13 Ottobre
L'invasione era annunciata. Erdogan: non mi fermo
Il blocco europeo della vendita delle armi non servirà e spingerà la Turchia tra le braccia della Russia. Impotenza e declino dell'Occidente. Situazione drammatica sul campo di battaglia. Gli americani spostano mille soldati dal Nord della Siria. Colpiti giornalisti stranieri. Uccisa a sangue freddo l'attivista Hevrin Khalaf
Osservate con attenzione l'immagine qui sopra che apre questo numero di List. La foto (Ansa) è stata scattata il 24 settembre scorso a New York, nel Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite. Mentre i media, la politica, tutta la rotativa collettiva, i pezzi da novanta e i loro corifei erano immersi nella messa liturgica del cambiamento climatico, di Greta contro Trump, una fiera dell'ambientalismo trasformato in nuovo -ismo da sostituire all'anti-capitalismo, mentre si stava sulle nuvole, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan brandiva una mappa: era (è) il suo piano di battaglia, la linea rossa che vedete nell'immagine è la "zona di sicurezza" che Erdogan vuole creare per "ospitare" i profughi siriani, in pratica il nuovo confine della Turchia.
L'invasione della Siria era annunciata. Il piano dell'avanzata della cavalleria corazzata turca era tracciato. Ma il mondo, la cosiddetta comunità internazionale, pensava ad altro. Ora si sono accorti che esistono i curdi, che in Siria si muore. Questa distrazione di massa dalle cose che pesano, contano, dalla vita e dalla morte, dalla realtà permanente della guerra e dello sterminio (leggere i libri di Victor Davis Hanson sul tema) ha radici culturali profonde, la cancellazione della guerra come elemento politico, la sua riduzione a "incidente" che non è il caso di citare e tanto meno discutere, è una delle prime cause del declino del nostro mondo. Non si può comprendere cosa sta accadendo se non si affronta il tema del crollo dei pilastri della terra d'Occidente. È il tema di una puntata di RadioList, viene prima della cronaca, degli aggiornamenti che vi daremo in questo numero di List, perché è qui che cerchiamo di disegnare lo scenario in cui si incastonano i fatti.
01
La Turchia è la prova della crisi dell'Occidente
Erdogan lancia la cavalleria corazzata sui curdi, gli Stati Uniti si fanno da parte, l'Europa è muta. È non
...Osservate con attenzione l'immagine qui sopra che apre questo numero di List. La foto (Ansa) è stata scattata il 24 settembre scorso a New York, nel Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite. Mentre i media, la politica, tutta la rotativa collettiva, i pezzi da novanta e i loro corifei erano immersi nella messa liturgica del cambiamento climatico, di Greta contro Trump, una fiera dell'ambientalismo trasformato in nuovo -ismo da sostituire all'anti-capitalismo, mentre si stava sulle nuvole, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan brandiva una mappa: era (è) il suo piano di battaglia, la linea rossa che vedete nell'immagine è la "zona di sicurezza" che Erdogan vuole creare per "ospitare" i profughi siriani, in pratica il nuovo confine della Turchia.
L'invasione della Siria era annunciata. Il piano dell'avanzata della cavalleria corazzata turca era tracciato. Ma il mondo, la cosiddetta comunità internazionale, pensava ad altro. Ora si sono accorti che esistono i curdi, che in Siria si muore. Questa distrazione di massa dalle cose che pesano, contano, dalla vita e dalla morte, dalla realtà permanente della guerra e dello sterminio (leggere i libri di Victor Davis Hanson sul tema) ha radici culturali profonde, la cancellazione della guerra come elemento politico, la sua riduzione a "incidente" che non è il caso di citare e tanto meno discutere, è una delle prime cause del declino del nostro mondo. Non si può comprendere cosa sta accadendo se non si affronta il tema del crollo dei pilastri della terra d'Occidente. È il tema di una puntata di RadioList, viene prima della cronaca, degli aggiornamenti che vi daremo in questo numero di List, perché è qui che cerchiamo di disegnare lo scenario in cui si incastonano i fatti.
01
La Turchia è la prova della crisi dell'Occidente
Erdogan lancia la cavalleria corazzata sui curdi, gli Stati Uniti si fanno da parte, l'Europa è muta. È non solo una prova di impotenza, ma il segno tangibile dello smarrimento culturale dell'Occidente. Un'indagine del titolare di List e Raimondo Cubeddu tra guerra, politica e filosofia
La Turchia invade la Siria del Nord, bombarda i curdi e minaccia di aprire le porte dell'Europa a oltre 3 milioni di profughi. La reazione dell'Unione europea è nulla, ne dimostra l'impotenza. L'America si disimpegna dal Medio Oriente. Perché la Cina, l'India, le potenze emergenti sono diventate un problema che scuota la sempre più debole cultura dell'Occidente. Un'indagine del titolare di List con il professor Raimondo Cubeddu.
