21 Novembre
L'Iran dichiara la vittoria sull'Isis
Teheran dichiara sconfitta l'organizzazione di terroristi in Siria e Iraq. E il capo di Hezbollah in Libano annuncia il ritiro delle truppe dall'Iraq: "Non servono più". Il rovesciamento delle sorti della guerra ha il nome di uno stratega: Vladimir Putin.
Agenzie strategiche per la crescita e il sapere estratte a sorte, un rapporto sempre più complicato con i Paesi dell'Est, la Germania in una crisi di non-governo, le politiche sui migranti in rigoroso disordine sparso, la tensione sull'unione bancaria, il Nord contro il Sud e il Sud contro il Nord. Cosa sta accadendo all'Europa? Siamo chiaramente di fronte una transizione dal vecchio mondo uscito dopo Yalta a un nuovo (dis)ordine mondiale in cui l'Europa è ancora importante ma non più centrale. È il classico momento della Storia che viene definito con la parola "crisi". In greco krisis significa separazione, divisione e, nello stesso tempo, scelta, soluzione, giudizio. In questa parola che ha le sue origini remote nell'agricoltura, nella semina e nel raccolto, c'è il problema e la soluzione. L'Europa ha scelto finora di non scegliere: è avvolta in una crisi e si libra in un limbo senza pensare che prima o poi tutti i voli pindarici finiscono a terra. Niente di male, dipende all'atterraggio. Mentre l'Europa si contorce nei suoi problemi interni, il mondo va avanti e si vedono all'orizzonte le linee di un altro ordine mondiale, il gioco nuovo in Medio Oriente: l'Iran ha dichiarato la vittoria completa su Isis, Hezbollah ha annunciato il ritiro delle truppe dall'Iraq e sul palcoscenico c'è il vincitore reale di questa partita enorme: Vladimir Putin.
01
La convergenza tra Teheran e Mosca
La notizia dovrebbe innescare qualche movimento nei neuroni dell'Occidente democratico, ma non se ne vede traccia. L'Iran ha dichiarato la sconfitta dell'Isis in Siria e in Iraq. La dichiarazione è arrivata dal generale Qassem Soleimani, comandante della brigata Quds dei Pasdaran, che ha inviato un messaggio all'Ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema del Paese. Dichiarazione del presidente iraniano Rouhani: "Oggi possiamo dire che il male di Daesh è stato debellato e che non minaccia più la gente....
Agenzie strategiche per la crescita e il sapere estratte a sorte, un rapporto sempre più complicato con i Paesi dell'Est, la Germania in una crisi di non-governo, le politiche sui migranti in rigoroso disordine sparso, la tensione sull'unione bancaria, il Nord contro il Sud e il Sud contro il Nord. Cosa sta accadendo all'Europa? Siamo chiaramente di fronte una transizione dal vecchio mondo uscito dopo Yalta a un nuovo (dis)ordine mondiale in cui l'Europa è ancora importante ma non più centrale. È il classico momento della Storia che viene definito con la parola "crisi". In greco krisis significa separazione, divisione e, nello stesso tempo, scelta, soluzione, giudizio. In questa parola che ha le sue origini remote nell'agricoltura, nella semina e nel raccolto, c'è il problema e la soluzione. L'Europa ha scelto finora di non scegliere: è avvolta in una crisi e si libra in un limbo senza pensare che prima o poi tutti i voli pindarici finiscono a terra. Niente di male, dipende all'atterraggio. Mentre l'Europa si contorce nei suoi problemi interni, il mondo va avanti e si vedono all'orizzonte le linee di un altro ordine mondiale, il gioco nuovo in Medio Oriente: l'Iran ha dichiarato la vittoria completa su Isis, Hezbollah ha annunciato il ritiro delle truppe dall'Iraq e sul palcoscenico c'è il vincitore reale di questa partita enorme: Vladimir Putin.
