17 Novembre
L'era Moderna
Il secondo vaccino Americano efficace al 94%. Il successo dell'operazione Warp Speed. Wall Street fa il prezzo del futuro, il mercato ha sempre ragione. Europa, Recovery Crash. In Italia la manovra è diventata un problema di streaming
Che succede? La contemporaneità oscilla tra Oriente e Occidente, il nostro destino si gioca tra la Cina e gli Stati Uniti, è un fatto ineludibile. L'Europa è marginale, tanta storia e cultura, ma nessun futuro. Ci siamo auto-condannati alla secolarizzazione, a un senile declino da pensionati e giovani indivanados con il reddito di cittadinanza, gli anni d'argento si sposano con gli anni d'oro, perché le maggioranze, quelle silenti e quelle rumorose, non hanno il coraggio di combattere per quella cosa meravigliosa chiamata futuro, lo spirito di conquista. Seguite il titolare di List, siamo nell'era Moderna.
01
Ci salveranno gli americani
Abbiamo già detto e scritto che ci salveranno gli americani. E così sarà. Dopo Pfizer, anche Moderna ha annunciato i formidabili risultati dei test, sono efficaci nel 94% dei casi. Siamo vicini a una grande svolta, i mercati stanno volando, fanno il prezzo di una ripresa economica a V all'inizio del 2021 quando il vaccino entrerà in produzione. Occorre prudenza, ma il 2020 forse avrà un epilogo meno amaro, il nostro isolamento finirà, terminerà l'incubo per tutti noi e soprattutto per i nostri figli che stanno pagando un prezzo altissimo alla pandemia.
Casa Bianca, South Lawn. Donald Trump durante la conferenza stampa sull'operazione Warp Speed (Foto Ansa).L'amministrazione di Donald Trump lascia in eredità al mondo una cosa enorme che non gli sarà riconosciuta dal racconto a una dimensione dei sacerdoti dell'informazione corretta: il vaccino anti coronavirus. Nei primi mesi del 2021 gli Stati Uniti ne avranno almeno due. Quello di Pfizer-Biontech e quello di Moderna. Il Virologo in Chief Anthony Fauci sarà la sola star ammessa alla festa democratica, Trump no, perché non maneggia le posate a tavola in maniera elegante e ha il vizio di essere impolitico. Nel bel mondo non conta assolutamente nulla il fatto che il suo...
Che succede? La contemporaneità oscilla tra Oriente e Occidente, il nostro destino si gioca tra la Cina e gli Stati Uniti, è un fatto ineludibile. L'Europa è marginale, tanta storia e cultura, ma nessun futuro. Ci siamo auto-condannati alla secolarizzazione, a un senile declino da pensionati e giovani indivanados con il reddito di cittadinanza, gli anni d'argento si sposano con gli anni d'oro, perché le maggioranze, quelle silenti e quelle rumorose, non hanno il coraggio di combattere per quella cosa meravigliosa chiamata futuro, lo spirito di conquista. Seguite il titolare di List, siamo nell'era Moderna.
01
Ci salveranno gli americani
Abbiamo già detto e scritto che ci salveranno gli americani. E così sarà. Dopo Pfizer, anche Moderna ha annunciato i formidabili risultati dei test, sono efficaci nel 94% dei casi. Siamo vicini a una grande svolta, i mercati stanno volando, fanno il prezzo di una ripresa economica a V all'inizio del 2021 quando il vaccino entrerà in produzione. Occorre prudenza, ma il 2020 forse avrà un epilogo meno amaro, il nostro isolamento finirà, terminerà l'incubo per tutti noi e soprattutto per i nostri figli che stanno pagando un prezzo altissimo alla pandemia.
Casa Bianca, South Lawn. Donald Trump durante la conferenza stampa sull'operazione Warp Speed (Foto Ansa).L'amministrazione di Donald Trump lascia in eredità al mondo una cosa enorme che non gli sarà riconosciuta dal racconto a una dimensione dei sacerdoti dell'informazione corretta: il vaccino anti coronavirus. Nei primi mesi del 2021 gli Stati Uniti ne avranno almeno due. Quello di Pfizer-Biontech e quello di Moderna. Il Virologo in Chief Anthony Fauci sarà la sola star ammessa alla festa democratica, Trump no, perché non maneggia le posate a tavola in maniera elegante e ha il vizio di essere impolitico. Nel bel mondo non conta assolutamente nulla il fatto che il suo governo - mentre i dem lo accusavano di ogni nefandezza - abbia varato il programma Warp Speed per accelerare la ricerca e la produzione del vaccino. Quando Trump durante la campagna presidenziale osava dire che il vaccino sarebbe arrivato molto presto, il minimo che poteva accadergli era quello di essere sbeffeggiato dagli intelligenti a prescindere. E invece era la storia di un programma da miliardi di dollari riversati nelle casse dell'industria farmaceutica, il racconto potente e vincente del libero mercato e dell'Occidente. Tutto questo andrà a beneficio di Joe Biden. Per amore della verità e della storia, ci auguriamo che almeno il presidente eletto abbia un giorno l'onestà di riconoscerlo.
