1 Agosto
L'impresa da mille miliardi e i mega trend del digitale
Apple continua a macinare ricavi e utili, i social network rallentano. Cosa sta accadendo nel mondo dei titani della Rete e perché è fondamentale capirne lo sviluppo futuro. Business, contenuti, modelli industriali. Tutto cambia, ma non alla Rai, dove è in corso l'ennesima battaglia partitocratica.
I risultati migliori di sempre nel trimestre per tradizione più debole sono il segno dell'ottimo stato di salute di cui gode Apple. Nonostante la concorrenza nel settore degli smartphone e il non proprio esaltante ciclo di innovazione del dopo Steve Jobs, l'azienda è un mostro di ricavi che si avvia ad essere la prima società quotata in America a toccare la capitalizzazione di mille miliardi di dollari. Il titolo dopo la presentazione dei dati del terzo trimestre fiscale ha guadagnato il 4.30 per cento e il suo valore oggi a Wall Street è pari a 935 miliardi di dollari. Anno su anno - questo trimestre va osservato soprattutto in questa chiave - i ricavi sono a +17 per cento, utili per azione a + 40 per cento e tutti i mercati con numeri positivi. Ecco la sintesi dei dati:
Ricavi per 53 miliardi di dollari, 41 .3milioni di iPhone venduti, 11.5 milioni di iPad e 3.7 milioni di Mac. Anno su anno significa che le vendite di iPhone fanno + 1 per cento come unità vendute ma +20 per cento di ricavi (l'importanza della fascia alta, il prezzo) . Ora osservate bene il prospetto, domanda: dov'è la maggiore progressione? Nel settori dei servizi. Questa è e sarà sempre più la nuova locomotiva dei ricavi e dei profitti di Apple (e non solo, date un'occhiata all'evoluzione del modello di business di Amazon).
Nella società del download e del leasing, dell'accesso in mobilità e decesso della proprietà fisica, i servizi sono la parte essenziale di ogni azienda che intende produrre valore sul digital. Apple è stata la prima con l'App Store e con iTunes, poi ha subito la rivoluzione dello streaming e l'innovazione di Spotify (Jobs non credeva che la gente potesse pagare per "una cosa che possiede") ma l'azienda di Cupertino si è rimessa in marcia....
I risultati migliori di sempre nel trimestre per tradizione più debole sono il segno dell'ottimo stato di salute di cui gode Apple. Nonostante la concorrenza nel settore degli smartphone e il non proprio esaltante ciclo di innovazione del dopo Steve Jobs, l'azienda è un mostro di ricavi che si avvia ad essere la prima società quotata in America a toccare la capitalizzazione di mille miliardi di dollari. Il titolo dopo la presentazione dei dati del terzo trimestre fiscale ha guadagnato il 4.30 per cento e il suo valore oggi a Wall Street è pari a 935 miliardi di dollari. Anno su anno - questo trimestre va osservato soprattutto in questa chiave - i ricavi sono a +17 per cento, utili per azione a + 40 per cento e tutti i mercati con numeri positivi. Ecco la sintesi dei dati:
Ricavi per 53 miliardi di dollari, 41 .3milioni di iPhone venduti, 11.5 milioni di iPad e 3.7 milioni di Mac. Anno su anno significa che le vendite di iPhone fanno + 1 per cento come unità vendute ma +20 per cento di ricavi (l'importanza della fascia alta, il prezzo) . Ora osservate bene il prospetto, domanda: dov'è la maggiore progressione? Nel settori dei servizi. Questa è e sarà sempre più la nuova locomotiva dei ricavi e dei profitti di Apple (e non solo, date un'occhiata all'evoluzione del modello di business di Amazon).
Nella società del download e del leasing, dell'accesso in mobilità e decesso della proprietà fisica, i servizi sono la parte essenziale di ogni azienda che intende produrre valore sul digital. Apple è stata la prima con l'App Store e con iTunes, poi ha subito la rivoluzione dello streaming e l'innovazione di Spotify (Jobs non credeva che la gente potesse pagare per "una cosa che possiede") ma l'azienda di Cupertino si è rimessa in marcia. Continuiamo a fare l'analisi dei numeri del trimestre e vediamo cosa c'è dentro.
