18 Febbraio
L'ascesa dell'irrazionale e la politica
Le nuove tecnologie, i social media e gli algoritmi conducono a un "mondo allucinato" che vive un suffragio universale permanente. Lorenzo Castellani fa un viaggio nella dimensione dell'informazione senza più conoscenza.
di Lorenzo Castellani
Noi viviamo in un mondo ossessionato. E lo sappiamo. Nessuno si stupirebbe se, un bel giorno, questa nostra demenza sfociasse in una crisi di pazzia furiosa, che, calmatasi, lascerebbe l'Europa ottusa e smarrita; i motori continuerebbero a ronzare e le bandiere a sventolare, ma lo spirito sarebbe spento.
Inizia così La crisi della civiltà, profondissimo saggio dello storico liberale olandese Johan Huizinga, dato alle stampe nel 1937 quando l'Europa si preparava ad essere campo di battaglia del secondo conflitto mondiale. Sebbene il mondo sia completamente diverso da quello di ottant'anni fa si può cogliere nel dipanarsi del dibattito pubblico il medesimo disagio che attanagliava il professor Huizinga, il quale continuava così nel suo incedere "Dappertutto il dubbio intorno alla durevolezza del sistema sociale sotto cui viviamo; un'ansia indefinita dell'immediato domani; il senso del decadimento e del tramonto della civiltà". Huizinga esprime ciò che possiamo chiamare "crisi della razionalità" o "indebolimento del raziocinio" e che sta ritornando a soffiare nelle vele del presente.
L'avvento delle nuove tecnologie ha moltiplicato a dismisura le informazioni a disposizione dell'individuo e benché questo possa far supporre un aumento della conoscenza diffusa si mostra invece un effetto opposto. Il mondo presente appare al singolo sempre più complesso e inestricabile: i poteri pubblici si sono moltiplicati, i mercati si sono estesi su scala globale, le tecnologie cambiano molto più velocemente che nel passato, le regole hanno perso generalità e carattere nazionale per specializzarsi e globalizzarsi. Questa dispersione, questo aumento del pluralismo, non ha generato maggiore consapevolezza nel dibattito pubblico, ma ha scatenato la reazione opposta. Sono aumentate a dismisura, negli ultimi anni, le teorie complottistiche per spiegare gli eventi storici, si contesta la validità del sapere scientifico come la necessità di vaccinarsi, vengono messe in discussione le notizie delle istituzioni mediatiche quali quotidiani...
di Lorenzo Castellani
Noi viviamo in un mondo ossessionato. E lo sappiamo. Nessuno si stupirebbe se, un bel giorno, questa nostra demenza sfociasse in una crisi di pazzia furiosa, che, calmatasi, lascerebbe l'Europa ottusa e smarrita; i motori continuerebbero a ronzare e le bandiere a sventolare, ma lo spirito sarebbe spento.
Inizia così La crisi della civiltà, profondissimo saggio dello storico liberale olandese Johan Huizinga, dato alle stampe nel 1937 quando l'Europa si preparava ad essere campo di battaglia del secondo conflitto mondiale. Sebbene il mondo sia completamente diverso da quello di ottant'anni fa si può cogliere nel dipanarsi del dibattito pubblico il medesimo disagio che attanagliava il professor Huizinga, il quale continuava così nel suo incedere "Dappertutto il dubbio intorno alla durevolezza del sistema sociale sotto cui viviamo; un'ansia indefinita dell'immediato domani; il senso del decadimento e del tramonto della civiltà". Huizinga esprime ciò che possiamo chiamare "crisi della razionalità" o "indebolimento del raziocinio" e che sta ritornando a soffiare nelle vele del presente.
L'avvento delle nuove tecnologie ha moltiplicato a dismisura le informazioni a disposizione dell'individuo e benché questo possa far supporre un aumento della conoscenza diffusa si mostra invece un effetto opposto. Il mondo presente appare al singolo sempre più complesso e inestricabile: i poteri pubblici si sono moltiplicati, i mercati si sono estesi su scala globale, le tecnologie cambiano molto più velocemente che nel passato, le regole hanno perso generalità e carattere nazionale per specializzarsi e globalizzarsi. Questa dispersione, questo aumento del pluralismo, non ha generato maggiore consapevolezza nel dibattito pubblico, ma ha scatenato la reazione opposta. Sono aumentate a dismisura, negli ultimi anni, le teorie complottistiche per spiegare gli eventi storici, si contesta la validità del sapere scientifico come la necessità di vaccinarsi, vengono messe in discussione le notizie delle istituzioni mediatiche quali quotidiani e televisioni, si sospettano essenzialmente tutti i cibi come fonte di avvelenamento del corpo umano. Quando di avvelenato c'è sicuramente il dibattito pubblico, il dialogo tra individui e istituzioni.
