22 Giugno
L'Europa rischia di affondare a Berlino
Nuovo caso tra Italia e Malta su una nave Ong. Il mini-summit europeo sull'immigrazione di domenica a Bruxelles diventa maxi. Il governo tedesco rischia di saltare. Merkel in visita in Libano. Lo scenario italiano di governo e l'opposizione senza sbocco da reinventare.
Punto nave alle ore 13.00. Le Borse europee sono positive, quelle asiatiche hanno chiuso con un mix (male il Giappone, bene la Cina); Airbus minaccia di lasciare il Regno Unito se la Brexit non si conclude in armonia con l'Ue (il governo della Francia è il principale azionista); l'ordine esecutivo di Trump sulla riunione delle famiglie al confine con il Messico non risolve (era logico, visto lo scenario reale e non quello immaginario) tutti i casi di separazione dei bimbi dalle (presunte) famiglie; non c'è accordo nell'Unione europea né sulla riforma dell'Eurozona (vertice dei Capi di Stato Ue del 28-29 giugno) né sull'immigrazione (primo test nel mini & maxi summit di domenica a Bruxelles) in Germania il governo di Angela Merkel balla la rumba e il governo italiano è alle prese con un'altra nave Ong carica di migranti in avvicinamento alle coste della penisola, il ministro Danilo Toninelli dice che "le vite umane vanno sempre salvate. Ma ciò deve accadere in sicurezza e nella legalità. tutte le navi delle Ong, che operano nell'illegalità e speculano su questi gommoni della morte, dovranno essere sequestrate". Viviamo tempi galleggianti. Forse troppo.
Partiamo dalla crisi di governo (e non solo) della Germania. Tutto dipende dalla Merkel, l'Unione può c0lare a picco sulla politica del Mediterraneo, ma il cuore del problema è a Berlino.
01
La crisi del governo Merkel
I titoli dei giornali tedeschi sono una buona guida per capire che tempo fa a Berlino:
Frankfurter Allgemeine Zeitung: "L'Italia aiuta solo gli italiani". "Difendere le frontiere e chiudere i porti". "Lo scontro commerciale fa le prime vittime". "Le Maire vuole migliorare la carta franco-tedesca". "Merkel e la divisione dell'Europa". "Weidmann tace sul bilancio dell'eurozona". Una raffica di gelo da un paese in crisi di identità.
Suddeutsche Zeitung: "Oggi amici domani rivali. Il presidente della Bundesbank non cela più la sua...
Punto nave alle ore 13.00. Le Borse europee sono positive, quelle asiatiche hanno chiuso con un mix (male il Giappone, bene la Cina); Airbus minaccia di lasciare il Regno Unito se la Brexit non si conclude in armonia con l'Ue (il governo della Francia è il principale azionista); l'ordine esecutivo di Trump sulla riunione delle famiglie al confine con il Messico non risolve (era logico, visto lo scenario reale e non quello immaginario) tutti i casi di separazione dei bimbi dalle (presunte) famiglie; non c'è accordo nell'Unione europea né sulla riforma dell'Eurozona (vertice dei Capi di Stato Ue del 28-29 giugno) né sull'immigrazione (primo test nel mini & maxi summit di domenica a Bruxelles) in Germania il governo di Angela Merkel balla la rumba e il governo italiano è alle prese con un'altra nave Ong carica di migranti in avvicinamento alle coste della penisola, il ministro Danilo Toninelli dice che "le vite umane vanno sempre salvate. Ma ciò deve accadere in sicurezza e nella legalità. tutte le navi delle Ong, che operano nell'illegalità e speculano su questi gommoni della morte, dovranno essere sequestrate". Viviamo tempi galleggianti. Forse troppo.
Partiamo dalla crisi di governo (e non solo) della Germania. Tutto dipende dalla Merkel, l'Unione può c0lare a picco sulla politica del Mediterraneo, ma il cuore del problema è a Berlino.
01
La crisi del governo Merkel
I titoli dei giornali tedeschi sono una buona guida per capire che tempo fa a Berlino:
Frankfurter Allgemeine Zeitung: "L'Italia aiuta solo gli italiani". "Difendere le frontiere e chiudere i porti". "Lo scontro commerciale fa le prime vittime". "Le Maire vuole migliorare la carta franco-tedesca". "Merkel e la divisione dell'Europa". "Weidmann tace sul bilancio dell'eurozona". Una raffica di gelo da un paese in crisi di identità.
Suddeutsche Zeitung: "Oggi amici domani rivali. Il presidente della Bundesbank non cela più la sua ambizione al posto di capo della Bce. Ma a Parigi ha un concorrente". E siamo alla grande battaglia per il controllo della moneta in Europa. Chi è il concorrente? Diamine, Parigi!
