7 Aprile
Libia, la guerra decolla. L'America ritira i militari
Raid aerei incrociati, il governo di Tripoli lancia l'operazione "Burkan al ghadab” (vulcano di rabbia). Escalation del conflitto sempre più grave. Sarraj: "Pugnalato alla schiena da Haftar". Protesta con Parigi. La Russia in campo, gli Stati Uniti ritirano il contingente libico. Italia marginalizzata, governo inadeguato
Che succede? Il governo offre una non notizia (Salvini e Di Maio litigano) ma nel contesto attuale (un conflitto in corso in Libia) questa diventa una notizia di inadeguatezza dell'esecutivo molto grave. Mentre a Tripoli sta infuriando la battaglia, i duumviri del governo si azzuffano su questioni niente meno che "ideologiche" (come De Gasperi e Togliatti, si capisce, non sono da meno), il leader (parola che comincia ad essere ingombrante per tutti i presenti sulla scena politica del paese) dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, per soprammercato ha deciso di preannunciare il "licenziamento" di Antonello Soro, Garante della Privacy, reo di aver comminato una sanzione alla piattaforma Rousseau del Davide Casaleggio. Il leader (no, dai, segretario è più che sufficiente) del Pd Nicola Zingaretti ancora non ha chiarito cosa farà del suo (di)partito e non sapendolo si arrabatta a attaccare la maggioranza che in realtà non c'è bisogno di colpire, si sta autoaffondando da sola, più si avvicina il momento di tirare una riga sui conti (pubblici) e più la frattura tra i due partiti sarà larga. Mentre lo spettacolo va avanti, in una dimensione parallela, si sente una voce remota, è quella di Silvio Berlusconi che sentenzia: "Siamo un partito indispensabile per il nostro Paese sin da quando impedimmo alla sinistra comunista, nel '94, di conquistare il potere". Sembra una puntata strepitosa di "Ai confini della realtà". È tutto vero.
Come diceva Ennio Flaiano, "la situazione è grave, ma non seria", così abbiamo sentito Di Maio accusare il governo di stare insieme "a chi nega l'Olocausto", di fronte a un'accusa di questa dimensione la logica vorrebbe che ci si separasse con grande rumore di stoviglie volanti, invece no, Salvini risponde sempre con registro surreale ("Io lavoro, io rispondo col lavoro, con i fatti. Questa gente che cerca fascisti, comunisti, nazisti, marziani venusiani......
Che succede? Il governo offre una non notizia (Salvini e Di Maio litigano) ma nel contesto attuale (un conflitto in corso in Libia) questa diventa una notizia di inadeguatezza dell'esecutivo molto grave. Mentre a Tripoli sta infuriando la battaglia, i duumviri del governo si azzuffano su questioni niente meno che "ideologiche" (come De Gasperi e Togliatti, si capisce, non sono da meno), il leader (parola che comincia ad essere ingombrante per tutti i presenti sulla scena politica del paese) dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio, per soprammercato ha deciso di preannunciare il "licenziamento" di Antonello Soro, Garante della Privacy, reo di aver comminato una sanzione alla piattaforma Rousseau del Davide Casaleggio. Il leader (no, dai, segretario è più che sufficiente) del Pd Nicola Zingaretti ancora non ha chiarito cosa farà del suo (di)partito e non sapendolo si arrabatta a attaccare la maggioranza che in realtà non c'è bisogno di colpire, si sta autoaffondando da sola, più si avvicina il momento di tirare una riga sui conti (pubblici) e più la frattura tra i due partiti sarà larga. Mentre lo spettacolo va avanti, in una dimensione parallela, si sente una voce remota, è quella di Silvio Berlusconi che sentenzia: "Siamo un partito indispensabile per il nostro Paese sin da quando impedimmo alla sinistra comunista, nel '94, di conquistare il potere". Sembra una puntata strepitosa di "Ai confini della realtà". È tutto vero.