Come ha notato il giurista americano Cass Sunstein è come se ognuno si costruisse un Daily Me, una propria verità giornaliera. Il cittadino occidentale del ventunesimo secolo, sommerso dalle informazioni e in crisi di fiducia permanente verso le istituzioni che le forniscono, rielabora ciò che coglie da questo immenso flusso costruendo la propria verità. Così non esiste più la verità, ma molteplice verità personalizzate. Non esiste più la conoscenza scientifica, ma molteplici conoscenze costruite su misura di se stessi dagli individui. Ne discende la morte della "fonte autorevole", cioè informazioni e conoscenze offerte da istituzioni storiche come grandi quotidiani, televisioni nazionali, società scientifiche, istituti di ricerca. Nel "mondo allucinato" della società dell'informazione in cui si muove l'uomo cibernetico tutte le opinioni tendono ad assumere lo stesso peso poiché tutti, grazie ai social network, possono esprimere ad una vasta platea la propria visione su qualsiasi argomento. Sunstein rileva, infatti, quanto i social network abbiano aumentato il "rumore" delle informazioni a disposizioni del cittadino, ma le abbiano anche personalizzate creando all'interno della rete delle comunità dai confini molto solidi da cui è difficile uscire, perché gli algoritmi dei social ripropongono all'individuo solo contenuti verso i quali aveva già espresso interesse consolidando le convinzioni dello stesso. In altre parole, per il giurista americano i nuovi media frazionano e polarizzano la società riducendo la moderazione delle opinioni e il dialogo ragionevole.
Il cittadino occidentale del ventunesimo secolo, sommerso dalle informazioni e in crisi di fiducia permanente verso le istituzioni che le forniscono, rielabora ciò che coglie da questo immenso flusso costruendo la propria verità.
Nel 1937, un periodo storico molto diverso dal presente ma con alcuni inquietanti tratti di somiglianza, Johan Huizinga notava come l'indebolimento del raziocinio paradossalmente si coniugava a una sempre più vasta conoscenza dei dati. Il tradizionale "conosci te stesso" adottato quale compendio supremo di saggezza, si tramutava in una sempre più accentuata perdita dei criteri e dei valori di cui si era precedentemente alimentato, e ciò a detrimento della capacità di giudicare e dunque dello spirito critico. Il processo spalancava le porte a una "immane demenza", ovunque dilagante. Laddove prima era necessario rivolgersi all'esperienza altrui per giudicare al di fuori del proprio ambito specifico, ora, la straordinaria disponibilità dei dati, garantisce l'illusione a chiunque di essere in grado di esprimere quel che egli crede un giudizio, ma che di fatto può più o meno legittimamente presentarsi come opinione. Il degrado dell'autenticità del giudizio a opinione, è sintomo manifesto della crisi irreversibile del pensiero. Il canone "conosci te stesso", in queste condizioni, va inteso non più come ricerca di saggezza, ma più semplicemente di informazioni.
Ancora Huizinga notava come la passività, la parola subita e non data, prendessero il sopravvento nella società a raziocinio discendente. Infatti, all'indebolimento del giudizio appartiene anche la progressiva rinuncia ad agire, generata dal senso di appagamento garantito dal sempre più pronunciato elemento passivo. Esso è caratteristico anche dell'informazione, divenuta così nient'altro che predicazione di massa a buon mercato. Tali tendenze sono particolarmente evidenti nel campo artistico e dei divertimenti: se fino a ieri la civiltà si alimentava anche grazie all'agire critico e consapevole, ad esempio giocando o suonando, oggi, allo storico, tutto pare essersi ridotto nell'assistere al gioco o nell'ascolto della musica, senza quelle potenzialità che l'elevato senso critico e civile poteva garantire. L'infiacchimento dell'anima e del vigore culturale, generato da un mutato atteggiamento spirituale verso l'opera e la creazione, ha comportato "l'atrofia di intere serie di funzioni intellettuali". Secondo lo storico liberale olandese l'accrescimento del sapere, incoraggiato dall'istruzione, si è congiunto con un indebolimento della passione critica e con il definitivo tramonto del bisogno di verità. Le stesse funzioni della scienza, educazione, incremento del sapere e applicazione tecnica, sono state riconsiderate in relazione al loro rapporto tradizionale, che ha subito un'alterazione dell'equilibrio, sbilanciato a favore dell'ultima.
