15 Aprile
Le tre ondate del coronavirus
I numeri dei contagiati e dei morti. La durata del lockdown. Il collasso economico. Il Fondo monetario: l'Italia pagherà la crisi più di tutti. Trump blocca i finanziamenti all'Oms e non è una buona idea
Che succede? Donald Trump ha bloccato i finanziamenti all'Organizzazione mondiale della Sanità. "L'Oms ha fallito nel suo dovere di base e deve essere ritenuta responsabile", ha dichiarato Trump durante una conferenza stampa ieri alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti hanno versato all'Oms 453 milioni di dollari nel 2019.
È un capitolo della battaglia geopolitica per il nuovo ordine del post-coronavirus di cui ha scritto Henry Kissinger sul Wall Street Journal qualche giorno fa. I dubbi sull'operato dell'Oms sono più che legittimi, i ritardi documentati, l'influenza cinese palese, la guida inadeguata. Ma la mossa di Trump appare fuori tempo e dettata dalla campagna presidenziale in corso. Offre tra l'altro alla Cina e alla Russia l'occasione (cosa che è accaduta stamattina) per richiamare gli Stati Uniti ai propri doveri verso l'Oms nel momento in cui c'è bisogno della presenza dell'istituzione. Bill Gates ha affermato che la "decisione di Trump è pericolosa". E lo è perché siamo in piena emergenza planetaria.
Il problema della governance e dell'operato dell'Oms esiste, come ha affermato con puntualità l'editorial board del Wall Street Journal, ma l'Occidente, il mondo libero (di cui l'America è il più importante rappresentante) è colpevole di aver trascurato tale deriva. L'incuria americana nel lavoro diplomatico, sulle istituzioni multilaterali, è un fenomeno di erosione costante che va avanti da più di un decennio. Gli americani sono i principali finanziatori di queste istituzioni, ma poi le dimenticano, le ritengono spesso un problema e non un'opportunità. Non si lascia la leadership della sanità - e della sicurezza del mondo - esposta all'influenza di uno Stato totalitario. Questa è una grave colpa dell'America. L'Oms non va abbandonata, una grande nazione come l'America deve lavorare per renderla indipendente e ora più che mai deve impegnarsi per riformarla, rafforzarla e finanziarla.
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A che punto è la crisi in Italia? Affondiamo, chiusi in...
Che succede? Donald Trump ha bloccato i finanziamenti all'Organizzazione mondiale della Sanità. "L'Oms ha fallito nel suo dovere di base e deve essere ritenuta responsabile", ha dichiarato Trump durante una conferenza stampa ieri alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti hanno versato all'Oms 453 milioni di dollari nel 2019.
È un capitolo della battaglia geopolitica per il nuovo ordine del post-coronavirus di cui ha scritto Henry Kissinger sul Wall Street Journal qualche giorno fa. I dubbi sull'operato dell'Oms sono più che legittimi, i ritardi documentati, l'influenza cinese palese, la guida inadeguata. Ma la mossa di Trump appare fuori tempo e dettata dalla campagna presidenziale in corso. Offre tra l'altro alla Cina e alla Russia l'occasione (cosa che è accaduta stamattina) per richiamare gli Stati Uniti ai propri doveri verso l'Oms nel momento in cui c'è bisogno della presenza dell'istituzione. Bill Gates ha affermato che la "decisione di Trump è pericolosa". E lo è perché siamo in piena emergenza planetaria.
Il problema della governance e dell'operato dell'Oms esiste, come ha affermato con puntualità l'editorial board del Wall Street Journal, ma l'Occidente, il mondo libero (di cui l'America è il più importante rappresentante) è colpevole di aver trascurato tale deriva. L'incuria americana nel lavoro diplomatico, sulle istituzioni multilaterali, è un fenomeno di erosione costante che va avanti da più di un decennio. Gli americani sono i principali finanziatori di queste istituzioni, ma poi le dimenticano, le ritengono spesso un problema e non un'opportunità. Non si lascia la leadership della sanità - e della sicurezza del mondo - esposta all'influenza di uno Stato totalitario. Questa è una grave colpa dell'America. L'Oms non va abbandonata, una grande nazione come l'America deve lavorare per renderla indipendente e ora più che mai deve impegnarsi per riformarla, rafforzarla e finanziarla.
