18 Luglio
L'inverno del nostro scontento
Draghi a un passo dall'addio? La partita di una crisi al buio e i prossimi mesi con la guerra del gas in Europa. Le origini del crac, le elezioni del 2013 e del 2018, l'ascesa e la caduta dei Cinque Stelle. Gli appelli di sindaci e associazioni. Monti ricorda al premier la responsabilità della premiership. Comunque vada, la storia ha voltato pagina
Che succede? Nella crisi c'è già un caduto: Giuseppe Conte. L'ha aperta e ci è finito dentro. Regolare. Solo uno sprovveduto come 'Giuseppi' (copy di Donald Trump) poteva pensare di innescare la crisi senza creare un crac politico.
I pentastellati sono guidati da un tipo che non distingue freno e frizione, la loro auto sta andando a sbattere a tutta velocità contro il muro di titanio di Draghi. Le dimissioni del premier non erano state messe nel conto del Conte, e in queste ore si capisce il motivo della singolare credenza, tra i pentastellati nessuno lascia la poltrona, tengono famiglia e la politica per loro è un colpo alla lotteria, hanno trovato quello che gran parte di loro non aveva: un lavoro. In base a questa larga e profonda visione del mondo, hanno scambiato Draghi per uno di loro, un 'poltronista'.
Boomerang. Ha aperto la crisi, ci è finito dentro. Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle (Foto Ansa).Abbaglio ciclopico che li ha condotti a diventare protagonisti di una fiction tragicomica, 'Stelle cadenti'. Scagliato sulla via della non-fiducia dal suo conducator (ne andrebbe studiato l'eloquio, ha un sostrato da leguleio, con inserti della Gazzetta Ufficiale, tra una pausa e l'altra - fatta per dare enfasi e invece finisce per apparire la recita di un guitto privo di scuola - dei suoi discorsi vi entra un intero concerto dei Berliner Philharmoniker), il Movimento è in riunione perenne dal giorno dell'uscita del gruppo dal Senato. Non sanno che fare, eppure in queste ore emerge del talento, un futuro, una possibilità di carriera: il cinema. Perché il dibattito interno dei pentastellati è pura fiction, una sceneggiatura da spritz e camicia hawaiana tra Ostia e Fregene, con dialoghi perfetti per un soggetto neo-realista, un mix tra il verismo pasoliniano e la commedia sordiana (Paola...
Che succede? Nella crisi c'è già un caduto: Giuseppe Conte. L'ha aperta e ci è finito dentro. Regolare. Solo uno sprovveduto come 'Giuseppi' (copy di Donald Trump) poteva pensare di innescare la crisi senza creare un crac politico.
I pentastellati sono guidati da un tipo che non distingue freno e frizione, la loro auto sta andando a sbattere a tutta velocità contro il muro di titanio di Draghi. Le dimissioni del premier non erano state messe nel conto del Conte, e in queste ore si capisce il motivo della singolare credenza, tra i pentastellati nessuno lascia la poltrona, tengono famiglia e la politica per loro è un colpo alla lotteria, hanno trovato quello che gran parte di loro non aveva: un lavoro. In base a questa larga e profonda visione del mondo, hanno scambiato Draghi per uno di loro, un 'poltronista'.
