3 Marzo
L'avanzata russa. Guerra, politica e trappola energetica
Ucraina. L'esercito di Mosca ha conquistato il porto di Kherson, il fronte sud è aperto, lo sbarco a Odessa è il prossimo obiettivo. Il paradosso del tubo: l'Unione europea in un solo giorno ha pagato 1 miliardo di euro di petrolio e gas alla Russia. Lezione della storia: chi ha conquistato il terreno, non si ritira mai prima del negoziato
A che punto è la guerra? I russi stanno consolidando le loro posizioni a Sud e a Ovest, stanno prendendo le regioni che considerano strategiche, mentre i bombardamenti sulla capitale Kiev e Kharkiv proseguono. Con la conquista di Kherson, la Crimea si sta "allargando", il fronte verso Odessa è aperto (nella foto che apre List, un tratto della costa) e bisogna solo vedere se e quando il Cremlino ordinerà l'avanzata, secondo fonti di intelligence americane citate dai media (sono rumors non verificati, per ora) i russi stanno preparando lo sbarco. Notizia certa: c'è stato un'esplosione su un cargo estone, Helt, al largo di Odessa, la nave è affondata, ci sono quattro dispersi. Batteva bandiera panamense.
La pressione delle forze armate russe si sta intensificando - per la prima volta sono stati colpiti i centri di comunicazione, comando e controllo - in prossimità di un altro round del negoziato che dovrebbe tenersi stasera tra Mosca e Kiev. Putin sta calibrando la campagna militare, Europa e Stati Uniti hanno un'agenda che è continuamente imposta - e esposta - da Putin che gioca con "l'elastico" del conflitto. Così ecco la disponibilità del Cremlino a aprire corridoi umanitari sicuri per l'evacuazione dei civili. È una strategia che si impone sul teatro di guerra. E se non ci sei (e l'Occidente non c'è e non vuole esserci direttamente, con i boots on the ground, gli stivali sul terreno) sei costretto a subirla. La differenza è tutta qui: Putin fa la guerra, gli altri no. Mappa dell'Institute for the Study of War sulla situazione sul terreno:
Mentre la Russia bombarda le postazioni e i centri vitali della resistenza ucraina, Gazprom continua a vendere il gas e il petrolio all'Occidente. La ragione è semplice e disarmante: senza le forniture russe l'Occidente andrebbe incontro a uno shock...
A che punto è la guerra? I russi stanno consolidando le loro posizioni a Sud e a Ovest, stanno prendendo le regioni che considerano strategiche, mentre i bombardamenti sulla capitale Kiev e Kharkiv proseguono. Con la conquista di Kherson, la Crimea si sta "allargando", il fronte verso Odessa è aperto (nella foto che apre List, un tratto della costa) e bisogna solo vedere se e quando il Cremlino ordinerà l'avanzata, secondo fonti di intelligence americane citate dai media (sono rumors non verificati, per ora) i russi stanno preparando lo sbarco. Notizia certa: c'è stato un'esplosione su un cargo estone, Helt, al largo di Odessa, la nave è affondata, ci sono quattro dispersi. Batteva bandiera panamense.
La pressione delle forze armate russe si sta intensificando - per la prima volta sono stati colpiti i centri di comunicazione, comando e controllo - in prossimità di un altro round del negoziato che dovrebbe tenersi stasera tra Mosca e Kiev. Putin sta calibrando la campagna militare, Europa e Stati Uniti hanno un'agenda che è continuamente imposta - e esposta - da Putin che gioca con "l'elastico" del conflitto. Così ecco la disponibilità del Cremlino a aprire corridoi umanitari sicuri per l'evacuazione dei civili. È una strategia che si impone sul teatro di guerra. E se non ci sei (e l'Occidente non c'è e non vuole esserci direttamente, con i boots on the ground, gli stivali sul terreno) sei costretto a subirla. La differenza è tutta qui: Putin fa la guerra, gli altri no. Mappa dell'Institute for the Study of War sulla situazione sul terreno:
Mentre la Russia bombarda le postazioni e i centri vitali della resistenza ucraina, Gazprom continua a vendere il gas e il petrolio all'Occidente. La ragione è semplice e disarmante: senza le forniture russe l'Occidente andrebbe incontro a uno shock energetico di immani proporzioni. Oggi, mentre scrivo questa breve nota introduttiva, la Russia secondo i calcoli del think thank Bruegel ha venduto all'Europa oltre un miliardo di euro di gas e petrolio, nel dettaglio: 660 milioni per il gas e 350 milioni per il petrolio. Spiega Simone Tagliapietra, ricercatore di Bruegel e docente alla Cattolica di Milano: "Si tratta di un record storico, che viene battuto di giorno in giorno". All'inizio dell'anno, per il gas l'Europa pagava (1° gennaio) circa 190 milioni ma "con gli incrementi di questi giorni, che arrivano fino al 60%, questa cifra è destinata a salire ancora". Sono soldi che finanziano Mosca, anche la sua guerra. È il paradosso del tubo.
