5 Aprile
Libia. Haftar: l'attacco a Tripoli va avanti
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, non riesce a bloccare l'operazione militare dopo esser volato a Bengasi. Haftar: "Andiamo avanti". Il governo di Sarraj ha ordinato i raid aerei contro l'esercito del generale. La situazione sta scivolando rapidamente verso un'altra guerra civile. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: "Haftar deve fermarsi"
Che cosa succede? La Libia sta scivolando dentro un'altra guerra (e la vecchia non è mai finita), quella della supremazia prima del voto che in realtà rischia di annullarlo e condurre a una frantumazione del paese. La comunità internazionale in queste ore sta provando a fermare il conflitto, ma quando interviene l'aviazione il passo è già molto lungo e Haftar non è un tipo docile, è spregiudicato e può contare su solidi alleati visibili e soprattutto invisibili. Il problema è quello delle milizie fedeli al governo di Tripoli. La parola fedeltà è legata alla convenienza economica, le gang di Tripoli si spostano dove vedono il denaro. Per quanto saranno ancora alleate del governo riconosciuto dall'Onu?
01
Violenti scontri e bombardamenti
L'aviazione di Tripoli ha effettuato un raid aereo contro le milizie dell'esercito del generale Khalifa Haftar. La notizia è data dal sito libico Panorama, la fonte è militare. Il raid è avvenuto a nord di Garian, a un'ottantina di chilometri da Tripoli. Vicino alla capitale, nella zona dell'aeroporto Mitiga, si sono udite forti esplosioni.
Questa è la situazione sul teatro di guerra libico in tempo reale secondo liveumap:
Tripoli (zona viola) è praticamente circondata dalle forze controllate da Haftar (zona rosa), le zone in verde sono controllate da altri gruppi tribali.
Il generale Haftar dopo aver incontrato il segretario generale dell'Onu, Antonio Gutterres, ha deciso di proseguire l'azione militare: "L'operazione verso Tripoli prosegue fino all'eliminazione del terrorismo". Guterres è uscito dall'incontro con Haftar estremamente preoccupato. Ecco un tweet di Alwasat Libya sull'incontro tra i due:
I ministri degli Esteri del G7 (i rappresentanti di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, che si sono riuniti oggi a Saint Malo e Dinard insieme all’Alto Rappresentante dell’Unione Europea) hanno lanciato un appello per fermare le operazioni militari e l'avanzata verso Tripoli: "Esortiamo tutte le parti coinvolte ad...
Che cosa succede? La Libia sta scivolando dentro un'altra guerra (e la vecchia non è mai finita), quella della supremazia prima del voto che in realtà rischia di annullarlo e condurre a una frantumazione del paese. La comunità internazionale in queste ore sta provando a fermare il conflitto, ma quando interviene l'aviazione il passo è già molto lungo e Haftar non è un tipo docile, è spregiudicato e può contare su solidi alleati visibili e soprattutto invisibili. Il problema è quello delle milizie fedeli al governo di Tripoli. La parola fedeltà è legata alla convenienza economica, le gang di Tripoli si spostano dove vedono il denaro. Per quanto saranno ancora alleate del governo riconosciuto dall'Onu?
01
Violenti scontri e bombardamenti
L'aviazione di Tripoli ha effettuato un raid aereo contro le milizie dell'esercito del generale Khalifa Haftar. La notizia è data dal sito libico Panorama, la fonte è militare. Il raid è avvenuto a nord di Garian, a un'ottantina di chilometri da Tripoli. Vicino alla capitale, nella zona dell'aeroporto Mitiga, si sono udite forti esplosioni.
Questa è la situazione sul teatro di guerra libico in tempo reale secondo liveumap:
Tripoli (zona viola) è praticamente circondata dalle forze controllate da Haftar (zona rosa), le zone in verde sono controllate da altri gruppi tribali.