01
La convergenza tra Teheran e Mosca
La notizia dovrebbe innescare qualche movimento nei neuroni dell'Occidente democratico, ma non se ne vede traccia. L'Iran ha dichiarato la sconfitta dell'Isis in Siria e in Iraq. La dichiarazione è arrivata dal generale Qassem Soleimani, comandante della brigata Quds dei Pasdaran, che ha inviato un messaggio all'Ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema del Paese. Dichiarazione del presidente iraniano Rouhani: "Oggi possiamo dire che il male di Daesh è stato debellato e che non minaccia più la gente. Con la fine delle operazioni di liberazione di Bukamal, l'ultima roccaforte del Daesh, proclamo la fine di questo albero maledetto". L'Iran ha perso oltre duemila soldati nelle operazioni contro Isis cominciate sei anni fa. Il fatto è talmente solido che dal Libano il capo di Hezbollah, Sayyed Hasan Nasrallah, annuncia il ritiro degli uomini di Hezbollah dall'Iraq: "Non ce n'è più bisogno". End of the Game.
L'Isis avrebbe potuto essere battuto prima se l'amministrazione Obama non si fosse ritirata dallo scenario medio-orientale creando un vuoto colossale in Siria e in Iraq. L'idea di Hillary Clinton di risolvere i problemi con la strategia della proxy war, la guerra conto terzi, in realtà diede il carburante - soldi, armi e logistica - a gruppi di terroristi (chiamati gentilmente ribelli dall'amministrazione americana) che poi andarono a costituire le milizie di Isis. Un disastro strategico di fronte al quale gli americani sarebbero dovuti intervenire subito. Così si è lasciato il campo libero a una gang di criminali e psicopatici che dopo aver preso il controllo del confine siro-iracheno è penetrata all'interno della Siria e dell'Iraq, a un tiro di cannone da Damasco e Baghdad. A quel punto, Vladimir Putin ha rovesciato tutto il gioco e con l'Iran di Khamenei e Rouhani ha messo fine all'avventura di un gruppo di straccioni della guerra. La convergenza tra l'Iran e la Russia è totale. Leggere questo flash point dell'Institute for the Study of War per farsi una prima idea di quello che scriviamo su List. Il grande scacchista del Medio Oriente oggi è al Cremlino. Viviamo davvero tempi interessanti. Forse troppo.
E l'Europa? Completamente assente da questo Risiko, è ripiegata su se stessa. Ha il mal di governo, cercasi urgentemente classe di statisti.
02
Presunti statisti al sorteggio
La storia delle Agenzie europee assegnate per sorteggio dice molto su tutto questo. Affidare al caso scelte strategiche, rapporti di potenza, delicate questioni diplomatiche è segno di grande immaturità e ingenuità nella più benevola delle interpretazioni, di cattiva gestione e visione da Ponzio Pilato nella peggiore. La sconfitta con onore sul campo è un fatto accettabile, si compete, si perde, si vince. Ma quella che arriva perché figlia del "non facciamoci del male, laviamocene le mani" e affidiamo alla Fortuna il destino quella no, non è una cosa digeribile per il contribuente europeo. Gli statisti sono eletti per decidere e il loro rapporto speciale, unico, privilegiato con il potere - che essi incarnano per delega del popolo sovrano, almeno di nome - non si può affidare al lancio di una monetina, a un tiro di dadi, a un biglietto estratto alla lotteria delle agenzie. Non siamo di fronte al totalizzatore all'ippodromo - dove tra l'altro i cavalli corrono tutti fino al traguardo, drogati e non - né stiamo davanti alla slot machine al casinò di Montecarlo. Non premiamo il pulsante e vediamo se la macchinetta sputa soldi o no. Siamo di fronte un'istituzione che alza le mani e dice: non so decidere, non voglio espormi di fronte agli europei, lascio che sia il caso a spedire la lieta o cattiva novella. Questa si chiama resa e, come cantava Franco Battiato, sul ponte sventola bandiera bianca.