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A che punto è la crisi in Italia? Affondiamo, chiusi in casa. Perfino sul Titanic qualcuno prese la scialuppa, qui abbiamo visto l'iceberg, ci siamo andati incontro a tutta velocità perché siamo sempre "i primi al mondo" (Conte dixit), ma "state a casa" perché colare a picco sarà un piacere davanti alla tv. Era tutto squadernato, una cosa facile da vedere, ma il sonnambulismo delle classi dirigenti (non c'è solo la politica) ha accecato lo sguardo. La solita piccola Italia ha pensato che in fondo con la catastrofe del virus in corso ci fosse lo spazio per il suk dei piccoli e grandi favori di sempre. Sorpresa. Non può andare così. O meglio, si è cercato di fare così (la testimonianza viene dalla iniziale esclusione totale dei produttori meno protetti dagli aiuti, autonomi e mini-imprese) poi la realtà è arrivata in tre ondate:
- La prima, i numeri dei contagiati e dei morti;
- La seconda, la durata del lockdown, siamo a due mesi e non è finita;
- La terza, la più pericolosa per il nostro futuro, il collasso economico.
Quest'ultima è tutt'ora sottovalutata, si pensa di uscirne con qualche trucco contabile (già evidente, i 400 miliardi di cui parla il governo non esistono, sono fiction contabile), ma gli effetti saranno devastanti. Lo scriviamo da tempo, fin dall'inizio della crisi del coronavirus abbiamo cercato di mettere in ordine il caotico presentarsi di tutti i segnali della crisi. Quanto è grave?
01
Lo sprofondo della produzione
Il Fondo monetario internazionale ogni primavera pubblica le sue previsioni durante gli Spring Meetings di Washington. Facciamo il punto nave dell'economia mondiale, primo grafico, portata della Grande Chiusura:
Punto fermo: siamo di fronte a una crisi peggiore di quella del 2008/2009 (che per l'Italia arrivò nel 2010-2011 con la crisi del debito sovrano, tema ben raccontato da Fabrizio Cicchitto su List), la dimensione e l'impatto sono una questione di sopravvivenza di interi settori dell'industria contemporanea. Sono in ballo secondo le statistiche dell'ILO (Organizzazione internazionale del Lavoro) 195 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.
Tutte le aree geo-economiche sono coinvolte, nessuno viene risparmiato, cosa che invece in una certa misura avvenne nella crisi precedente dove i mercati emergenti, pur in presenza di un forte rallentamento, riuscirono a mantenere la crescita:
Le economie avanzate sono sommerse (abbiamo una caduta del pil reale del 6%), Stati Uniti e Europa soffrono una caduta verticale, Cina e India sfiorano lo zero (crescevano al ritmo del 6/7%). Qual è la differenza: siamo di fronte a una rottura della catena della produzione e a una caduta della domanda, la crisi del 2008 era prima di tutto un problema finanziario.
Conseguenze sulla produzione delle nazioni? Parte la musica dei Goblins, Profondo Rosso:
La produzione mondiale crollerà del 3%, quella delle economie avanzate del 6,1%, il nostro paese è quello che avrà il calo maggiore con un -9,1% che dovrebbe far accendere tutte le spie rosse sul ponte di comando della nave Italia. Si sono accese? No. Moriranno migliaia di imprese, ma la nostra classe politica è al di sotto di qualsiasi aspettativa peggiorista. Quando pensi che abbiano toccato il fondo, è arrivato il momento di scavare. E stanno scavando. Non sono le fondamenta di una nuova casa, scavano la fossa.
02
I Sonnambuli e il governo del no
I Sonnambuli è il titolo di una grande opera di Hermann Broch, una trilogia che parte dall'Ottocento e in tre affreschi letterari dipinge "il disfacimento dei valori". Il sonnambulismo appare come l'epidemia della contemporaneità, il coronavirus non ha fatto strage solo di vite, ma anche e soprattutto di illusioni. La grande illusione dell'Italia (e purtroppo di molti italiani) è che si possa continuare con il nostro vai e vieni di bugie, ipocrisie, magheggi sullo stato reale del paese. L'Italia ha il fiato corto, lo abbiamo visto in queste settimane. I ceti produttivi hanno toccato con mano quanto la classe politica sia lontana dalla realtà della fabbrica, mentre il settore dei dipendenti pubblici e dei pensionati pensa (e sbaglia, come vedremo) che la garanzia del reddito sia per sempre.