Le vendite in Cina procedono a passo di carica (+19 per cento) ma attenzione al mercato dell'hardware, cioè al veicolo attraverso il quale poi Apple monetizza i suoi "servizi": i cinesi di Huawei sono diventati il secondo produttori di smartphone del mondo, superando proprio Apple. Samsung rimane al primo posto (sistema Android, Google) e in questo caso però bisogna notare che la strategia di prezzo di fascia alta ha premiato Apple con iPhone e non il produttore coreano che ha segnato una brusca frenata dei ricavi nonostante la strategia del telefonino a 1000 dollari. I ricavi dell'unità nel trimestre sono calati a un terzo e i costi di marketing sono esplosi. Chi sceglie iOS è disposto a spendere per l'hardware e poi per i servizi di Apple, il cliente di Android sembra posizionarsi su una scala inferiore di spesa. Si chiama stile di consumo. E per competere con Apple su questa strategia devi avere non solo un prodotti di grande qualità (cosa che Samsung sa fare) ma un business design complessivo coerente con tutte le parti del puzzle che nascono dalla tua officina. Con Android l'architettura e il dialogo hardware-software è condizionato da terzi (Google), mentre Apple gioca in proprio. Ha un sistema chiuso, ma è un generatore di cassa automatica micidiale.
01
I mega-trend del digitale
Dal settore hi-tech giungono una serie di mega-trend molto importanti e da interpretare: il mondo dei social-network ha incontrato per la prima volta la barriera della privacy e di un modello di diffusione che sta giungendo a maturazione. Le norme europee sulla privacy hanno tagliato le previsioni di crescita di Facebook, Mark Zuckerberg ha visto per la prima volta il suo cigno nero, e messo sul chi va là gli analisti che osservano le mosse di Twitter (nonostante abbia riportato numeri positivi sui ricavi). Il settore dei servizi sta marciando velocissimo, tutti i giganti della Rete ne hanno beneficiato. Il gigante pigliatutto è Amazon, quello che domina il search box e la ricerca sul futuro è sempre Google, quello da osservare con attenzione per il tasso di innovazione dei prodotti e la penetrazione nel mondo business è Microsoft, Apple è il pianeta del largo consumo "elitario" con il più efficace modello di pay for play.
Non a caso Facebook sta cercando nuove fonti di ricavo e sta esplorando un canale presente sullo smartphone di tutti: WhatsApp. Parliamo di una "macchina" con 1.5 miliardi di utenti che per ora non ha pubblicità, ma presto nella sezione "status" la avrà e si tratta di una platea di 450 milioni di utenti. Il piano è delicatissimo - fonte di una lite tra i fondatori di WhatsApp e Facebook, i quali hanno lasciato l'azienda, come ricorda il Wall Street Journal - è stato presentato oggi e prevede come per Instagram la comparsa di annunci pubblicitari nello status. Il canale è potenzialmente enorme, ma presenta molte incognite. WhatsApp è nato con l'idea di scavalcare il sistema a pagamento degli sms delle compagnie telefoniche (operazione riuscita) ma con la filosofia originaria del free della Rete, un'alternativa di comunicazione nata da un'idea "pirata". Come reagiranno gli utenti nel vedere la pubblicità? Non si sa. Cento aziende nel mondo lo stanno sperimentando come canale di contatto business con i loro clienti, customer service. Ci sono in ballo profili di privacy, custodia dei dati, crittografia. Facebook sta studiando una nuova partita, l'era del social network nel Far West è finita, quella dell'esplorazione di altri mondi virtuali è appena cominciata.
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Questo scenario è quello che conta nel mondo del business in generale e dei contenuti in particolare. News e entertainent, informazione e spettacolo sono quello che circola dentro queste nuove autostrade, gli stili di consumo stanno cambiando e la "fusione" del mezzo con il messaggio (McLuhan) è già avvenuta. C'è solo un'isola dove tutto questo sembra non contare nulla: la televisione italiana, la Rai.