Die Welt: "Gli europei dell'est boicottano il minivertice". "Il conflitto commerciale e il dieselgate pesano su Daimler". Immigrazione e futuro dell'industria dell'auto, temi che abbiamo già raccontato su List.
Handelsblatt: "L'effetto Brexit". "Daimler sciocca i suoi azionisti". "La lite sui dazi procura nervosismo". Ancora il portafoglio della Germania.
Bild: "Il viaggio più solitario della Merkel". "...e a casa Seehofer parla di fine della coalizione". Il giornale popolare che scopre lo smarrimento del paese. Merkel è in viaggio di Stato in Libano (nella foto Ansa, sopra, la Cancelliera mentre incontra dei bambini a Beirut).
A questa carrellata bisogna aggiungere un'intervista del Commissario Ue al Bilancio, Gunther Oettinger, membro della Cdu, il partito di Angela Merkel, che avvisa gli alleati della Csu: "La Csu ora sta danneggiando la capacità d'azione della Germania nell'Unione europea". Sono i titoli di un paese che sta attraversando una crisi pericolosa, il governo Merkel sull'immigrazione rischia di cadere sul serio.
02
Il mini-summit di domenica diventa maxi
Ansa delle ore 13.57: "L'invito del presidente Juncker" alla riunione di domenica a Bruxelles sui migranti "è aperto a tutti. Inizialmente siamo partiti con un gruppo di otto e adesso sono 16 quelli che hanno mostrato interesse" a parteciparvi. Così un portavoce della Commissione europea. "Ai primi otto Paesi si sono aggiunti altri otto - ha precisato - Nessuno è escluso, tutti sono invitati a questo processo in corso e nessuno è obbligato a parteciparvi. Oggi pomeriggio abbiamo un incontro degli sherpa e le discussioni vanno avanti". La faccenda s'ingrossa. Tutti vogliono stare dentro il vertice per marcarsi a vicenda. Se trovano un accordo, è un miracolo.
***
Lo scenario politico europeo è mutato per sempre. E l'Italia in questo quadro è l'elemento che ha velocizzato la crisi. Tutti i guai erano già presenti, un soufflè nel forno, la Commissione Ue e soprattutto la Germania li avevano messi sotto il tappeto, ma l'arrivo del Governo Frankenstein ha fatto esplodere le contraddizioni europee. Il caso italiano, ora che tutti gli organismi parlamentari sono costituiti e cominciano a lavorare, merita un approfondimento di scenario.
03
Il Governo Frankenstein e la foto di gruppo a sinistra
Le commissioni parlamentari hanno cominciato il loro cammino, la legislatura ora è partita sul serio, tutta la macchina della politica ha gli strumenti per lavorare. C'è sempre qualcosa di inesorabile nei meccanismi istituzionali. Svelano i fuochi fatui della politica, le illusioni, le bugie.
Il normale gioco dialettico tra maggioranza e opposizione si è trasformato in una compulsiva ossessione dei perdenti che invece di elaborare politiche alternative, idee, proposte, un'analisi seria del presente, si perdono nella pratica dei twittaroli compulsivi. Il titolare di List vi risparmia l'elenco, non amiamo infierire. Anzi, no, ladies and gentleman, ecco a voi un esempio di zombificazione della politica, la foto di gruppo dei perdenti del 4 marzo:
Toscani propone una foto di gruppo. Il problema non è certo Toscani, che è un uomo di talento, percorso da passioni, un progressista che scartavetra pixel e parole, un rivoluzionario dentro e fuori, un artista, un provocatore, un situazionista dal clic al fulmicotone che sa bene quanto l'immagine conti nella società del presente e penetri nel cuore della politica. Il problema non è l'immagine né il suo fabbro, ma quello che sta un passo prima del clic di Toscani: il messaggio, quello che dovrebbero dire gli sconfitti. "Sono pronto" ha risposto Paolo Gentiloni. Pronto, ma a cosa? Fare la foto con Toscani non elabora il lutto, non cancella la sconfitta di una coalizione (dunque l'assenza di un gruppo) che non c'era, non fa né più significato à gauche né più significante là-bas, laggiù dove c'è il popolo, l'elettore.
04
La prigione dell'isteria
Il copione interpretato sulla scena politica è il seguente. Il vincente è al governo, il perdente è prigioniero di un'isteria che ne offusca la razionalità. Il vincente è dentro la storia, il perdente è espulso dalla storia. Non è solo una questione di potere esecutivo, ma di egemonia (leggere Antonio Gramsci). Questo è il nocciolo incandescente della politica contemporanea, i perdenti sono di fronte alla loro bancarotta culturale.