Il dibattito politico è concentrato sul Mes, sull'accesso o meno ai finanziamenti del Fondo salva Stati. L'Italia ha contribuito per la cifra di 14 miliardi alla sua costituzione, può accedere a 36 miliardi di euro di prestiti da utilizzare per la Sanità. Il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, ha detto ieri che rifiutare a priori quei fondi è operazione difficile da sostenere:
Ho fiducia nell'impegno preso da Conte sui tavoli europei e ne attendo l'esito. Da presidente di regione più che da leader politico dico che se esisterà la possibilità, senza condizionalità e rispettando la sovranità italiana, di avere dei miliardi a sostegno della nostra sanità credo che dovremmo prenderle queste risorse, ci servono per gli ospedali e per la nostra sanità.
Bisogna valutare bene il contesto, ricordarsi dove siamo e la parabola di rischio della crisi, per l'Italia altissima. Per questo Zingaretti ha ragione: la Sanità ha bisogno di essere completamente ripensata, il coronavirus si affronta con strategie, materiali e strutture create per questo. Pensate solo alla sanificazione degli ambienti, alla domanda di reagenti, alcol, soluzioni chimiche.
Vito Crimi, colui che oggi interpreta la linea politica dei Cinque Stelle, all'affermazione di Zingaretti stamattina ha risposto così in un'intervista al Fatto: "L'Italia non farà mai ricorso al Mes, noi Cinque stelle non potremo mai accettarlo". Crimi si dice stupito dalle "parole del Pd, perché mettono in discussione la linea del governo e del presidente del Consiglio Conte, che ha espresso la necessità di altri strumenti contro la crisi. Crimi dice che "l'Italia non è la Spagna" (ha ragione Crimi, infatti guardi il dinamismo e il coraggio di quel paese che ha già avviato le riaperture) e "se altri Paesi riterranno di voler utilizzare un Mes light, nessun problema. Ma per noi rimane una fregatura. Non lo voteremo mai in Parlamento". Problemi nel governo? "Dipende dall'atteggiamento sbagliato del Pd, che sta smentendo il premier", dunque "il Pd chiarisca al Paese perché ha cambiato posizione".
Il premier Conte cerca di tenere la maggioranza in piedi con la colla, ma il suo governo - non bisogna dimenticarlo - è nato da un accordo delle cancellerie europee (con il via libera degli Stati Uniti) nell'estate scorsa. Fu il metodo della Conventio ad excludendum contro Salvini a spianare la strada al secondo governo Conte, accadde a Biarritz, il 24 agosto del 2019, durante un vertice del G7. Allora arrivò un endorsement di Trump, il via libera dei leader europei alla formazione del governo giallorosso. Tutti tranne Salvini, la formula Ursula trasferita dal Parlamento europeo a quello italiano. Fuori la Lega, dentro il Pd. Sono le stesse cancellerie che non vogliono gli Eurobond, hanno approntato una versione diversa del Mes su richiesta di Francia e Spagna, poi l'Italia ha cambiato idea.
03
Back to basics. Il rientro della produzione
La globalizzazione come l'abbiamo vista fino a qualche settimana fa è finita. Siamo già nella fase di rientro di alcuni settori della manifattura nei confini nazionali. Un passaggio dell'ottimo discorso di Emmanuel Macron l'altro ieri è illuminante:
Dovremo ricostruire la nostra economia più forte per produrre e ridare speranza ai lavoratori, imprenditori, mantenere la nostra indipendenza finanziaria. Dovremo ricostruire una indipendenza agricola, sanitaria, industriale e tecnologica francese e più autonomia strategica per la nostra Europa. Questo passerà attraverso un piano massiccio per la nostra salute, la nostra ricerca, i nostri anziani.