Boomerang. Ha aperto la crisi, ci è finito dentro. Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle (Foto Ansa).Abbaglio ciclopico che li ha condotti a diventare protagonisti di una fiction tragicomica, 'Stelle cadenti'. Scagliato sulla via della non-fiducia dal suo conducator (ne andrebbe studiato l'eloquio, ha un sostrato da leguleio, con inserti della Gazzetta Ufficiale, tra una pausa e l'altra - fatta per dare enfasi e invece finisce per apparire la recita di un guitto privo di scuola - dei suoi discorsi vi entra un intero concerto dei Berliner Philharmoniker), il Movimento è in riunione perenne dal giorno dell'uscita del gruppo dal Senato. Non sanno che fare, eppure in queste ore emerge del talento, un futuro, una possibilità di carriera: il cinema. Perché il dibattito interno dei pentastellati è pura fiction, una sceneggiatura da spritz e camicia hawaiana tra Ostia e Fregene, con dialoghi perfetti per un soggetto neo-realista, un mix tra il verismo pasoliniano e la commedia sordiana (Paola Taverna, vicepresidente del Senato della Repubblica: "Tanto nun c'è trippa pe' gatti, je votamo contro, oggi li sfonnamo de brutto"), una galleria di personaggi memorabile. Pensate alla figura del ministro d'Incà, uno al quale hanno detto di far roteare in aria l'ascia bipenne e invece s'aggira per il palazzo con i fogli di carta della resa, bene questo ragazzo diligente, silenzioso, il travet dei rapporti con il Parlamento, ha provato addirittura a proporre al suo governo di levare la questione di fiducia mercoledì scorso, fiducia già posta, per evitare il crac imminente del suo non-partito. E sempre d'Incà, poche ore dopo il non-voto-squallor, ha fatto circolare un elenco di provvedimenti che con la caduta del governo sarebbero saltati, avvisava i naviganti del Movimento che nel frattempo erano saliti a bordo di un canotto nella vasca da bagno: "Avanti, miei prodi".
E ora? Il Movimento rischia un'altra scissione. Una ventina di parlamentari si sono già espressi per dare la fiducia a Draghi a prescindere e contro qualsiasi linea ufficiale del gruppo, mentre Conte ora cerca l'appoggio esterno (poi cambierà ancora idea, è in piena febbre da Zelig) perché dopo esser scivolato sulla buccia di banana ha afferrato di esser caduto e dopo aver detto di esser pronto a tornare nel governo ha minacciato di non dare i suoi voti. Idee chiare, Conte. La sua storia è sempre un inesorabile 'dopo'. Nel durante, crolla tutto, come nella scena finale di Fight Club. E tra le macerie, i ministri grillini sono ancora tutti al loro posto. Mentre Draghi affila per mercoledì un discorso che metterà in luce lo 'zero tituli' di questo Parlamento, perché i pentastellati sì, sono una manifestazione aliena, ma anche gli altri hanno problemi grandi con la grammatica e la sintassi della contemporaneità.
Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Vincitori del prossimo voto? (Foto Ansa).Ah, la destra, una garanzia. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini ieri si sono incontrati in Sardegna, residenza di Berlusconi (il solito copione dal 1994, con la differenza di uno psichedelico Umberto Bossi che si presentò in in Costa Smeralda con la canottiera bianca, un'operazione di pop art in stile Berghem Fest, impareggiabile) e hanno dato la loro versione della crisi: mai con i Cinque Stelle al governo, sì al Draghi bis, siamo pronti al voto. Quella che sognano è l'ultima, quella più vicina alla realtà è la seconda, la prima è un esito 'par défaut'. Alla fine, andrà loro bene tutto, perché ormai vale tutto. Ma nella nota dei due c'è anche il segnale che la situazione si sta sgretolando rapidamente, che le scialuppe sono pronte ad essere calate con il Titanic che ha già centrato l'iceberg. Berlusconi e Salvini sanno benissimo che le elezioni anticipate sono in questo momento un vantaggio per Giorgia Meloni e basta, sarà lei a raccogliere i frutti del voto, non la Lega e Forza Italia, dove molti hanno già visto il pericolo di un'elezione nel momento più acuto della crisi. Si vota? Se la destra vince, raccoglierà il potere in piena guerra del gas e guerra tout court. Governare tra le macerie, non è la canzone di Pino Daniele, 'Che soddisfazione':
Oh, mamma mia
Ho speso una follia
Volevo un Mercedes bianco
Lo stereo e il servosterzo, che sballo
Per portarti a Mergellina
La domenica mattina.
Nessuna soddisfazione in arrivo. Nessuno gita a Mergellina la domenica mattina. Perché il problema non è il voto, è il calendario, la storia che gira, il momento, il 'cogli l'attimo' che non può essere l'idea pazza di andare cantando a squarciagola incontro al treno che arriva a tutta velocità in fondo al tunnel. Il tempismo in politica è fondamentale, se non hai calcolato l'ingresso in scena (e l'uscita), si fa la fine di quello che si lancia dalla carlinga dell'aereo tout de suite e dimentica il paracadute. Sorpresa.
