11 Aprile
L'atto d'accusa dell'America contro Assange
La cospirazione con Chelsea Manning, la decodifica della password, l'intrusione nei computer delle istituzioni americane, il furto dei file, la pubblicazione su Wikileaks. Eroe o criminale? Un caso grande e tragico. Il Russiagate sta diventando un incubo (per i democratici). Libia, Salvini scarica la colpa su Macron, troppo facile. Dov'era l'Italia?
Che succede? Le due notizie più importanti sono arrivate dall'estero: l'arresto di Julian Assange a Londra e il colpo di Stato in Sudan. Le manette ai polsi di Assange e la storia delle informazioni top secret pubblicate in questi anni da Wikileaks, la fine del regime di Bashir durato trent'anni, sono il picco sismografico di eventi che hanno cambiato e continuano a mutare la curvatura dello spazio in cui viviamo. Il tema della libertà di informare e nello stesso tempo della sicurezza dello Stato, sono l'elemento incandescente del dilemma della democrazia, della sua forza, dei suoi limiti, dei suoi inevitabili segreti, del non detto e dell'inconfessabile. Quella libertà che noi spesso disprezziamo perché non la viviamo pienamente e altrove invece cercano a costo della vita, spesso con l'illusione di averla ottenuta, salvo poi scoprire che si tratta di un'altra forma dello stesso dominio. Speriamo non sia così per il Sudan (Bashir via dopo 30 anni), speriamo che trovi la via giusta l'Algeria (Bouteflika via dopo 20 anni) e speriamo che la Libia (due governi, nessun vero leader, un paese spezzato) non scopra di essere stritolata da un'altra guerra che ha un inizio ma non conosce la fine. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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Cosa c'è di più politico della Chiesa? Niente. Qui si trova la sintesi dell'ultraterreno e del mondano. E oggi un passaggio di crisi.
01
Papa Ratzinger, la pedofilia e il '68 che la giustifica
Papa Francesco e Papa Benedetto XVI (Foto Ansa)Sul piano delle idee, della cultura, dei fenomeni profondi, non ci sono dubbi che gli appunti di Joseph Ratzinger sulla Chiesa e la pedofilia pubblicati sulla rivista tedesca Klerusblatt e ripresi dal Corriere della Sera siano di enorme interesse. Ci vuole molta pazienza e un minimo di conoscenza della storia della Chiesa, ma c'è un passaggio che colpisce e ha...
Che succede? Le due notizie più importanti sono arrivate dall'estero: l'arresto di Julian Assange a Londra e il colpo di Stato in Sudan. Le manette ai polsi di Assange e la storia delle informazioni top secret pubblicate in questi anni da Wikileaks, la fine del regime di Bashir durato trent'anni, sono il picco sismografico di eventi che hanno cambiato e continuano a mutare la curvatura dello spazio in cui viviamo. Il tema della libertà di informare e nello stesso tempo della sicurezza dello Stato, sono l'elemento incandescente del dilemma della democrazia, della sua forza, dei suoi limiti, dei suoi inevitabili segreti, del non detto e dell'inconfessabile. Quella libertà che noi spesso disprezziamo perché non la viviamo pienamente e altrove invece cercano a costo della vita, spesso con l'illusione di averla ottenuta, salvo poi scoprire che si tratta di un'altra forma dello stesso dominio. Speriamo non sia così per il Sudan (Bashir via dopo 30 anni), speriamo che trovi la via giusta l'Algeria (Bouteflika via dopo 20 anni) e speriamo che la Libia (due governi, nessun vero leader, un paese spezzato) non scopra di essere stritolata da un'altra guerra che ha un inizio ma non conosce la fine. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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Cosa c'è di più politico della Chiesa? Niente. Qui si trova la sintesi dell'ultraterreno e del mondano. E oggi un passaggio di crisi.