02
Berlusconi stoppa Salvini due volte su Foa
Berlusconi: no alla riproposizione del nome di Marcello Foa per la presidenza Rai. Nota del fondatore di Forza Italia: "La scelta dei componenti di Forza Italia della Commissione di vigilanza, di non votare l'indicazione di Marcello Foa alla Presidenza della Rai è stata assunta dai nostri gruppi parlamentari. Io ne ho preso atto e l'ho naturalmente condivisa. Il servizio pubblico, per essere tale, non può essere espressione unilaterale di una maggioranza, qualunque essa sia. A questo criterio ci siamo attenuti quando eravamo al governo. Ci aspettiamo che vi si attenga anche l'attuale maggioranza. È stato anche appurato che la eventuale riproposizione dello stesso nome alla Commissione di vigilanza, presenta secondo il parere di autorevoli professionisti problemi giuridici non superabili. Non potrà quindi essere votata dai componenti di Forza Italia". Berlusconi ha rilanciato la palla nel campo di Salvini. E lo stoppa per la seconda volta nel giro di una giornata. Ora il leader della Lega ha due scelte: buttarla in tribuna lasciando Foa al suo posto e aprendo un pericoloso contenzioso legale per tutti, oppure rigiocarla e aprire a una rosa di nomi per la presidenza condivisa con il centrodestra. Continua a leggere gli aggiornamenti in diretta sulla Rai.
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Una scenario partitocratico e immutabile che invece presenta un'evoluzione importante sul piano del consumo dei contenuti. Il quadro politico si è polarizzato non solo tra gli elettori. Anche gli eletti leggono quello che a loro dà una conferma delle proprie idee. Spirito critico, addio. Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend, ha un'ottima analisi. Per sapere, per capire.
03
Il caso Foa e il nuovo scenario tra media e politica
di Lorenzo Pregliasco *
Sull'affaire Rai si cristallizza una linea di faglia netta fra maggioranza e minoranze. Più netta che sulle altre mosse del governo legastellato fin qui. L'impressione è che non solo la Rai sia lo specchio di una crisi politica, ma rappresenti plasticamente un terreno sul quale la coalizione di governo anti-establishment e i partiti tradizionali di opposizione sono davvero spaccati: quello del rapporto fra politica e informazione. Continua a leggere l'articolo su List.
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E la politica? C'è e si fa vedere quasi sempre nel peggio. La cosa più rilevante per il quadro italiano è successa a Washington. Conte ha incontrato Trump. E ha fatto molte concessioni al Presidente americano. Forse troppe. In cambio abbiamo avuto il riconoscimento della leadership politica in Nord Africa. Ma è un dossier tutto da costruire e con il pensiero di Salvini e Di Maio non ci sono garanzie di andare lontano. Prima eravamo paludati e irrilevanti, oggi siamo rumorosi ma poi bisogna fare politica estera e qui le cose si fanno più complesse di un tweet. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
04
Conte e l'accordo con Trump
Un avviso all'Italia sul deficit commerciale, un riconoscimento della leadership nel Nord Africa, un rapporto che Trump coltiva per riequilibrare il ruolo della Germania in Europa. L'incontro tra Giuseppe Conte e il Presidente americano conferma che la Casa Bianca ha una strategia d'impatto sul piano geopolitico e per arrivare a questo risultato è disposta a dare all'Italia un ruolo chiave nel Mediterraneo. Macron e Merkel hanno un problema: Conte e il suo governo. Continua a leggere l'articolo su List.
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Sul fronte interno, il Rapporto Svimez sul Mezzogiorno ha numeri che dovrebbero far riflettere sulle politiche del passato e soprattutto su quelle del futuro. Occhio alle slide e benvenuti al Sud.
05
La Grande Frenata. Benvenuti al Sud
Non perdiamo tempo. Primi numeri: l'occupazione giovanile, quello che dovrebbe essere il futuro del Paese.
