5 Dicembre
L'importanza della prima donna. Il fattore Meloni
Sono trascorsi più di 40 giorni dall'insediamento del governo e quella di Meloni oggi è la sola leadership forte riconosciuta dagli italiani. Il banco di prova della legge di Bilancio, il test dei mercati (superato), l'esordio positivo al G20. L'impatto di un talento politico nuovo sul centrodestra, lo spiazzamento del Partito democratico
Il governo Meloni ha giurato il 22 ottobre scorso, è in carica da oltre 40 giorni, un tempo breve ma - vista l’agenda della contemporaneità - è sufficiente per poter mettere nero su bianco un paio di cose sull’oggi e soprattutto il domani.
1. La campagna del Partito democratico sul ‘pericolo fascista’ è stata un enorme flop elettorale (con effetti che vedremo tra qualche riga): la destra a Palazzo Chigi finora ha offerto una prova istituzionale che non fa un plissé. Europeista e non retorica; atlantista secondo tradizione storica, senza cineserie e slittamenti moscoviti che abbiamo visto nel recente passato; attenta all’equilibrio dei conti e alle aspettative dei mercati.
2. Siamo passati dal governo di emergenza nazionale guidato con autorevolezza da Mario Draghi all’esecutivo della prima donna, Giorgia Meloni, senza traumi, con un ‘ritorno della politica’ che gli italiani hanno sancito con il voto, la premiership di Meloni è frutto di un chiaro (e raro) risultato elettorale, non è l’esito di un negoziato tra partiti in cerca d’autore e maggioranze friabili, ha vinto e governa perché ha i voti per farlo.
3. La prima donna a Palazzo Chigi è un fatto di grande importanza, è un cambio di visione, sensibilità e stile di guida del paese che è evidente a chiunque non abbia le lenti appannate dal pregiudizio. Meloni ha talento politico, negli appuntamenti internazionali ha mostrato di avere leadership e misura (la prova del G20 a Bali con la crisi dei missili in Polonia), ha senso della posizione del Paese che rappresenta, agisce nell’interesse nazionale dentro il quadro di una rinnovata idea di Occidente, maturata in un partito costruito in dieci anni sul terreno di una cultura conservatrice a cui pochi analisti hanno prestato attenzione.
4. La legge di Bilancio era il banco di prova più atteso e ha...
Il governo Meloni ha giurato il 22 ottobre scorso, è in carica da oltre 40 giorni, un tempo breve ma - vista l’agenda della contemporaneità - è sufficiente per poter mettere nero su bianco un paio di cose sull’oggi e soprattutto il domani.
1. La campagna del Partito democratico sul ‘pericolo fascista’ è stata un enorme flop elettorale (con effetti che vedremo tra qualche riga): la destra a Palazzo Chigi finora ha offerto una prova istituzionale che non fa un plissé. Europeista e non retorica; atlantista secondo tradizione storica, senza cineserie e slittamenti moscoviti che abbiamo visto nel recente passato; attenta all’equilibrio dei conti e alle aspettative dei mercati.
2. Siamo passati dal governo di emergenza nazionale guidato con autorevolezza da Mario Draghi all’esecutivo della prima donna, Giorgia Meloni, senza traumi, con un ‘ritorno della politica’ che gli italiani hanno sancito con il voto, la premiership di Meloni è frutto di un chiaro (e raro) risultato elettorale, non è l’esito di un negoziato tra partiti in cerca d’autore e maggioranze friabili, ha vinto e governa perché ha i voti per farlo.
3. La prima donna a Palazzo Chigi è un fatto di grande importanza, è un cambio di visione, sensibilità e stile di guida del paese che è evidente a chiunque non abbia le lenti appannate dal pregiudizio. Meloni ha talento politico, negli appuntamenti internazionali ha mostrato di avere leadership e misura (la prova del G20 a Bali con la crisi dei missili in Polonia), ha senso della posizione del Paese che rappresenta, agisce nell’interesse nazionale dentro il quadro di una rinnovata idea di Occidente, maturata in un partito costruito in dieci anni sul terreno di una cultura conservatrice a cui pochi analisti hanno prestato attenzione.