Come diceva Ennio Flaiano, "la situazione è grave, ma non seria", così abbiamo sentito Di Maio accusare il governo di stare insieme "a chi nega l'Olocausto", di fronte a un'accusa di questa dimensione la logica vorrebbe che ci si separasse con grande rumore di stoviglie volanti, invece no, Salvini risponde sempre con registro surreale ("Io lavoro, io rispondo col lavoro, con i fatti. Questa gente che cerca fascisti, comunisti, nazisti, marziani venusiani... i ministri sono pagati per lavorare. Io sono pagato per mantenere ordine pubblico e sicurezza") e Di Maio a quel punto dice perfino che "sui fatti lavoriamo bene insieme". È tutto vero.
Riportiamo tutto questo perché bisogna onorare la cronaca, ma là fuori ci sono i leoni che ruggiscono, la realtà è un'altra. Seguite il titolare di List.
01
Per sapere, per capire. Effetto Libia
Nota sul taccuino: mentre nel governo Salvini e Di Maio stanno discutendo di fascisti e extraterrestri, a qualche miglio nautico, c'è una guerra in un paese affacciato sul Mediterraneo dove l'Italia ha un interesse strategico. L'ultima volta che il conflitto si infiammò dalle parti della Libia, aprendo il cancello del deserto dell'Africa, le cose sulle nostre coste andarono così:
Si organizzano belle conferenze internazionali, si fanno foto sorridenti e poi quando bisogna essere statisti, guardare all'interesse nazionale, esprimere una visione e un'azione concreta, si sparisce nel dibattito su temi che non sono nell'agenda. Ormai è un classico. Come vanno le cose? Una puntata di RadioList fa il punto nave.
02
No, per l'Italia non c'è niente di buono
L'avanzata delle truppe del generale Haftar verso Tripoli, l'esplosione di un'altra guerra in una guerra che non è mai finita. Gli interessi delle potenze del Medio Oriente e della Francia, un paese senza una strategia politica, l'Italia. L'America sta alla finestra, l'accordo dell'Italia con la Cina sulla Belt and Road comincia a pesare. Un'indagine del titolare di List e Dario Fabbri, analista di Limes. Ascolta RadioList.
Il punto nave per l'Italia è ad alto rischio. Siamo fuori dal processo politico e non abbiamo possibilità alcuna di influire sul piano militare. Vediamo nel dettaglio scenario e fatti sul campo di battaglia.
03
La battaglia di Tripoli
Ultim'ora. Il governo di Tripoli ha lanciato un'offensiva contro Haftar, il nome dell'operazione è “Burkan al ghadab” (vulcano di rabbia). Lo ha annunciato il portavoce del governo di unità nazionale, il colonnello Mohamad Gnounou, una controffensiva per "ripulire tutte le città" dalle "forze illegittime". L'uso dell'aviazione da entrambe le parti conferma che lo scontro potrebbe arrivare fino al cuore di Tripoli.
Il quadro è quello classico del tradimento politico. Questo è quello che racconta Fayez al Sarraj, premier del governo di Tripoli (l'unico riconosciuto dall'Onu). “Abbiamo teso la mano verso la pace, ma l’aggressione delle forze di Haftar, la dichiarazione di guerra contro le nostre città e la capitale e la sua violazione degli accordi politici, ci renderanno risoluti e ci daranno la forza”, ha affermato Sarraj riferendosi ai patti del 2015. Il premier ha aggiunto: "Siamo stati pugnalati alla schiena". Sarraj ha avvisato Haftar che rischia di trovarsi in una "guerra senza vincitori". "Quando abbiamo ospitato il segretario generale dell'Onu a Tripoli, siamo rimasti sorpresi della mobilitazione militare di Haftar, dopo i progressi verso una soluzione politica", ha detto Sarraj. Il riferimento è alla conferenza di Ghadames che si terrà dal 14 al 16 aprile, data confermata ieri dall'Onu. Per Sarraj non ci sono due parti uguali in lotta, ma c'è una parte (la sua) che sta subendo un'aggressione e per questo ha invitato i paesi che sostengono Haftar a porre fine al loro appoggio. Sarraj si riferisce in particolare alla Francia, tanto che avrebbe convocato l'ambasciatore di Parigi per una protesta formale del governo di Tripoli nei confronti della politica di Parigi.