Secondo punto rilevante, la grande frenata in arrivo su crescita e occupazione, consumi totali e consumi delle famiglie, spesa della Pubblica amministrazione e investimenti totali nel Mezzogiorno:
Attenzione: solo Italia e Grecia non hanno recuperato i livelli di produzione pre-crisi. Il Rapporto Svimez sottolinea come se il Sud si sgancia dalla crescita, sarà tutta l'Italia a andare sott'acqua. Guardate questa tabella, fonte sempre Svimez:
Italia e Grecia. E il Mezzogiorno alla deriva. Siamo distanti dai livelli del 2008. Bisognerebbe parlare seriamente con Salvini e Di Maio, spiegare loro che la partita che gioca l'Italia è vitale, che i problemi non si risolvono facendo dirette Facebook ma studiando tutti i dossier e facendosi consigliare da chi mastica i numeri e ha proposte realizzabili subito che non sono nel mondo dell'utopia. L'unico governo possibile non può inseguire l'impossibile e soprattutto deve mettersi a lavorare, cosa che in tutta franchezza si è vista poco e dove si è vista non è un bel vedere (decreto dignità, in discussione alla Camera). L'essere senza avversari motivati a fare un lavoro virtuoso, per l'Italia e non per se stessi, non è un vantaggio ma un problema. In sedici anni il Sud ha visto emigrare 1.8 milioni di italiani, sono giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni. Serve altro per capire che il tempo è scaduto? Il New Deal italiano si fa unendo i produttori del Nord con le masse in cerca di occupazione e impresa del Sud, serve un piano rooseveltiano. Ok, non c'è Roosevelt e a Palazzo Chigi non c'è neanche il Viene in mente una battuta del film Donnie Brasco: "Ma che te lo dico a fare?". Che cosa è il New Deal rooseveltiano per l'Italia. Ripubblichiamo quanto scritto il 21 giugno scorso, a futura memoria.
06
Appunti per un New Deal
Punto nave. L'Italia ha un governo controvento, l'Europa è in coma, Germania e Francia tentano di salvarsi a spese degli altri, l'Africa è un continente dimenticato, l'Asia progetta il dominio nel prossimo futuro, gli Stati Uniti si battono per mantenere quel dominio adesso. In sintesi: siamo in guerra.
La cronaca ci sta avvisando ogni giorno del fatto che il mondo è entrato in una fase di conflitto permanente e sempre più forte. La pace nella storia dell'uomo è un episodio, il capitalismo nel 2008 si è rotto ma nessuno lo ha riparato. La reazione politica che è arrivata dopo la grande crisi - Brexit, Trump, Macron, fine di Merkelandia, toh, il governo Frankenstein, etc. - è un sintomo, il borbottìo della pentola a pressione che sta per esplodere. Dove? La pistolettata di Sarajevo e l'Arciduca non sono fatti prevedibili, ma lo scenario si vede, emette segnali.
La globalizzazione sul piano culturale e politico è strafinita, fa parte del modo di essere di una minoranza - quella dei cosmopoliti, dell'Homo Davos e dei loro maggiordomi - e viviamo in un mondo in cui se smetti di raccontare una cosa, questa si esaurisce. Nessuno oggi può più dire in giro che la globalizzazione ha reso l'Occidente un mondo migliore.
L'élite globale ha incassato e continua a incassare strabilianti guadagni per se stessa, ma il suo ruolo di guida è esaurito, la sua credibilità è al lumicino, il modello della Silicon Valley è sinonimo di monopolio, avidità e sfruttamento.
Le nuove Standard Oil si chiamano Amazon, Google, Facebook. Sono i nuovi Rockefeller. L'Antitrust dovrebbe dividere questi pericolosi titani e intervenire prima che il sistema politico - la democrazia - vada in completa bancarotta. Queste aziende possiedono fiumi di denaro, distruggono posti di lavoro, controllano i nostri dati, le nostre vite, hanno lobotomizzato la conoscenza e degradato il dibattito pubblico. I loro cosiddetti servizi non sono gratis, perché sul menù ci sei tu.