Il generale Haftar dopo aver incontrato il segretario generale dell'Onu, Antonio Gutterres, ha deciso di proseguire l'azione militare: "L'operazione verso Tripoli prosegue fino all'eliminazione del terrorismo". Guterres è uscito dall'incontro con Haftar estremamente preoccupato. Ecco un tweet di Alwasat Libya sull'incontro tra i due:
I ministri degli Esteri del G7 (i rappresentanti di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti, che si sono riuniti oggi a Saint Malo e Dinard insieme all’Alto Rappresentante dell’Unione Europea) hanno lanciato un appello per fermare le operazioni militari e l'avanzata verso Tripoli: "Esortiamo tutte le parti coinvolte ad interrompere immediatamente ogni azione militare e ogni ulteriore movimento verso Tripoli, che stanno compromettendo le prospettive del processo politico guidato dalle Nazioni Unite, rischiando di mettere in pericolo la popolazione civile e di prolungare le sofferenze del popolo libico. Siamo fermamente convinti che non vi sia soluzione militare al conflitto libico. Ci opponiamo con forza a qualsiasi azione militare in Libia. Ogni attore o fazione libica che contribuisca ad aggravare ulteriormente il conflitto civile, fa del male a persone innocenti e impedisce il cammino verso la pace che il popolo libico merita". Sul piano dell'azione diplomatica, i ministri del G7 ribadiscono "il pieno e coeso sostegno al segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e al rappresentante speciale del segretario generale Ghassan Salamé, mentre l'ONU cerca di aiutare i libici a superare lo stallo politico in Libia e aiutare i libici a tracciare un percorso verso elezioni credibili e pacifiche quanto prima possibile, come concordato dalle parti libiche a Parigi nel maggio 2018 e a Palermo nel novembre 2018".
ll governo italiano aveva in Libia una missione chiara: partecipare alla stabilizzazione del paese, aiutarlo a ritrovare la pace e una via democratica, per quanto possibile in una dimensione tribale. La Libia è uno dei pochi posti del mondo dove l'Italia ha un interesse nazionale dettato dalla storia e dal presente. Mentre i sovranisti immaginari erano impegnati nella fase della demagogia bancaria, in Libia il generale Haftar ha certificato che il governo italiano non conta un piffero e la nostra politica estera è inesistente. È alle porte di Tripoli e nessuno sa dire se si fermerà o meno.
23 dicembre 2018. Il premier Giuseppe Conte a Bengasi con Khalifa Haftar (Foto Ansa)Il Consiglio di sicurezza dell'Onu riunito a porte chiuse ha espresso preoccupazione per l'attività militare nei pressi della capitale libica Tripoli, è una minaccia la stabilità del paese, e ha invitato le truppe dell'esercito nazionale libico (LNA) comandate da Khalifa Haftar a sospendere tutte le operazioni. "Il Consiglio ha chiesto alle forze dell'LNA di fermare tutte le operazioni militari", ha detto l'ambasciatore tedesco delle Nazioni Unite Christoph Heusgen, la Germania presiede per la prima volta il Consiglio di sicurezza. La missione del segretario generale Antonio Guterres a Tripoli, poi a Tobruk per un incontro con il parlamento della Cirenaica e infine a Bengasi per incontrare il generale Haftar è stata un fallimento. Guterres ha provato (e proverà ancora) a evitare il peggio, una crisi in Libia avrebbe ripercussioni immediate su tutta l'area del Nord Africa, non a caso sul tema si è tenuta una riunione del Consiglio supremo della sicurezza nazionale della Tunisia. Durante la guerra civile del 2011 decine di migliaia di persone si rifugiarono in Tunisia.
C'è un'agenda di cui bisogna tenere conto per capire lo scenario:
- In Libia dovrebbero essere organizzate elezioni entro l'anno;
- In gennaio Haftar ha cominciato un'operazione militare a Sud e ha ottenuto il controllo della città di Sabha e del maggior giacimento petrolifero del paese, Sharara, nel sud-ovest libico;
- In febbraio, il premier Sarraj ha incontrato Haftar a Abu Dhabi, in agenda c'era un accordo per le elezioni e l'unità del paese, evidentemente è andato a rotoli;
- Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres è arrivato a Tripoli il 3 aprile e guarda caso Haftar ha lanciato la sua offensiva in questo momento;
- Il 14/16 aprile è prevista la conferenza di Ghadames sulla Libia, l'appuntamento che dovrebbe tracciare la road map del voto.
