6 Maggio
L'imperatore Ottone III e la crisi di governo
WeekList. Siamo nel 999 dopo Cristo, il regnante è un uomo colto che ha studiato con Gerberto e... Una storia di re, papi, aristocrazia e popolo dove appaiono i volti di oggi: Di Maio, Salvini, Berlusconi, Renzi, Mattarella. Giordano Bruno Guerri fa uno straordinario viaggio sulla macchina del tempo.
di Giordano Bruno Guerri
Zompettavo per canali in cerca di commenti alle elezioni in Friuli, quand’ecco apparire il volto del compagno Sechin. Scatto una foto perché sta proprio sotto una grande scritta LOVE (e gliela mando a mo’ di dichiarazione, perché è difficile che annoi, persino commentando i risultati). Mi chiama con la sua voce a tuttabocca, appena finita la diretta, “Ah ah ah ah, ah”, fa, e dice: “Ma hai visto che roba! Una comica.” È qualche tempo che non ci sentiamo.
- “Viviamo tempi interessanti”, temporeggio, non sapendo dove vuole andare a parare, e tantomeno dove immagina che vada a parare io.
- “Qui non sanno che fare, ma te lo ricordi che la Diccì con il 30 per cento ha governato cinquant’anni?”
- “Forse troppo.”
- “Perché non ci fai un pezzo”, suggerisce contento, “su come faceva i governi la Dc, con il trenta per cento? Un viaggio nel tempo…”.
A me, come fosse l’ultimo istante della mia vita, passano davanti agli occhi De Mita, Colombo, Forlani, Cossiga, Leone, De Gasperi, Segni, Tambroni (che faccia aveva Tambroni?), Goria, Andreotti, Moro, Fanfani, Rumor, in ordine sparso, in alternanza colore/bianco e nero. Poi, come nei film in cui si viene risucchiati nel passato (un tunnel spazio-temporale), mi ritrovo nel 999 dopo Cristo. Perché le radici, anche se sembra che ci riguardino meno, sono sempre più interessanti delle foglie. Di certo più importanti nell’ordine dell’universo.
Gerberto d'Aurillac maestro degli ancora fanciulli san Fulberto e Roberto il Pio a Reims, dal Codice Manesse del XIV secolo.Eccomi lì, dunque, vagare intorno a Roma con Ottone III Imperatore del Sacro Romano Impero e con il suo fido Papa Silvestro II. Il mondo vive un periodo di passaggio, nel terrore dell’anno Mille, che secondo molti porterà la catastrofe finale, la fine della vita. E in un momento di passaggio siamo anche...
di Giordano Bruno Guerri
Zompettavo per canali in cerca di commenti alle elezioni in Friuli, quand’ecco apparire il volto del compagno Sechin. Scatto una foto perché sta proprio sotto una grande scritta LOVE (e gliela mando a mo’ di dichiarazione, perché è difficile che annoi, persino commentando i risultati). Mi chiama con la sua voce a tuttabocca, appena finita la diretta, “Ah ah ah ah, ah”, fa, e dice: “Ma hai visto che roba! Una comica.” È qualche tempo che non ci sentiamo.
- “Viviamo tempi interessanti”, temporeggio, non sapendo dove vuole andare a parare, e tantomeno dove immagina che vada a parare io.
- “Qui non sanno che fare, ma te lo ricordi che la Diccì con il 30 per cento ha governato cinquant’anni?”
- “Forse troppo.”
- “Perché non ci fai un pezzo”, suggerisce contento, “su come faceva i governi la Dc, con il trenta per cento? Un viaggio nel tempo…”.
A me, come fosse l’ultimo istante della mia vita, passano davanti agli occhi De Mita, Colombo, Forlani, Cossiga, Leone, De Gasperi, Segni, Tambroni (che faccia aveva Tambroni?), Goria, Andreotti, Moro, Fanfani, Rumor, in ordine sparso, in alternanza colore/bianco e nero. Poi, come nei film in cui si viene risucchiati nel passato (un tunnel spazio-temporale), mi ritrovo nel 999 dopo Cristo. Perché le radici, anche se sembra che ci riguardino meno, sono sempre più interessanti delle foglie. Di certo più importanti nell’ordine dell’universo.