Se più di mille sindaci (di ogni colore politico) firmano un appello per Draghi forse bisogna riflettere. Perché sarà anche una mossa singolare sul piano istituzionale, ma segnala un problema grande. E un'idea che sta crescendo, quella di un paese che non vuole tornare indietro, l'idea che il naufragio si possa evitare, una maggioranza silenziosa che comincia a dire la sua. Non è niente più di questo, ma quando c'è un rumore di fondo, prima o poi il fiume carsico erompe in superficie. E poi il 'draghismo' del paese non esiste in forma politica ma c'è nei fatti di ogni giorno (altrimenti non saremmo quello che siamo, una potenza economica), ha bisogno solo di prender forma e di solito questi fenomeni avvengono nelle crisi più dure, negli sconvolgimenti di un'epoca. E ci stiamo arrivando, il momento in cui i fili scoperti del corto circuito della contemporaneità cominceranno a brillare tutti insieme. Il grande bagliore.
Bisogna tener conto di quello che accade, perché non ci sono solo i sindaci, c'è anche il mondo dell'associazionismo che lancia un "appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi e alle forze politiche che l'hanno sostenuto affinché venga scongiurata una crisi di Governo". Stamattina un documento firmato da Acli, Arci, Azione Cattolica, Confcooperative, Cnca, Fuci, Gruppo Abele, Legambiente, Legacoop Sociali, Libera, Meic, Movimento Politico per l'Unità esprime "profonda e sincera preoccupazione" e dice che "la drammaticità del momento e le tante domande di dignità della società non hanno bisogno di una crisi perché ne uscirebbero ancora più compromesse".
La tentazione di molti sarà quella di dire che ci sono 'due Italie' e questa, figuriamoci, è quella dei 'migliori', naturalmente dei 'competenti', degli istruiti, di quelli che mangiano con le posate, ripieni come supplì di bon ton e vai con la chincaglieria delle presunte classi colte che ha sfasciato il dibattito politico e dato una spinta decisiva al populismo. Il voto ai Cinque stelle ha come radice il rifiuto dell'intellettuale, visto come parte dell'establishment, il permafrost dell'inamovibile 'classe digerente' italiana. Il fenomeno in America è una costante del paesaggio politico, lo ha esplorato Richard Hofstadter nel 1963 in un libro intitolato 'Anti-intellectualism in American Life', premio Pulitzer nel 1964.
Il caso italiano è diverso, ma nel fascismo e nel comunismo vi erano tutte le tracce di questo fenomeno, gli intellettuali o erano cantori, o non erano, erano 'utili idioti' e 'nemici del popolo'. E se questa non è l'America di Andrew Jackson, è però l'Italia del Duce e del togliattismo, che si tradusse poi sul piano culturale nella visione a una dimensione del male che invece era 'doppio', quello che Gaetano Salvemini vedeva come il problema del «protestare contro la Gestapo e l’Ovra di Mussolini», dimenticando «l’attività criminale della polizia politica sovietica». Ma gli smemorati e opportunisti di allora rispetto al vuoto di oggi appaiono perfino dei giganti. Siamo passati dal Futurismo al quasi niente letterario e qualcosa vorrà pur dire.
Il draghismo come movimento spontaneo (o 'spintaneo', come dicono quelli che si divertono in questa tragedia) è una storia che non comincerà mai nelle forme immaginate da qualcuno. Perché poi prevale l'individualismo a-morale, il senso dell'accomodamento nel privè, la svogliatezza di fare e disfare (questa è la rivoluzione che non c'è), sostituita da un rassicurante scorrere del sangue degli ultimi, al ritmo di una guerriglia sociale dove periscono i poveri e gli emarginati.
