8 Febbraio
Lavoro e governo. La Germania in due mosse
Grosse Koalition e nuovo contratto (28 ore) per i metalmeccanici. Berlino muove le sue pedine (ma niente è come prima). In Italia fioriscono gli imitatori. Un confronto impietoso tra i due paesi su economia e istituzioni. Il diario del titolare di List.
La Germania è il centro del Maelstroem. Le elezioni del settembre 2017 ci avevano (hanno) consegnato un paese cambiato. Fine di una storia e nuovo inizio. Dall'era di Helmut Kohl fino al terzo mandato di Angela Merkel la classe dirigente tedesca aveva lavorato per la riunificazione e la proiezione della Germania nel mondo, il Marco lasciato per l'Euro in nome della (ri)fusione di Ovest e Est, Berlino senza Muro, la Germania di Honecker trasferita di nuovo in Occidente, la tecnica e la precisione rilanciate in formato export e surplus commerciale, il controllo politico-burocratico di Bruxelles, la strana relazione con l'America alleato e spia (Obama vs Merkel), la tentazione continua di guardare a Oriente, tramare e temere Mosca. Tutto questo c'era e c'è ancora, ma il piano di Angela Merkel di arrivare trionfalmente a un quarto mandato s'è infranto di fronte al risveglio della destra borghese della Germania, il suo nazionalismo nel formato di una destra conservatrice, la presenza di una sinistra à la Marx, radicale, che esiste perché esistono le contraddizioni nel modello del capitalismo tedesco.
01
Le due mosse di Berlino
Nel giro di pochi giorni la Germania ha presentato un doppio numero sul palcoscenico della politica: l'accordo di governo oggi tra Cdu-Csu e la Spd e ieri il nuovo contratto dei metalmeccanici, siglato dal potente sindacato IG Metall con gli industriali, le 28 ore. Tutto finisce in maniera sbrigativa alla voce progresso. Ne siamo sicuri? Siamo davvero certi che la Germania stia andando avanti? O forse siamo in presenza di un riposizionamento e di una risposta dei Volkspartei al mutato scenario della società tedesca. Ieri la Frankfurter Allgemeine Zeitung faceva notare come sia in contraddizione un sindacato che vuol rappresentare due fronti: i lavoratori che vogliono lavorare di meno (28 ore) per dedicare il proprio tempo ad altro; i lavoratori che vogliono lavorare di...
La Germania è il centro del Maelstroem. Le elezioni del settembre 2017 ci avevano (hanno) consegnato un paese cambiato. Fine di una storia e nuovo inizio. Dall'era di Helmut Kohl fino al terzo mandato di Angela Merkel la classe dirigente tedesca aveva lavorato per la riunificazione e la proiezione della Germania nel mondo, il Marco lasciato per l'Euro in nome della (ri)fusione di Ovest e Est, Berlino senza Muro, la Germania di Honecker trasferita di nuovo in Occidente, la tecnica e la precisione rilanciate in formato export e surplus commerciale, il controllo politico-burocratico di Bruxelles, la strana relazione con l'America alleato e spia (Obama vs Merkel), la tentazione continua di guardare a Oriente, tramare e temere Mosca. Tutto questo c'era e c'è ancora, ma il piano di Angela Merkel di arrivare trionfalmente a un quarto mandato s'è infranto di fronte al risveglio della destra borghese della Germania, il suo nazionalismo nel formato di una destra conservatrice, la presenza di una sinistra à la Marx, radicale, che esiste perché esistono le contraddizioni nel modello del capitalismo tedesco.
01
Le due mosse di Berlino
Nel giro di pochi giorni la Germania ha presentato un doppio numero sul palcoscenico della politica: l'accordo di governo oggi tra Cdu-Csu e la Spd e ieri il nuovo contratto dei metalmeccanici, siglato dal potente sindacato IG Metall con gli industriali, le 28 ore. Tutto finisce in maniera sbrigativa alla voce progresso. Ne siamo sicuri? Siamo davvero certi che la Germania stia andando avanti? O forse siamo in presenza di un riposizionamento e di una risposta dei Volkspartei al mutato scenario della società tedesca. Ieri la Frankfurter Allgemeine Zeitung faceva notare come sia in contraddizione un sindacato che vuol rappresentare due fronti: i lavoratori che vogliono lavorare di meno (28 ore) per dedicare il proprio tempo ad altro; i lavoratori che vogliono lavorare di più (40 ore) per guadagnare di più. Come si concilia tutto questo con la produzione, il mondo della fabbrica, il rampante capitalismo tedesco? Non manca certo loro l'organizzazione e la metodicità, ma il giochino di Angela Merkel di sminuzzare i problemi, rinviarli, sopirli, trattarli come un fiume carsico, metterli anche sotto il tappeto, alla fine ha generato l'ascesa di Afd, l'ingresso della destra nel Bundestag per la prima volta dal dopoguerra.