Ora vediamo i fatti del giorno. Colpi d'artiglieria. Dolore. Morte. Il racconto della guerra. Al titolare viene in mente un trittico di Otto Dix sulla guerra:
Siamo nel campo del terribile e dell'indicibile che diventa visibile. Il taccuino vibra di note che urlano.
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L'ultimo mantra della diplomazia: l'embargo impossibile
Che succede? Vediamo e sentiamo ipocriti, sepolcri imbiancati, parlare della campagna militare della Turchia in Siria. Parlano per fare titolo, presenza scenica, ma la pace non ha bisogno di parole, servono fatti e in guerra questi sono inesorabilmente artiglieria, cannoni, aviazione, cavalleria corazzata, boots on the ground, lo stivale del soldato sul terreno. L'ultimo mantra dell'Europa che non crede più in niente è lo stop della vendita delle armi alla Turchia. Che trovata, come se fossero la Germania, la Francia, l'Italia, la Spagna e gli altri ad avere il monopolio del Kalashnikov e del carro armato. Mai sentito parlare di Russia e Cina? Vendono armi.
Se c'è un modo rapido (e doloroso) per far scivolare subito il Sultano Erdogan tra i tentacoli di Vladimir Putin e Xi Jinping, questo di certo è quello più efficace. Espellere il secondo esercito della Nato dalla Nato. Ottima idea, ragazzi. E quando l'aviazione turca volerà con i cacciabombardieri Sukhoi di Mosca cos'altro tirerete fuori dal cilindro? Ah, naturalmente verrà chiusa anche la base aerea della US Air Force di Incirlik, quella che ospita circa 100 testate atomiche, la più grande d'Europa. Facile fare dichiarazioni via Twitter, poi c'è la realtà. L'orrore che non si ferma con i minuetti degli intelligenti a prescindere, ma con la politica, l'azione e il coraggio. Intanto, là fuori scorre il sangue, esistenze preziose, gemme d'amore che se ne vanno con un colpo secco, un bossolo che cade a terra, il corpo di Hevrin Khalaf che perde il soffio della vita, la fine.
03
L'agguato, la morte di Hevrin Khalaf
Uccisa Hevrin Khalaf. Siamo pervasi dall'orrore e dalla rabbia mentre lo scriviamo: tra i civili uccisi a sangue freddo dai miliziani filo-turchi c'è Hevrin Khalaf, un'esponente politica curda che si batteva per i diritti delle donne. Khalaf e il suo autista sono stati uccisi da miliziani filo turchi in un'imboscata sull'autostrada. Fermati e ammazzati. Nove in tutto. Trucidati a sangue freddo. Una strage filmata e pubblicata in Rete. Khalaf era la segretaria generale del partito curdo Fsp (partito del futuro siriano), la sua uccisione provoca indignazione e una sensazione di impotenza senza fine. Quella degli indignati che non sono mai sul fronte.
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Gli indignati che non sono mai sul fronte
Il bombardamento dei turchi su postazioni curde nella città di Ras al-Ein (Foto Ansa)Qualcuno degli indignati ha soldati sul fronte? Nessuno, dunque niente fermerà Erdogan se non avrà di fronte una forza più grande della sua fanteria che sta avanzando in Siria. La guerra si ferma con la guerra. Non vi piace? È la realtà, inesorabile, puntuale, onesta. L'esercito turco fa correre i cingolati sui villaggi curdi perché non teme l'arrivo di un altro esercito. I turchi vanno morire. I curdi vanno a morire. Gli altri no. L'Occidente no. Parla a vanvera di pace. Dopo aver armato fino ai denti tutte le fazioni in campo. Nessuno in Occidente va a morire perché il pensiero dominante è che per noi non c'è niente che valga più la pena di essere difeso fino alla morte. Non ci vogliono andare più neanche gli americani, che mettono al riparo mille soldati presenti nel Nord della Siria, cosa che sta mandando in tilt i benpensanti europei che ora non sanno che fare. Non ci toccherà combattere? Questo è l'incubo che aleggia nelle cancellerie europee. Questo è lo scenario reale. Dunque vince Erdogan e perdono tutti gli altri. E solo i curdi destinati alla sconfitta combattono e conservano l'onore. Vediamo la situazione sul campo di battaglia, drammatica.