4. La legge di Bilancio era il banco di prova più atteso e ha passato l’esame dei mercati. Accanto al partito dell’allarme fascista c’era anche quello degli sfascisti dei conti, dell’Armageddon finanziario e del default. Nessuna delle profezie dei nuovi Nostradamus si è avverata. Gli investitori continuano a comprare i nostri titoli di Stato, l’emissione di Btp Italia è stata un successo, lo spread tra Btp e Bund segue i trend del mercato. La manovra non è un esercizio di alchimia finanziaria, è dettata dalla realtà, con due terzi delle risorse destinate a contrastare lo shock energetico e il poco che resta messo nel cantiere aperto della legislatura, a cominciare dal Fisco. Come in tutte le ‘finanziarie’, ci sono provvedimenti che non convincono tutti e altri che mostrano limiti (la norma sul contante, la rottamazione delle cartelle esattoriali, il cuneo fiscale basso), ma il tratto fondamentale è il realismo e questo fa della manovra una buona partenza in uno scenario globale di incredibile complessità.
5. La maggioranza è a trazione Meloni, il dato politico è prima di tutto numerico: dal 25 ottobre a oggi i consensi di Fratelli d’Italia nei sondaggi sono saliti fino a toccare il 30%. Sono dati confermati da 8 rilevazioni realizzate da 6 diversi istituti demoscopici nelle ultime due settimane. Fratelli d’Italia è l’unico partito che continua a crescere, nonostante l’avvio di una fase delicata, quella della legge di Bilancio, in cui di solito i partiti al governano frenano la corsa. La ‘luna di miele’ finirà, non ci sono dubbi, ma l’elemento di fondo è che quella di Meloni oggi è la sola leadership forte riconosciuta dagli italiani.
6. Gli altri partiti della maggioranza sono entrati nella dimensione di ‘junior partner’, secondo l’ultima Supermedia Agi/YouTrend la combinata di Forza Italia (6,9%) e Lega (8,4%) vale la metà dei consensi di Fratelli d’Italia (29,6%). Questo scenario innesca ovviamente la corsa degli alleati a cercare visibilità, provvedimenti di bandiera, dichiarazioni e interviste ogni giorno sugli argomenti più svariati.
Il risultato non è un aumento dei consensi per Lega e Forza Italia, ma la moltiplicazione del ‘rumore’ che nell’era dei social si traduce forse in ‘like’ ma di certo non in fiducia. Si tratta di un fenomeno di erosione del consenso che va monitorato, avrà un impatto nel corso della legislatura. Quale? Se ne vedono i bagliori in lontananza, il preludio di fatti politici nuovi: Forza Italia e Lega hanno dinamiche interne accelerate, è bastato un semplice colloquio (che per un premier dovrebbe essere routine) di Giorgia Meloni con Carlo Calenda sulla manovra per aprire scenari di maggioranza alternativa e innescare commenti guardinghi degli alleati.
La maggioranza avrà il suo primo appuntamento con le urne nel 2023 con le elezioni regionali e poi nel 2024 con le elezioni europee. Il movimento all’interno del centro-destra è destinato ad aumentare, Meloni dovrà mantenere l’equilibrio tra la sua funzione di premier e leader del partito più grande del paese. Il fattore ‘Terzo Polo’ esiste perché la strategia politica di Renzi e Calenda è quella di posizionarsi in un’area riformista, uno spazio di collaborazione istituzionale che si traduce in un’opposizione diversa, distante da quella del Pd e del Movimento Cinque Stelle, ormai in fase di cannibalizzazione.
7. E qui veniamo all’ultimo quadro della nostra breve indagine sullo stato della politica italiana: l’opposizione. Il Movimento Cinque Stelle ha una linea 'no limits' che poggia sulla difesa del reddito di cittadinanza e dei sussidi di varia natura. È una visione da emergenza perenne in cui ampi strati della popolazione sono improduttivi e drenano risorse allo sviluppo. È un elemento di scissione del paese, la frattura tra una nazione trasformatrice e un’altra ’sdraiata’ dove il lavoro è percepire uno stipendio perché non c’è lavoro. Su questo sentiero, il Partito democratico ha scelto la strada di inseguire il Movimento Cinque Stelle, fa opposizione perché deve fare opposizione, ma senza dare un senso politico alla propria missione che non può essere quella di fare il replicante di Giuseppe Conte. È un vicolo cieco, è una cattiva notizia per i riformisti e i liberali del Pd, il dibattito in vista del congresso finora è quello di un partito che ha rappresentato l’establishment, è salito in carrozza senza chiedersi perché e alla fine di un lungo viaggio si ritrova davanti allo specchio senza sapere chi è.
Il 2022 è giunto ai titoli di coda, il 2023 sta per presentarsi alla porta. Vivremo ancora tempi interessanti. Forse troppo.
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9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
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Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
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della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.