11 Settembre
L'Europarlamento apre la campagna d'Ungheria
Strasburgo approva la procedura contro Orban: 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti. Rischio boomerang e destabilizzazione dell'Unione. La Lega: "È un precedente pericolosissimo. Dopo l'Ungheria di Orban, nei prossimi mesi la sinistra e la Ue metteranno nel mirino anche l'Italia, il nostro Governo e il nostro leader Matteo Salvini"
L'Europarlamento ha approvato la procedura contro l'Ungheria di Orban: 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti. Ora si aprirà la procedura prevista dall'articolo 7 del Trattato in caso di violazione dei diritti fondamentali come democrazia, Stato di diritto e diritti umani. Da questo momento, si avvia una danza macabra tra Orban e l'Unione europea, i paesi del blocco Est e il resto del Vecchio Continente. Il Ppe si è spaccato. Ora la parola passa ai capi di governo. Difficile prevedere le conseguenze, comincia una navigazione in una terra incognita.
"Una votazione storica del Parlamento a favore dello stato di diritto", ha commentato l'eurodeputata dei Verdi Judith Sargentini. "Il governo di Viktor Orban ha minato i valori europei attaccando l'indipendenza dei media, dei giudici e del mondo accademico, e le persone vicine al governo ei loro amici e familiari si sono arricchiti a spese di contribuenti ungheresi ed europei. Il popolo ungherese merita di meglio gli ungheresi hanno anche il diritto alla libertà di espressione, alla non discriminazione, alla tolleranza e alla giustizia sanciti dai trattati europei". Terreno molto scivoloso, in Europa succede di tutto.
La prima reazione della Lega - ha votato contro, come Forza Italia - traccia il quadro della discussione e della posta in gioco. La dichiarazione è di Mara Bizzotto, capogruppo a Strasburgo: "Le sanzioni contro Orban e l'Ungheria votate dal Parlamento Europeo sono una pagina bruttissima per la democrazia e l'intera Europa. Orban è vittima di uno squallido agguato politico orchestrato dalla sinistra filo immigrati e dalle lobby di potere della Ue. Che una parte consistente del Ppe si sia prestato a questo linciaggio politico contro uno dei suoi leader, è sotto gli occhi di tutti: spero che Orban, dopo questo affronto, molli il Ppe ed entri a far parte del nuovo blocco identitario e sovranista che stiamo costruendo in vista delle Europee del 2019. Il...
L'Europarlamento ha approvato la procedura contro l'Ungheria di Orban: 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti. Ora si aprirà la procedura prevista dall'articolo 7 del Trattato in caso di violazione dei diritti fondamentali come democrazia, Stato di diritto e diritti umani. Da questo momento, si avvia una danza macabra tra Orban e l'Unione europea, i paesi del blocco Est e il resto del Vecchio Continente. Il Ppe si è spaccato. Ora la parola passa ai capi di governo. Difficile prevedere le conseguenze, comincia una navigazione in una terra incognita.
"Una votazione storica del Parlamento a favore dello stato di diritto", ha commentato l'eurodeputata dei Verdi Judith Sargentini. "Il governo di Viktor Orban ha minato i valori europei attaccando l'indipendenza dei media, dei giudici e del mondo accademico, e le persone vicine al governo ei loro amici e familiari si sono arricchiti a spese di contribuenti ungheresi ed europei. Il popolo ungherese merita di meglio gli ungheresi hanno anche il diritto alla libertà di espressione, alla non discriminazione, alla tolleranza e alla giustizia sanciti dai trattati europei". Terreno molto scivoloso, in Europa succede di tutto.
La prima reazione della Lega - ha votato contro, come Forza Italia - traccia il quadro della discussione e della posta in gioco. La dichiarazione è di Mara Bizzotto, capogruppo a Strasburgo: "Le sanzioni contro Orban e l'Ungheria votate dal Parlamento Europeo sono una pagina bruttissima per la democrazia e l'intera Europa. Orban è vittima di uno squallido agguato politico orchestrato dalla sinistra filo immigrati e dalle lobby di potere della Ue. Che una parte consistente del Ppe si sia prestato a questo linciaggio politico contro uno dei suoi leader, è sotto gli occhi di tutti: spero che Orban, dopo questo affronto, molli il Ppe ed entri a far parte del nuovo blocco identitario e sovranista che stiamo costruendo in vista delle Europee del 2019. Il voto di oggi crea un precedente pericolosissimo. Dopo l'Ungheria di Orban e la Polonia di Kaczyski e Morawiecki, nei prossimi mesi la sinistra e la UE metteranno nel mirino anche l'Italia, il nostro Governo e il nostro leader Matteo Salvini. Non so se gli amici 5 Stelle abbiano compreso questo rischio". Terreno elettorale, si prepara la campagna delle Europee.