Si dirà che anche i vincenti sono (s)travolti dal meccanismo della social-politica ed è vero, come è anche vero che non brillano di certo per analisi e elaborazione del loro pensiero. Sono a cavallo della storia, non la guidano, ne sono trasportati, ma hanno intuito ciò che gli avversari non solo non hanno visto ma hanno provocato. I vincenti di questa storia italiana non fanno la storia, non hanno un pensiero, un'organizzazione, un gruppo di intellettuali in grado di scriverla e deviarne il percorso (non c'è il Brains Trust di Roosevelt a Palazzo Chigi), ma sono parte della storia, al contrario dei perdenti che invece sono fuori dalla storia. La politica, infine, è azione e su questo piano il Governo Frankenstein ha gli strumenti per lasciare in ogni caso un segno, buono o cattivo. Non siamo dunque all'analisi del mezzo (il social-network, i media in generale) ma del messaggio (quello che ho da dire e soprattutto quello che faccio), siamo in una fase dove entra in campo quella che la cultura aziendale chiama execution.
Di fronte a tutto questo, l'immagine è uno scatto senza movimento. Conta l'esecuzione, il governo, la capacità di passare dalla fase della conquista a quella della costruzione.
In Occidente vediamo sorgere movimenti e leadership populiste di vario segno e tramontare rapidamente i partiti socialdemocratici, centristi, "popolari". Gli sconfitti non sono davanti a un semplice turno elettorale negativo, ma alla fine di un ciclo e dunque sono di fronte alla bancarotta culturale della loro proposta. Hanno un futuro alle spalle, scorrono i titoli di coda. Questo declino non riguarda solo la politica, ma tutto l'establishment, il sistema, l'apparato culturale e mediatico che ne ha sostenuto la debole ideologia di fondo, la promessa non mantenuta: una progressiva e inarrestabile era del benessere che poi ha rivelato il suo vero volto, l'accumulazione di ricchezza da parte di una minoranza e l'impoverimento della classe media.
La reazione a questa sconfitta è l'isteria, l'uso di parole fuori dal contesto storico (il fascismo, il nazismo); l'incapacità di prendere atto della realtà (l'immigrazione come problema di identità, coesione, confine, nazione); la certezza di far parte di un'élite sempre illuminata ma in realtà spenta da tempo, l'aggrapparsi (in Italia) al mito dello straniero più puro, più buono, più virtuoso, più pacifista, più santo, più tutto. È un film che abbiamo già visto in America.
05
Trump e le lancette dell'orologio
Quando Trump vinse le elezioni presidenziali i Democratici entrarono in una crisi di nervi - che è uno smarrimento di identità e proposta - dalla quale non sono ancora usciti. Raccontarono prima della sua elezione che la Borsa sarebbe crollata (e invece ha battuto tutti i record), dissero che l'economia sarebbe colata a picco (e l'economia americana è al top), affermarono che non si sarebbe neppure insediato alla Casa Bianca perché il Russiagate l'avrebbe travolto (e invece - comunque vada - è il Russiagate ad essere stato travolto dallo scandalo FBI), poi spiegarono che il governo era un disastro, non avrebbe concluso niente e sarebbe imploso (e ha realizzato dopo un solo anno la più grande riforma fiscale dai tempi di Reagan), raccontarono senza il minimo dubbio che il palazzinaro di Manhattan avrebbe portato il mondo alla guerra nucleare nello scontro con Kim jong-un (e ha realizzato lo storico traguardo di incontrare il leader della Corea del Nord a Singapore e siglare un accordo per la de-nuclearizzazione), hanno detto che i dazi non avrebbero risolto il suo problema con l'export della Cina (e la Cina ha cominciato a aprire il suo mercato). Di volta in volta le lancette dell'orologio della dissoluzione di Trump vengono spostate avanti, senza che accada niente di quanto previsto. Trump non è né bene né male, è un Presidente americano che fa gli interessi dell'America in una maniera diversa dai suoi predecessori, ma in realtà perfettamente in linea con la storia del suo paese (leggere The Presidents, di Stephen Graubard). A che ora è l'impeachment?
***
Il caso Trump è perfetto per descrivere la situazione di crisi perenne in cui versano i cosmopoliti. Non è crollato il loro mondo materiale - guadagnano, viaggiano, delocalizzano, comprano e vendono denaro, organizzano mostre d'arte e in questa stagione sono molto impegnati nel tour dei fondamentali cocktail galleggianti - questi sono feticci del consumo, sono cose che servono a riempire il vuoto dell'anima, quello che è andato giù come un castello di carte è l'immaginario che avevano costruito, lo storytelling (così dicono quelli che la sanno lunga) sul quale poggiava questa scintillante fuffa ideologica. Trump, i populisti in Europa, sono la loro nemesi e ciò che trovano insopportabile è che tutto questo arrivi con il voto, il processo democratico, quello che predicavano in pubblico e negavano in privato. Non a caso il loro ideale oggi è la Cina di Xi Jinping, una dittatura che incorpora il capitalismo, dove la leadership è decisa da un partito che dà al capo il potere di restare in carica a vita. In fondo, il paradiso realizzato in terra dall'Homo Davos dovrebbe essere questo: nessun problema con la democrazia, utili per pochi, un'accettabile miseria per tutti, il momento dell'eterno riposo circondato da figli che continuano a far parte di questa catena senza libertà né di essere né di avere. Trump non è il cambio del paradigma, la sua è un'élite che si sostituisce a un'altra élite, ma re-introduce un elemento fondamentale che era sparito dalla scena mondiale, fagocitato dalla finanza: l'imprevisto della politica. Il suo jacksonismo è un ritorno del fiume carsico della tradizione politica americana. E fa sentire le sue ondate.