Tutti gli elementi conducono a una strategia di Haftar per forzare la mano e ottenere di più sul tavolo della spartizione della Libia, prima del voto. Ma in questi casi ci sono sempre le conseguenze inattese, la pistolettata di Sarajevo innescò la Prima guerra mondiale, conquistare il potere a Tripoli e rovesciare il governo di Sarraj potrebbe essere perfino veloce per Haftar. Se il generale della Cirenaica andrà avanti, avremo di nuovo una guerra nel paese più importante per l'Italia. Stamattina le forze del generale hanno perso un posto di blocco che avevano conquistato ieri a Zawiya, a ovest di Tripoli, 128 combattenti libici della brigata 106 sono stati catturati dalle milizie a protezione di Tripoli. I militari sono tenuti prigionieri a Ez Zauia, a una cinquantina di chilometri a ovest di Tripoli.
Questo passaggio ci dimostra, ancora una volta, quanto tutte le cose dette e fatte in questi mesi dal governo italiano sulla Libia fossero elementi di fiction. Avevamo un'occasione, l'abbiamo buttata molto tempo fa e per recuperare serve un impegno che l'Italia non può permettersi. Berlusconi fu battuto da Sarkozy nella campagna per far cadere Gheddafi, disse che non era convinto dell'azione militare, ma pur avendo ragione nel merito poi partecipò alla missione senza avere anch'egli un'idea per il post Gheddafi; i governi del centrosinistra provarono a gestire il nation building libico come se fosse un problema d'altri, dell'Onu, dell'Europa, di chiunque ma non direttamente nostro (e siamo sempre al punto del dichiarato che non corrisponde al fatto), così senza alcuna visione politica siamo finiti nell'irrilevanza pur avendo nel paese un player fondamentale come l'Eni; la linea del governo giallo-verde è quella che si vede, una questione di motovedette libiche e scafisti, l'idea che la politica estera sia una photo opportunity con il personaggio del momento. Tutto fa brodo.
Roma è out, questa è la realtà, conta solo il gioco di fumo e specchi di Haftar con gli altri attori nel deserto libico che attendono. E occhio alla Francia, come sempre.
02
Salvini e la manina esterna nel deserto
Non potendo - e soprattutto non volendo - mettere la nostra mano (meglio ancora, i boots on the ground, gli stivali sul terreno) in Libia, Salvini mette in guardia chi volesse metterci un'altra manina. Che dice il ministro dell'Interno? "Bisogna gettare acqua e non benzina sul fuoco, non vorrei che qualcuno stesse lavorando per una soluzione armata esterna. Le truppe militari non risolvono il problema, da chiunque siano sponsorizzate". Salvini ha affermato che "gli Usa si affidano all'Italia" e che "c'è in gioco l'intero equilibrio dell'area per la stabilità. Gli interessi economici e commerciali dei singoli Paesi non devono prevalere sulla sicurezza globale". Salvini ha anche detto di esser preoccupato per l'Algeria e il Nord Africa.
03
Berlusconi: nel 2011 ci opponemmo alla Francia
In una nota Silvio Berlusconi fa un quadro veritiero della situazione: "Assistiamo con grande preoccupazione all'involuzione della situazione in Libia, che rischia di tramutarsi in una crisi molto grave con conseguenze drammatiche sulle due sponde del Mediterraneo. Un nuovo conflitto causerebbe nuove perdite di vite umane e distruzione in un paese già stremato da quasi un decennio di guerre. È quindi necessario che l'Unione europea intervenga facendosi carico di un problema geopolitico di portata continentale per contribuire all’individuazione e al raggiungimento di una soluzione pacifica e democratica per la Libia". Berlusconi nel 2011 era capo del governo amico di Gheddafi, non era convinto dell'intervento: "Come nel 2001, quando cercammo di opporci all'iniziativa francese, riteniamo che un intervento armato debba essere evitato a ogni costo. Senza elezioni libere e democratiche, senza uno Stato di diritto, la Libia sarà sempre un pericolo per la stabilità del Mediterraneo che è il confine meridionale dell'Europa".