Sono in gioco non solo gli assetti nei gruppi parlamentari e le famiglie politiche del Novecento, ma i pilastri dell'Unione, le politiche adottate fino a ieri, i processi di allargamento, le politiche in particolare della Germania che con i paesi dell'Est ha uno stretto legame economico, sono paesi-cacciavite di Berlino. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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01
Cosa bolle in pentola?
Cos'altro bolle in pentola? Ecco alcune cose da tenere d'occhio in giornata.
Va tutto bene. Dati sfornati dall'Istat: "A luglio 2018 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell’1,8% rispetto a giugno. Nella media del trimestre maggio-luglio il livello della produzione registra una flessione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile mostra diminuzioni congiunturali in tutti i comparti: variazioni negative segnano i beni strumentali (-2,2%), i beni di consumo (-1,7%) e i beni intermedi (-1,2%); in misura più contenuta diminuisce l’energia (-0,8%). Corretto per gli effetti di calendario, a luglio 2018 l’indice è diminuito in termini tendenziali dell’1,3% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di luglio 2017)".
Cosa significa questo grafico? Che la frenata della crescita nei prossimi mesi sarà lunga. Servono investimenti e riforme o governo si troverà di fronte alla recessione.
Felix Vatican. Papa Francesco ha convocato una riunione - dal 21 al 24 febbraio 2019 - con i Presidenti delle Conferenze Episcopali della Chiesa Cattolica sul tema della "protezione dei minori". Il Papato più difficile.
Felix Libia. Razzi sull'aeroporto di Mitiga, a Tripoli, l'unico funzionante. Il cessate il fuoco è rotto. I voli sono stati dirottati all'aeroporto di Misurata. Qual è la situazione in Libia e qual è l'interesse dell'Italia? Leggere "Dov'è il primato dell'Italia in Libia?"
Lady Spread. È calma, stamattina Btp-Bund a 238 punti. Situazione contabile? Il quadro nella puntata di RadioList su "Rating, conti, produzione. Un piano di governo".
Frou Frou. Macron sprofonda nei sondaggi: è al 29 per cento, un disastro, le President fa peggio di Hollande. Questa sarebbe l'icona che il Pd vuol portare in giro in Italia per la campagna elettorale del voto europeo. Istinto suicida senza limiti. Leggere su List "Macron, il tuono che rischia di finire in un lampo".
Uragani. Florence si sta avvicinando alla costa americana. Trump ha dichiarato lo stato d'emergenza, il petrolio WTI sui mercati asiatici sfiora i 70 dollari.
Questa foto dà un'idea ancora più chiara della situazione:
Cina-Giappone. Shinzo Abe ha incontrato Xi Jinping a Vladivostock. Primo incontro negli ultimi dieci mesi.
Russia-Giappone. Non hanno mai firmato un trattato di pace dopo la Seconda guerra mondiale. Putin ha annunciato che sarà firmato entro la fine dell'anno. Ecco la longue durée, l'onda lunga della storia.
Il mondo dell'uno per cento. Hermès a metà del 2018 mette a segno profitti in rialzo del 17 per cento.
Copycat. L'Europarlamento vota sulla proposta di direttiva sui diritti d'autore nel mercato unico digitale.
Celebration. Centesimo anniversario della nascita di Oscar Luigi Scalfaro. Peggior presidente della storia della Repubblica. Ci sono tutte le cariche istituzionali. Chissà cosa diranno di Oscar. Qualcuno farà un'analisi storica obiettiva?
Torniamo sulle rive del Danubio, Budapest, Ungheria, Orban. Che scenario è quello che si presenta? Valgono le cose scritte prima del voto dell'Europarlamento.
