22 Novembre
L'incrocio tra procedura sul debito e voto europeo
La Commissione punta sul percorso insufficiente di riduzione del debito per contestare il bilancio italiano, così ha una corsia accelerata che può impattare sul voto di maggio 2019. Il report della Commissione boccia anche i governi di centrosinistra. Le lezioni della storia, della guerra e della pace in Europa, un memento di Keynes sul conflitto tra Bruxelles e Roma
La Commissione Ue ha bocciato il bilancio italiano. Pierre Moscovici, commissario all'economia ha sottolineato che non siamo ancora all'apertura della procedura di infrazione ("This is not, I insist on that, the opening of an EDP yet"). Si entra dunque in un'altra fase del negoziato (che per ora non c'è stato), sabato il Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, saranno a cena insieme, comincia a tavola un altro capitolo di questa storia.
01
Procedura sul debito e impatto sul voto europeo
Il fatto importante, nuovo, che apre uno scenario politico - dove entra in gioco il contesto del voto europeo di maggio 2019 - è che la Commissione contesta in prima battuta il percorso di riduzione del debito e poi quello del deficit, prendere le mosse da questo punto significa accelerare i tempi. Tecnicamente la "raccomandazione" ora va sul tavolo del direttore generale del Tesoro che ha 15 giorni per rispondere. Ottenuta la risposta, il dossier prima passa all'Eurogruppo (il forum dei ministri delle finanze europei) e poi al Consiglio europeo, cioè ai capi di Stato.
La procedura diventa dunque una decisione tutta politica. E gli alleati dell'Italia se ci sono non si vedono. Tutto questo processo arriva a gennaio, cioè alla partenza della campagna elettorale per il voto europeo di maggio 2019. Il dettaglio è rilevante, perché suggerisce un plot politico che è francamente impossibile non sottolineare. Con una procedura sul deficit, i tempi sarebbero stati più lunghi, con quella sul debito questo processo accelera, si comprime, passa da tre a sei mesi per diventare esecutivo. All'interno di questo spazio, inoltre, tre mesi significa "dentro il voto europeo", sei mesi significa "dopo il voto europeo". Il plot ora è chiaro, siamo in pieno dentro una battaglia politica che ha come obiettivo i...
La Commissione Ue ha bocciato il bilancio italiano. Pierre Moscovici, commissario all'economia ha sottolineato che non siamo ancora all'apertura della procedura di infrazione ("This is not, I insist on that, the opening of an EDP yet"). Si entra dunque in un'altra fase del negoziato (che per ora non c'è stato), sabato il Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, saranno a cena insieme, comincia a tavola un altro capitolo di questa storia.
01
Procedura sul debito e impatto sul voto europeo
Il fatto importante, nuovo, che apre uno scenario politico - dove entra in gioco il contesto del voto europeo di maggio 2019 - è che la Commissione contesta in prima battuta il percorso di riduzione del debito e poi quello del deficit, prendere le mosse da questo punto significa accelerare i tempi. Tecnicamente la "raccomandazione" ora va sul tavolo del direttore generale del Tesoro che ha 15 giorni per rispondere. Ottenuta la risposta, il dossier prima passa all'Eurogruppo (il forum dei ministri delle finanze europei) e poi al Consiglio europeo, cioè ai capi di Stato.
La procedura diventa dunque una decisione tutta politica. E gli alleati dell'Italia se ci sono non si vedono. Tutto questo processo arriva a gennaio, cioè alla partenza della campagna elettorale per il voto europeo di maggio 2019. Il dettaglio è rilevante, perché suggerisce un plot politico che è francamente impossibile non sottolineare. Con una procedura sul deficit, i tempi sarebbero stati più lunghi, con quella sul debito questo processo accelera, si comprime, passa da tre a sei mesi per diventare esecutivo. All'interno di questo spazio, inoltre, tre mesi significa "dentro il voto europeo", sei mesi significa "dopo il voto europeo". Il plot ora è chiaro, siamo in pieno dentro una battaglia politica che ha come obiettivo i partiti populisti che sono al governo in Italia. La valutazione se procedere "dentro" o "dopo" è dettata dalla convenienza.