Siamo in una fase gigantesca di "reshore", rientro della produzione, chi sta lavorando a tutto questo in Italia? Mistero. Va ripensata completamente la catena della produzione domestica, la frase chiave è back to basics, tornare alle basi della nostra esistenza, a cominciare dal settore dell'agricoltura. Abbiamo visto quanto la sicurezza alimentare sia importante (il virus nasce nei mercati di animali selvatici della Cina, presenti in tutta l'Asia, di cui l'Onu solo ora ha chiesto la chiusura totale). Va fatto uno studio sulle filiere che si sono interrotte in Italia a causa dello stop Cina e agire di conseguenza (questo intende Macron quando parla di "indipendenza", non essere esposti allo shock di un'altra parte del mondo), cioè cominciare a produrre quello che ci serve. Un esempio su tutti: le mascherine. Cerchiamo di comprarle (con esiti tragici, come il blocco dei camion ai confini con altri paesi e l'incredibile truffa ai danni di Consip che aveva bandito una gara per acquistarle) ma la seconda manifattura d'Europa in realtà deve produrle.
Va fatto un censimento di queste filiere essenziali nel mondo durante e dopo il coronavirus. Chi ha pensato alla produzione di biocidi, essenziali per sopravvivere? Ci servono per difenderci dal virus, la richiesta nei prossimi mesi sarà come mai prima nella storia dell'umanità. Chi li produce? È urgente il rilancio in una nuova chiave di settori come la chimica, la metallurgia, l'industria della plastica (che è stata tassata in maniera cieca e ideologica e ora è chiaro che è un materiale - riciclabile con efficacia, guardare i dati del Corepla - fondamentale nell'uso quotidiano per evitare il contagio), l'agricoltura (base della nostra alimentazione sicura), la meccanica e la robotica (pensate alla sicurezza e sanificazione dei luoghi di lavoro), l'industria dell'auto e l'intero settore della mobilità, un nuovo scenario della logistica. Di tutto questo nel dibattito politico non c'è traccia. Sonnambuli.
Non è la fine del mondo, ma è un altro mondo. E non finirà presto come si immaginano i sonnambuli, con il virus dovremo convivere. La rilettura dello studio dell'Inserm di Parigi che abbiamo pubblicato su List, i commenti di Vittoria Colizza che ha diretto la ricerca, il discorso di Emmanuel Macron (che su quello studio ha calibrato la strategia francese per la riapertura) sono una mappa per sapere, per capire. Di tutto questo in Italia si parla in maniera confusa, si antepone il destino personale a quello collettivo, la carriera dell'inviduo al destino di un paese. È una tragedia dalla quale sembra che non si riesca a uscire con uno scatto, uno sprazzo di lucidità, la fine del sonnabulismo.
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Come in un gioco di società, si parla di Mes, si dice no, sì, ni, ma nel frattempo avanza il mostro della crisi finanziaria.
04
Mes e operazioni straordinarie
Il governo (o meglio, una parte) che non vuole accedere al Mes dovrebbe dire a questo punto che cosa vuol fare in alternativa, perché se c'è una certezza in questa storia è che bisogna riconvertire una parte del nostro sistema sanitario al mondo con il coronavirus. Che si accompagna all'altra certezza: abbiamo bisogno di uno scostamento di bilancio di almeno 100 miliardi per evitare il collasso della nostra economia e un'altra crisi finanziaria. Dobbiamo fare debito, non ci sono dubbi. Ma bisogna sapere che tutto questo costa, che il rapporto tra debito e pil salirà a livelli vicini al 200 per cento, che i mercati sono sempre aperti, in questo momento comprano speranza e vendono le facili illusioni. Il governo sta continuando ad alimentare le seconde.
Quali illusioni? Eurointelligence qualche giorno fa ha sintetizzato così l'esito della riunione dell'Eurogruppo: "La battaglia per l'eurobond è persa. La rinazionalizzazione della politica è in pieno vigore. E siamo pronti per un'altra crisi finanziaria a breve, quando l'impatto di Covid-19 sulla sostenibilità del debito degli Stati membri diventerà fin troppo chiaro". Qual è lo Stato più debole sul fronte del debito in Europa? L'Italia, il cui debito oggi è salito a quota 2.446,9 miliardi.