Una trappola che può essere spezzata in un solo modo efficace: bloccando il petrolio e il gas russo e cercando nuove risorse. Il blocco è questione di un attimo, le nuove fonti richiedono il lavoro di anni. Chi è disposto a pagare il prezzo? Quali leader hanno il coraggio di dire ai loro cittadini che improvvisamente la crisi impatta sulle loro condizioni di vita? II nome nessuno ha il coraggio di pronunciarlo: crisi energetica in Europa. Avrebbe un impatto gigantesco, già oggi il mercato delle materie prime è in fiamme: l'alluminio ha toccato il record storico, il prezzo del Brent è al top da 9 anni (ha aperto a 118 dollari al barile, ora viaggia a 115), il petrolio americano ha segnato il record dal 2008 (114,99 dollari), il carbone vola alla cifra monstre di 400 dollari a tonnellata, il settore dei cereali va come un treno a tutta velocità e senza macchinista, il prezzo del grano è aumentato del 40% nell'ultimo mese. Siamo in una guerra, quella economica è già arrivata nelle nostre case. L'altra speriamo di evitarla, ma non è con le utopie che si troverà la soluzione, serve più che mai il realismo. E senso storico. Leggiamo insieme Marco Patricelli, vediamo all'orizzonte, sul cavallo alato del tempo, galoppare il messaggero con il bollettino della guerra. Buona lettura.
Un carro armato russo colpito sulla strada della piccola città di Borodyanka, vicino a Kiev (Foto Epa)di Marco Patricelli
La storia insegna che il possesso vale due terzi del diritto, perché non si è mai verificato che un esercito che ha vinto o sta vincendo poi retroceda sulle sue posizioni di partenza. Prima dell’attacco russo all’Ucraina su List venne scritto a chiare lettere che Vladimir Putin stava giocando una partita con due risultati su tre a disposizione, e che persino il risultato minimo sarebbe stato un grande risultato.
Mentre il mondo si commuoveva per la sorte degli ucraini e piangeva le vittime dell’aggressione del nuovo Zar del Cremlino, l’ex Kgb metteva a segno lucidamente tutti i passaggi di un piano studiato a tavolino in cui un solo elemento era stato sottovalutato: la tenuta dell’Ucraina sotto la guida di un ex comico diventato statista, Zelensky, e simbolo della resistenza di un popolo. Ma che l’esito di quella guerra fosse segnato, non sfugge neppure al più distratto degli strateghi del giorno dopo. Ai colloqui preliminari bilaterali, le richieste minime russe sono sempre le stesse: riconoscimento dell’annessione della Crimea e del Donbass. Poi si discuterà del rientro nel consesso delle nazioni civili, perché la Realpolitik dà ragione a Ennio Flaiano il quale sosteneva che con i diavoli prima o poi ci si mette d’accordo. Nel frattempo il Mare d’Azov sarà trasformato in un lago russo, l’Ucraina sarà di fatto neutralizzata e Mosca si allontanerà dall’Europa paradossalmente quando le è più vicina territorialmente, perché ha spostato la sua prospettiva verso la Cina, in quella perenne oscillazione tra Vecchio continente e Asia che le assegnano la storia e la geografia.