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Chiusa l'era Obama, i cosmopoliti avevano trovato un nuovo santo da venerare: Emmanuel Macron. Ma il presidente della Francia si è rivelato quel che era: un populista in casa, bonapartista, europeista nella misura in cui la politica europea è espressione di Parigi. Un mito che nel confronto con l'Italia ha rivelato il peggio.
06
Dai miserabili di Hillary ai lebbrosi di Macron
Conoscete la pace alla francese? Funziona così: il portavoce del tuo partito un bel giorno dice in tv che il governo d'Italia è "vomitevole" e tu, en passant, sei anche il Presidente della Francia che, sempre molto en passant, fa un discorso che attacca l'Italia e il suo governo che si permette di chiedere al tuo paese, illuminato e sempre in progress, di rispettare gli accordi che hai preso a Bruxelles sui migranti. Tu, sei il Presidente della Francia, e dunque oh là là fai finta di non ricordare che hai una politica di porti chiusi, che la tua polizia insegue gli immigrati nei cessi italiani di frontiera, che le tue umanitarie forze di sicurezza hanno respinto una donna incinta a Bardonecchia che poi è morta in sala parto. Oui, vous êtes le President e diciamo che je m'en fous di questi dettagli, e poi ti hanno detto che parlare male degli italiani è facile, nessuno protesta, anzi in Italia i giornali ti daranno dei titoli ampi come gli inchini per il monarca e allora dacci dentro su quella vomitevole nazione dove le aziende del tuo paese hanno fatto shopping di grandi marchi, banche, risparmio gestito, finanza, telecomunicazioni, grande distribuzione e dunque fai un discorso su les italiens e quel governo da bordello populista dove c'è il Salvinì che mon dieu nessuno inviterebbe a Cannes, così sistemiamo subito con quattro pedate la faccenda. Merveilleux, sempre e solo cose belle dalla Francia. Continua a leggere l'articolo su List.
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Andiamo in America, al confine con il Messico. C'è una storia istruttiva da raccontare.
07
Bimbi divisi. Realtà e rappresentazione
Legge e cuore sono sempre difficili da conciliare nelle decisioni di Stato. La politica senza sentimenti non funziona (perché essa è fondata proprio sul sentimento che deve regolare) ma le decisioni politiche (e non solo) guidate dal sentimento senza la ragione di solito finiscono in un fallimento. L'amministrazione Trump facendo rispettare pienamente una legge piena di "buchi" ha dovuto alla fine arrendersi di fronte a un Congresso che pensa alle elezioni di mid-term e colmare la lacuna con un ordine esecutivo del Presidente. In ogni caso non risolve tutto, c'è il problema dei bambini che non sono accompagnati dai reali genitori e altri casi che emergono via via nell'esame dei documenti, quando ci sono, delle famiglie. La percezione, il sentimento, sovrastano qualsiasi ragionamento e le immagini dei bambini sono sotto questo punto di vista un'arma emotiva imbattibile. Nel caso di Trump sono state usate in una maniera che dice tutto sulla battaglia in corso.
In Rete a un certo punto sono comparse delle immagini di bambini in gabbia e tra queste ne è stata twittata una che ha fatto il giro del mondo:
L'autore di questo tweet è Jon Favreau, ex membro dello staff di comunicazione di Obama. Tutto bene, tranne un dettaglio: la foto è scattata a Nogales, Arizona, anno 2014, politiche sull'immigrazione del Presidente Obama.
La foto circolava in rete, ma chi fa il nostro mestiere sa che bisogna sempre verificare fonte, data dello scatto, autore, etc. Si fa così:
18 giugno 2014, Associated Press, governava Obama. Double standard. Ecco la foto che abbiamo acquistato:
Che cosa ci insegna questa storia? Che la politica si combatte con tutte le armi, che il buon giornalismo è prima di tutto verificare le fonti, che la politica americana sull'immigrazione è una materia complicata e le amministrazioni applicano (o non applicano) la legge, che il pregiudizio morale va messo da parte e contano i fatti. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.