14 Marzo
L'emergenza americana, lo scudo della Germania
Trump dichiara l'emergenza per il nuovo coronavirus, 5 milioni di test in un mese, stanziati 50 miliardi di dollari. La Germania apre lo sportello per il suo sistema economico, 550 miliardi di euro. L'Ue? Per ora si vedono solo le nazioni. Il Pil dell'Italia nel 2020 previsto a - 3%. Un test sulla resistenza del virus sulle superfici e nell'aria
Ieri e oggi. Sul taccuino di List le pagine si scrivono, leggono, rileggono. Il mondo raccontato ogni giorno non svanisce, si aggiorna, in qualche caso viene sconvolto, nel nostro tempo compresso, connesso e accelerato sembra che cambi tutto, in realtà i mutamenti veri si vedono nel periodo lungo, la longue durée della storia. Torniamo al quadro raccontato nel giovedì nero della Borsa. È un buon punto di partenza.
La giornata è stata un andirivieni di vecchi fantasmi (oh my god, Lady Spread), gaffe francofortesi che ci fanno rimpiangere Draghi al punto che alla Bce non c'è nessuno (mon dieu, Lagarde che parla dell'Italia come se fossimo figli di un dio minore), moniti dal Colle e finalmente ci voleva (Mattarella che dice a Lagarde e soci di stare al loro posto), presidenti en retromarche (Macron sul coronavirus), tardive rappresentazioni della realtà (Merkel sulla pandemia che "è peggiore della crisi bancaria"), bevi qualcosa Pedro (Sanchez) che toh, forse c'è un virus in Spagna (e chiude le scuole), Boris Johnson che entra in fase virologo, annuncia come uno sciamano la morte "dei vostri cari" (e non chiude le scuole del Regno Unito), bagni di sangue azionario sui mercati e Wall Street che mette a segno un micidiale - 10 per cento, la seduta peggiore dal 1987. Milano? Tutto bene, -17 per cento, il peggiore risultato di sempre per Piazza Affari.
***
Cosa è sopravvissuto di tutto questo? Facciamo un punto nave all'alba, sono successe un po' di cose dopo il tramonto, mentre la notte si inabissava e l'alba cresceva. E non sono piccole cose. Seguite il titolare di List.
01
L'emergenza nazionale dell'America
Nella foto in alto, in apertura di List, la dottoressa Debbie Birx, coordinatrice dell'emergenza coronavirus per la Casa Bianca, e Donald Trump ieri durante la conferenza stampa. Qui sopra, Trump rientra nello Studio Ovale dopo l'incontro con...Ieri e oggi. Sul taccuino di List le pagine si scrivono, leggono, rileggono. Il mondo raccontato ogni giorno non svanisce, si aggiorna, in qualche caso viene sconvolto, nel nostro tempo compresso, connesso e accelerato sembra che cambi tutto, in realtà i mutamenti veri si vedono nel periodo lungo, la longue durée della storia. Torniamo al quadro raccontato nel giovedì nero della Borsa. È un buon punto di partenza.
La giornata è stata un andirivieni di vecchi fantasmi (oh my god, Lady Spread), gaffe francofortesi che ci fanno rimpiangere Draghi al punto che alla Bce non c'è nessuno (mon dieu, Lagarde che parla dell'Italia come se fossimo figli di un dio minore), moniti dal Colle e finalmente ci voleva (Mattarella che dice a Lagarde e soci di stare al loro posto), presidenti en retromarche (Macron sul coronavirus), tardive rappresentazioni della realtà (Merkel sulla pandemia che "è peggiore della crisi bancaria"), bevi qualcosa Pedro (Sanchez) che toh, forse c'è un virus in Spagna (e chiude le scuole), Boris Johnson che entra in fase virologo, annuncia come uno sciamano la morte "dei vostri cari" (e non chiude le scuole del Regno Unito), bagni di sangue azionario sui mercati e Wall Street che mette a segno un micidiale - 10 per cento, la seduta peggiore dal 1987. Milano? Tutto bene, -17 per cento, il peggiore risultato di sempre per Piazza Affari.
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Cosa è sopravvissuto di tutto questo? Facciamo un punto nave all'alba, sono successe un po' di cose dopo il tramonto, mentre la notte si inabissava e l'alba cresceva. E non sono piccole cose. Seguite il titolare di List.
