è una riprova di ottusità, ma strumentalizzarla politicamente è purtroppo caratteristica di un Paese che troppo spesso indulge a dimostrare a tutti i costi di averne paura e di insorgere quindi oltre ogni buon senso ogni volta che il passato si manifesta. Spesso senza conoscerlo per quel che è stato ieri e senza comprendere quel che rappresenta oggi. Un boccone indigesto anche nella patria dei cuochi.
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La paura della Storia è figlia di una scarsa conoscenza della politica. Si giudica con il metro del pregiudizio. E non si va lontano. La politica è uno scontro di forze, emersione di interessi. Siamo nel campo di battaglia delle volpi e dei leoni.
05
Le volpi e i leoni della politica
La politica contemporanea e la lezione di Vilfredo Pareto. Perché l'opera del teorico delle élite è una lettura necessaria. Le volpi raggiungono il potere con l’astuzia, la manipolazione e l’ideologia, i leoni con la forza e la spregiudicatezza. Un'indagine di Lorenzo Castellani
di Lorenzo Castellani
«Piaccia, o non piaccia a certi teorici, sta di fatto che la società umana non è omogenea, che gli uomini sono diversi fisicamente, moralmente, intellettualmente» scriveva nel 1917 Vilfredo Pareto nel suo Trattato di Sociologia Generale. Un pensiero sempre attuale che ricorda quante sfumature si annidino nella complessità del presente. Chi si trova a rileggere oggi il padre dell’elitismo italiano si chiede perché egli non sia stato utilizzato come chiave di lettura delle trasformazioni politiche che abbiamo davanti. Nella trita e consunta spiegazione della crisi politica del popolo contro l’establishment serviva forse una iniezione di realismo e di circolazione delle élite che si sarebbe potuta attingere a piene mani da Pareto. Continua a leggere l'articolo su List.
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Abbiamo qualche bella notizia? Ma certo, tuffiamoci in vasca, c'è una grande, brillante, fresca storia che ci attende. Splash.
06
Una Benedetta storia italiana
Si chiama Benedetta Pilato, è arrivata seconda ai mondiali di nuoto in Corea, specialità dei 50 rana. Che potente giovinezza. Famiglia tarantina, mamma commessa, padre militare, vasche su vasche ogni giorno, Mezzogiorno, affetti, sacrifici, media altissima a scuola, un talento da ammirare. Una Benedetta storia italiana.
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transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.