01
Papa Ratzinger, la pedofilia e il '68 che la giustifica
Papa Francesco e Papa Benedetto XVI (Foto Ansa)Sul piano delle idee, della cultura, dei fenomeni profondi, non ci sono dubbi che gli appunti di Joseph Ratzinger sulla Chiesa e la pedofilia pubblicati sulla rivista tedesca Klerusblatt e ripresi dal Corriere della Sera siano di enorme interesse. Ci vuole molta pazienza e un minimo di conoscenza della storia della Chiesa, ma c'è un passaggio che colpisce e ha già aperto un ampio dibattito, eccolo:
Della fisionomia della Rivoluzione del 1968 fa parte anche il fatto che la pedofilia sia stata diagnosticata come permessa e conveniente. Quantomeno per i giovani nella Chiesa, ma non solo per loro, questo fu per molti versi un tempo molto difficile. Mi sono sempre chiesto come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze. Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l'enorme numero di dimissioni dallo stato clericale furono una conseguenza di tutti questi processi.
Le parole di Ratzinger sono un macigno, perché aprono (anche) un varco tra i due Papi nel giudizio su un periodo storico e gli esiti del Concilio Vaticano II. È l'eterna lotta tra conservatori e riformatori.
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Riprendiamo il nostro viaggio da Londra con la parabola di Julian Assange.
02
L'atto d'accusa degli Stati Uniti contro Assange
Julian Assange è stato arrestato. La polizia britannica ha eseguito un ordine di cattura, che pendeva sul fondatore di Wikileaks dal 2012, dopo che l'Ecuador gli ha revocato l'asilo. L'arresto è stato eseguito nell'ambasciata di Quito a Londra dove Assange si era rifugiato per sette anni. Finisce così la vicenda del fuggitivo Assange e comincia un altro capitolo della sua storia. Ecco il momento dell'arresto:
Gli Stati Uniti chiedono l'estradizione di Assange. Cosa dice l'atto d'accusa americano? Ecco la traduzione del documento.
E Assange disse a Manning: "Gli occhi curiosi non si seccano mai"
1. Chelsea Manning, precedentemente noto come Bradley Manning, era un analista dell'intelligence negli Stati Uniti che è stato dispiegato nella base Hammer in Iraq.
2. Manning aveva un nulla osta "top secret" e ha firmato un accordo classificato di sicurezza e non divulgazione delle informazioni, riconoscendo che la divulgazione o la conservazione non autorizzata o il trattamento negligente delle informazioni classificate poteva causare danni irreparabili agli Stati Uniti o essere utilizzato a vantaggio di una nazione straniera.
3. L'Executive Order No. 13526 e gli ordini precedenti definiscono la classificazione e i livelli assegnati all'informazione classificata. Ai sensi dell'ordinanza esecutiva, le informazioni possono essere classificate come "segrete" se si può ragionevolmente prevedere che la loro divulgazione non autorizzata possa causare gravi violazioni dei diritti umani e della sicurezza nazionale. Inoltre, ai sensi del decreto esecutivo, le informazioni classificate possono in genere essere rivelate solo alle persone che hanno ottenuto un livello adeguato di nulla osta di sicurezza del governo degli Stati Uniti e che hanno la necessità di conoscere l'informazione classificata in relazione ai loro compiti d'ufficio.
4. Julian Paul Assange è il fondatore e leader del sito web WikiLeaks. WikiLeaks ha sollecitato pubblicamente l'invio di informazioni classificate, censurate e altre informazioni riservate.
5. Assange, che non possedeva un nulla osta di sicurezza, non era autorizzato a ricevere informazioni classificate degli Stati Uniti.