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02
L'Orban furioso
Trattare l'Ungheria come una dittatura, mettere Orban sul banco degli imputati come un satrapo è il regalo più grande che si possa fare al fronte sovranista e nello stesso tempo un errore grave che potrebbe accelerare - e non fermare - il processo di dissoluzione dell'Europa. Le elezioni europee sembrano lontane, ma in realtà tutti i partiti stanno schierando le truppe per l'appuntamento di Maggio 2019. Ci sono prove tecniche di Internazionale Sovranista (Bannon), tentativi di serrare le fila prima che venga giù tutto (Macron), progetti per mettere all'angolo a Bruxelles i partiti del gruppo socialista (Salvini, Orban), speranze di tenere insieme un quadro di partiti popolari e non populisti che si sta sfaldando sotto i colpi della realtà storica (Merkel-Weber). Un dato è certo: viviamo tempi interessanti, forse troppo.
Il discorso di Orban a Strasburgo è stato impressionante, il premier ungherese ha attaccato come un ariete le istituzioni europee, parlato di un verdetto già scritto, difeso la sovranità dell'Ungheria, mostrato argomenti che forse non fanno fare un plissè agli europarlamentari ma lasciano nell'uomo della strada - quello a cui bisogna guardare con attenzione in questo momento storico delicatissimo - un dubbio, un'inquietudine, una domanda: ma dove stanno qui le ragioni e i torti?
Orban ha cominciato la sua giornata ieri a Strasburgo all'attacco:
I deputati pro-migrazione hanno la maggioranza al Parlamento europeo. Stanno preparando una vendetta contro l'Ungheria perché l'Ungheria ha deciso di non diventare un paese di immigrazione: la verità è che il verdetto è già scritto. Il mio intervento non vi farà cambiare opinione, ma sono venuto lo stesso. Non condannerete un governo, ma l’Ungheria che da mille anni è membro della famiglia europea. Sono qui per difendere la mia patria.
La cooperazione con il governo italiano:
Sono disposto a cooperare con qualunque governo voglia fermare l'immigrazione. Mi tolgo il cappello di fronte al governo italiano per il coraggio che hanno avuto e che continuano ad avere.
L'attacco a Macron:
Il Ppe non sa che fare con l'immigrazione. Il Ppe è diviso sull'immigrazione, questa è la verità. E lo si vede chiaramente se si guarda alla politica dei vari governi del Ppe. Se il Ppe non riesce a decidere quale strada seguire, non vincerà alle elezioni europee del maggio 2019. La posizione tedesca è nota e è la più importante. Ma ci sono partiti altrove, in particolare nei paesi nordici, che vorrebbero diffondere il loro messaggio di sostegno all'immigrazione, come anche Macron, che sta cercando di dividerci. Siamo tra pochi e posso dirvi che il presidente francese sta utilizzando la nostra debolezza per distruggere il Ppe e, quando non ci sarà unità, cercherà di attirare alcuni membri del PPE verso di se e verso i partiti pro-immigrazione. Dopo le elezioni europee ci sarà un'alleanza tra Ppe, socialisti e liberali verremo invasi dagli immigrati e dimenticheremo l'Europa come è oggi.
Il ricordo di Helmut Kohl e l'appartenenza al Ppe:
Non ascolteremo l'invito di andarcene dal Ppe. Riformeremo il Ppe. Saranno gli altri membri della famiglia a seguirci. Il Fidesz è stato invitato da Helmut Kohl nel Ppe e c'è soltanto una persona che può buttarci fuori: è Helmut Kohl, ma è morto.
Parole durissime, una strategia d'attacco che punta a spaccare il gruppo del Partito popolare europeo. In realtà Orban sa che non c'è consenso nel Ppe per un'apertura della procedura contro l'Ungheria sul tema dei diritti umani. I tedeschi temono ripercussioni sulla loro politica - ricordiamo che l'Ungheria è un paese cacciavite della Germania - e senza i voti di Fidesz sarà difficile per Berlino dopo il voto europeo centrare l'obiettivo della presidenza della Commissione Ue. È in corso un gioco di veti e aperture incrociate. C'è il timore sinistro di un crac inatteso, l'Unione potrebbe entrare in una terra incognita, senza mappe.