***
La domanda alla fine è sempre quella: cosa faranno gli americani?
04
Gli americani e il fantasma di Bengasi
Un'immagine ottenuta da Judicial Watch sull'attacco al consolato americano a Bengasi nel 2012.Gli americani in realtà con il comando di Africom possono fare molto (il loro appoggio aereo sarebbe forse decisivo), ma prima devono capire dov'è la stabilità del paese, la campagna per abbattere il regime di Gheddafi ha lasciato un brutto segno nella politica americana: l'assalto al consolato di Bengasi, l'11 settembre del 2012 con la morte dell'ambasciatore J. Christopher Stevens e del capo dell'ufficio informazione, Sean Smith. Morirono nell'attacco anche due contractors della Cia, Tyrone S. Woods e Glen Doherty. Quattro vittime americane. Un colpo durissimo, difficile da cancellare.
Africom è attivo, qualche giorno fa abbiamo segnalato su List la visita del comandante a Tripoli:
Il comandante di Africom Tom Waldhauser, l'ambasciatore Peter Bodde e il primo ministro libico Fayez al-Sarraj a Tripoli il 19 marzo scorso.Gli ultimi strike di Africom in Libia risalgono all'agosto del 2018. Cosa faranno ora gli americani? È un grande dilemma. Lo spazio del Mediterraneo è in movimento, brucia. Purtroppo nel governo non c'è visione politica, sono fermi a barconi e scafisti e non si rendono conto che si stanno mischiando le carte e riaprendo i giochi. Qualcuno ha un'idea sull'Algeria, nostro importantissimo fornitore di gas e partner nel settore energetico?
05
Algeria. Rimosso il capo dei servizi segreti
Il cambio di regime in Algeria è partito a spron battuto. Dopo le dimissioni di Bouteflika, è stato rimosso dalla direzione dei servizi segreti algerini Athmane Tartag, detto Bashir, il capo della Direzione dei servizi di sicurezza (Dss). L'Algeria è l'hotspot più incandescente dopo quello della Libia. In Nord Africa vivono tempi interessanti. Forse troppo.
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Torniamo in Europa, ops! No, andiamo nell'isola d'Inghilterra.
06
Brexit. May propone l'uscita entro il 30 giugno
Siamo ancora nel campo del calendario. La premier britannica, Theresa May, ha chiesto all'Ue un rinvio della Brexit fino al 30 giugno. Lo riferisce Downing Street. La premier britannica ha scritto una lettera al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk: "Il Regno Unito propone che (l'estensione) termini il 30 giugno 2019. Se le parti sono in grado di ratificare prima di questa data, il governo propone che il periodo di estensione cessi prima".
Tusk aveva offerto un anno di tempo a Londra, ma presentare a Westminster un periodo così lungo pare complichi le cose. Nel frattempo Theresa May e Jeremy Corbyn devono trovare un accordo, seguirà anche in questo caso uno scambio di lettere tra Conservatori e Laburisti. Una cosa è certa, l'epistolario della Brexit sarà una grande materia di studio della politica e del diritto.
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C'è la Brexit. No panic. Noi abbiamo l'exit italiana in vista. Dalla realtà.