05
L'avanzata della Turchia. Colpito un convoglio, ucciso giornalista curdo
Ecco l'aggiornamento della situazione sul campo di battaglia e sul tavolo della diplomazia. Disperazione, sangue, morte:
- La guerra di Erdogan è al quinto giorno. La Turchia ha conquistato la città di Ras Al-Ayn e prepara l'offensiva su Tel Abyad. L'esercito turco è entrato in territorio siriano la sera del 9 ottobre, finora ha conquistato 13 villaggi delle province di Ras al Ayn e Tel Abyad. Ieri i bombardamenti su Kobane e Qamishli sono stati sospesi e il fronte d'attacco si è ridotto da 280 a 120 chilometri. Stamattina l'avanzata è ripresa, Erdogan ha detto che l'esercito ha assediato anche la città di Tel Abyad.
- Assad prepara una contro-offensiva. La guerra rischia di allargarsi, le forze di Damasco sarebbero in contatto con i curdo-siriani per una manovra militare da sferrare contro l'esercito turco a est dell'Eufrate. Stiamo entrando nella spirale del conflitto.
- Tre soldati turchi sono morti, altri 16 miliziani filo-turchi dell'Esercito di liberazione siriano (Els) sono caduti. I civili turchi morti sono 18, colpiti dai tiri di mortaio dei curdi al confine. I morti tra i combattenti curdi sono centinaia.
- Colpito un convoglio, ucciso un giornalista curdo. I raid turchi su Ras al-Ain hanno colpito un convoglio sul quale viaggiavano dei giornalisti. Vi sarebbero nove morti, tra i quali un giornalista curdo.
- Trump promette sanzioni dure. E cerca un accordo con i repubblicani - primo fra tutti il senatore Lindsey Graham - che ne contestano le scelte sul terreno della guerra:
- Controllo dell'autostrada M4. In guerra bisogna avere il pieno controllo delle comunicazioni e della logistica. Così il ministero della Difesa turco ha annunciato di aver preso il controllo dell'autostrada M4, strategica per gli spostamenti nel Nord Est della Siria.
- La Lega Araba (con la sola eccezione di Qatar e Somalia), ha chiesto alle Nazioni Unite di adottare misure per fermare la Turchia e ritirare "immediatamente" le truppe dalla Siria.
- Non è un errore. L'attacco turco alla postazione americana in Siria non sarebbe un errore. Lo sostengono funzionari americani sul Washington Post. I turchi avrebbero bombardato vicino all'avamposto americano per allontanare i soldati dal confine. Brett McGurk, ex inviato di Barack Obama e Donald Trump nella campagna contro l'Isis, sostiene che l'attacco turco "non è stato un errore. La Turchia ci vuole lontano dalla regione del confine. Sulla base dei fatti disponibili, i colpi sparati erano un avvertimento a una postazione nota, non colpi sparati inavvertitamente".
***
Le postazioni dei curdi cadono una a una, nell'immobilismo di quella che non si può più chiamare "comunità internazionale" senza arrossire di vergogna.
L'obiettivo di Ankara è quello di imporre una "zona di sicurezza" ampia 30 chilometri lungo la frontiera settentrionale della Siria. In quest'area secondo i piani di Erdogan verrà poi trasferita una parte dei 3,6 milioni di profughi siriani che sono in Turchia. L'operazione militare ridisegnerà la mappa dei confini di Turchia e Siria. E a guadagnare territorio sarà Erdogan. Espansione, ricerca di spazi. È un colpo all'Occidente, non a caso Erdogan volta le spalle all'America (che per non perdere il secondo esercito della Nato cerca di assecondare tragicamente le mosse del Sultano) e si rivolge alla Russia. L'equilibrio instabile del Medio Oriente passa (anche) tra le dita da prestigiatore di Vladimir Putin.
L'operazione di terra della Turchia in Siria ha rimesso al centro della mappa l'eterno confronto delle potenze, il Grande Gioco in Medio Oriente, in un mondo dove si consumano conflitti regionali sempre più estesi, in uno scenario di proliferazione nucleare, le democrazie arretrano, la libertà è un'aspirazione repressa, l'autocrazia diventa brutalmente efficace e riemergono le aspirazioni, la ricerca degli spazi da parte degli imperi. Erdogan segue un istinto primordiale della sua terra, il suo passaggio di lance e spade in Siria non è altro che un capitolo dell'ascesa, caduta e ripresa dell'Impero Ottomano che fu.
06
Erdogan: "Embargo? Non mi fermeranno"
L'ultima brillante trovata della comoda, ipocrita e imbelle Europa, il blocco della vendita di armi alla Turchia, cosa ha prodotto? Ah, perbacco, che genialata. Ecco la reazione spaventata di Erdogan:
Da quando abbiamo lanciato l'offensiva, abbiamo affrontato minacce di sanzioni economiche o embarghi sulle armi. Coloro che pensano di poterci costringere a fare marcia indietro con queste minacce si sono sbagliati.