02
Le politiche economiche dei governi del Pd
L'altro fatto notevole è che accendendo i fari sul debito la Commissione ha messo sotto accusa i governi precedenti, non quello attuale che è in carica da giugno e avrà le sue colpe per il futuro. Il report della Commissione pubblicato sull'evoluzione del debito è una critica alle politiche dei governi di centrosinistra: "Il debito pubblico lordo dell'Italia ha raggiunto il 131,2 per cento del PIL nel 2017, ben al di sopra del valore di riferimento del 60 per cento stabilito dal Trattato. L'Italia non ha rispettato gli obiettivi di riduzione del debito previsti per il 2017". Il report ricorda che nel 2016 e nel 2017 non sono stati centrati gli obiettivi indicati per le privatizzazioni; vengono ricordati i mini-provvedimenti sulle pensioni per il 2017-2018 che hanno aumentato la spesa; si ricorda che nel 2017 il rapporto tra investimenti e Pil ha toccato il minimo (2 per cento); si ricorda la flessibilità di bilancio accordata ai governi italiani nel 2016 (0.83 per cento del Pil) e nel 2017 (0.35 per cento), per una deviazione totale dagli obiettivi nel triennio 2016-2018 dell'1.8 per cento del Pil; si ricorda che "il Pil italiano è ancora al di sotto del livello pre-crisi e non è cresciuto rispetto a 15 anni fa, mentre la crescita annua è stata in media dell'1,2 per cento nel resto dell'area dell'euro". È abbastanza per dire che c'è poco da gioire e l'unica cosa ben distribuita è la responsabilità di classi dirigenti che hanno magheggiato - tutte - con i conti italiani.
Nel 2016-2017 non governavano Salvini e Di Maio, a Palazzo Chigi c'era il Pd, quelle politiche economiche sulle quali punta il dito la Commissione Ue sono dei governi Renzi e Gentiloni. Si contestano quelle del governo giallo-verde per il futuro, ma si bocciano anche quelle del passato.
Procedura, multe, sanzioni e quant'altro sono ancora a mezz'aria, in realtà il negoziato deve ancora cominciare. Quella che sta emergendo è una battaglia politica cruenta in cui gli elementi "tecnici" sono del tutto secondari. L'Italia se vuole evitare lo scontro totale - e a questo punto a Palazzo Chigi dovranno fare valutazioni che superano il contesto puramente economico - deve andare a Bruxelles con una strategia politica lineare, aprire cioè una trattativa reale che finora non c'è stata per scarsa consapevolezza proprio del quadro politico. Per essere ancora più chiari: non è un dossier che può risolvere il ministro dell'Economia Giovanni Tria, è materiale fissile che va maneggiato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che deve avere un mandato preciso dai partiti della maggioranza, cioè un sigillo di Salvini e Di Maio.
Questo scenario innesca considerazioni ulteriori che hanno bisogno di essere sviluppate usando l'analogia storica. Lo scontro politico non si spiega con la sola economia, entrano in gioco altri fattori. Seguite il titolare di List.
03
La fase della trincea
Il primo round dello scontro tra Commissione Ue e governo italiano come abbiamo visto è finito come doveva finire: nessuno ha mollato il posto in trincea, nessuno s'è mosso, hanno sparato i cecchini e s'è sentita qualche raffica di mitragliatrice. La Battaglia della Somme del 1916 non c'è, la carneficina - se mai ci sarà - è rinviata. Cominciamo questo nostro viaggio nel presente con un tuffo nel passato, un richiamo a cento anni fa, alla Prima guerra mondiale, non a caso. Torniamo al presente e preparatevi poi a fare un altro balzo indietro sulla macchina del tempo di List. Cerchiamo di volare alto, sopra il misero polverone a cui stiamo assistendo.
Con buona pace degli economisti, questa è una guerra politica, non una disquisizione sui modelli matematici che non sono né buoni né cattivi, ma quasi sempre del tutto inutili alla prova della realtà. La vita quotidiana prende altre strade, e queste sono decisamente più interessanti (forse troppo) e creative dei calcoli a tavolino, ci sono di mezzo la storia, la filosofia, la geografia, la letteratura, la politica. Il dramma è che questi calcoli teorici spesso vengono applicati dalle classi dirigenti nella convinzione di poter realizzare i sogni alchemici di Faust (Goethe, il supremo indagatore dell'animo umano, ricordato in un discorso dal Presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, sulla creazione della moneta) e solo quando sono stati fatti danni colossali sulla vita delle persone comuni ci si rende conto dell'errore, leggere cosa sostiene il Fondo monetario internazionale sulla "cura" imposta alla Grecia. Andiamo avanti.