01
L'emergenza nazionale dell'America
Nella foto in alto, in apertura di List, la dottoressa Debbie Birx, coordinatrice dell'emergenza coronavirus per la Casa Bianca, e Donald Trump ieri durante la conferenza stampa. Qui sopra, Trump rientra nello Studio Ovale dopo l'incontro con i giornalisti (Foto Ansa)Donald Trump ha dichiarato l'emergenza nazionale per il coronavirus e stanziato 50 miliardi di dollari per combattere l'epidemia. Accordo chiuso con Nancy Pelosi, c'è già il via libera del Congresso. Questa è la notizia. Quando la realtà non si piega ai tuoi desideri (capita, quasi sempre) allora devi provare a cavalcarla. Trump come la gran parte degli abitanti degli Stati Uniti vive nel mito della Fortezza America (ci torneremo presto, perché è parte fondamentale di questa storia che è appena all'inizio) e improvvisamente si ritrova un imprevisto che sconvolge la sua corsa per il bis alla Casa Bianca: il coronavirus.
Cosa fa il presidente americano? Una corsa a tappe: prima minimizza il problema (e già sa che non è quello che racconta, ma spera nella Fortuna che accompagna ogni uomo di potere, leggere Niccolò Macchiavelli), poi cerca di non tagliare il commercio globale, gli scambi, che servono alla crescita economica del suo paese e a Wall Street (gli elementi dai quali dipende la sua rielezione), poi comincia a escludere i veicoli che trasportano il "virus straniero" bloccando tutti i voli dall'Europa (tranne quelli del Regno Unito, in nome del legame con la vecchia Inghilterra, scelta sbagliata), infine convoca tutti alla Casa Bianca e dichiara che il nemico c'è, il virus è in America, proclama l'emergenza nazionale e stacca un assegno da 50 miliardi di dollari per cominciare la battaglia contro il virus. Da questo momento, Trump deve vincere. Se perde, non conquisterà di nuovo la Casa Bianca. Cosa ha detto Trump? Ecco i passaggi che contano, si comincia dall'epicentro occidentale (per ora) della crisi del coronavirus, l'Italia:
Amiamo l'Italia, abbiamo milioni di persone con origini italiane. Siamo in contatto con loro che stanno attraversando un momento molto difficile. La situazione è dura, hanno adottato le loro misure.
Gli inglesi sono meno cugini di prima:
Gli Usa potrebbero restringere i viaggi ad altri Paesi, compreso il Regno Unito.
Viene fuori naturalmente la retorica della forza dell'America:
Lo spirito di questa nazione non si piega, sconfiggeremo questa minaccia, nessuna nazione è meglio preparata ad affrontare crisi. Avremo successo e impareremo per il futuro.
Qualcuno potrebbe essere tentato dal fare dell'ironia su questo passaggio, ma consigliamo una riflessione sui brevetti dell'industria scientifica americana. E gli Stati Uniti cominceranno una massiccia campagna di test:
Saremo in grado di garantire più test e più posti letto. Mezzo milione di test aggiuntivi saranno disponibili all'inizio della prossima settimana, il che porterà probabilmente 1,4 milioni di test la prossima settimana e cinque milioni in un mese. Il nostro obiettivo principale è quello di fermare la diffusione del virus.
Sistema ospedaliero? Servono soldi per potenziarlo, è chiaro, e piani di emergenza:
Assicureremo massima flessibilità nella lotta al virus, chiederemo agli ospedali di preparare dei piani di emergenza.
Nancy Pelosi ha annunciato l'accordo con Trump sul piano di emergenza:
Siamo orgogliosi di aver raggiunto un'intesa con l'amministrazione per risolvere l'attuale crisi ed ora approveremo presto il "Families First Coronavirus Response Act".
Basta tutto questo? No, l'economia americana è fatta di imprese e famiglie. E sulle famiglie gravano come macigni gli interessi sui prestiti contratti per lo studio dei figli, uno dei grandi problemi della società americana. L'amministrazione ha sospeso gli interessi su questi prestiti, uno dei primi provvedimenti - e molti altri ne seguiranno - per alleviare il peso di un'economia in fase di forte frenata.