Gerberto d'Aurillac maestro degli ancora fanciulli san Fulberto e Roberto il Pio a Reims, dal Codice Manesse del XIV secolo.Eccomi lì, dunque, vagare intorno a Roma con Ottone III Imperatore del Sacro Romano Impero e con il suo fido Papa Silvestro II. Il mondo vive un periodo di passaggio, nel terrore dell’anno Mille, che secondo molti porterà la catastrofe finale, la fine della vita. E in un momento di passaggio siamo anche adesso, meno drammatico e affatto biblico. Non si tratta di seconda o terza repubblica – strana conta – bensì di uno scontro fra generazioni, metodi di governo, il nuovo e il vecchio, la conservazione e il mutamento, il mutamento affinché tutto rimanga uguale e il mutamento per il mutamento.
L’uomo più potente che vi fosse, allora, era un ragazzo di 18 anni, Ottone III di Sassonia, re d’Italia e di Germania da quando rimase orfano, a tre anni. Dal 996, sedicenne, è imperatore del Sacro Romano Impero. Come non pensare a Luigi Di Maio. Ragazzi entrambi, secondo i canoni delle rispettive epoche, hanno avuto anche il potere (senza meriti) secondo i canoni delle rispettive epoche: Ottone per diritto divino, Luigi per quell’altro presunto diritto divino digitale della democrazia diretta. Certo, Ottone è più colto. Ha studiato nientemeno che con Gerberto, uno degli uomini più sapienti del suo tempo. Nato fra il 940 e il 945 da una famiglia povera dell'Alvernia, in convento Gerberto aveva rivelato un'intelligenza straordinaria e poté studiare. Nel 970 è a Roma, esperto di classici come di scienze misteriose (astrologia, matematica, alchimia). L'imperatore Ottone I gli affida l'educazione del figlio, il futuro Ottone II. Oltre a lui, Gerberto educa una nuova classe dirigente. Non vi ricorda Grillo/Casaleggio, che dall’alto di un’intelligenza superiore, raccoglie ragazzi vivaci e li educa al potere? Anche Gerberto punta allo sdegno contro i latrocini della classe dirigente.
A un certo punto gli venne affidata l'abbazia di San Colombano di Bobbio, una delle più ricche in Italia, con una biblioteca di ben cinquecento opere e possedimenti immensi in tutta la penisola. Gerberto trovò l'abbazia completamente spogliata dei suoi beni dai nobili locali: erano rimasti solo i libri, che non interessavano a nessuno. Gerberto scrisse a Ottone, nel 983, che gli italiani hanno «le lingue delle volpi» e «disprezzano gli editti»: «O tempora! O mores! Presso qual popolo sono io venuto a vivere?». Ovvia, non è l’eterna classe dirigente tangentopolina, quella che raccontano Gerberto e Grillo/Casaleggio?
Gerberto educa una nuova classe dirigente. Non vi ricorda Grillo/Casaleggio, che dall’alto di un’intelligenza superiore, raccoglie ragazzi vivaci e li educa al potere? Anche Gerberto punta allo sdegno contro i latrocini della classe dirigente.
Classe dirigente era, allora come ora, anche il clero. In quegli stessi giorni divenne papa Giovanni XIV (983-984), che come vescovo di Pavia aveva saccheggiato le terre dell'abbazia. Ottone II morì lasciando l’erede infante Ottone III, e Gerberto dovette fuggire come se il ladro fosse lui; fu costretto all’esilio, proprio come Grillo quando lo espulsero dalla Rai perché aveva detto che i socialisti rubavano (diamogliene atto).
Il papato di Giovanni XIV, morto avvelenato, durò pochi mesi e Gerberto poté diventare arcivescovo; in seguito Ottone III gli affidò la sede di Ravenna, la più importante dopo Roma. Intanto vescovi irreligiosi, ignoranti, avidi, peccatori, allevavano un clero e un popolo a loro immagine e somiglianza. A questo popolo il clero, oltre al cattivo esempio, dava pochi consigli. I predicatori migliori andavano nelle cappelle private che i ricchi cominciavano a farsi costruire per non mischiarsi al volgo. Ai poveri venivano rivolte solo esortazioni a sopportare i mali della vita, che oggi possiamo tradurre in tasse e cattiva amministrazione.
Papa Gregorio V incorona Ottone III.Intorno all'anno Mille ai papi poteva capitare, come a Giovanni XII (955-964), che un marito geloso li buttasse dalla finestra. È normale, dunque, che abbia trovato credito la storia della papessa Giovanna, che avrebbe partorito durante una cerimonia religiosa: una delle tante fake news, mica le ha inventate Facebook; né sorprende l'episodio (vero) di papa Formoso (891-896): era morto da nove mesi quando i suoi nemici prelevarono il cadavere dalla tomba e, alla presenza del suo successore, lo processarono in un solenne concilio; la difesa di Formoso, com'era prevedibile, non fu granché, il cadavere venne così amputato delle tre dita che i papi usano per benedire, portato a spasso per Roma a dorso di un asino, con la testa rivolta verso la coda, infine scaraventato nel Tevere.