05
Stress finanziario in vista
Siamo in zona di stress finanziario, i bagliori si vedono all'orizzonte. Stamattina il capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d'Italia, Paolo Angelini, nel corso dell'audizione di fronte alla commissione d'inchiesta sul sistema bancario, ha lanciato il primo avviso su quello che può accadere: "Per le banche che già presentavano elementi di fragilità, è possibile che le azioni poste in essere dal Governo e dalle autorità di vigilanza non siano sufficienti a permettere loro di sostenere le conseguenze economiche della pandemia. Sarà necessario, in questi casi, al pari di quanto fatto per le altre imprese, valutare tempestivamente la possibilità di indirizzare il sostegno pubblico per favorire processi aggregativi anche degli intermediari di minore dimensione e maggiormente a rischio". Aiuto dello Stato per evitare il crac delle banche esposte. La realtà sta arrivando a passo di carica.
Il mercato traduce il momento in quotazioni, ecco gli indici delle borse europee:
I futures di Wall Street sono tutti in rosso e l'indice Vix che misura la volatilità dei mercati è in verde:
Questi sono dati ineludibili, chi governa deve osservarli con attenzione prima di prendere qualsiasi decisione. Serve altro? Sì, bisogna guardare ai numeri del petrolio, il carburante della produzione mondiale.
06
Il crollo del petrolio: Wti sotto i 20 dollari
L'altro indicatore chiave è quello del petrolio, i tagli di Opec + non hanno convinto il mercato (10 milioni di barili non sono considerati sufficienti), le quotazioni al ribasso riflettono il crollo della domanda e della produzione. Così corrono ancora le vendite sul petrolio dopo che l'Agenzia Internazionale per l'Energia prevede un crollo storico della domanda nel 2020 (9,3 milioni di barili al giorno) e per aprile una flessione che non si vedeva da un quarto di secolo. Il future a maggio del Wti scende il 2,44% a 19,62 dollari al barile dopo aver fatto segnare il nuovo minimo da gennaio 2002 a 19,22 dollari. Il Brent cede il 3,72% a 28,50 dollari. Siamo di fronte ai numeri di uno shock globale senza precedenti.
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List ha un fil rouge, una sequenza di fatti e scenari che si intrecciano, costituiscono una trama. Facciamo un recap delle puntate precedenti, vedremo insieme il loro legame con tutto quello che abbiamo esposto in questo numero. Il primo punto è che non possiamo immaginare di "risolvere" questa crisi come se fossimo dentro un altro 2011. Come abbiamo visto, non è una schermata del vecchio gioco, siamo dentro un altro videogame. Terribile come Space Invaders. Qualcuno lo ricorda?
Tutti quei "marzianetti"potrebbero essere... il coronavirus. O il secondo virus, il collasso dell'economia. Dobbiamo vincere, passare a un'altra schermata del videogame. Fabrizio Cicchitto ci ha ricordato che non è il 2011, il nemico è più grande e potente. E serve una classe dirigente all'altezza della battaglia. Per ora non si vede.
07
Crisi più grave del 2011 e senza classe dirigente all'altezza
L'impatto del coronavirus è lo shock più grande dalla fine della Seconda guerra mondiale. Produzione, lavoro, finanza e il mestiere della politica."Ho vissuto la gravissima crisi del 2011, ma è quasi uno scherzo rispetto a quella attuale". La lettera di Fabrizio Cicchitto
La crisi del coronavirus è una doppia crisi, sanitaria e economica. Siamo di fronte a uno shock globale, il più grande dalla Seconda guerra mondiale. L'impatto sull'economia, la finanza e il lavoro è enorme. Guardate questo grafico dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro:
Oltre 3.3 miliardi di lavoratori nel mondo sono interessati dai provvedimenti che raccomandano o obbligano la chiusura della attività. Secondo gli studi dell'ILO, il blocco economico costerà l'equivalente di 195 milioni di posti di lavoro full time. In uno scenario di depressione economica, l'Italia presenta un debito in continua ascesa e un crollo del Pil, ecco le nuove stime di Mazziero Research:
Sono numeri che ampliano il problema strutturale della finanza pubblica italiana, l'alto debito, la crescita bassa (sarà sempre la più bassa tra le economie avanzate, anche con un rimbalzo del Pil nella fase post-coronavirus), il ridotto spazio fiscale. A questo dobbiamo aggiungere un probabile periodo di tensione sul debito sovrano che potrebbe far precipitare l'Italia in un'altra crisi finanziaria come nel 2011. Ecco, molti pensano che questa crisi possa essere affrontata come nel 2011 (governo tecnico, spremitura fiscale e poi si torna al tutto come prima più di prima), ma si tratta di un'illusione. Problemi straordinari, hanno bisogno di soluzioni straordinarie. E stavolta durature. Un testimone della Grande Crisi del 2011, Fabrizio Cicchitto, ci racconta quali sono le differenze tra ieri e oggi e perché l'Italia è in grave pericolo. Buona lettura.