L'esercito di Haftar sta incontrando una forte resistenza, è fermo a una cinquantina di chilometri da Tripoli. L'intervento dell'esercito di Misurata (qui sopra, nella foto Ansa, un'autocolonna pronta a dirigersi verso Tripoli), quello più organizzato, ne ha fermato per ora l'avanzata, ma Tripoli resta comunque stretta in una morsa (vedi la mappa qui sotto). Le scuole sono state chiuse. Entrambe le parti fin dall'inizio del conflitto hanno dichiarato di aver conquistato l'aeroporto internazionale di Tripoli (chiuso dal 2014), ma sono le forze governative ad averlo di nuovo sotto controllo. L'Eni ha evacuato tutto il personale, un portavoce dell'azienda energetica italiana ha assicurato che "la situazione nei campi è sotto controllo. Stiamo monitorando l'evolversi della situazione con molta attenzione, la società non ha personale attualmente presente a Tripoli". Le milizie di Haftar hanno annunciato di aver subito un attacco aereo a sud di Tripoli. È la conferma di notizie sui caccia del governo che hanno bombardato posizioni dell'esercito di Haftar a Mizda, a sud di Gharyan e Souq Al-Khamis, sud-est di Tripoli. In una guerra di movimento di fanteria, dove dominano gli artiglieri, chi ha anche una minima supremazia aerea può vincere.
Questa è la situazione sul teatro di guerra libico in tempo reale secondo liveumap:
Tripoli (zona viola) è circondata dalle forze controllate da Haftar (zona rosa), le zone in verde sono controllate da altri gruppi tribali.
L'operazione di Haftar va letta avendo in mente un'agenda. Quale? Questa:
- In Libia dovrebbero essere organizzate elezioni entro l'anno;
- In gennaio Haftar ha cominciato un'operazione militare a Sud e ha ottenuto il controllo della città di Sabha e del maggior giacimento petrolifero del paese, Sharara, nel sud-ovest libico;
- In febbraio, il premier Sarraj ha incontrato Haftar a Abu Dhabi, in agenda c'era un accordo per le elezioni e l'unità del paese, evidentemente è andato a rotoli;
- Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres è arrivato a Tripoli il 3 aprile e guarda caso Haftar ha lanciato la sua offensiva in questo momento;
- Il 14/16 aprile è prevista la conferenza di Ghadames sulla Libia, l'appuntamento che dovrebbe tracciare la road map del voto.
Tutti gli elementi conducono a una strategia di Haftar per forzare la mano e ottenere di più sul tavolo della spartizione della Libia, prima del voto. Non è certo un tema di ideologia, ma di divisione delle risorse petrolifere della Libia. Chi vince, prende tutto. Se non vinci, cerchi di prendere il massimo possibile. In questi casi ci sono sempre le conseguenze inattese, la pistolettata di Sarajevo innescò la Prima guerra mondiale, conquistare il potere a Tripoli e rovesciare il governo di Sarraj potrebbe essere perfino veloce per Haftar. Per ora sta incontrando una dura resistenza e non sono ancora in campo - almeno non si vedono - agenti esterni che spostano la bilancia del conflitto da una parte o dall'altra.
04
Entra in scena la Russia
La Russia ha una posizione che non scopre nessuna carta, ufficialmente Mosca "sta fuori dal conflitto", ma sanno tutti che le relazioni con il generale Haftar sono buone. A dire il vero l'ultima volta che il generale è stato al Cremlino, i russi gli hanno detto chiaramente di non forzare la mano, ma questo accadeva molti mesi fa e la situazione in Libia è rimasta caotica, con Haftar che ha conquistato terreno, Tripoli che rappresenta il centro del paese, ma in un ambito territoriale sempre più ristretto e isolato. Il ministro degli Esteri della Russia, Sergej Lavrov, ieri in missione in Egitto, ha spiegato: "Siamo in contatto con tutte le forze politiche libiche e a tutti mandiamo lo stesso messaggio. Non abbiamo mai cercato di favorire nessuno di loro. Sono sicuro che questo sia il solo modo di agire in casi come questo". Il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ha chiamato al telefono Haftar, hanno parlato ufficialmente di terrorismo, cosa a cui ovviamente non crede nessuno.