Il discredito del clero provocò la nascita di qualche movimento di ribellione, come quello dei Patarini (cioè robivecchi), che avrebbero scacciato con le cattive dal duomo di Milano gli ecclesiastici indegni. Non a caso a Milano. Ove Mani Pulite nacque. Naturalmente, in entrambi i casi, la pulizia durò poco, ladroni e ladruncoli ripresero vecchie e nuove posizioni. Erano queste le notizie che giungevano al mondo dall'Italia, notizie di passioni, violenza, anarchia, notizie che contribuirono a costruire la fama di cui ancora oggi godiamo a pieno merito, un popolo di cui diffidare. Un giudizio che è arrivato fino all’Unione Europea e oltre.
***
A Gerberto toccò il compito di educare anche il piccolo Ottone III. Il quale, come suo padre e suo nonno, voleva ricostituire l'Impero romano e, imbevuto dell'educazione umanistica ricevuta da Gerberto, smaniava sulla civiltà romana e sognava che papa e imperatore potessero dominare il mondo in perfetta armonia. Come si vede, qui Ottone è ancora nella fase berlusconiana, vorrebbe governare con l’avversario di sempre, Matteo de Renzi, e - come Silvio – Ottone sceglie gli uomini che fanno al caso suo. Nel 996 nomina papa suo cugino Brunone, un sacerdote di ventiquattro anni, di buone intenzioni. Fu uno dei primi papi a cambiare il nome di battesimo, come a significare una nuova nascita: toh, come Salvini, che ha trasformato la Lega Nord in Lega, per acchiappare tutti. Brunone, invece, si chiamò Gregorio V (996-999).
Fu anche il primo papa non italiano dai tempi del siro Zaccaria (741-752): da allora su 46 papi 39 erano stati romani e 7 delle immediate vicinanze. Gregorio venne accolto con tutti gli onori, in realtà malvolentieri, dai romani e malissimo dalla potente famiglia dei Crescenzio, che di fatto aveva esautorato l'autorità papale. Appena Ottone si allontanò con l'esercito, Giovanni Crescenzio costrinse alla fuga Gregorio e nominò un antipapa.
Ottone è ancora nella fase berlusconiana, vorrebbe governare con l’avversario di sempre, Matteo de Renzi, e - come Silvio – Ottone sceglie gli uomini che fanno al caso suo.
Ora, lungi da me l’idea di offendere il presidente Mattarella e l’antica alta burocrazia ministeriale che lo circonda: ma loro si trovano più o meno nella stessa posizione dei Crescenzio. Detengono un potere antico (tanto più forte quanto più è sommerso), e non vogliono fra i piedi quel giovane nordico, selvaggio in felpa. Vuoi vedere che anche Mattarella, pur di eliminare dal gioco il barbaro leghista e la coalizione che ha vinto, nomina un antipapa scelto fra i grand commis dello stato?
Non fu la prima volta che un capo nordico si sentì tradito dall'alleato italiano, né l'ultima. E come sempre la vendetta fu terribile. Ottone tornò a Roma con Gregorio, catturò l'antipapa e gli fece strappare gli occhi nonché mozzare iI naso, la lingua, le orecchie. Poi lo processò e lo costrinse, secondo consuetudine, a girare per Roma seduto dalla parte sbagliata su un asino. Quando riuscì a mettere le mani su Giovanni Crescenzio lo fece decapitare, dopo qualche tortura, sui merli di Castel Sant'Angelo. Il suo corpo fu gettato dalle mura, portato in giro avvolto, per supremo disprezzo, in una pelle di vacca e infine appeso a una forca. (I tempi, almeno, oggi ci risparmiano visioni simili, sostituite dallo spettacolo dolcemente feroce e incruento dei dibattiti televisivi.)