Sul fronte italiano, il Movimento 5Stelle voterà per l'apertura della procedura sanzionatoria, Forza Italia voterà contro e così anche la Lega. Il Pd seguirà l'indicazione del gruppo del Pse e quindi voterà a favore. Il Ppe ha lasciato libertà di voto ai parlamentari, ma sono in corso trattative per evitare la collisione con l'Ungheria.
Orban non è un santo, la democrazia ungherese ha i suoi problemi, l'immigrazione è un tema incandescente, ma non esistono paesi immuni che possono dire "io ho fatto tutto alla perfezione, io sono inattaccabile, io ho rispettato le norme". Non è una questione di tutti colpevoli nessun colpevole, ma di buonsenso, bisogna ritrovare alla svelta un punto di equilibrio, gli Stati esistono, le frontiere esistono e, certo, esiste anche il "sistema Orban" con i suoi eccessi, la naturale propensione del potere (qualsiasi potere) a farsi dispotico se non trova punti di equilibrio. Non c'è niente di eccezionale in tutto questo, se non l'inadeguatezza della classe dirigente di Bruxelles. Se l'Europarlamento perde il senso della realpolitik e percorre la strada dell'eccesso-inverso contro l'Ungheria, non apre un regolamento di conti con Orban, ma rischia di accelerare il processo di dissoluzione dell'Unione europea che è sotto gli occhi di tutti e attende solo un passo falso, un fatto apparentemente innocuo, per diventare un incontrollabile fenomeno a cascata, una tragedia politica. L'Europa si sta avvicinando rapidamente al redde rationem, il voto europeo di Maggio 2019, ma prima di giungere a destinazione, il cammino si sta costellando di botole. Un passo falso e... flop. Vasca degli squali.
In gioco ci sono gli assetti di potere dell'Unione, la partita di Strasburgo (Parlamento) e di Bruxelles (Commissione). L'agitazione del Presidente francese Macron è grande perché egli è consapevole del rischio che corre: restare schiacciato da un accordo tra Popolari e... populisti per la guida dell'Europa. Non ci credete? Seguite il titolare di List.
03
Salvini: cerchiamo accordo con i Popolari
Notizia sul monitor, ieri ore 19.44, Agenzia Agi: "L'obiettivo è quello, lavoriamo per quello". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, replica a chi gli chiede, a margine della registrazione di Porta a porta in onda stasera, se pensa a una Commissione europea a guida Ppe-populisti "Vogliamo allontanare la sinistra dal malgoverno europeo - ha concluso - e cancellare il duopolio socialisti-democristiani".
Ecco la paura di Macron materializzarsi nella frase di Salvini. Ecco perché Macron ha individuato Salvini come il bersaglio della sua campagna elettorale europea. Oggi Jean-Claude Juncker farà il discorso sullo Stato dell'Unione. Dalle parole del Presidente della Commissione Ue si capirà se il Ppe si lascia una porta aperta al dialogo con i partiti populisti o se i popolari chiudono e si gettano tra le braccia di Macron. Tanti auguri. Tutto si tiene. Ma esiste un'Internazionale Sovranista? Entriamo in zona Bannon.
04
Bannon, America First e l'internazionale populista
Esiste l'internazionale sovranista? Si può mettere insieme America First e la galassia di sigle dei nazionalisti europei? Non c'è l'organizzazione, non c'è un forum di consultazione permanente, ma questo è un dettaglio perché viviamo in un tempo liquido e polverizzato, compresso e accelerato in cui le strutture seguono e non precedono le idee e i movimenti che le sostengono. Un tempo si diceva che "i partiti organizzano il consenso", oggi lo seguono. Non fanno l'opinione, sono follower di una massa fluida e militante - decentralizzata - e la loro non-esistenza materiale novecentesca è sostituita da comitati che si costituiscono per centrare un obiettivo elettorale.
Il voto in Svezia ha spezzato un bipolarismo che sembrava inossidabile, nel giro di pochi anni nel paese che è sempre stato la guida della socialdemocrazia e delle riforme, è nato un terzo partito e "il mito" svedese è crollato. A Stoccolma hanno un problema di governo, non c'è una maggioranza, sono piombati in uno scenario simile a quello dell'Italia nel 2013.