Cavalli di Frisia utilizzati per bloccare l'accesso nelle strade di Kiev (Foto Epa).Kiev è un obiettivo militare nella misura in cui gli ucraini capiranno che l’occupazione dell’intero Paese non è nella strategia dell’esercito russo e dei suoi capi. Se la Russia si fosse sciolta da sola le mani, la capitale sarebbe già stata rasa al suolo col massiccio impiego dell’aviazione e oggi già la guarderemmo come una Sarajevo qualsiasi. Tutto si può infatti dire di Putin, con ragione, ma non che sia pazzo. Niente in questa guerra è frutto di follia, se non la guerra stessa.
Non era pazzo neppure Adolf Hitler, altrimenti dovremmo riflettere sul fatto che il popolo più colto d’Europa lo abbia seguito entusiasticamente nel delirio di dominio sul mondo. Militarmente ed economicamente la Seconda guerra mondiale fu pianificata nella Germania nazista dai generali, dagli economisti e dai banchieri. Oggi come ieri si è finto di non vedere e di non sapere. Quando nel 1934 il Maresciallo Józef Piłsudski propose alla Francia la guerra preventiva contro la rinascita militare tedesca, il Quay d’Orsay neppure rispose. Quando nel 1938 la Cecoslovacchia si disse pronta a battersi contro il Reich, Francia e Inghilterra ne regalarono ai nazisti un’ampia fetta, i Sudeti con tutte le fortificazioni, ponendo le premesse della sua scomparsa. Quando nel 1939 la Polonia entrò nel mirino di Hitler, i francesi continuavano a chiedersi se davvero valesse la pena di morire per Danzica e per la “Poldavia” di cui non si sapeva nulla, e il comandante in capo dell’orgogliosa Armée, Maurice Gamelin, invece di dare il via libera ai piani militari, si era applicato a preparare tre dettagliate risposte ai giornalisti per giustificare il mancato aiuto ai polacchi nonostante i trattati vincolanti. Anche dopo l’aggressione del I settembre Londra e Parigi cincischiarono, e quando non poterono più svicolare dall’inevitabile, il 3 settembre inviarono un ultimatum nel quale chiedevano alla Wehrmacht dilagante nelle pianure polacche di tornare alle posizioni di partenza. Berlino neppure rispose, e fu guerra mondiale.
Putin, che pazzo non è, le condizioni le detterà lui e il tempo gioca a suo favore. Gli ucraini, ammirati per valore come i polacchi del 1939, non possono fermare i missili né con le preghiere né con i proclami, e neppure le divisioni corazzate con i khalashnikov e le bottiglie molotov. Solidarietà da tutti e a tutti i livelli, bombardamento di condanne e risoluzioni contro i russi, ma nessuno farà la guerra con gli ucraini o per loro. Le ipocrisie dell’Occidente ricco e molle erano state messe in conto, perché ben note. Le sanzioni passano, le conquiste restano.
La Cina, poiché in questa guerra ben poco era stato tralasciato, simulando equidistanza e velleità di grande mediatrice, si è già assicurata grano, orzo e gas, alimentando la sua crescita spropositata e dirottando in senso inverso il gettito finanziario russo inceppato dalle sanzioni (che guarda caso hanno risparmiato la Gazprombank, braccio economico del colosso energetico), e di fatto subordina il ruolo del Cremlino al proprio sullo scenario internazionale. La Russia vince in Ucraina, e la Cina senza sparare un solo colpo vince la Russia e tutto il mondo nella grande partita degli approvvigionamenti che porta al dominio economico.
Una bozza de "I fratelli Karamazov", il grande romanzo di Dostoevskij, 1880.In Italia, ventre molle energetico d’Europa, si fa la guerra a Fëdor Dostoevskij, senza che venga avviata una seria riflessione sulle ascese di carriera accademica, i sepolcri imbiancati dell’associazionismo dopolavorista discettano con qualche decennio di ritardo sull’uscita dalla Nato, dimostrando di vivere fuori dal tempo e fuori dalla storia, gli esperti che hanno debellato i virologi dalle tv giochicchiano a Risiko con la cartina dell’Ucraina punteggiata di bandierine e simbolini.
Tanta mobilitazione per la tragedia umanitaria dei civili, e nessuno che si senta in dovere di chiedere scusa alla Polonia massacrata dai benpensanti da salotto quando respingeva un pugno di migranti gettati da Lukashenko contro le sue frontiere e che le ha invece spalancate accogliendo mezzo milione di profughi in meno di una settimana, facendo miracoli di solidarietà vera e di efficientismo.
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.