Anthony Fauci commenta così i risultati di Moderna: "L'idea che abbiamo un vaccino efficace al 94,5% è impressionante, è davvero un risultato spettacolare che nessuno aveva previsto sarebbe stato così buono".
Spettacolare anche l'andamento del titolo a Wall Street. Mai dimenticare la lezione di Gordon Gekko: "È tutta una questione di soldi, il resto è conversazione".
02
Joe è nell'inverno del virus
Doveva parlare di economia, ne ha parlato poco. Quanto a riconoscere i meriti dell'amministrazione Trump sul programma Warp Speed, figuriamoci. Joe Biden assicura che si profila "un inverno molto buio" a causa del coronavirus e "morirà più gente" se Donald Trump si rifiuta di cooperare". Biden continua a restare a Wilmington, nel Delaware, ha "incontrato" (tutto virtuale,) industriali e rappresentanti sindacali. Aveva annunciato un intervento sull'economia, una cosa è certa, Wall Street non se ne è accorta. "Abbiamo tutti concordato sul fatto che occorra far ripartire l'economia. Abbiamo bisogno di rimettere in pista i nostri lavoratori e questo significa mettere il virus sotto controllo". Biden avvisa che la situazione "è destinata peggiorare prima di migliorare". I contagi negli Stati Uniti sono oltre 11 milioni e il tasso giornaliero di nuovi casi supera i 100 mila. "Il vaccino è importante ma è di scarsa utilità finche' non si viene vaccinati. Come possiamo vaccinare oltre 300 milioni di americani? Qual e' il piano di gara? E' un'impresa enorme riuscirci. Se aspettiamo fino al 20 gennaio per la pianificazione, restiamo indietro di oltre un mese mentre è importante pianificare ora, e che ci sia cooperazione". Ottimista, Biden. Era quello che diceva che il vaccino dell'amministrazione Trump non esisteva.
E l'economia? Biden ha promesso un nuovo sistema di tassazione, il fisco sarà meno favorevole per i ricchi e grandi corporation. Il piano economico di Biden "Build Back Better" prevede 7 mila miliardi di investimenti in infrastrutture, per la creazione di 10 milioni di posti in energie pulite, nell'urbanistica, nell'istruzione, nella sanità. Investimenti che saranno finanziati con il nuovo prelievo fiscale, 4 mila miliardi. "È arrivato il momento di premiare non solo la ricchezza, ma anche il lavoro", ribadisce il presidente eletto, annunciando una retribuzione minima oraria di 15 dollari e rilanciando il suo piano "Buy American" che esclude dalle commesse pubbliche le società che non producono negli States. Un protezionista, solo che nessuno lo fa notare.
03
Il mercato ha sempre ragione
Che fa il mercato? Non pensa a Biden. Crede nel vaccino. Ci sono segnali importanti, il mercato registra e alla fine, tra alti e bassi, ha sempre ragione. La lunga marcia della Cina continua, il Dragone corre, sarà l'unica economia in positivo nel 2020. Le tigri dell'Oriente ruggiscono. Il dato della produzione industriale cinese ha battuto le previsioni, il Giappone nel terzo trimestre fa un balzo record dopo il crollo più grande dell'economia mai registrato dal dopoguerra a oggi, Pechino firma un accordo commerciale di libero scambio con altri 14 paesi dell'area Asia Pacifico, le speranze sull'arrivo del vaccino si stanno materializzando, le borse asiatiche corrono.
La produzione cinese è cresciuta più velocemente del previsto in ottobre (+6.9% anno su anno), i consumi sono in forte ripresa, segnano un +4.3% anno su anno, gli investimenti immobiliari sono a +12.7% rispetto a un anno fa, il ritmo di crescita più elevato dal luglio del 2018, la ripresa economica secondo l'Ufficio nazionale di statistica di Pechino è destinata a accelerare ancora nell'ultimo trimestre.
Il Giappone, la terza economia del mondo, esce dalla fase negativa innescata dalla crisi del Covid, il balzo nel trimestre è del 5%, il tasso annualizzato di crescita è pari al 21,4% (le previsioni davano una crescita del 18.9%), il maggior incremento degli ultimi 40 anni, il primo segno positivo negli ultimi quattro trimestri in rosso. Il rimbalzo di Tokyo è stato trainato da un'impennata record del 4,7% dei consumi privati (spesa per auto, tempo libero e ristoranti).
La Cina ha firmato con 14 Paesi dell'area Asia Pacifico il più grande patto commerciale del mondo, ci sono Corea e Giappone, esclusi gli Stati Uniti. Il patto rappresenterà il 30% dell'economia e riguarda 2,2 miliardi di consumatori. Un altro punto critico sull'agenda di Joe Biden.
04
La gigantesca caldaia e la Bella Addormentata
Wall Street continua a battere tutti i record, fa il prezzo di un futuro che non sarà dark come lo hanno dipinto i dem durante la campagna presidenziale. Non lo era prima (l'economia americana viaggiava a pieno ritmo, prima della crisi del coronavirus la disoccupazione era al minimo dai tempi del Vietnam) e non lo sarà dopo. La borsa americana corre avanti, anticipa, cerca di nuovo la Bonanza. Winston Churchill diceva: "Gli Stati Uniti sono come una gigantesca caldaia, una volta accesi non c'è limite alla potenza che possono generare".