03
La crisi di non-governo a Berlino
La crisi della Germania fa parte di questo scenario di resa, di lotta interiore che assume all'esterno la forma della chiusura, del muro contro muro. Angela Merkel ha fallito l'aggancio con la realtà (e siamo già all'incredibile) e siamo di fronte a una crisi di non-governo a Berlino. Hanno superato l'Italia in fatto di pasticci istituzionali (ma noi recupereremo presto con le elezioni politiche, tranquilli) e le espressioni sul volto del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier (qui sotto, nella foto Ansa) ieri raccontavano uno stato di incredulità, desolazione e smarrimento.

"È toccato a loro, finalmente", avrà certamente pensato qualcuno. Achtung, nutrire il sentimento della Schadenfreude, quel sentimento di perfida gioia che si prova per le disgrazie altrui non porta bene. I guai della Germania diventeranno presto i nostri guai. Se i liberali sono disposti a far saltare un governo per difendere le loro idee - giuste o sbagliate - sulla finanza di Berlino, l'immigrazione e i tagli alle tasse, potete star certi che non riserveranno alcun trattamento con i guanti bianchi ai bilanci zeppi di crediti deteriorati delle banche italiane e ai fantasiosi conti pubblici dei paesi del Club Med. I compagni de il Manifesto stamattina ha trovato un bellissimo titolo in prima pagina per descrivere il pasticciaccio brutto di Berlino:
Merkel sembrava destinata a un trionfo, a uno storico quarto mandato, in cima alla storia della Germania, insieme al gigante, Helmut Kohl. Ma qualcosa è andato storto e non è solo il risultato del voto. Il suo fallimento non è soltanto il rifiuto dei liberali di FDP di cedere sui punti caldi del programma di una Grosse Koalition. Sotto c'è altro, una sottovalutazione della nuova Germania che è uscita dalle urne, l'eccessiva fiducia nel suo ruolo di sminuzzatrice dei problemi, una stima sbagliata della durezza dei partiti di una presunta coalizione Jamaica che in questo caso competono sul campo con la CDU-CSU. Christian Lindner, leader dei liberali, non teme le elezioni e se è vero che Merkel sta guardando con interesse a un nuovo voto tedesco, allora la cancelliera ha smarrito la lucidità perché sono un tiro a dadi davvero rischioso: la destra di AFD è in rampa di lancio per aumentare il bottino di 94 seggi che ha raccolto al Bundestag, i liberali sono sintonizzati con la borghesia del paese e i partiti estremi come la Linke a sinistra sperano di erodere ancora il bacino già ridotto della SPD. L'altro ieri Merkel ha vinto di misura, stavolta potrebbe andare decisamente peggio. La Germania è una potenza economica, ha 83 milioni di abitanti, è sempre stata croce e delizia dell'Europa. Sul taccuino del titolare resta annotata la frase di uno dei fari di List, Winston Churchill:
È ben noto che nessun popolo è più preciso dei tedeschi nella preparazione e nella pianificazione, ma ugualmente nessun popolo può risultare maggiormente sconvolto quando i suoi piani falliscono. Essi non sono in grado di improvvisare.
Che facciamo? Andiamo nel Pacifico, rimbalzando per lo Studio Ovale. Trump ha fatto una mossa sulla scacchiera contro la Corea del Nord.
04
Corea del Nord stato terrorista
Kim jong-un spara missili e fa esplodere la Bomba? Allora che torni nell'elenco degli stati sponsor del terrorismo. Fu l'amministrazione Obama nel 2008 a cancellarla dalla black list, nove anni dopo, rientrerà in quel registro. D'altronde, Kim non solo non ha denuclearizzato un bel niente, nonostante le aperture e le benevole occhiate dell'amministrazione da Premio Nobel per la Pace di Obama, ma ha addirittura sviluppato un arsenale balistico e nucleare tanto pericoloso da non far dormire sonni tranquilli a nessuno nel Pacifico (chiedete lumi ai giapponesi dell'isola di Hokkaido) e ormai perfino agli americani che abitano a Los Angeles. La Corea del Sud e il Giappone hanno commentato così la mossa di Trump. Il premier Shinzo Abe ha detto: "Accolgo con favore e sostengo la decisione di reinserire Pyongyang nella lista di Paesi sponsor del terrorismo, perché aumenterà la pressione la pressione sulla Corea del Nord". Il consigliere per la sicurezza della Corea del Sud, Moon Chung-in, ha riportato tutti con i piedi per terra: "È un atto più simbolico che reale". Sì, ma offre ulteriori basi legali agli americani per fare la guerra, semmai dovesse servire. Per ora, la battaglia resta congelata. E speriamo lo resti a lungo. Chi spara il primo missile innesca una guerra nucleare. Lasciamo il Pacifico, torniamo in America, c'è una questione che riguarda l'Antitrust davvero interessante.