Questo modo di 'aggiustare' le cose funzionava finché la classe media reggeva, il 'nero' andava e il rinfuso carico di welfare che c'era s'accumulava sulle spalle di chi lavorava e delle generazioni future. Anche oggi. Ma dopo la crisi finanziaria del 2011 tutto questo è cambiato e l'ingresso dei grillini in Parlamento nel 2013 rompe questo 'spazio di tranquillità' (era falso, visto proprio il successo di Grillo) e introduce elementi che conducono alla crisi attuale: accelerazione del populismo, esplosione della spesa sociale slegata dalla responsabilità, con relativa distorsione del mercato del lavoro (il fenomeno delle dimissioni e di coloro che non hanno nessuna intenzione di lavorare perché qualcuno pagherà, vedi alla voce reddito di cittadinanza), demonizzazione della figura dell'imprenditore, alienazione dell'individuo nella Rete, dove tutti sono insieme e spaventosamente soli. In due tornate elettorali (2013 e 2018) non è solo il Parlamento ad esser cambiato, ma l'intera società italiana, siamo arrivati al redde rationem (Vangelo secondo Luca: "Diceva anche ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: «Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare».).
Un Fondatore senza guida. Beppe Grillo a Roma il 27 giugno scorso (Foto Ansa).Non poteva che andare così, dopo lo sconvolgimento della pandemia (parlate con i medici, avrete conferma dei danni psicologici provocati dal post-malattia da un lato e dai lockdown dall'altro) e l'arrivo della guerra e di altri shock di cui la massa brulicante negli aeroporti, nelle stazioni e nei porti ancora non si è resa conto, anche se sente la sinistra presenza di 'qualcosa'. La reazione dell'istante è una corsa all'evasione (dalla segregazione pre- e post-), alla fuga, alla 'vacanza' (della mente), al dimentichiamoci di tutto perché poi sarà anche peggio (il non-detto di questa storia) di cui le cronache riportano solo la schiuma, mentre l'onda su cui stiamo surfando è gigantesca e promette sorprese per il lungo inverno.
Non sfugge a nessuno che Draghi sia la carta migliore nel mazzo che abbiamo a disposizione, ma il sistema politico non lo ha mai sentito come un'opportunità e dopo un anno sta procedendo con la rimozione di quello che considera un 'ingombro', la prova della mediocrità e debolezza dei leader e dei partitanti di varia estrazione.
La storia si ripete. In un contesto contrario, di austerità e non di espansione (e il risultato in Parlamento non cambia) toccò a Mario Monti diventare il capro espiatorio dei partiti, lo usarono per farsi traghettare al voto, illudendosi di tornare al come prima più di prima. Votarono il 'Salva Italia' chiesto dall'Unione europea e poi scapparono verso un voto in febbraio che fu il primo gong della fine dei giochi, l'elezione del 2013 e il boom del Movimento Cinque Stelle. Ieri, oggi, domani. La politica italiana è questo ciclo di distruzione.
No alle dimissioni. Ex premier che avvisa il premier. Mario Monti (Foto Ansa).Oggi Monti scrive un articolo sul Corriere della Sera per consigliare a Mario Draghi di restare al suo posto e lo fa con parole severe: "Non credo che Mario Draghi abbandonerà in questo momento la responsabilità di presidente del Consiglio. Sarebbe una mancanza di rispetto verso il Paese e i cittadini. E potrebbe intaccare la legacy dello stesso Draghi, il suo posto nella storia. E totalmente comprensibile l'amarezza provata dal presidente Draghi di fronte ai meschini giochi praticati da vari partiti, in tempi recenti e meno recenti, a danno del governo e del Paese. Né si può accettare che i fulmini dei giorni scorsi - scariche incrociate di «ira funesta» - carbonizzino la vita politica. E in tal modo «adducano infiniti lutti» agli italiani, in una fase già piena di difficoltà". L'intervento di Monti non fa sconti a nessuno, è immerso nel realismo e nella speranza: "Il senso del dovere verso lo Stato, verso i cittadini, è al di sopra di ogni altra considerazione. Anche se i politici, all'inizio osannanti, diventano ostili a causa dell'impopolarità di certe misure necessarie e da loro stessi approvate; anche se essi creano ostacoli che possono appannare la reputazione del governo o di chi lo guida, non c'è spazio per considerazioni personali". Il richiamo, prima di tutti, è per Draghi. Ha una responsabilità superiore. Essere migliore significa anche essere disposti al sacrificio.