Poi c'è la Bella Addormentata, l'Europa, più anni azzurri per tutti, un po' d'ospizio e pantofole, coglie le briciole del dinamismo degli altri, spera di non doversi mai sporcare troppo le mani, un non-luogo storico così carico di glorioso passato da esserne schiacciato inesorabilmente. Le piazze europee registrano il successo degli altri, sono sempre follower di qualcosa, mai il motore di una svolta.
Restano rischi e incertezze, ma la settimana si apre con vibrazioni positive e una certezza: da questa parte del mondo non c'è alcun futuro, lo fanno gli altri. L'Europa ha altri problemi, è una favola perenne, siamo tra la Bella Addormentata e Alice nel Paese delle Meraviglie.
05
Recovery crash
Ungheria e Polonia hanno messo il veto sul bilancio Ue e l'aumento del tetto di spesa, passaggio necessario per il Recovery Fund. Che cosa ha innescato la reazione di Budapest e Varsavia? L'aggancio delle risorse al rispetto di alcuni principi dello Stato di diritto che non sono linea con la linea dei governi dei due paesi. L'intero procedimento legislativo del Recovery Fund di fatto è bloccato. Sebastian Fischer, portavoce della presidenza tedesca, ha scritto che "gli ambasciatori non sono riusciti a raggiungere l'unanimità necessaria". Si può procedere a maggioranza? Sì, ma la presidenza del semestre è della Germania, Angela Merkel prima di arrivare a una rottura con due paesi-cacciavite dell'industria tedesca proverà a trovare una mediazione. Secondo Manfred Weber, capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, "lo stato di diritto non riguarda un paese in particolare, nè riguarda l'est o l'ovest. È neutro e si applica a tutti. Se si rispetta lo Stato di diritto non c'è nulla da temere. Negare all'intera Europa i finanziamenti per la crisi nella peggiore crisi da decenni è irresponsabile. Se Viktor Orban e Jarosław Kaczynski - prosegue Weber - vogliono interrompere l'uso di questi fondi per tutti, allora dovranno spiegarlo ai milioni di lavoratori e imprenditori, ai sindaci e agli studenti, ai ricercatori e agli agricoltori che contano sul sostegno di questi. fondi".
Tutti d'accordo contro Polonia e Ungheria? Non proprio, secondo Carlo Fidanza e Raffaele Fitto, che fanno parte del gruppo dei Conservatori Ue (Ecr) "il veto minacciato da Polonia e Ungheria al bilancio pluriennale europeo e alle nuove risorse proprie è l'unica arma a loro disposizione per difendersi da un vergognoso attacco politico-ideologico" sullo stato di diritto che "arriva dalla maggioranza di centrosinistra del Parlamento europeo, spalleggiata da alcuni governi di vario colore per loro ragioni di politica domestica". Visioni differenti. "Gli unici responsabili" dei ritardi "sono da ricercare tra i governi di centrosinistra dei Paesi frugali e nella maggioranza di centrosinistra del Pe, con annessa ruota di scorta grillina, additare i governi di Polonia e Ungheria, e con essi i partiti sovranisti italiani, come responsabili dei ritardi del Recovery Fund è un'operazione falsa e patetica, anche perché i governi di Orban e Morawiecki hanno chiarito a più riprese di essere a favore del Recovery ma di voler respingere ogni tentativo di condizionare il bilancio Ue a valutazioni politico-ideologiche sulle scelte di due governi sovrani". Vero? Che il problema non sia il Recovery Fund lo aveva confermato stamattina anche Fischer: "Due Paesi membri hanno espresso riserve su un elemento del pacchetto, ma non sulla sostanza dell'accordo di Bilancio". Che fare? Trovare una soluzione diplomatica, arte in cui Merkel eccelle. Per ora siamo al Recovery Crash.
06
Manovra. Lo streaming, questo è il problema
Il Consiglio dei ministri ha approvato la manovra, esce a spezzoni, come sempre, varie bozze circolano, attendiamo quella finale. Vale 38 miliardi, cassa integrazione e misure per il contrasto del coronavirus sono il punto chiave della nuova legge di Bilancio: 5 miliardi per la Cassa integrazione che viene prorogata per altre 12 settimane, 4 miliardi per l'indennizzo delle attività commerciali colpite dai lockdown, interventi a pioggia. Ogni ministro vanta la sua opera. Tutto secondo copione, dejà vu. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, è la più lesta a pubblicarne su Facebook i contenuti, la cosa fa imbizzarrire il sindacato e la Uil chiosa su Twitter: "Il Governo ci chiama al confronto dopo l'approvazione della #LeggediBilancio e dopo averla illustrata sui social. In coerenza con i metodi del Governo anche noi diffonderemo subito le nostre posizioni e proporremo al Governo lo streaming dei nostri confronti". Lo streaming, questo è il problema.
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dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.