di Fabrizio Cicchitto
Caro direttore,
leggo quello che scrivete su List e purtroppo condivido quasi tutto. Dico purtroppo perché la vostra analisi è molto pessimista, ma fotografa la realtà. Come lei sa ho vissuto da capogruppo del PDL la gravissima crisi del 2011, di per sé molto grave, ma quasi uno scherzo da ragazzi rispetto a quella attuale. Allora larga parte delle tensioni derivavano da una sorta di gioco al massacro che, nel dissenso più pieno degli USA di Obama, la Merkel e Sarkozy misero in atto nei confronti della Grecia, della Spagna, del Portogallo, dell’Irlanda e infine dell’Italia dove per di più Berlusconi era accoltellato a viso aperto dai giudici di Milano. Poteva andare tutto a carte quarantotto, Berlusconi fu costretto a dimettersi, ma anche col governo Monti lo spread era a quota 500, finché nel 2012 Mario Draghi col suo “Whatever it takes” salvò l’euro, l’Europa e l’Italia. Continua a leggere l'articolo su List.
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Se questo è un gioco diverso dal 2011, gli strumenti sono diversi. Per vivere nell'era del coronavirus serve una soluzione: vale la dottrina delle tre "erre" del Nation Building, adattata al caso: ripartire, riaprire, ricostruire. Come?
08
Il lockdown e la via d'uscita. Una guida
Lo studio dell'Inserm sui casi nell'Île de France, la politica di distanziamento sociale e le misure necessarie per passare alla Fase 2. Il quadro a poche ore dal discorso di Macron. Vittoria Colizza: "Uscire dal lockdown senza una exit strategy farebbe inevitabilmente rimontare l’epidemia a livelli molto più alti"
Il nuovo coronavirus ha cambiato la nostra vita. Oltre la metà della popolazione mondiale è sottoposta a varie forme di distanziamento sociale, più di 90 paesi applicano vari gradi di lockdown. La Cina ha applicato l'isolamento con gli strumenti coercitivi di uno Stato totalitario, i risultati di questa operazione in Occidente sono incerti e i numeri cinesi non tornano in nessun caso. La Francia ha deciso il lockdown dal 17 marzo. Oggi Emmanuel Macron parlerà alla nazione (ore 20:00), è prevista un'estensione della fase di isolamento per un altro mese, la riapertura delle scuole a settembre. Il governo della Spagna, guidato da Pedro Sanchez, ha deciso di uscire dalla fase puramente difensiva e tentare una riapertura per evitare il collasso dell'economia. Circola uno spettro in Europa, è non quello di Karl Marx, il comunismo, è la carestia.
È evidente ormai a tutti coloro che hanno mantenuto l'equilibrio che il confinamento ha costi sociali tragici... Continua a leggere l'articolo su List.
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Chi guida lo Stato deve indicare una direzione di marcia al suo popolo. Parlare alla nazione. In Italia parlano tutti, confusamente, siamo nella torre di Babele. Emmanuel Macron ha fatto un discorso chiaro, ordinato, onesto, umile, ha impresso una direzione alla Francia. Può sbagliare, avrà bisogno di correzioni in corsa, come sempre nelle opere della vita, ma è un esempio per ripartire, riaprire, ricostruire.