L'Occidente aveva un senso metafisico, era uno spazio di civiltà, finché c'era un benessere che si traduceva nella possibilità di progettare per i figli un futuro migliore di quello dei padri. Questo oggi è una certezza per i ricchissimi, una meta quasi impossibile per tutti gli altri. Là fuori sono in corso rivoluzioni giacobine che non saranno tenere con chi ha aumentato povertà e diseguaglianza.
L'Africa è passata dalla colonizzazione alle dittature militari, oggi è abbandonata alle conquiste dei cinesi, i quali ne fanno oggetto di sfruttamento e basta. Un continente immenso con milioni di giovani pronti a combattere una guerra asimmetrica che ha la potenza dell'arma letale della demografia e la spinta della fame.
L'immigrazione ha fatto scoppiare le contraddizioni delle non più felici unioni tra diversi:
- Gli Stati Uniti sono impegnati in una battaglia tra Stati che favoriscono l'immigrazione clandestina e altri che la combattono; l'amministrazione Trump a sua volta deve difendere la frontiera di un paese diviso (e con l'identità che vacilla) che a Sud è minacciato da uno stato dominato dai narco-trafficanti, il Messico;
- L'Europa è un continente senile che ha esaurito la sua spinta ideale e sopravvive come mercato di produzione e consumo per i vecchi, questo spazio per pensionati è smarrito perché inconsciamente vede il suo non-futuro e chiude le frontiere.
Sono le due facce di una sola medaglia: la crisi dell'Occidente.
Le petro-monarchie del Medio Oriente e gli stati con un'economia non diversificata e dipendente dall'export di petrolio e gas hanno la forza della mano sul rubinetto (apro e chiudo la tua fonte di energia) ma sono minacciati da innovazione tecnologica, crisi demografica (con segno + e -), processi di secolarizzazione che consumano il sacro e la nazione, Cesare e Dio qui vivono una crisi speculare.
Il tempo dell'abbondanza è minacciato dai cambiamenti climatici, la qualità dell'aria e del cibo - di questo viviamo - divide il pianeta: prima c'era chi mangiava e beveva e chi no, oggi c'è una divisione ulteriore, chi mangia bene e chi si ciba di junk food. Tutto questo si traduce in lunga o breve aspettativa di vita, salute, assistenza sanitaria.
La concentrazione della popolazione nei grandi centri urbani sta desertificando territori immensi. Questo abbandono produce due tipi di assenza: quella sociale prima e quella materiale dopo. Le migrazioni interne stanno producendo la zombificazione di intere regioni.
Tutto questo ci dice che siamo già immersi nel secolo dell'Asia, che la storia nuova si farà a Oriente e che l'unica speranza per l'Occidente è riposta in un risveglio degli Stati Uniti che sta avvenendo, ma in forme e distopie di cui non possiamo prevedere gli esiti finali. Forse è l'ultimo colpo di coda dell'impero americano.
***
In mezzo a questa tempesta globale, c'è l'Italia, con una classe dirigente che ha fallito l'aggancio con la contemporaneità e pretende di perpetuare il suo potere, con un partito d'opposizione senza identità che ha tradito l'ideale della sinistra, con un sistema dell'informazione e della formazione (media e università) che è tutto saldamente in mano ai perdenti, un governo uscito dalle urne che è dentro la storia ma fuori dal sapere, senza una visione chiara del futuro, con troppe promesse e pochi soldi, circondato da pochi finti amici e molti veri nemici, con una forza che forse ha un'idea di governo e un'altra che certamente è senza un'idea e basta, con un premier a sorpresa, due capi partito, un solo vero leader (Salvini) che ha fiuto ma per ora non conosce sfumature, un esecutivo dove i (pochi) cervelli funzionanti non sono quelli al comando. La vera forza di questo governo è il fatto che è figlio del suo tempo. Non è poco, ma potrebbe non bastare se non si mettono i piedi per terra e si comincia a studiare. Tutto è letteralmente da costruire, inventare, fare e a un certo punto disfare.