6. Tra gennaio 2010 e maggio 2010 o intorno a gennaio 2010 e maggio 2010, Manning ha scaricato quattro database quasi completi da dipartimenti e agenzie degli Stati Uniti. Queste banche dati contenevano circa 90.000 rapporti di attività significative relative alla guerra in Afghanistan, 400.000 rapporti di attività significative relative alla guerra in Iraq, 800 relazioni di valutazione dei detenuti di Guantanamo Bay e 250.000 cablogrammi del Dipartimento di Stato americano. Molti di questi documenti sono stati classificati ai sensi dell'Executive Order No. 13526 o degli ordini precedenti. Manning ha fornito le registrazioni agli esponenti di WikiLeaks in modo che WikiLeaks potesse divulgarle pubblicamente sul suo sito web. WikiLeaks ha reso pubblica la grande maggioranza dei documenti classificati sul suo sito web nel 2010 e nel 2011.
7. Verso l'8 marzo del 2010, Assange ha accettato di aiutare Manning a decrittare una password memorizzata sui computer del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti collegati alla rete del governo, la Secret Internet Protocol Network, utilizzata per documenti e comunicazioni classificate, come stabilito dall'Executive Order No. 13526 o dai precedenti ordini.
8. Manning, che aveva accesso ai computer in relazione alle sue funzioni di analista di intelligence, utilizzava i computer anche per scaricare documenti classificati da trasmettere a WikiLeaks.
9. La parte della password che Manning ha dato ad Assange da decifrare è stata memorizzata come "hash value" in un file di computer accessibile solo agli utenti con privilegi di livello amministrativo. Manning non aveva privilegi di livello amministrativo e utilizzava un software speciale, un sistema operativo Linux, per accedere al file del computer e ottenere la parte di password poi fornita ad Assange.
10. La password decifrata ha permesso a Manning di accedere ai computer con un usermame che non le apparteneva. Questo ha reso più difficile per gli investigatori identificare Manning come fonte di rilascio di informazioni classificate.
11. Prima di questo accordo, Manning aveva già fornito a WikiLeaks centinaia di migliaia di documenti classificati che aveva scaricato da dipartimenti e agenzie degli Stati Uniti, compresi i rapporti di attività significative legate alla guerra in Afghanistan e i rapporti di attività significative legate alla guerra in Iraq.
12. Al momento in cui entrò in essere questo accordo, Assange sapeva che Manning stava fornendo a WikiLeaks documenti classificati, contenenti informazioni sulla difesa nazionale degli Stati Uniti. Assange stava consapevolmente ricevendo tali documenti classificati da Manning allo scopo di renderli pubblici sul sito web di WikiLeaks.
13. Per esempio, il 7 marzo 2010, Manning e Assange hanno discusso sul valore delle istruzioni per la valutazione dei detenuti di Guantanamo Bay, e l'8 marzo 2010, prima dell'accordo sulla password, Manning ha detto ad Assange che stava "scaricando tutto quello che aveva su Guantanamo", aggiungendo che "dopo questo upload, non mi è rimasto altro". Assange rispose: "Gli occhi curiosi, nella mia esperienza, non si seccano mai". In seguito a questo, tra il 28 marzo 2010 e il 9 aprile 2010 Manning ha usato un computer del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per scaricare i cable del Dipartimento di Stato americano che WikiLeaks ha poi rilasciato pubblicamente.
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A Washington attendono il fondatore di Wikileaks con viva impazienza. Assange sta vivendo tempi interessanti. Forse troppo. E non solo lui, a Capitol Hill stanno volando boomerang con la parrucca bionda e un cappellino rosso.
03
Boomerang Russiagate. Sotto accusa ex consigliere di Obama
Quando Robert Mueller si è messo a indagare sugli affari di Paul Manafort improvvisamente si è imbattuto in una serie di consulenti e lobbisti vicini ai Democratici che trafficavano con i paesi dell'Est. Consulenze professionali, tutto più che nella norma, solo che queste attività negli Stati Uniti devono essere dichiarate, cosa che non sempre è avvenuta. Così abbiamo visto il grande studio di Podesta chiudere i battenti perché pescato con le mani nella marmellata dell'Est Europa e ora un altro nuvolone s'avvicina in casa Democratica. Gregory Craig, ex consigliere di Barack Obama, è sotto indagine per i suoi rapporti non dichiarati con l'Ucraina. Anche in questo caso è stato Mueller a scoprire l'attività di Craig, poi il caso è passato ai pubblici ministeri federali del Southern District di New York, noto come SDNY, e poi è stato trasferito nuovamente a Washington. L'esito di questo lungo ping pong è che oggi Craig è stato messo formalmente sotto accusa e il Russiagate ora è diventato un problema anche per l'amministrazione Obama. Doveva distruggere Trump, travolgerà i dem. Come si chiama questo? Contrappasso. E non finisce qui.