La massa-social vive di un suffragio universale permanente e su ogni argomento ci si può disporre su sponde diverse, componendo masse differenti.
La società entra così in quella fase che Ortega y Gasset nello stesso periodo ha ribattezzato dell'iper-democrazia e dell'individuo-massa. Egli scrive nel suo celebre saggio La ribellione delle masse che "massa è tutto ciò che non valuta se stesso − né in bene né in male − mediante ragioni speciali, ma che si sente 'come tutto il mondo', e tuttavia non se ne angustia, anzi si sente a suo agio nel riconoscersi identico agli altri." E sulla linea di Huizinga il filosofo liberale spagnolo notava come l'uomo-massa non accetti nulla al di sopra di sé stesso e sia, proprio come l'uomo-social del ventunesimo secolo, portato a contestare qualsiasi conoscenza che derivi da istituzioni riconosciute. Egli constata che "il nuovo in Europa è finirla con le discussioni, e si detesta ogni forma di convivenza che per se stessa implichi rispetto di norme oggettive, dalla semplice conversazione fino al Parlamento, passando per il territorio della stessa scienza". Luciano Pellicani commentando Ortega e altri intellettuali dell'epoca ha descritto una situazione che è valida tutt'oggi: "Ogni civiltà si sviluppa nella misura in cui sa produrre nel suo seno un tipo d'uomo medio che abbia caratteristiche intellettuali e morali conformi ai valori che essa intende coltivare. Per quanto anonimo e impersonale, l'uomo medio è il sostegno più solido dell'esistenza storica di una civiltà, poiché dalle sue caratteristiche più tipiche - pregi, difetti, sensibilità, moralità effettiva - dipende il normale funzionamento della vita collettiva e delle sue istituzioni. Sennonché, a partire grosso modo dalla Grande Guerra, si sono manifestati numerosi e vistosi sintomi che rivelavano una grave distorsione nel processo di socializzazione dell'uomo medio occidentale. Il tipo antropologico che la Modernità stava producendo a un ritmo crescente era un uomo caratterizzato da una psicologia e da un sistema di valori che erano in netto contrasto con i principi che avevano animato la civiltà liberale." Un'affermazione riferita alla storia ma che rispecchia drammaticamente la psicologia della "folla solitaria" che si nasconde dietro i nuovi mezzi di informazione.
Il tipo antropologico della Modernità era un uomo caratterizzato da una psicologia e da un sistema di valori che erano in netto contrasto con i principi che avevano animato la civiltà liberale.
Secondo Ortega, il nuovo uomo medio andava in direzione contraria rispetto all'uomo che la cultura liberale aveva cercato di forgiare con il suo ethos e le sue istituzioni. Era un uomo-massa, privo di memoria storica e di legami organici con la tradizione occidentale. Se quell'uomo descritto dal filosofo era il precipitato storico-culturale dei problemi connessi alla crescita tumultuosa e frenetica della società industriale, l'uomo del ventunesimo secolo è il risultato storico-culturale del parallelo e frenetico avvento della società dell'informazione tecnologica. Inoltre, Ortega identificava un altro problema della società industriale dell'epoca legato alla divisione del lavoro e delle funzioni che rimane oggi tutt'ora costante: lo "specialismo". Una specializzazione sul lavoro che aveva certamente accresciuto la produttività e il progresso tecnologico ma, avvertiva Ortega che "l'iper specializzazione stava generando una genia di uomini che non erano né dotti né ignoranti e che, abilissimi quando si muovevano nel loro ristretto ambito di competenza, apparivano affatto inadeguati e goffi quando dovevano fronteggiare problemi e temi di ordine generale. L'iper specializzazione li chiudeva in sè stessi e li rendeva ermetici, quindi lontanissimi dallo spirito animatore della straordinaria avventura storica della civiltà occidentale." Oggi come allora, il tempo in cui le dittature totalitarie prendevano il largo, si diffonde l'arrogante rifiuto metodico del dialogo che, secondo la lezione di Ortega, è la caratteristica psicologica dell'uomo-massa più gravida di conseguenze negative. Dato che oggi l'individuo-social si ritiene perfetto, non avverte minimamente l'insufficienza e il carattere acritico dei suoi giudizi. Il che lo porta ad assumere puntualmente un atteggiamento aggressivo ed intollerante nei confronti degli altri. Vive nell'immediatezza della rete, nel botta e risposta, prolifera di emozioni e sentimenti che esprime con un click che permette di segnare l'umore del momento. Così la democrazia liberale che Sartori identificava come "governo delle opinioni" diviene una ingovernabile democrazia delle emozioni.