Attenzione, dettaglio: la Russia è contraria all'uso dell'aviazione contro le milizie di Haftar. Parola di Lavrov: "Siamo preoccupati che unità armate in qualche parte della Libia abbiano annunciato che avrebbero impiegato aerei da combattimento contro l'esercito nazionale libico. Coloro che possono influenzare queste unità devono prevenire un'escalation, e tutti dovrebbero esortare i libici a fermare qualsiasi offensiva e le azioni militari e a sedersi al tavolo dei negoziati". Questo è il fattore che può cambiare il conflitto, mettere altri soggetti nella posizione di dover entrare in gioco, naturalmente senza mai esporre la bandiera. Abbiamo già visto durante il lungo conflitto libico cacciabombardieri senza bandiera entrare in azione. Molti paesi hanno un'aviazione efficiente (da mascherare) e interessi in gioco in questo scenario.
L'altro paese chiave è l'Egitto. Il presidente egiziano, Abdel Fatah al Sisi, ieri ha chiesto un’azione internazionale immediata. Dopo aver incontrato il ministro degli Esteri russo Lavrov, la presidenza egiziana ha avvisato che “il tempo è un fattore cruciale per minare la diffusione dei gruppi terroristici”. Si teme la destabilizzazione totale. Anche l'Egitto gioca la sua partita.
Salamè ieri in una conferenza stampa a Tripoli ha ribadito: “Siamo determinati a tenere la conferenza interlibica nelle date previste, ovvero dal 14 al 16 aprile”. Uno degli obiettivi di Haftar è naturalmente quello di farla saltare.
Se questa fosse la situazione reale, Haftar sarebbe un soggetto che sta giocando una spericolata partita a scacchi con la morte. Ma in questo tipo di partita non sempre quello che si dice è quello che si fa e il doppio e triplo gioco in realtà è un classico.
***
Manca l'attore in teoria più importante, la prima potenza mondiale. Domanda sul taccuino: ma gli Stati Uniti che fanno?
05
Gli Stati Uniti ritirano il contingente dalla Libia
La forza decisiva in questo scenario resta sempre quella degli Stati Uniti, ma alla Casa Bianca per ora stanno alla finestra, come abbiamo spiegato l'altro ieri, incombe il fantasma di Bengasi.
Un'immagine ottenuta da Judicial Watch sull'attacco al consolato americano a Bengasi nel 2012.Gli americani in realtà con il comando di Africom possono fare molto (il loro appoggio aereo sarebbe forse decisivo), ma prima devono capire dov'è la stabilità del paese, la campagna per abbattere il regime di Gheddafi ha lasciato un brutto segno nella politica americana: l'assalto al consolato di Bengasi, l'11 settembre del 2012 con la morte dell'ambasciatore J. Christopher Stevens e del capo dell'ufficio informazione, Sean Smith. Morirono nell'attacco anche due contractors della Cia, Tyrone S. Woods e Glen Doherty. Quattro vittime americane. Un colpo durissimo, difficile da cancellare.