Il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis e il commissario all'economia Moscovici ieri hanno svolto la loro parte: con tono grave hanno detto che l'Italia è colpevole di sforamento, che rischia grosso, che siamo un paese di inetti al quale applicare con il sopracciglio alzato la pedagogia che si riserva alle masse inferiori. Moscovici intervistato da Les Echos ha detto sobriamente che la manovra "va contro l'interesse del popolo italiano", esprimendo non un giudizio tecnico ma politico e da politico. Nessuna sorpresa. Come abbiamo sempre scritto, la Commissione Ue non è un potere neutro, ma politico e di segno contrario alla maggioranza che governa in Italia, unica nazione avanzata che vede un esecutivo populista - non battezzato dall'establishment - al potere.
04
Prima conseguenza inattesa. La maggioranza si ricompatta (per ora)
La questione è politica e il primo effetto ottenuto dalla Commissione Ue è stato quello di ricompattare (per ora) una maggioranza che si sta sbriciolando sulle questioni di fondo dello stare insieme: innovazione, industria, lavoro e giustizia. La bocciatura europea del bilancio italiano ha messo Salvini e Di Maio nella condizione obbligata di fare fronte comune non solo per questioni tattiche (respingere le accuse) ma strategiche: è un formidabile carburante retorico per le elezioni di maggio 2019. Lega e Cinque Stelle non hanno alternativa a se stessi, a questa camicia di forza, al contratto, non ci sono altre formule di governo possibili, c'è "solo" il propellente per la campagna elettorale del voto europeo. Fornito paradossalmente da Bruxelles. L'inerzia e l'imprevisto in politica spesso sono decisivi.
Siamo di fronte alle classiche conseguenze inattese: la Commissione Ue che ha come obiettivo politico quello di contrastare l'ascesa populista in Italia (il paragone con l'Ungheria è demenziale, quello di Orban è de facto un paese cacciavite della Germania), finirà per favorirne se non il consolidamento (questione aperta perché l'esecutivo è un colabrodo istituzionale) certamente la radicalizzazione nei prossimi mesi.
Non a caso Salvini e Di Maio usano un discorso che alle classi colte fa storcere il naso ("aspetto la letterina di Babbo Natale") ma con lo sguardo altezzoso non si fa analisi e non si vede l'efficacia di questo punto d'attacco sull'elettorato di riferimento. L'elettore populista (e non solo) vedrà rafforzate le sue convinzioni espresse nel voto del 4 marzo scorso: "siamo un paese a sovranità limitata", "il vero nemico è l'Europa", "la tecnocrazia non si occupa dei problemi dei poveri", "un potere opaco è contro di noi". La retorica della palude - the swamp - utilizzata da Donald Trump durante le elezioni presidenziali del 2016 in America si manifesterà in Europa nel discorso politico italiano con una forza mai vista prima.
Il conflitto cominciato nel 2008, dieci anni fa, con la crisi dei mutui subprime non è ancora finito. L'onda lunga di quella guerra che non ha trovato ancora pace è l'ascesa dei partiti populisti e la rivolta dei senza reddito, delle classi medie che sono diventate basse, degli "espropriati" dell'identità. Sopra, un mondo cosmopolita e senza confini, ansioso di ampliare i suoi guadagni; sotto, la base della scala feudale, i servi della gleba con paghe da sottoproletariato, gli urbanizzati alienati, il popolo delle zone rurali, masse in cerca di reddito, piccoli ceti produttivi che cercano riparo dal Leviatano fiscale. Questo scenario non scompare con la caduta del governo, resta e alimenta un quadro politico altamente infiammabile.
Resta sempre sul tavolo anche il caso dello shock improvviso, ne abbiamo visti tanti in questi anni, dell'imprevisto. I mercati finanziari finora si sono mostrati ben più stabili e saggi della politica, con tutto quello che s'è detto e s'è visto tra Roma e Bruxelles, che lo spread sia a 311 punti (chiusura di ieri) è quasi un miracolo. La vera missione d'emergenza del governo dovrebbe appunto essere quella di mandare segnali chiari e non controversi al mercato, ma a Palazzo Chigi non si parla con una voce unica, i vicepremier Salvini e Di Maio commentano di tutto, c'è grande confusione sulle competenze, Conte fa da elemento di compensazione - necessario - ma questa fatica lo sottrae al suo lavoro, quello di costruire una linea coerente, una sintesi solida delle varie posizioni. Tra i ministri "tecnici" quello che preme di più per cambiare rotta e affrontare in maniera costruttiva il problema con la Commissione Ue e i mercati è Paolo Savona, ma far capire questioni rilevanti e non rinviabili a capi partito che ora si guardano con sospetto è missione difficile e la manovra - viste le prospettive - sarebbe da riscrivere. C'è tempo per ingaggiare una trattativa, ma forse non c'è tempo per far cambiare rotta a Di Maio e Salvini. Resta il punto: la Commissione Ue procede con gli occhi bendati, il governo italiano con i tappi nelle orecchie. Tanti auguri per il crash.