Dato che oggi l'individuo-social si ritiene perfetto, non avverte minimamente l'insufficienza e il carattere acritico dei suoi giudizi.
Prima dell'avvento dell'informazione tecnologica esistevano questioni che l'uomo della strada riconosceva di non poter intendere, e perciò si affidava alla competenza di chi ne sapeva di più. Nel XXI secolo invece l'uomo-social pretende di avere la parola su tutto ciò che succede nel mondo: non c'è questione della vita pubblica su cui non interviene, cieco e sordo come è, per imporre i suoi gusti e le sue opinioni. Di qui l'uomo-social rifiuta ostinatamente la discussione, si chiude nelle eco-chambers dei social network, aiutato dagli algoritmi di questi ultimi, progettati per mettere insieme coloro che esprimono sensibilità e interessi omogenei. Gli algoritmi sono dominati dalla logica del similes cum similibus congragantur. In questo scenario l'uomo-social si sentirebbe perduto accettando il metodo del dialogo e, d'istinto, lo rifiuta, e con esso rifiuta lo spirito della civiltà liberale. Questo uomo contemporaneo s'illude di poter dominare la conoscenza e l'informazione, ma nella realtà egli è più che mai dominato dalla tecnologia, dagli algoritmi ad esse sottostanti, dalle logiche del mercato dei dati.
Da questa progressiva omogeneizzazione l'uomo-social si aggrega in masse. E qui chiamiamo in causa un altro intellettuale novecentesco, quell'Elias Canetti nobel per la letteratura che al principio degli anni sessanta scrisse un densissimo libro intitolato Massa e Potere, con l'obiettivo di spiegare i comportamenti della società di massa.
L'uomo contemporaneo s'illude di poter dominare la conoscenza e l'informazione, ma nella realtà egli è più che mai dominato dalla tecnologia.
Canetti scriveva nel primo volume della sua autobiografia "Le nostre paure non vanno mai perdute, anche se i loro nascondigli sono misteriosi." La paura è anche il punto di partenza di Massa e potere: "tutte le distanze che gli uomini hanno creato intorno a sé sono dettate dal timore di essere toccati." La massa rappresenta l'unica situazione in cui viene meno il timore di essere toccati da qualche cosa di estraneo. La massa è segnata dal capovolgersi del timore originario, i corpi si avvicinano e si serrano l'uno all'altro per formare una massa densa che si costituisce come un unico corpo formato da molti. Nel nostro caso i corpi sono virtuali, interagiscono attraverso i profili social, ma il meccanismo resta lo stesso.
La massa secondo Canetti presenta alcune caratteristiche fondamentali: essa è naturalmente tesa ad accrescersi, questo comporta che la sua naturale configurazione sia quella della massa aperta, sulla quale però pende il rischio della disgregazione; viceversa la massa chiusa è la massa che si serra e s'insedia, trova una propria sede, uno spazio cioè che riempirà, guadagnando in durata ciò che perde in possibilità di accrescimento. In questo senso, la massa dei social-network è aperta, poiché si dispiega su enormi numeri e si disgrega rapidamente. I fatti in rete, misurati in trend, durano poche ore o, nei casi più eclatanti, un paio di giorni. Poi si dimentica e si passa oltre. Non solo, ma la massa-social è eterogenea poiché l'individuo si aggrega con molteplici masse contemporaneamente. Nello stesso tempo il medesimo profilo può partecipare a più grandi discussioni pubbliche come ad esempio aggregarsi alla massa che loda un cantante e a quella che insulta un politico e via dicendo. Si partecipa sempre a più cerimonie di glorificazione o ingiuria contemporaneamente. Il momento della scarica, secondo Canetti, è l'evento più rilevante che avviene all'interno della massa. Esso consiste nella liberazione di ogni differenza tra i componenti della massa che si sentono da quell'istante in poi uguali tra loro indipendentemente dalle differenze che esistevano tra loro in precedenza. Alla scarica sono legati i fenomeni della distruzione delle immagini, come le statue simboliche esposte nelle piazze, ma anche della distruzione di porte e vetri degli edifici, atti volti a distinguere i segni esteriori delle gerarchie. È il meccanismo del capro-espiatorio che nella massa-social si verifica con grande puntualità. Quando succede un fatto rilevante l'individuo-social è animato dalla ricerca del colpevole, così proliferano ricostruzioni di presunti complotti, notizie false, colpevolizzazione di una categoria o di un individuo.