04
Barr: Trump spiato dall'intelligence di Obama
Il procuratore generale degli Stati Uniti, William Barr, è stato ascolato dal Congresso e ha detto una cosa leggera: la campagna presidenziale di Donald Trump è stata sottoposta a spionaggio da parte dell'intelligence di Obama nel 2016, prima delle elezioni. "Penso che lo spionaggio sia accaduto (...) La questione è se ci fossero "sufficienti basi" per effettuare tale operazione, ha detto Barr. Che succede? Barr è andato dritto al punto: è "un obbligo" accertare i criteri che hanno condotto la precedente amministrazione democratica a indagare sulla campagna presidenziale dell'avversario, prima delle elezioni. "Il Congresso è solito dirsi preoccupato che le agenzie di intelligence e le forze dell'ordine si muovano entro i loro limiti costituzionali”, ha affermato Barr che ha tutta l'intenzione di fare un ripasso generale sulle fasi iniziali dell'inchiesta dell'Fbi sulle relazioni con la Russia, sui rapporti dell'Fbi con l'ex agente d'intelligence britannico Christopher Steele, chiarimenti sul dossier poi rivelatosi falso contro Trump che fu commissionato dai Democratici che facevano campagna per Hillary Clinton. Si scava, si cercano le origini del Russiagate. Se Barr farà tutto questo, assisteremo allo spettacolo dei Democratici che affondano su una dirty campaign costruita per eliminare Trump. I Democratici hanno due problemi: non hanno il candidato e... il Russiagate. Che sottosopra.
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Torniamo in Italia. Abbiamo un problema: la Francia ci sta soffiando sotto il naso quel che resta della Libia.
05
Libia. Piange il telefono (di Conte)
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sta parlando con Sarraj e Haftar. La notizia viene fatta filtrare come classico escamotage mediatico per cercare di far uscire dall'imbarazzo il governo, ma il tema resta e addirittura dopo questo si fa anche più pesante: che ha fatto fino a ieri l'esecutivo italiano? La domanda non è un esercizio retorico, perché il sospetto - verificato - è che la Francia abbia fatto qualcosa e noi proprio no. Per questo il tema della Libia è interessante, mostra plasticamente come il governo non sia sul pezzo della politica estera (quindi della politica tout court) ma salti qua e là senza una strategia, a seconda del desiderio del momento. D'altronde, per settimane hanno detto che la crescita era quella programmata, salvo poi impattare contro il muro di titanio al momento di scrivere il Documento di economia e finanza. Oggi dunque siamo alle telefonate sul latte versato e alla ricerca del capro espiatorio sul fuorigioco permanente che ci hanno fischiato in Libia. Il maestro in questo genere di tattica diversiva è Salvini. L'economia va male? È colpa dell'Europa. Non prendiamo palla in Libia? È colpa della Francia. Se la Lega e i Cinque Stelle fossero stati all'opposizione, con questi fatti davanti, avrebbero gridato alle dimissioni dell'esecutivo.
06
Salvini scarica tutto su Macron (che fa il suo mestiere)
Matteo Salvini ha una tecnica ormai nota: quando le cose vanno male cerca qualcuno su cui scaricare la colpa. Nel governo del giorno dopo giorno questo accade con i Cinque Stelle (che si danno da fare per prendersele quasi tutte, le colpe), durante gli eventi eccezionali Salvini cerca il capro espiatorio "esterno". Così quando il bilancio dello Stato appare per quello che è e non per ciò che egli desidera, Salvini prima lancia qualche avviso a Giovanni Tria, poi, resosi conto che Tria è il ministro dell'Economia del governo di cui Salvini è il dominus, vira rapido e con una frase dal sen fuggita dice che bisogna cambiare i parametri europei.