Gli obiettivi perseguiti dalla Commissione Ue nel caso Italia rischiano di essere non solo un boomerang, ma di aggravare la situazione. Qui la storia è maestra e ci offre esempi cristallini da rileggere.
05
Anni Venti e Trenta. Cosa significa evocare la storia
Nei salotti amano dire gravemente che siamo in una situazione da anni Venti e Trenta. Si fermano alla citazione - andare più in là presuppone una certa confidenza con la storia - evocano lo spettro della camicia nera o bruna, metafore utili ai fini della propaganda di una parte, parlano del "nuovo fascismo", ma essendo prima di tutto intellettualmente disonesti e poi largamente ignoranti (leggere L'ignoranza delle persone colte, di William Hazlitt) non affrontano le reali conseguenze del loro ragionamento, soprattutto dimenticano le premesse storiche che invece in questo caso sono fondamentali per sapere, per capire.
Seguiamo il filo degli decenni, usiamo il "metodo" dell'analogia storica,(consigliamo la lettura del libro di Luciano Canfora, "L'uso politico dei paradigmi storici"), caliamoci nel sistema di grotte del presente e del passato, entriamo e usciamo dalle sue varie stanze.
Siamo di fronte a una situazione di guerra (economica) dove al tavolo ci sono vincenti e sconfitti, attori che hanno una forza superiore (la Commissione Ue) e altri (l'Italia e i paesi con un alto debito) che si battono al tavolo per strappare un trattato di pace onorevole e meno oneroso possibile. Questa è una stanza del presente. Ora entriamo in un'altra dimensione, quella del passato.
Siamo sulla macchina del tempo, anno 1919. La Prima guerra mondiale è finita, lo sterminio di massa ha fatto la sua comparsa con le mitragliatrici, le bombe sganciate dagli aerei, i mortai, le mine, il gas. Nella sola battaglia della Somme le perdite tra morti e feriti ammontano a quasi un milione di soldati, nel primo giorno di battaglia le forze anglo-francesi perdono 57 mila uomini, vengono fatti avanzare in uno spazio aperto dove il piombo scagliato in aria dalle armi automatiche penetra, lacera e spegne i loro corpi. Questa tragedia dell'uomo che abbatte l'uomo cerca un epilogo di pace in terra nella Conferenza di Parigi.
L'economista John Maynard Keynes (nella foto in alto) è con la delegazione britannica a Parigi, segue la conferenza e ne viene scosso nel profondo dell'anima: i vincitori stanno imponendo agli sconfitti, alla Germania, riparazioni di guerra troppo onerose. Keynes in quel momento realizza una visione che si rivelerà esatta, profetizza conseguenze inattese catastrofiche, un conflitto ancora più grande. Che arriverà con la crisi della Repubblica di Weimar e l'ascesa di Adolph Hitler al potere, la Seconda guerra mondiale.
Keynes pubblica "Le conseguenze economiche della pace" nel 1919, è il suo messaggio ai posteri. Vede la catastrofe in arrivo. È il testamento di uomo di pensiero (qualcosa di ben più grande dell'economista). A questo libro fondamentale sul tema se ne affianca nel 1949 (tre anni dopo la sua morte) un altro, viene pubblicato postumo per volontà di Keynes, è un altro passaggio pieno di illuminazioni sulle "conseguenze" di un pensiero dove domina la tirannia del numero invece della filosofia della vita. Adelphi lo ha pubblicato nel 2012 con il titolo "Le mie prime convinzioni" e con un bel saggio introduttivo di Giorgio La Malfa.