Qualcuno direbbe che ci sono le premesse ideali perché tutto vada malissimo, ma neanche questo è prevedibile. Può darsi che il governo Frankenstein si riveli l'incubo della creatura di Mary Shelley, deluda gli elettori, non mantenga promesse e premesse, e scompaia nel buio di un lungo inverno italiano. Ma può anche darsi che questo strano prodotto della storia politica italiana riesca con un po' di fortuna (serve, leggere Machiavelli) a segnare un cambio di passo in Italia e in Europa. Vaste programme, aggiungerebbero con un cinico sorriso i cultori delle frasi del generale De Gaulle.
La realtà d'Italia non è poi così difficile da leggere: abbiamo di fronte due paesi, un Nord che produce e innova, un Sud che continua ad essere poco più di una promessa. L'espressione politica finale del governo è questo: il Nord della Lega e il Sud del Movimento 5Stelle. L'unione di questi due opposti paesi - che sono necessari l'uno all'altro, inscindibili - è la vera rivoluzione mancata dell'Italia. La crisi del 2008 è stata un trauma, superarlo significa oggi fare un grande sforzo per tenere insieme il paese. Serve una svolta italiana con un'opera di ingegno politico rooseveltiano.
Franklin Delano Roosevelt nell'America degli anni Trenta, sconvolta dalla crisi, con due milioni di persone senza casa, i prezzi agricoli colati a picco, la disoccupazione a livelli stellari, le banche fallite, lanciò il suo new deal per tenere insieme il Nord dell'industria americana e gli agricoltori del Sud. L'America allora più di oggi era un paese rurale, crudele, spietato. Roosevelt lo chiamò a raccolta, varò un piano di spesa pubblica e nello stesso tempo di tagli agli sprechi. FDR aveva due contabilità: il bilancio federale che doveva essere gestito con le forbici e quello "d'emergenza" per uscire dalla crisi. Roosevelt stava dalla parte della povera gente, ma senza demonizzare il capitale - e non era facile in un'era in cui le banche, ben più di quanto accada oggi, venivano descritte da un grande scrittore, Steinbeck, come il diavolo - pensava al reddito degli ultimi mettendo a frutto le capacità dei primi. Non fece tutto questo scattando selfie e con le dirette Facebook - ma inventò i discorsi del caminetto e usò la radio da perfetto populista qual era - il New Deal fu la costruzione di un'idea politica e di un gruppo di intellettuali riuniti in quello che venne chiamato il Brains Trust. Ne facevano parte Raymond Moley, Rexford Guy Tugwell, Adolph A. Berle, Jr. Basil ("Doc") O'Connor, Samuel I. Rosenman e Hugh Johnson. Con questo gruppo pescato dalla Columbia University Roosevelt scrisse il suo piano economico, quello del primo New Deal. Il leader del Brains Trust era Raymond Moley e - toh, la storia che gioca a dadi - la sua idea fu quella di istituire una flat tax per ricostruire e far ripartire l'economia. Sarebbe una sciocchezza fare dei parallelismi, ma quel che qui è notevole, conta e va ricordato di questa storia è il metodo di governo dell'emergenza: Roosevelt non agiva da solo, aveva consiglieri di livello superiore, non travet, burocrati, capi di gabinetto che hanno visto tutti i regimi e mentre occupano il loro posto anche in questo appena nato pensano già al prossimo (ogni riferimento al presente non è casuale), ma studiosi brillanti, motivati, senza paura di esplorare vie nuove. Il gruppo fu reclutato da Moley, il quale dopo aver fatto il primo colloquio con il quarantenne Tugwell (fu lui poi a scrivere la nuova politica agricola del New Deal) raccontò: "Rex era come un cocktail, la sua conversazione ti tirava su e ti faceva correre il cervello". C'è questo cocktail nel governo?
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Come chiudiamo questo numero di List? Intanto affermando che non siamo pessimisti, ma ottimisti bene informati. E poi nel cassetto del titolare di List c'è una graffiante, lacerante, perfida battuta d'inchiostro di Guido Ciompi.
07
Ieri. Oggi. Domani. La spartizione
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3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.