02
Trump e il test sul virus (che per ora non farà)
Trump ieri aveva detto ai giornalisti che "molto probabilmente" farà il test sul coronavirus. Ma poi deve averci ripensato, perché il medico della Casa Bianca, Sean Conley, ha detto che il presidente per ora non ha bisogno di un test sul coronavirus, nonostante sia venuto a contatto con esponenti dello staff del presidente brasiliano Bolsonaro che poi sono risultati positivi al tampone. "Queste interazioni sono catalogate come a basso rischio di trasmissione", si legge in un comunicato della Casa Bianca, "e per questo non ci sono indicazioni di quarantena al momento. Dato poi che il presidente non ha sintomi, non vi sono indicazioni per un test sul Covid-19".
03
L'acquisto di petrolio e le riserve strategiche americane
Attenzione, l'altro punto importante annunciato da Trump riguarda l'acquisto di petrolio per aumentare le riserve strategiche degli Stati Uniti. I prezzi sono bassi, la mossa ha una logica di mercato, ma in realtà siamo di fronte a un'altra storia: è un provvedimento da economia di guerra.
Wall Street fa il suo mestiere, così ha registrato il fatto con un balzo del prezzo del petrolio (+7,49%), 34 dollari al barile per il contratto del Wti, questo è l'andamento della giornata, balzo finale con il discorso di Trump e poi stabilizzazione sopra i 33 dollari:
Cosa fa il mercato? Il suo lavoro, compra e vende. La giornata di Borsa si conclude con un balzo degli indici:
Non è passata la bufera, non c'è da illudersi, è solo una fiammata. Restiamo in una terra incognita con una grande emergenza che bussa alla porta delle nostre case.
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Tutti abbiamo la stessa domanda, quella sul taccuino del titolare è semplice, inesorabile, martellante: quanto c'è da preoccuparsi? Tanto, almeno a giudicare da quello che abbiamo letto su uno studio scientifico fresco di stampa. Preoccuparsi non significa arrendersi, ma essere consapevoli dei rischi, prendere le giuste contromisure, essere ben informati, continuare a vivere, lottare, non arrendersi mai. Il virus per ora sta vincendo, ha cambiato la nostra vita sulla Terra. È una doppia minaccia vitale, perché non solo colpisce il fisico dell'uomo, ma sta minando il sistema della produzione, l'economia. E quando l'umanità resta senza pane la storia ci dice che accade una sola cosa: la rivolta sociale.
04
Il coronavirus sulle superfici e in aria
L'articolo è stato pubblicato su medRxiv, lo citiamo su List perché nel round quotidiano sul tema del coronavirus una nostra fonte altamente qualificata lo considera importante, frutto del lavoro di un gruppo di studiosi di valore. Ecco l'elenco degli autori:
Domanda. Quanto resiste il nuovo coronavirus sulle superfici e nell'aria? Per rispondere bisogna fare ricerca e gli scienziati che sono elencati qui sopra hanno trovato una risposta con dei test sperimentali - e non naturali, cioè con un soggetto infetto che lascia il virus su una superficie e poi si misura quanto sopravvive - confrontando il comportamento del nuovo coronavirus con quello della Sars. Quanto resiste sulle superfici il nostro nemico? Risposta: 72 ore sull'acciaio e la plastica. Persistenza nell'aria? 3 ore.
Conseguenze. Acciaio e plastica sono materiali usati nei nostri oggetti di comune uso quotidiano. Pensate a tutto ciò che toccate quando vi muovete, agli ascensori, alle maniglie delle porte, alle posate, basta che vi guardiate intorno e troverete acciaio e plastica. Qui la soluzione è quella di lavarsi sempre le mani, molte volte al giorno. La diffusione nell'aria è un problema che si risolve evitando le grandi manifestazioni, i raduni, i posti chiusi dove ci sono tante persone.
Il coronavirus è un nemico veloce, corazzato, resistente, ma ricordiamoci una cosa fondamentale: si può battere. E per batterlo non si può star fermi in attesa della Divina Provvidenza, bisogna impegnarsi nella battaglia. E come abbiamo visto comincia dai piccoli gesti quotidiani.
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Le conseguenze impattano sui luoghi di lavoro, il processo della produzione.