Siamo nel 1919, si cerca la pace per l'Europa. Come? Leggiamo insieme, pagina 53, Keynes racconta:
Hoover in qualità di sovrintendente alle derrate alimentari aveva promesso agli agricoltori americani un prezzo minimo per la carne di maiale, causandone la sovrapproduzione, con un conseguente crollo dei prezzi. Il Congresso si era rifiutato di stanziare i fondi necessari per mantenere la promessa. Quanto segue è un estratto del rapporto al Cancelliere dello Scacchiere che invia da Parigi quella sera: "Gli americani hanno proposto che si riversino sulla Germania i grandi stock di pancetta di bassa qualità in nostro possesso, e li si rimpiazzi con stock più freschi e vendibili. Dal punto di vista alimentare sarebbe chiaramente un buon affare per noi... La situazione è curiosa. L'embargo nei confronti dei paesi neutrali sta per essere revocato e la Germania potrà presto rifornirsi di grassi su scala molto generosa. È necessario sconfiggere il bolscevismo e dare il via a una nuova era. Al Supremo consiglio di guerra il Presidente Wilson è stato molto eloquente circa la necessità di un'azione tempestiva in linea con questi principi. Ma, in realtà, a ispirare le sue parole sono le abbondanti e costose scorte di carne di maiale, da scaricare a ogni costo su qualcuno, nemici o alleati che siano. I sogni di Hoover pullulano di maiali, ed egli si dichiara pronto a tutto pur di scacciare l'incubo.
Nobili principi? La pancetta. I maiali. È con questo pensiero utilitaristico che si creano le premesse della Seconda guerra mondiale, si schiaccia il vinto e questo per reazione imbraccia il fucile. Come ricorda La Malfa nel saggio introduttivo del libro, Keynes rifuggiva dal numero astratto e dall'utilitarismo della filosofia di Bentham, dalla "sopravvalutazione del criterio economico", tanto da scrivere nel 1936, nella prefazione alla "Teoria generale" che "la difficoltà non sta nelle nuove idee, ma nello sfuggire alle vecchie idee che ramificano, per quelli allevati come molti di noi sono stati, in tutti gli angoli della mente".
In tutti gli angoli della mente la Commissione Ue - e il governo italiano - hanno idee che non aiuteranno a costruire la pace tra l'Italia e l'Europa, ma fomenteranno un'altra guerra, ancora più grande e assurda. Siamo di fronte a una partita a scacchi dove non c'è patta. Uno dei due giocatori cadrà.
***
Che facciamo ora? Il governo ieri sera ha nominato i nuovi vertici dei servizi segreti. Chi sono?
06
Nuovi capi dei Servizi Segreti
Spionaggio e controspionaggio. Il Comitato Interministeriale di Sicurezza della Repubblica (CISR) ha nominato il nuovo Direttore del Dis, il generale della Guardia di finanza Gennaro Vecchione, e il nuovo direttore dell'Aise, il generale della Guardia di finanza Luciano Carta. Dunque le Fiamme gialle fanno il pieno. Carta, 61 anni, già capo di stato maggiore della Guardia di finanza, guiderà l'Agenzia di informazione e sicurezza esterna dopo Alberto Manenti di cui era vice. Gennaro Vecchione succede ad Alessandro Pansa. Resta al suo posto il direttore dell'Aisi, Mario Parente. Altre due pedine fondamentali della scacchiera della Repubblica sono andate a dama.
***
Siamo nel campo del segreto e c'è una notizia che alimenterà le visioni dei cospirazionisti. Solo che è sottosopra. Parliamo di George Soros.
07
Facebook indagava su Soros
Facebook ha ammesso di aver fatto ricorso a una società di ricerca e consulenza, la Definers Public Affairs, per indagare su George Soros che in un discorso a Davos aveva criticato duramente il social network fondato da Mark Zuckerberg. "Nel 2018, l'investitore e filantropo George Soros ha attaccato Facebook durante un discorso a Davos, definendoci una minaccia per la società. Non avevamo mai sentito prima da lui simili critiche e volevamo capire se aveva motivazioni finanziarie. Definers ha indagato su questo usando informazioni pubbliche", scrive Facebook in un comunicato pubblicato sul suo blog.
La rivelazione del New York Times è straconfermata. Dopo le rivelazioni del Nyt, sia l'amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, sia la direttrice finanziaria, Sheryl Sandberg, avevano preso le distanze dalla Definers dicendo di non saperne nulla. Alla fine la responsabilità - come si legge nella newsroom di FB - se l'è presa tutta Elliot Schrage. C'è sempre qualcuno che si prende sulle spalle il peso degli altri.
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strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.