Lo stesso accordo di Grosse Koalition siglato oggi con i socialdemocratici (deve essere approvato dagli iscritti del partito) che cosa è? Non il frutto di una grande vittoria, ma la necessità di evitare di nuovo le urne, scongiurare un altro passo avanti di Afd, della Linke, dei Liberali che hanno deciso di giocare la loro partita non oggi, ma domani. Confidano nel naufragio della Grosse Koalition di fronte all'inconciliabilità di Berlino con il resto d'Europa. Alla Spd andranno due ministeri pesantissimi, gli Esteri e le Finanze. La politica estera della Germania sarà rappresentata da Martin Schulz e non è detto che il suo nome sia quello giusto nei tempi in cui viviamo. Le Finanze che furono di Wolfgang Schäuble - piaccia o meno, un politico di prima grandezza, oggi presidente del Bundestag - andranno ai socialdemocratici e non è così scontato che siano pronti a condividere i rischi dell'Unione europea con gli altri paesi. First Germany non è Trump a Berlino, è la voce dei tedeschi che hanno votato lo scorso autunno. Achtung.
02
Italia-Germania. Economia
In Italia si guarda alla Germania con l'idea di poter capitalizzare idee e soluzioni che (forse) vanno bene tra Monaco e Amburgo, ma non da noi dove i livelli di produttività ci collocano all'ultimo posto in Europa. Quando il segretario della Cgil, Susanna Camusso, dice che c'è "un grande interesse sul tema dell'orario dei lavoratori e l'accordo ponte raggiunto in Germania dal sindacato Ig Metall sulla settimana di 28 ore lavorative, per noi sicuramente è una strada alla quale guardare", quale paese immagina?
Il titolare ha un paio di numeri sul taccuino, vediamoli insieme. Questo è l'andamento del Pil italiano dal 2008 al 2016 (fonte Istat), osservate la nostra spettacolare prova rispetto alle principali economie europee:
Questo invece è il dato della produttività, fonte Ocse:
E queste sono le previsioni d'inverno della Commissione Europea, pubblicate stamattina:
L'Italia nell'Eurozona è l'ultimo paese con l'1,5 per cento di aumento di Pil nel 2018 e l'1,2 per cento nel 2019. La zona euro dovrebbe crescere in media del 2,3 per cento quest'anno e del 2 per cento il prossimo. Per restare nel campo da gioco tra Italia-Germania, l'economia tedesca dovrebbe aumentare del 2,3 per cento nel 2018 e del 2,1 per cento nel 2019. La Germania non è l'Italia. E non solo nel lavoro.
03
Italia-Germania. Governo (e condono)
La Grosse Koalition non può essere imitata in Italia. Ieri Matteo Renzi ha detto: "Sono d'accordo con Berlusconi, se non ci sono i numeri, si torna a votare". Queste dichiarazioni hanno un loro fondamento nella tattica - non scoprire oggi le carte di domani - ma in fondo dicono una cosa: un governo tra Partito democratico e Forza Italia non è destinato a durare a lungo. Naturalmente c'è la forza motrice della paura, lo spaventapasseri del Movimento 5Stelle, a cementare un governo tra diseguali, ma una larga o ristretta intesa tra culture politiche così disomogenee dove conduce? Berlusconi ha proposto oggi il condono edilizio ("per la pace sociale"), Salvini dice no. E il Partito democratico, futuro alleato non confesso, che ne dice? Il fattore stabilità in questo scenario è decisivo: Angela Merkel è cancelliera della Germania dal 2005 e lo sarà ancora. L'Italia dal 2005 a oggi ha avuto i seguenti governi: Berlusconi II, Prodi II, Berlusconi III, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e avanti un altro dopo il 4 marzo. Per darvi un'idea, ecco la linea temporale dei governi italiani:
Questa invece è la linea temporale dei governi tedeschi:
Notate la differenza? E noi vorremmo fare la Grosse Koalition all'italiana? Con il Rosatellum, le camere balcanizzate, un sistema politico tri-partito e tre quarti del Parlamento euroscettico? Torniamo sulla terra. Andiamo a Wall Street.
04
Pazza Wall Street
Preparatevi a un'altra giornata matta dei mercati. L'Asia ha chiuso bene, l'Europa è partita positiva. Ieri a Wall Street l'indice Dow Jones ha cambiato direzione 29 volte e alla fine con uno spettacolare rimbalzo ha chiuso a +2.23 per cento. Cosa sta succedendo? La parola chiave è volatilità. Ecco l'indice Vix che misura la volatilità stamattina:
L'indice Vix è sempre molto alto e infatti i futures a Wall Street segnalano brutto tempo in arrivo. Questo è il future del Dow Jones:
E questo è il future del Nasdaq:
I futures nel frattempo hanno limato le perdite, ma l'instabilità è altissima. Allacciate le cinture, è prevista un'altra giornata sulle montagne russe. Che facciamo ora? Decolliamo, Elon Musk ieri ha lanciato il razzo più potente della storia.