09
La Francia, il coronavirus e quel che non sappiamo di noi
Il discorso integrale di Macron alla nazione, la guida di un paese che prosegue il lockdown fino all'11 maggio e indica una strategia per la riapertura. L'ammissione degli errori, il ringraziamento a chi lavora in prima, seconda e terza linea. La necessità di "ricostruire una indipendenza agricola, sanitaria, industriale e tecnologica". Scoprite la differenza
Discorso alla nazione. Emmanuel Macron parla ai francesi in tv il 13 aprile scorso (Foto Ansa)Il presidente della Francia, Emmanuel Macron, ieri ha parlato alla nazione per spiegare quali saranno i prossimi passi del governo per affrontare l'emergenza del coronavirus. Pubblichiamo la traduzione del discorso integrale di Macron. È un documento utile che consente a tutti di farsi un'idea precisa sullo scenario, sull'atteggiamento delle istituzioni, sui piani che vengono comunicati ai cittadini, ai contribuenti, alle imprese, alle famiglie. Abbiamo dato conto ieri su List, con Vittoria Colizza, dello studio dell'Inserm di Parigi, uno dei centri di ricerca della Francia (dove lavorano italiani di grande talento) di cui Macron e il governo si servono per calibrare le decisioni. Nessuna istituzione in Italia ha ancora detto ai cittadini qual è la reale direzione di marcia, qual è il piano del governo, qual è la cronologia dei provvedimenti, come e quando si comincerà un percorso di ricostruzione del nostro paese. Escono indiscrezioni di stampa, si aggiunge confusione a confusione. Siamo ancora fermi a un solo punto: state a casa. E scoprite la differenza, buona lettura.
di Emmanuel Macron
Francesi, miei cari compatrioti,
Stiamo vivendo giorni difficili. Proviamo tutti in questo momento la paura, l'angoscia per i nostri familiari e per noi stessi di fronte a questo virus temibile, invisibile, imprevedibile. La fatica e la stanchezza per alcuni, il lutto e il dispiacere per altri. Questo periodo è ancora più difficile da vivere quando si abita in tanti in un piccolo appartamento, quando non si hanno a disposizione a casa gli strumenti di comunicazione necessari per imparare, distrarsi, scambiare. Ancora più difficile da vivere quando ci sono tensioni, quando i rischi di violenza nella famiglia scandiscono il quotidiano e vediamo tutti, in questo periodo, la solitudine e la tristezza dei più anziani. Continua a leggere l'articolo su List.
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Il nocciolo della questione è quello delle leadership contemporanee. Si citano i grandi, ma nessuno appare tale. C'è il problema che si riassume così: non bisogna essere un "paese grande" ma un "grande paese". Qui sta la differenza. E l'abbiamo già vista.
10
Citare Churchill, ispirarsi a De Gaulle e non aver capito chi sei
Conte evoca l'ora più buia dello statista inglese, Macron fa appello alla nazione del Generale. L’italiano cita Churchill credendo di esserlo ma in splendida solitudine, il francese si richiama a De Gaulle e per qualche minuto lo è davvero. Un viaggio di Marco Patricelli tra cronaca e storia
Winston Churchill e Charles de Gaulle a Parigi subito dopo la liberazione (Foto Ansa/Alinari)di Marco Patricelli
Giuseppe Conte non è riuscito a mantenere in politica lo stile british, ma anche senza sigaro e bombetta ha scoperto di avere un modello che più british non si può: Winston Churchill. Non solo, ma in qualche modo, nonostante non ne abbia la stazza fisica, tende negli ultimi tempi a immedesimarsi con lo statista che sapeva incassare i rovesci e reagire a colpi di vittorie, che trionfò contro Hitler e come premio ne ebbe la sconfitta alle elezioni, ma che era l’uomo giusto al posto giusto e al momento giusto quando la minaccia nazista si stagliava in tutta la sua virulenza. Continua a leggere l'articolo su List.
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Come chiudiamo questo numero di List? Con un'immagine di Venezia ai tempi del coronavirus.
La laguna è deserta. Niente più navi da crociera, niente motoscafi. Il silenzio e l'assenza. Il mondo prima del coronavirus ci appare bellissimo nel ricordo, ma era pieno di errori e orrori. Possiamo fare meglio, abbiamo l'occasione per premere il tasto reset e far partire un altro gioco dell'umanità.
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Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.