07
L'Istat apre la porta. La Germania la chiude
È uscita la nota mensile dell'economia italiana dell'Istat, ecco il quadro di riferimento:
Può andare peggio? Certamente, ma come abbiamo scritto tante volte, le possibilità di una ripresa dell'economia nel secondo semestre esistono. Lo scrive anche l'Istat oggi: "A marzo, è proseguito il deterioramento della fiducia dei consumatori che ha interessato tutte le componenti. Il clima economico e le prospettive future hanno registrato il calo più marcato mentre le attese sulla disoccupazione sono in peggioramento dopo il segnale positivo del mese precedente. Nello stesso mese, la fiducia delle imprese nel complesso è tornata a migliorare anche se nel settore manifatturiero permangono incertezze. L’indicatore anticipatore ha segnato una flessione di intensità ridotta rispetto a febbraio, suggerendo un possibile cambiamento rispetto alla fase di contrazione dei livelli di attività economica manifestatasi negli scorsi mesi". C'è una piccola speranza che le cose vadano meglio ma... dipende dalla Germania (e ieri abbiamo visto che gli ordinativi dell'industria sono crollati) e dall'azione del governo. Allo stato attuale, se l'Istat apre la porta, la Germania la chiude. E poi c'è il grande problema, la politica di Palazzo Chigi. Produce liti.
08
Crescita? Per ora delle liti
Il governo è così convinto della forza del decreto sulla crescita che un minuto dopo il Consiglio dei ministri ieri la maggioranza si è (ri)messa a litigare soavemente. Movimento Cinque Stelle e Lega si stanno contendendo pezzi di carne elettorale e sono disposti a tutto per sbranarla. Dunque entrambi sono concentrati non per la crescita, non su un percorso per la produzione e le imprese, non su strumenti per la nascita di nuovi posti di lavoro, ma... sui rimborsi ai "truffati" delle banche (truffati tutti? Sicuri? Nessuna prudenza nell'uso dei soldi dei contribuenti?).
Questa è la cifra finale dei due partiti della maggioranza. Delle strane idee sulla decrescita dei Cinque Stelle tutti sapevano, ma la vera sorpresa negativa e preoccupante di questo primo anno di governo è l'assenza nella Lega di una linea di politica economica, l'emergere di posizioni che sono contro il mercato, il capitale, l'impresa.
Che Salvini non abbia mai letto Adam Smith è pacifico, che non abbia mai frequentato le pagine di Keynes è altrettanto certo, che sia un caso di labirintite ideologica pure, che non abbia alcun pensiero politico è lampante, che sappia solo parlare di immigrati, porti chiusi e ruspe è cristallino, che sia un caso di incontinenza verbale e digitale non ci piove, che tutto questo (per ora) convinca una parte importante di italiani è altrettanto chiaro, ma che questa sia la via giusta per il futuro questo non è chiaro, anzi si vede, non c'è un solo numero dell'economia che torna.
I lettori di List sanno bene che da queste parti si dà la massima importanza alla storia, ma è sempre messa in relazione con le altre scienze sociali che ci aiutano ad avere un quadro completo. La storia ci dice che il governo è sintonizzato con lo spirito del tempo (che è volubile), ma i numeri dell'economia ci dicono anche che questo esecutivo sta andando contro un muro di titanio, mentre il ministro Tria sente squillare i cinque telefoni roventi del suo ufficio, il paese va dritto e accelerato verso quella che chiamiamo la "trappola Tsipras".
La cosa stupefacente in questo scenario è la Lega, un partito di governo, con personale politico esperto, che sta cadendo in questa trappola. Siamo di fronte a una metamorfosi inattesa. Che Salvini non sia ferrato sul tema dell'economia è indubbio, ma che nel suo partito non vi sia nessuno che gli dica "caro, sai che di questo passo perderai i voti?" e che nello stesso partito non emergano posizioni diverse, se non il silenzio-assenso di Giorgetti - che evidentemente non ha proprio nulla da dire - e un paio di pappagalli loquaci che fanno rumore e basta, ecco, questo è grave.