05
Il razzo di Elon (e Musk non è Sagan)
Elon Musk è un grande visionario, ha capacità enormi, la sua passione per la velocità e lo spazio sono ammirevoli. Ieri ha lanciato il razzo più potente del mondo, bravo.
Il Falcon Heavy trasportava una Tesla Roadster. E qui il pensiero del titolare di List è andato subito a Carl Sagan, un gigante dell'esplorazione spaziale. Chi non ha mai letto, ascoltato e visto Pale Blue Dot può averne un saggio qui, tratto da Cosmos, A SpaceTime Odyssey:
Torniamo al punto: Musk ha piazzato dentro il suo Falcon Heavy una Tesla Roadster che poi è stata lanciata in direzione di Marte, ora sta sfrecciando verso la fascia degli asteroidi.
Tutto molto divertente, ma Elon è lontanissimo dalla tensione ideale del pioniere dello spazio, Carl Sagan. Il padre delle missioni Voyager non pensò nemmeno per un minuto a un gadget pubblicitario (questa è l'idea di proiettare una Tesla nello spazio). Il Voyager trasporta un disco d'oro con informazioni sulla terra e l'uomo:
Il contenuto fu deciso dalla Nasa insieme agli studiosi della Cornell University, il disco contiene i saluti i saluti in 55 lingue, immagini e musica. Non un'automobile elettrica prodotta da un magnate della Silicon Valley, ma l'uomo. No, Musk non ha la grandezza interiore di Carl Sagan.
Che facciamo ora? Torniamo sulla terra. E che terra. Andiamo a passeggio con un collega e amico del titolare di List. Pronti? Si va nell'Artico. Grandi letture. E visioni.
06
La battaglia per il Grande Nord
di Marzio G. Mian
Lo spirito degli alberi avrà vinto e i giganti della miniera avranno perso, se Niels Sakariassen sarà sepolto nella fossa che ha scavato nell'orto. Aveva appena terminato di costruirsi la casa con le sue mani, Niels, nel 2009, quando l'australiana GME, Greenland Minerals and Energy, ha avviato i carotaggi lassù sull'altopiano del Kvanefjeld scoprendo il più grande giacimento al mondo d'uranio e terre rare, quei diciassette elementi chimici essenziali per la civiltà globalizzata, utilizzati per superconduttori, magneti, cellulari, fibre ottiche, alta tecnologia militare. Tra i prefabbricati rossi, blu, gialli o verdi distribuiti a caso tra le rocce, quella di Niels è l'unica casetta di Narsaq in blocchi di cemento. Posta ai margini del paese, è adagiata su un rilievo che degrada verso il mare, affacciata su uno dei paesaggi più potenti e incontaminati della Terra; una bellezza spropositata, da capogiro. Continua a leggere l'articolo su List.
"Artico", il libro di Marzio G. Mian verrà presentato oggi a Roma alle 16.30 (modera il titolare di List) nella sede della Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale (SIOI, piazza di San Marco, 51) dall'ambasciatore di Norvegia Margit F. Tveiten, Francesco Rutelli e Franco Frattini. Vi aspettiamo.
***
Bene, dopo questa immersione nella natura e nell'opera dell'uomo (buona e cattiva) il titolare di List vi propone un'altra stupenda lettura. Il complotto, le spie, il tradimento.
07
Spie, potere, tradimento. Dai Tudor a Trump e l'Fbi
di Michele Magno
Nel cuore del potere planetario siamo dentro a uno scontro senza esclusione di colpi, come ha scritto il titolare su queste colonne. Si fronteggiano gruppi di potere consolidati e Donald Trump, il presidente divisivo, sconsiderato, incompetente, maschilista, ignorante, pericoloso, xenofobo, razzista, isolazionista, protezionista, populista: l'elenco degli epiteti poco lusinghieri sul suo conto è ormai lungo come una quaresima. Democratici e repubblicani se le danno di santa ragione a suon di dossier pilotati, "gole profonde" e confidenti, Fbi e Cia l'un contro l'altra armati. Il Russiagate è diventato così l'epicentro di una battaglia che ha come posta in gioco l'impeachment del tycoon newyorkese, a cui in realtà non viene perdonato di aver saputo calamitare gli umori yankee avversi alla "power élite". Continua a leggere l'articolo su List.
***
Altro? Cribbio, c'è Sanremo, chiudiamo questo numero di List con un'altra vignetta di Ciompi, graffiante.
07
Sanremo!
Non l'avete visto? Uhm... gli ascolti in tv sono stellari: 52.1 per cento di share, 11 milioni 600 mila spettatori. I cantanti sono un po' datati (Ciompi, perfido!) E le canzoni? Il successo e il flop arriveranno dopo Sanremo. Gegè Telesforo ieri sera ha assicurato al titolare che la canzone di Ron è bellissima, un inedito di Lucio Dalla. E così sia. Buona giornata.
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assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.