05
Stop in fabbrica
I sindacati hanno chiesto il rispetto delle norme per la sicurezza e la prevenzione del coronavirus, in molte fabbriche i lavoratori si sono fermati per protesta. La produzione in queste condizioni non va, si capisce. Quando hai davanti due forze potenti come il coronavirus e la paura, in molti prevale l'inquietudine. Non c'è niente di sorprendente, è l0 spirito umano e l'istinto di autoconservazione, misto alla disinformazione che domina lo scenario contemporaneo. È uno dei problemi che il governo ha sottovalutato, una conseguenza inattesa. Non basta dire di fronte a una telecamera che le fabbriche non chiudono, bisogna poi tenerle aperte. Il mondo della produzione non è quello che si immaginano a Palazzo Chigi coloro che in fabbrica non hanno mai lavorato (e non solo in fabbrica, siamo al lavorato tout court, per molti). Ci sono nuovo norme nel decreto? Allora bisogna cambiare la configurazione dei reparti produttivi - e non sempre è possibile - bisogna studiare i layout, le norme di sicurezza, ripensare tutto il processo fin dall'inizio, i prodotti ex novo o semilavorati entrano ed escono dalla fabbrica, spesso è un lavoro fatto da uomini e robot, operai e controller, intelligenza umana e artificiale, calcolo preciso e occhiata d'esperienza. L'adeguamento può essere oneroso o impossibile. E in quel caso, si chiude. Un breve elenco darà un'idea chiara di quel che sta accadendo.
Fincantieri ha sospeso l'attività dal 16 al 29 marzo. Fca ha deciso di estendere a Melfi e Pomigliano la chiusura temporanea degli stabilimenti già decisa in altri siti. Stop all'attivita' fino al 25 marzo anche alla Ducati e ad Automobili Lamborghini di Sant'Agata Bolognese (Bologna). Ferma tutti gli stabilimenti bergamaschi di Mapello, Curno e Stezzano la Brembo: il lavoro ripartirà tra una settimana quando gli impianti saranno sanificati e attrezzati. Per limitare i contagi chiude dal 16 al 20 marzo l'azienda bresciana Ivar. Per lo stesso motivo avevano deciso lo stop nei giorni scorsi l'Alfa Acciai di Brescia e la Feralpi di Lonato. Almaviva ha fermato il lavoro nei call center che non possano operare da remoto e con smart working. Tutte le più grandi aziende della manifattura, dalla Pirelli a Cnh Industrial, Avio, Alstom, Leonardo, stanno rallentando la produzione e riducendo la presenza del personale in sede allo stretto necessario.
06
Compagnie aeree in pericolo
Le frontiere sono chiuse e gli spostamenti interni impossibili, dunque chi vola? Occhio al settore delle compagnie aeree, sono sotto pressione, molte sono destinate al fallimento. La Iata stima perdite fino a 113 miliardi di dollari nel 2020: lo scenario più critico rappresenta un calo del 19% dei ricavi globali del trasporto aereo passeggeri. Sulla scia del taglio delle tratte potrebbe essere fermato circa il 25% della flotta Airbus A380 mondiale. British Airways ha già annunciato il taglio delle rotte e la diminuzione del personale, Lufthansa ha chiesto gli aiuti di Stato, Air France va in orario ridotto, Delta ridurrà le sue capacità del 40 per cento. Alitalia? Sono pronti 200 milioni per il fondo del trasporto aereo, è stata estesa la cassa integrazione che era in vigore fino al 23 marzo, vola con i soldi dei contribuenti. Finché c'è cassa e le entrate per lo Stato diminuiranno in maniera drammatica.
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Prima la salute, senza alcun dubbio. Ma quando sparirà il lavoro, cosa accadrà? Perché qui il tema è inesorabile: c'è il rischio concreto di non riuscire a fermare l'epidemia e di riuscire invece a compiere il delitto perfetto sull'economia italiana. È un tema che riguarda le soluzioni possibili (o impossibili) per contrastare con efficacia il virus. Più tardi pubblicheremo un articolo di Maite Carpio sul punto e naturalmente ci si può dividere, siamo in una terra senza mappe, anche se i fatti e il tempo cominciano a mettere insieme i pezzi del mosaico e prima o poi avremo una risposta compiuta al nostro dilemma: come fermare il virus. Come ha deciso di fare la Gran Bretagna? Come la Francia? Come si prepara a fare l'America? O come sta facendo l'Italia che a Napoli e Roma ha bloccato le passeggiate e in Lombardia ha fermato la navigazione nei laghi e nelle funicolari? Chi combatte questa battaglia? Gli Stati e nessuno può farcela da solo. Serve un'azione comune. Che per ora non c'è. L'esempio negativo viene dall'Europa.