Il prossimo test sarà quello delle elezioni in Baviera, la regione chiave della Germania, quella dove il partito regnante da sempre, la CSU, sarà ancora primo, ma con la destra nazionalista di AfD lanciata in corsa. L'inizio della fine di un monopolio politico. A Monaco come a Berlino. Continua a leggere l'articolo su List.
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Nel frattempo, a Roma, il governo fa il governo prudente. I populisti hanno messo la testa a posto? Macché, si tratta della realtà. Lorenzo Castellani ha fatto un'indagine partendo dal Principe di Machiavelli per arrivare - mon dieu - a Salvini e Di Maio.
05
Il governo populista è prudente? Nessuna sorpresa
di Lorenzo Castellani
Le parole sono importanti recitava una famosa battuta di Nanni Moretti, insofferente giovane di sinistra, nel film Palombella Rossa. In politica le parole hanno un valore fondamentale, ma distinguerne i significati e le reali intenzioni appare spesso complicato. D’altronde come già notava Machiavelli nel Cinquecento, il Principe deve essere “simulator ac dissimulator”, attore consumato della scena per convincere gli alleati, confondere gli avversari, dominare la piazza.
Negli ultimi giorni gli analisti politici ed economici hanno manifestato sorpresa e sgomento per le dichiarazioni del ministro Tria prima e del ministro Salvini poi di voler rispettare le regole europee sul deficit. Grandi giornali e stampa internazionale hanno fornito una versione di prossimità alla catastrofe con l’avvento del governo populista. A dire il vero quello italiano è solamente un ultimo caso di una ben più prolungata serie secondo cui la Brexit avrebbe determinato una catastrofe finanziaria, la vittoria di Trump lo scoppio di un conflitto mondiale, il terremoto elettorale italiano il default immediato del Paese. Ad oggi nulla di tutto ciò si è verificato, nonostante le preoccupazioni legittime, ma a tratti poco contestualizzate di numerose analisi. Continua a leggere l'articolo su List.
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Quante possibilità ci sono di caduta del governo? Poche. Quante sono le opzioni di cambio di maggioranze? Zero. Basta leggere le analisi della sconfitta che circolano nel Pd. Cose colte, da competenti.
06
Fine analisi politica della Boschi (e di Renzi)
Al Pd mancava un'analisi politica così raffinata per tornare ad essere un partito di massa. Come mai hanno perso rovinosamente il 4 marzo? Ecco cosa ha detto Maria Elena Boschi alla Festa dell'Unità a Ravenna:
Noi a volte ci raccontiamo la storia che abbiamo perso perché non siamo stati abbastanza nelle periferie. Io credo che abbiamo perso perché non siamo stati abbastanza sui social in modo preparato e capace di affrontare le bugie degli altri.
Perbacco, con queste considerazioni ci apriamo subito un think tank. E meno male che questi sono "i competenti".
E soprattutto mai dimenticare Renzi:
Nonostante le ricostruzioni fantasiose di chi mi vorrebbe ogni giorno a parlare di correnti dentro al Pd, io faccio altro. E come vedete dai discorsi di questi giorni fare altro significa invitare tutti a non essere rassegnati, a lottare, a smetterla con l'autoanalisi e iniziare con l'opposizione. Io non mi rassegno a lasciare l'Italia a questi cialtroni. E dunque combatto a testa alta e a viso aperto.
Il passaggio chiave è smetterla con l'autoanalisi, esattamente quello che fa la Boschi. Fake news. Bene, andiamo da un'altra parte. No, brilla qualcosa sul monitor delle agenzie. Argh, di nuovo Renzi. Ah, fase charme de Milan, Villa Necchi Campiglio. C'è un simposio organizzato da Davide Serra, professione finanziere-turbo-renziano, che fa anche il moderatore della serata a Milano, con Renzi e Nick Clegg che non è un cantante di un gruppo punk londinese ma l'ex vicepremier britannico. Tutti ex. Bella gente, grandi intelligenze, insomma, "i competenti", si capisce. Incontro rigorosamente a porte chiuse che tanto cosa le apriamo a fare, presenti l'ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni, Corrado Passera, l'ad della Borsa, Raffaele Jerusalmi, e il presidente del San Raffaele Tommaso Cucchiani.
Applausi. Autocelebrazioni. Tanti tituli e zero voti. Serve una flebo d'allegria, dov'è collegato Dibba?
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estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.