Erdogan è il presidente di un paese che fa la guerra perché quel paese pensa che sia giusto farla. A noi fa orrore, a lui no. La Turchia è a caccia di spazi. E avanza. E infatti Erdogan lo dice a chiare lettere, fissa l'obiettivo sul piano dell'avanzata: "L'esercito turco e gli alleati siriani avanzeranno di 30-35 km nel territorio siriano nella loro offensiva contro le milizie curde e hanno già preso il controllo della città di Ras al-Ain".
07
Gli americani ritirano mille soldati
Realismo. "Rischiano di restare intrappolati", così il capo del Pentagono, Mark Esper, ha annunciato la decisione della Difesa americana di spostare mille soldati dalla Siria del Nord. L'ordine è arrivato dal presidente Donald Trump. Esper su Fox News ha descritto una "situazione insostenibile" per le truppe Usa, che "possono ritrovarsi intrappolati". Il presidente "ci ha ordinato di iniziare un ritiro delle forze statunitensi dalla parte settentrionale della Siria". La realtà della guerra, non le parole al vento. Se hai i soldati minacciati, li proteggi. Se non vuoi più mandare a morire i tuoi soldati, li ritiri. A costo di macchiare di disonore l'America che ha combattuto con i curdi contro Isis. Gli Stati Uniti sono in una fase isolazionista, sono un impero riluttante. Trump lo dichiara senza sfumatura alcuna, nettamente:
"È molto intelligente non venire coinvolti negli intensi combattimenti lungo la frontiera turca", scrive Trump su Twitter. "Coloro che facendo un errore ci hanno trascinato nelle guerre in Medio Oriente stanno continuando a spingerci a combattere. Non hanno idea di che pessima idea abbiano avuto. Perché non chiedono una dichiarazione di guerra?". America First non è America Alone, ma quasi.
***
Nel frattempo, il genere della tragedia che tracima in comico si è trasferito a Berlino.
08
I penultimatum della Germania
Non ha un solo soldato in Siria, ha detto no più volte, anche di recente, agli Stati Uniti alla richiesta di contribuire con truppe di terra alle operazioni militari sul campo, fino a ieri ha venduto materiale bellico alla Turchia, ha spinto quattro anni fa l'Unione europea a siglare un accordo miliardario con la Turchia in cambio del contenimento dei profughi al confine Nord con la Siria, e oggi ha chiamato a babbo morto il Sultano per dirgli "ferma l'offensiva". La cancelliera Angela Merkel resta per noi una grande statista, ma in questo caso è piccola piccola e colpevole di appeasament, è la sindrome di Istanbul. La storia la farà pesare sulle spalle della Germania.
***
L'embargo delle armi non fermerà Erdogan per la semplice ragione che la Turchia può cambiare fornitore e casacca. Attenti a giocare con i cannoni, ci vuole un attimo a spingere la Turchia tra le braccia della Russia (e della Cina, l'impero in espansione). Seguite il titolare di List, facciamo un salto al supermarket degli armamenti.
09
Le armi e l'ipocrisia dell'Europa (e dell'Italia)
In guerra tuonano le armi. Così Francia e Germania - e figuriamoci, l'Italia - hanno trovato la soluzione, cribbio: non vendere le armi alla Turchia. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con la corazza e il mantello, ha annunciato che l'Italia sospenderà la vendita. Cribbio, perché nessuno ci ha pensato prima? Non vendere le armi. Al secondo esercito della Nato. Così Ankara le compra dalla Russia, come è accaduto con il sistema di difesa anti-aerea S-400. Davvero semplice, tutto risolto. L'ipocrisia raggiunge vette altissime, la politica viene fatta per ipnotizzare le masse ignoranti. Fermare la produzione e la spesa militare? Ecco il trend globale, dati del Sipri di Stoccolma:
La spesa è in aumento. Questa è la classifica dei primi 40 paesi per spesa militare:
La Turchia è al quindicesimo posto, l'Italia all'undicesimo. La spesa mondiale in armamenti nel 2018 è stata pari a 1822 miliardi di dollari. Questa è la ripartizione della spesa:
Bene, ora facciamo un altro esercizio, sempre con il database del Sipri di Stoccolma. Chi sono i principali 25 esportatori di armi e quali sono i loro principali clienti? Guardate qui:
Avete letto bene? Sì, il primo cliente dell'Italia (produttore di armamenti) è la Turchia.
***
Sono cose imbarazzanti che capitano quando si imbraccia il fucile della retorica dimenticando che il fucile, quello vero, lo fabbrichiamo noi. Suonano le campane, c'è il tramonto, serve un po' d'amore per scrivere tutto questo e andare avanti. Sì, domani è un altro giorno. Buona serata.
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5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.