È sempre colpa di un altro anche sulla Libia, paese dove l'Italia ha un interesse nazionale diretto. Salvini non ha niente da rimproverarsi, pare che egli si senta perfettamente a suo agio nella veste di ministro dell'Interno che ha trattato con il governo Tripoli sull'immigrazione dimenticando che quest'ultima è prima di tutto un problema di stabilità del paese, di accesso dal deserto del Sahel al Mediterraneo, di conciliazione tra le tribù, di boots on the ground che la Francia ha nel Sahel (e non solo) e noi non si capisce più che cosa facciamo. Salvini non è neppure a disagio per aver definito quelli libici porti sicuri e non lo sembra neppure dopo aver scoperto che il generale Haftar marcia su Tripoli dopo aver partecipato alla conferenza di Palermo sulla Libia, organizzata dall'Italia senza avere centrato neanche un gol diplomatico. Salvini ha già trovato - cosa facile, tra l'altro - il capro espiatorio anche stavolta: la Francia. Che di suo in Libia fa molto e fin troppo, ma non fa tutto, visto che ci dovrebbe essere anche l'Italia. In ogni caso, il ministro dell'Interno - che ieri ha instagrammato per la gloria e la storia una carbonara - stamattina ha lanciato la sua offensiva parolaia contro Parigi. E dunque il governo sta valutando cosa abbia fatto o non fatto Parigi. La risposta è facile: la Francia è una nazione che fa i suoi interessi. Noi sappiamo farli? Questa domanda i sovranisti immaginari la fanno cadere, perché è evidente che non li abbiamo fatti bene, visto che ci sono sfuggite dai radar le autocolonne con l'artiglieria pesante del generale Haftar. Non solo, ci sono letteralmente scappate di mano tutte le evoluzioni della situazione sul terreno libico in questi mesi, guardate la mappa:
Pare sia successo qualcosa da settembre a aprile sulla mappa della Libia. Dov'era Salvini e dov'era il governo italiano? Anche qui la risposta è facile, Salvini twittava sugli scafisti e gli stranieri, il governo selfizzava la politica estera, in terra libica il generale Haftar avanzava, questa è la nuda verità. Mon dieu, è colpa dei francesi. No, è opera anche dei francesi. Non ci vuole Salvini per arrivare a capire - a scoppio regolarmente ritardato - che cosa è successo. Parigi fa la sua politica di potenza, mentre l'Italia esprime al meglio la politica dell'impotenza del sovranismo senza sovranità.
Il ministro dell'Interno - in un'intervista alla radio, e questo dice tutto - ha detto che sul ruolo della Francia "stiamo approfondendo, ci sono delle evidenze, è questione di ore per saperlo" e naturalmente "se per degli interessi economici la Francia bloccasse un'iniziativa europea" finalizzata a riportare la pace in Libia, o "giocasse a fare la guerra e stesse appoggiando una parte che combatte", lui il conducator annuncia che "da ministro dell'Interno non starò a guardare, quando si parla di missili, attacchi ad aeroporti, c'è un rischio per gli italiani che lavorano lì... Se qualcuno gioca a fare la guerra per interessi economici, per quanto ci riguarda ha sbagliato Paese e con me ha sbagliato ministro". Perbacco, attendiamo i rilievi della polizia stradale.
Citofonare Salvini: queste cose non si annunciano alla radio tra un selfie e l'altro, si fanno.