I fatti in rete, misurati in trend, durano poche ore o, nei casi più eclatanti, un paio di giorni. Poi si dimentica e si passa oltre.
La distruzione dei limiti imposti si estende velocemente alla massa stessa che, dominata dalla spinta all'accrescimento, nel momento dello scoppio si trasforma da massa chiusa a massa aperta tentando di raggiungere e coinvolgere il maggior numero di persone possibile. Lo scoppio è legato alla caratteristica della concentrazione, ovvero della tendenza della massa ad espandersi senza essere interrotta da nulla. E questo meccanismo nell'informazione di massa è palese, per cui l'allarme di una notizia considerata rilevante si estende a macchia d'olio. Ultimo elemento fondamentale che la caratterizza è la necessità di una direzione, poiché la presenza di una meta porta al movimento collettivo scongiurando il pericolo della disgregazione che pende sempre su di essa. Nella massa-social la direzione dura poco ed è univoca solo nelle manifestazioni di solidarietà, ma quasi sempre la folla mediatica sta insieme per poche ore poi si scioglie a favore della prossima notizia. La massa-social vive di un suffragio universale permanente e su ogni argomento ci si può disporre su sponde diverse, componendo masse differenti. Dunque crescita, eguaglianza, concentrazione e direzione sono le caratteristiche fondamentali che caratterizzano le masse. Canetti introduce un'ultima distinzione fondata sul ritmo: esistono masse statiche, ovvero masse che attendono qualche cosa, poiché, mancando ancora la certezza della propria unità, la massa statica rimane calma il più a lungo possibile, salvo poi scaricare l'eccesso della statica nelle grida che sono la voce stessa della massa, e masse dinamiche, ovvero masse in movimento. I social, per la loro natura fluida e immediata, costituiscono un esempio di massa dinamica in continuo movimento virtuale, sempre pronta a scaricarsi sui fatti che informano il dibatto pubblico. Un magma che scorre senza interruzione e le cui bolle, di massa virtuale, scoppiano in continuazione.
Quando succede un fatto rilevante l'individuo-social è animato dalla ricerca del colpevole, così proliferano ricostruzioni di presunti complotti, notizie false, colpevolizzazione di una categoria o di un individuo.
Questo quadro apparirà senza dubbio pessimistico al lettore perché volto a mettere in guardia gli individui rispetto ai pericoli della crisi della razionalità. Un indebolimento del raziocinio che rischia di condurre le democrazie liberali all'interno di un tunnel senza uscita e volto a produrre un nuovo dispotismo, certo diverso dal passato, ma probabilmente non meno pericoloso per le libertà dell'uomo. Tuttavia, una nota meno pessimistica, che lascia un barlume di speranza seppur senza avvertire dei pericoli dell'ascesa dell'irrazionalità, la scrisse Eugenio Montale, il quale in una raccolta di profondissime riflessioni intitolata Auto da fè osservava con l'eleganza che gli era propria: "mi è parso di scoprire una sola legge generale: ogni guadagno, ogni avanzamento dell'uomo è pareggiato da equivalenti perdite in altre direzioni, restando invariato il totale di ogni possibile felicità umana. Ma tutte considerato: perché dovrei essere infelice di vivere in un tempo che ha ucciso tante stolte superstizioni e che ancora (non so fino a quando) mi permette di scrivere senza ricevere ordini dall'alto, o dal basso? Certo, resta aperto il problema di uccidere le nuove superstizioni, non meno funeste delle antiche: e soprattutto quella che l'uomo possa trasumanarsi accettando di essere la semplice parte, una minima parte, dell'universale ingranaggio meccanico. La lotta contro una simile mostruosità dovrà impegnare molte generazioni e non è detto che il mostro non possa vincere la partita. Solo se fossi certo della disfatta finale potrei accettare di iscrivermi nella malaugurante schiera dei pessimisti per partito preso."
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dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.