Africom è attivo, qualche giorno fa abbiamo segnalato su List la visita del comandante a Tripoli:
Il comandante di Africom Tom Waldhauser, l'ambasciatore Peter Bodde e il primo ministro libico Fayez al-Sarraj a Tripoli il 19 marzo scorso.Gli ultimi strike di Africom in Libia risalgono all'agosto del 2018. Cosa faranno ora gli americani? È un grande dilemma. Una cosa è certa, oggi hanno comunicato che ritirano dalla Libia il contingente militare. Lo afferma un comunicato stampa dello stesso comando:
“La sicurezza sul terreno sta diventando sempre più complicata e imprevedibile - ha spiegato il generale dei Marine Tom Waldhauser - e anche con questi aggiustamenti continueremo a manterere la flessibilità utile alla strategia americana". Il Comando, assicura la nota, "resta impegnato affinché la Libia diventi stabile e sicura", ma "sta conducendo una prudente pianificazione militare nel tempo stesso in cui verifica le condizioni di sicurezza. Il Comando continuerà a monitorare quanto accade sul terreno in Libia, e accertare la fattibilità per una rinnovata e adeguata presenza militare". Più chiaro di così, goodbye.
***
Lo spazio del Mediterraneo è in movimento, brucia. Purtroppo nel governo italiano non c'è visione politica, sono fermi a barconi e scafisti e non si rendono conto che si stanno mischiando le carte e riaprendo i giochi. D'altronde, abbiamo firmato un'intesa con la Cina, il cui interesse in Africa è quello di sfruttare materie prime e allargare la sua influenza (la prima base militare cinese all'estero non a caso è a Gibuti, vedere List di qualche giorno fa). Gli Stati Uniti non ci sono e non sappiamo se mai ci saranno. L'Italia è praticamente sola. Resta sul campo di battaglia della Libia (e nella politica) la figura del generale Haftar, degna di un romanzo di Frederick Forsyth.
06
Haftar, una vita spericolata
Chi è il generale Khalifa Haftar? Ecco il suo ritratto.
Il generale Haftar mentre pianifica le operazioni in Libia durante la rivolta contro Gheddafi (Foto Ansa)Il generale Khalifa Haftar è fondamentale per controllare la Libia. E anche per perderla. È una classica arma a doppio taglio, anche se nel caso di Khalifa più che di coltello bisogna parlare di mortaio. È un classico militare di manovra, un comandante, un artigliere di scuola napoleonica: sposta cannoni, mitragliatori, ordina e dispone la cavalleria corazzata, usa l'aviazione per farsi largo e in copertura, tiene su il morale delle truppe e ha un carattere che s'arroventa facilmente come un bazooka quando spara il razzo. Se volete un esempio di guerra asimmetrica con i boots on the ground, Haftar è il carattere perfettamente sintonizzato con il presente. È un rivoluzionario (ir)regolare, una dalla biografia bombastica, un professionista della morte e della vita, della pace e soprattutto della guerra.
Haftar è una vecchia conoscenza degli Stati Uniti, è stato per vent’anni in Virginia, a un tiro di schioppo da Langley, sede della Cia, ma è certamente un caso, come era sempre un caso che James Bond fosse inglese, guidasse una Aston Martin truccata e sapesse sparare. Di lui si conoscono molte cose vere e false, come tutte le figure che si agitano in guerra e comandano eserciti è avvolto in un gioco di fumo e specchi. Una cosa è certa, dopo vent'anni di strano esilio in America, a un tiro di Kalashnikov dal bosco delle spie, lo ritroviamo nel 2011 nell'elemento naturale degli scorpioni, la sabbia del deserto, comandante dei ribelli anti-Gheddafi e già in lotta per diventare il leader della rivolta contro il Colonnello. Haftar è una figura che gioca con le sceneggiature dei colpi di stato, un carattere perfetto per un film come Dogs Of War, i mastini della guerra, pellicola con un sulfureo Christopher Walken tratto da un pirotecnico romanzo di un maestro del genere, Frederick Forsyth. La vita di Haftar non ha bisogno di rimandi da cinematografari, è una pellicola esplosiva. Il generale è il protagonista della campagna militare di Gheddafi in Chad sul finire degli anni Ottanta, chiamata "la guerra delle Toyota" (ricorda qualcosa? Isis non ha inventato nulla, il pick up giapponese era il mezzo già da allora più usato dai miliziani per spostarsi nel deserto), le cose vanno male, viene sconfitto, abbandonato da Muammar al suo destino e fatto prigioniero. Poteva marcire in una prigione in Chad ma, in uno di quei salti nel buio della sua biografia, improvvisamente riesce a fuggire (viene liberato dalla Cia o dai francesi, dicono) e prontamente diventa anti-gheddafiano. Naturalmente Haftar non si limita a pensare di fare qualcosa contro Gheddafi. Lo fa. Tanto che nei documenti americani del 1996 già figura come leader dell'ala militare del Movimento Libico per il Cambiamento e la Riforma, il principale gruppo di opposizione al regime del Colonnello. In un covo di serpenti, Khalifa è la mangusta. Rapido, armato di denti taglienti, corazzato. Gheddafi però è il leone del deserto, imprendibile dai nemici, spietato con i nemici. Non è il momento per Khalifa che va a trovare il tempo per la vendetta in America.