Passata l'estate, esaurito il tema immigrazione (che Salvini cerca disperatamente di tenere vivo, e gli danno una mano gli avversari), è rimasto il vuoto cosmico di un programma alimentato dalla spesa e senza investimenti. Così al vuoto dell'opposizione si è aggiunto l'ectoplasma del governo, un'alleanza dove si fa una finta pace sui social, ci si scanna in Parlamento, si conclude poco in Consiglio dei ministri e si svuota la cassa per acquisire il consenso con provvedimenti a compartimento stagno, ognuno approva il suo e per il resto si vedrà. Sì dirà che non c'è niente di nuovo e siamo d'accordo, quel che ormai tracima però è l'assenza di decenza nel linguaggio, nel modo di porsi di fronte all'elettore-contribuente, nel disinteresse totale per i temi-chiave dell'agenda, nel continuo uso di armi di distrazione di massa. Può darsi che il sonnambulismo continui, ma di solito gli italiani a sorpresa ritirano la cambiale in bianco e lo fanno una sola volta, con ferocia, senza perdono.
***
Che facciamo? Un salto negli Stati Uniti, torniamo alla storia davvero intrigante della "visita cinese" a Mar-a-Lago, il resort di Donald Trump a Palm Beach, Florida. Un'intrusione che comincia a rivelare il problema numero uno: la sicurezza di Trump.
09
La "visita cinese" e la protezione di Trump
Sono cominciati ovviamente a emergere dubbi sulla capacità del Secret Service di proteggere una figura a dir poco mobile - e imprevedibile - come Donald Trump. Mar-a-Lago è un luogo bellissimo (è patrimonio nazionale degli Stati Uniti) e si capisce a primo sguardo perché Trump ami passarvi del tempo e ricevere i suoi ospiti.
Il salone di Mar-a-Lago in un'immagine del 1967.L'intrusione della donna cinese, Yujin Zhang, ha aperto il file. I Democratici si sono subito infilati nella storia con una lettera all'Fbi:
Chiedono se il golf club di Trump sia davvero un luogo sicuro (visti i fatti pare non lo sia per niente), la formulazione della lettera si riferisce ai dati e alle informazioni riguardanti la sicurezza nazionale, in realtà il primo elemento - e i dem non lo hanno specificato nella loro lettera e questo ne tradisce la strumentalità - riguarda la vita stessa del Presidente degli Stati Uniti.
Le cose sono andate esattamente come abbiamo raccontato e come si legge nell'affidavit dell'agente che ha arrestato la donna cinese a Mar-a-Lago:
Ma la storia ha esposto il vero punto debole di Trump, il suo resort. Perché è debole? Semplice, supponiamo di essere al vertice di un servizio segreto di una potenza straniera e voglio vedere da vicino Trump, sapere chi incontra, magari intercettarlo in un ambiente dove parla liberamente. Che faccio? Iscrivo al club di Trump un mio agente con un curriculum immacolato, senza ombre, senza storia. La missione impossibile diventa la più facile. Contro l'uomo più potente del mondo.
***
Con che cosa chiudiamo questo numero di List? Apriamo le finestre.
10
Tende aperte al Consiglio di sicurezza dell'Onu
La Germania per la prima volta ha la presidenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. E ha cominciato con una bella idea: aprire le tende del salone.
Qualcuno si chiederà: perché ci sono le tende? Altro che, le riunioni del Consiglio di sicurezza di solito si svolgono così:
L'altra domanda è: perché tenevano chiuse le tende? Ah, qui arriva la storia con un... bazooka.
11 dicembre 1964, un colpo di bazooka sparato sul Palazzo di Vetro. Alle Nazioni Unite stava intervenendo un tipo chiamato Che Guevara. Il proiettile non colpì il palazzo, mancò il bersaglio, fece un gran rumore e tremare i vetri. Che Guevara continuò il suo intervento senza scomporsi. Da quell'episodio in poi le tende del Consiglio di sicurezza rimasero chiuse. Le hanno riaperte dopo 55 anni. Che follia non averlo fatto prima, una cosa semplice, così significativa. Luce. Vita. Aprite le tende. Buona giornata.
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ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.