07
Lo scudo della Germania (e l'Unione che evapora)
Il ministro delle Finanze della Germania, Olaf Scholz, e il ministro dell'Economia e dell'Energia, Peter Altmaier ieri in conferenza stampa a Berlino (Foto Ansa)La questione riguarda i governi, è lo Stato a condurre la battaglia, le istituzioni sovranazionali dovrebbero offrire un robusto coordinamento, soprattutto dell'intelligenza. In Europa ne abbiamo visto pochissima, tutti fanno annunci, ma di obiettivi "comuni" se ne vedono ben pochi. Abbiamo sentito Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, dire che lo spread italiano non è affar suo -e la successiva correzione non cambia il fatto che questo sia il pensiero reale della signora che guida una delle istituzioni finanziarie più potenti del mondo - abbiamo visto ieri il ministro delle Finanze tedesco, Olaf Scholz, annunciare provvedimenti monstre in favore delle imprese tedesche: 550 miliardi di euro di finanziamenti per il sistema economico assicurati dalla KfW, la banca di investimento dello Stato tedesco, l'80 per cento del capitale è del governo federale, il restante 20 per cento è la quota dei Länder. Nota importante: KfW nacque nel 1948, dopo la seconda guerra mondiale, per volontà degli Stati Uniti, era l'istituzione che amministrava i fondi del piano Marshall. Il passato ci riporta alla guerra. E ci ricorda esattamente in che dimensione si sta svolgendo la crisi del coronavirus. Siamo in uno "stato d'eccezione".
Nessuna nazione ha messo a disposizione tante risorse. La Germania gioca la partita per la sopravvivenza del suo sistema, comprensibile, ha la potenza finanziaria per farlo, ma il risultato politico è che l'Europa si muove in un scenario di nazioni che fanno la guerra economica ad altre nazioni. Fa sorridere sentire la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, affermare "aiuteremo l'Italia con ogni mezzo", come se fossimo l'unico paese che ha il problema del coronavirus, gli appestati d'Europa ai quali elargire un obolo. Cala il velo sul pensiero che alimenta il paese chiave dell'Europa e la classe politica di estrazione tedesca, la Germania ha alzato il suo scudo. Gli altri? Non è un problema di Berlino.
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L'Italia, epicentro della crisi in Europa, continua la sua traversata nel deserto.
08
Il virus avanza
L'unica cosa che avanza è il virus, ecco l'ultimo bollettino della Protezione civile:
L'escalation è costante, i casi viaggiano verso quota 18 mila (siamo a 17660), i morti verso i 1500 (siamo a 1266, di cui 890 in Lombardia) i pazienti in terapia intensiva sono 1328 (di cui 650 in Lombardia), sono numeri da crisi cinese e questo - va sottolineato - con provvedimenti di isolamento presi da tempo, prima con la zona rossa del Lodigiano, ora con la chiusura in Lombardia.
09
I conti dell'Italia come nel 2012: Pil a -3%
Impatto economico? Ecco le ultime stime di Oxford Economics sul nostro paese:
Secondo Oxford Economics le misure di contenimento andranno avanti fino a tutto aprile e forse anche oltre. Il risultato è quello di una profonda recessione, con il prodotto interno lordo che va a quota - 3 per cento. Stiamo parlando di un numero pari a quello della Grande Crisi finanziaria che nel 2012 affondò i conti pubblici e privati. Come abbiamo scritto più volte su List e come fa correttamente notare stamattina il Financial Times, le misure dell'Italia di contrasto al coronavirus hanno una conseguenza che non si può tacere: mettono a rischio il sistema delle piccole imprese del paese, il cuore dell'Italia. E attenzione agli effetti del crollo delle quotazioni di Borsa sulle grandi aziende italiane, il nostro arsenale strategico. A questi prezzi, sono diventate tutte possibili prede di scalate ostili.
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Post scriptum su politica, emergenza e equilibri istituzionali. La soluzione cinese finora ha funzionato in Cina, ma la nostra è una strana democrazia dove decide il premier Conte dopo aver ascoltato i partiti (ma ascoltano? e soprattutto, ragionano?) e va bene, siamo in pieno "stato d'eccezione", comprensibile, ma forse bisogna cominciare a porsi qualche domanda sul piano dell'equilibrio dei poteri, sulla delicatezza di quello che sta accadendo, sull'assenza del dibattito nelle istituzioni. Se è ancora lecito chiederlo: dov'è finito l'organo sovrano, il Parlamento della Repubblica?
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esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.