L'appuntamento tra i due amici-nemici è solo rinviato. Haftar finisce nel bosco (Langley) e riappare nel deserto (Libia) quando Gheddafi deve cadere. Siamo nel 2011. Khalifa ha il supporto della Cia e del servizio segreto francese, ha reclutato una banda di assassini ben addestrata, fa il training delle milizie anti-gheddafiani, organizza la logistica, un'altra guerra delle Toyota, stavolta contro il suo capo di un tempo, Muammar Gheddafi. La strategia di Haftar è chiara: muovere da Est verso Ovest, da Bengasi a Tripoli, ma la situazione non volge del tutto a suo favore, la Libia è piena di forze islamiste, clan, tribù, tutti armati, letali, gelosi del loro pezzo di deserto. Haftar rimanda l'espansione, combatte gli islamisti, ottiene l'appoggio del presidente egiziano Al Sisi quando Morsi e la Fratellanza Musulmana al Cairo finiscono in disgrazia per incapacità di governo dell'economia. Quando Mosca manda i suoi cacciabombardieri e le sue truppe speciali in Siria, per lui si apre anche la scacchiera di Putin e Lavrov, sale sulla portaerei russa Ammiraglio Kuznetsov, firma intese, conquista, perde e riconquista i pozzi della Mezzaluna petrolifera, fa terra bruciata intorno alle poche e disorganizzate forze dell'esercito di Sarraj, non digerisce il governo sponsorizzato dall'Onu, mantiene il parlamento di Tobruk sul chi vive e in fondo, sotto e anche sopra, spera che quel baffone, Sarraj, cada. Haftar è questo: un self made man della guerra, un rivoluzionario che comincia conto terzi ma finisce sempre in proprio.
Il generale Khalifa Haftar a bordo della portaerei russa Ammiraglio Kuznetsov. (Foto Ansa)Haftar in fondo è come Gheddafi. È il deserto. È nato nel 1943 a Agedabia, a circa 150 chilometri da Bengasi. Qui è nato il piccolo Haftar, qui è morto il generale italiano Giuseppe Tellera nella Seconda guerra mondiale, dopo la ritirata delle truppe italiane da Tobruk. Segni e disegni del destino, echi di un passato che non torna ma fa sentire il suo vento caldo. Il deserto. La Libia. La sua immensità. Khalifa come Muammar si sposta, si nasconde, si eclissa, risorge, tramonta. È un militare, un guerriero. Gheddafi spostava la sua tenda, eludeva i cruise americani cambiando destinazione, luogo, era un senza fissa dimora, un berbero, un uomo nomade con il cuore a Sirte, dove morì in quella tragedia che è stata la rivoluzione della Libia. Haftar come Gheddafi conosce la potenza del suolo, della terra, dei confini, la forza naturale e inesorabile della geografia. Controllare la Libia dalla costa? Ridicolo. Guardate, cari lettori di List, che cosa è la Libia:
La Libia è immensa, nessuna può controllarla da solo. Serve l'accordo delle tribù. Haftar e i suoi sponsor lo hanno già conquistato?
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rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.