Draghi non lo voleva il Pd all'inizio (le cronache sono a disposizione di tutti, hanno perfino cambiato il segretario, è stato Enrico Letta a rimettere le cose in carreggiata, con gran fatica), non lo voleva la Lega (che poi entrò nel governo di unità nazionale in extremis, decisione giusta), Forza Italia lo colse come un'occasione per uscire dal problema della spinta a tutta destra, Renzi lo tirò fuori dal cilindro per mandare a casa Conte (e fece bene), Fratelli d'Italia lo usò per pescare la rendita dell'opposizione solitaria (conveniente, ma vedremo quanto a doppio taglio, quando sarà il momento di governare). Montanelli avrebbe detto, todos caballeros.
Dopo 17 mesi di giostra, eccoci qua, a fare i conti con la fine (forse, non è finita finché non è finita) del governo Draghi. Non servono i titoli dei giornali stranieri, gli appelli della comunità internazionale, la posizione geopolitica dell'Italia al centro del Mediterraneo riconquistata (oggi Draghi è in Algeria, porta a casa altri 4 miliardi di metri cubi di gas che ci darà una mano a affrontare il duro inverno della guerra con la Russia, non solo a noi, a tutta l'Europa). Tutto questo parte dall'ascesa e caduta del Movimento Cinque Stelle, dalla storia di un'idea che era già finita chiaramente con la scomparsa di Gianroberto Casaleggio e l'arrivo di una figura senza biografia, un vuoto con un'ambizione smisurata intorno, Giuseppe Conte.
Un breve riepilogo aiuta a capire: dal 2018 a oggi il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle si è dimezzato, tra espulsioni, abbandoni e scissioni sono oltre 160 i deputati e senatori che hanno lasciato il partito; quello di Draghi è il terzo esecutivo bruciato con i pentastellati al governo in posizione dominante, hanno avuto la premiership due volte e per due volte hanno fallito con Giuseppe Conte che, cambiata la funzione, non cambia il risultato da disaster movie, vista la manovra kamikaze del Senato. I Cinque Stelle sono di fronte al fatto del ‘tutti a casa’ con i risultati delle amministrative che sono stati il preludio di un crac alle elezioni politiche. Andranno a cercare un seggio in un Parlamento che (quanto è beffardo il destino) proprio la demagogia grillina ha ‘tagliato’ a 600 componenti. Perfetto contrappasso per i populisti: mancano i voti, i posti sono pochi, decine e decine di parlamentari pentastellati (e non solo) stanno per uscire dal Palazzo e non vi rientreranno mai più. Storia finita.
Piaccia o meno, Draghi è garante del nostro debito sovrano di fronte ai mercati e dà più peso alla diplomazia italiana nel mondo. In un clima di surreale sospensione dalla realtà, in piena fuga dalla storia, proiettati in un’altra dimensione, in molti dimenticano che viviamo in tempo di guerra, in piena Europa, con una durissima competizione tra l’Occidente e il ‘resto del mondo’, in un periodo di shock energetico che d’inverno si trasformerà in emergenza europea, un’inflazione galoppante, con il rialzo dei tassi e una politica monetaria delle banche centrali fatalmente non allineata, con l’euro debole e per la prima volta dopo 20 anni in parità con il dollaro.
La realtà è tutta nell'ultima copertina dell’Economist: ‘Il pericolo dell’inverno in Europa’, con un orso che punta a Cappuccetto Rosso che passeggia tra le nevi e gli alberi trasformati in stazioni del gas. Non sono fatti remoti, ma la vita di ogni giorno, il pieno alla pompa di benzina, la spesa al supermercato, l’istruzione per i figli, reddito, capitale, lavoro. "Winter is coming", l'inverno sta arrivando.
E se non stiamo attenti, sarà l'inverno del nostro scontento, quello descritto dalla penna mirabile di John Steinbeck, in un romanzo epico che nel titolo riecheggia William Shakespeare, Riccardo III: Ormai l'inverno del nostro scontento / s'è fatto estate sfolgorante ai raggi di questo sole di York". Sì, vivremo tempi interessanti. Forse troppo.
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4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.