07
Il bollettino libico. Ottomila sfollati e 56 morti
Nel frattempo, il numero degli sfollati in pochi giorni ha superato quota ottomila (8.075) secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Il conflitto nella parte Sud di Tripoli ha costretto alla fuga altre 720 famiglie (circa 3.600 individui) il 9 e il 10 aprile, portando a 1.615 il numero totale delle famiglie sfollate dall'inizio del conflitto armato il 5 aprile (circa 8.075 individui). A Tripoli cominciano a interrompersi i servizi essenziali, l'acqua, l'elettricità. Gli sfollati sono ospitati in abitazioni private a Tripoli a Tripoli, Tajoura, Swani, Janzour, Msallata, Garabulli, Al Khoms, Zintan, Yefren, Al Zahra, Al Maya, Gharyan, Bani Walid e Tarhuna. Il bilancio degli scontri intorno a Tripoli è di almeno 56 morti e 266 feriti, secondo l’ultimo aggiornamento fornito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Conte nella sua informativa ha parlato di alcune centinaia di morti.
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Le rivoluzioni, le guerre, non sono passeggiate sul velluto. L'Africa è di nuovo in fiamme. In Sudan i militari hanno destituito il presidente dopo 30 anni di dominio. La ricerca della libertà non è finita. La storia è appena cominciata.
08
Sudan, arrestato il presidente Bashir. La rivoluzione d'Africa
Manifestazione a Khartoum (Foto Ansa)Dopo i vent'anni di Bouteflika in Algeria, ora tocca ai trent'anni di Bashir in Sudan. Due regimi sono caduti come birilli nel giro di poche settimane di protesta. In entrambi i casi è stato decisivo l'esercito. A Khartoum l'intervento delle forze armate è sfociato dopo settimane di proteste della popolazione, arresti, uccisioni. Così come nell'Algeria di Bouteflika. Anche il Sudan dunque entra in pieno regime change, mentre in Libia la capitale Tripoli è vicina alla caduta nelle mani di un'altra fazione, le truppe del generale Haftar stanno avanzando e il governo di Sarraj è a rischio. L'Africa è un pentolone che bolle di contraddizioni: aspirazioni alla libertà, dittature nuove che si preparano a sostituire quelle vecchie, crolli di regimi che sembravano granitici. Algeri, Khartoum, Tripoli. La Storia sta ruggendo.
In Sudan, come in Algeria, hanno deciso i militari, ma le condizioni imposte subito dopo il colpo di Stato sono poco incoraggianti: coprifuoco, legge d'emergenza, costituzione azzerata e una transizione di due anni guidata sempre dai militari. Il primo provvedimento, il coprifuoco, è già stato ignorato, mentre scriviamo migliaia di persone a Khartoum sono in piazza. Il quadro politico non potrà restare a lungo congelato come desiderano i militari. Gli Stati Uniti hanno auspicato che l'esercito sudanese chiami i civili a far parte di "un governo inclusivo". "Gli Stati Uniti continuano a chiedere alle autorità di transizione moderazione e di lasciare spazio ai civili affinché partecipino al governo", ha spiegato ai giornalisti il portavoce della diplomazia statunitense, Robert Palladino. "Il popolo sudanese deve scegliere i propri leader" e "i cittadini hanno chiarito che vogliono una transizione guidata dai civili", e questo deve essere fatto "prima dei due anni". Continua a leggere l'articolo su List.
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Come chiudiamo questo numero di List? Con uno sbarco che dovrebbe ricordarci chi siamo, da dove veniamo e perché non bisogna mai dimenticare con chi stiamo.
09
Lo sbarco in Normandia
Quest'anno sarà il 75° anniversario dello sbarco in Normandia, il D-Day. Ci sarà anche Donald Trump il 6 giugno per le celebrazioni. "Sarò lì, sarò lì", ha affermato Trump ricevendo nello Studio Ovale i veterani della Seconda guerra mondiale. Che cosa attendeva quei soldati sui mezzi da sbarco? Questo:
Si fa presto a dire che sei un uomo libero quando altri uomini 75 anni fa hanno dato la vita per lasciarti in eredità la libertà.
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momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.