Cronache di Norimberga, Roma, 1493.Gregorio V morì nel 999 e Ottone fece papa Gerberto, che scelse di chiamarsi Silvestro II. Il nome era un programma, perché Silvestro I era stato papa sotto Costantino. Ottone e Gerberto volevano che Roma tornasse grande, purificandola dai suoi vizi e dai suoi peccati: allora sarebbe stato davvero un Sacro Romano Impero. Erano nella situazione ideale per riuscirci, sia che li si voglia vedere nella coppia Di Maio/Grillo, sia che si preferisca Salvini/Berlusconi. Avrebbero dovuto soltanto – ma non è poco – trovare gli accordi giusti, poi esercitare il comando, che era doppiamente loro. Più o meno come facevano la Dc e il Vaticano fino a poco tempo fa, esercitando una lunga esperienza. Agli Ottone e ai Gerberto di oggi manca l’esperienza, caro titolare, e rischiano di ripetere l’errore dell’Imperatore e del Papa. Ottone commise proprio quello sempre evitato dai suoi avi: tentò d’un botto di cambiare Roma e la gestione romana del potere per riportare a una gloriosa purezza quella che ormai era una periferia povera e riottosa, schiacciata fra la civiltà bizantina e quella islamica.
Ottone e Gerberto volevano che Roma tornasse grande, purificandola dai suoi vizi e dai suoi peccati. Dovevano trovare gli accordi giusti, poi esercitare il comando, che era doppiamente loro. Più o meno come facevano la Dc e il Vaticano fino a poco tempo fa.
Lo stesso mi sembra accada oggi, con tutto quel cianciare – da ogni parte - di cambiare le regole e i metodi di governo. Hanno vinto con una legge elettorale che porta necessariamente al compromesso? E lo facciano, il compromesso. La politica ha tempi lunghi, i cambiamenti di un popolo tempi lunghissimi. I giovani leoni, invece, invecchiano presto. E che i nuovi Ottone e Gerberto non commettano l’errore dei loro predecessori. Ottone III si installò sull'Aventino, benché il clima malarico della Roma di allora gli facesse male, e si circondò di funzionari locali, colmandoli di titoli e onori. Credeva di attirarsi la loro benevolenza, invece i prosaici romani – compendio degli italiani di oggi – erano indifferenti a qualunque sogno, tanto più a quello dell'imperatore: il loro unico sogno, anzi, era non averne in casa uno.
Ottone avrebbe dovuto imparare qualcosa dal suo insuccesso nell'occupazione del Sud: la campagna era stata molto facile, ma appena l'esercito imperiale si era allontanato i vari signori avevano ripreso il loro posto e tutto era tornato come prima. Non ebbe maggiore successo Silvestro II: «I vostri vescovi e i vostri preti», scrisse a un certo punto il papa, «vivono senza nemmeno nascondersi con le proprie mogli e, come cambiavalute e usurai, si attaccano alle ricchezze del mondo». Insomma, non è che arrivi e dici “Cambiamo tutto”, e tutto cambia, succede solo nelle favole. E peggio che venire governati dai sognatori è soltanto venire governati dai finti sognatori. Dopo molte peripezie, Roma si ribellò, al seguito dei capi tradizionali. Se l'anno Mille era passato senza che il mondo finisse, erano svaniti i sogni di Ottone, che decise di partire per sempre. Prima di abbandonare la città volle comunque scrivere una patetica lettera ai «cittadini dell'Urbe»: «Per causa vostra, per risollevare le vostre sorti, ho suscitato contro di me odi e gelosie. E voi, in cambio di tutto ciò, avete respinto il vostro padre, mi avete escluso».
Se mi è concessa una previsione, accadrà lo stesso. Dopo il terrore della fine e la volontà di cambiamento del 1000/2018, si ricomincerà da capo nel 1001/2019: al voto! al voto!, per cambiare tutto…
***
Ma com’è andata a finire ai veri Ottone e Gerberto?, chiederanno i molti lettori di List. Ottone, non volendo lasciare l’Italia, si rifugiò a Ravenna insieme a Gerberto, abbandonandosi a eccessi ascetici che gli rovinarono la salute. Eppure si volse di nuovo verso sud e, pur non avendo un esercito in grado di riprendere Roma, girovagò per settimane intorno alla città amata finché morì, a ventidue anni, nel gennaio del 1002. Per non provocare altre insurrezioni, il suo corpo fu issato su un cavallo come fosse vivo, riportato in Germania e sepolto vicino a Carlo Magno. Papa Silvestro – benvoluto perché, molto parco, donava tutto ai poveri – poté tornare a Roma a patto che lasciasse il governo ai Crescenzio. Così fece, rifugiandosi nei suoi studi (si era fatto costruire anche un osservatorio astronomico), che gli valsero il soprannome di Papa Mago. Mori nel 1003, e con lui morì per secoli il sogno di un'Italia unita e parte di un grande Impero.
Oggi che ce l’abbiamo - l’Italia unita e parte di un grande impero – non credo che ne sarebbero contenti.
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aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.