05
Battaglia sulla fusione di AT&T e Time Warner
Il file aperto dal Dipartimento della Giustizia contro la fusione di AT&T e Time Warner è un filo elettrico scoperto. Siamo dentro uno di quei trend globali che List segue con attenzione: il grande risiko delle telecomunicazioni e dell'enternainment, la combinazione e fusione degli elementi della contemporaneità. Il governo americano pensa - a ragione - che la fusione tra le due aziende vada a creare una posizione dominante tale da influire sui prezzi dei consumatori, sull'innovazione e la concorrenza. Il settore televisivo americano è in piena rivoluzione - sta accadendo anche in Europa - i giganti di Internet hanno mandato all'aria il modello di business dei tradizionali broadcasters e Time Warner è uno di questi. Concentrare le attività e fonderle insieme a quelle di un operatore delle telecomunicazioni ha una logica, ma questo significa che chi ha i tubi fa anche il prezzo di quello che ci scorre dentro. Se poi la faccenda riguarda un accordo da 85 miliardi di dollari che comprende la Cnn, cioè il marchio globale più prestigioso dell'informazione, allora è difficile sostenere che il governo non deve occuparsene. All'informazione, inoltre, bisogna aggiungere il ben più imporante immaginario veicolato dai video di Warner Bros e HBO, cioè l'elemento che plasma - fino a un certo punto, ma così è - l'inconscio e crea consenso o dissenso. Il potere nella sua forma più sofisticata e occulta.
Che facciamo? Seguiamo le tracce luminose e sonore di questo mondo di cui la musica è parte fondamentale. Andiamo a vedere (e ascoltare) le mosse di Taylor Swift, la cantante ha molto da insegnare a chi vuole vendere il suo prodotto nell'era digitale, quella che smaterializza tutto, anche i ricavi. Preparate le cuffie e pompate il volume, musica!
06
Taiylor Swift. Vendere nell'era dello streaming
Immaginario, musica, parole, visione. Tutto questo è il campo da gioco di List. La cantante pop americana Taylor Swift ha piazzato ancora una volta l'album più venduto in una settimana, ma non è riuscita a battere se stessa. Secondo Nielsen Music ha venduto 1.22 milioni di copie di "Reputation", come spiega il Wall Street Journal un numero che rappresenta il 41 per cento delle vendite complessive dei primi 200 album compresi nella classifica Billboard. Il suo album precedente, "1989" aveva venduto nella prima settimana 1.29 milioni di copie. La cantante è da seguire non solo per il suo indubbio talento, ma per la capacità che ha mostrato nel reinventare il marketing musicale nell'era dominata dallo streaming, fattore che ha ucciso il download (citofonare Apple, per chiedere che effetto fa) e il compact disc. La Swift ha incentivato i fan all'acquisto con una serie di trovate interessanti: chi compra un album avrà una rivista di 72 pagine con foto e testi esclusivi della cantante e naturalmente sconti sui biglietti per i concerti, l'altra fonte di ricavi dell'artista. È un mondo difficile, ma la ragazza ha una grande forza. E talento. Call It What You Want.
07
RadioList
Ascoltate RadioList. Sorteggi per le agenzie europee, Italia beffata, quella del farmaco va ad Amsterdam. Ponzio Pilato Europa si affida alle monetine del calcio che fu. La Germania sembra l'Italia: Merkel fallisce l'appuntamento con il governo, Si rivota? Tavecchio si dimette dalla presidenza della Figc, nessuno piangerà. Il grande gioco delle fusioni nell'industria dei microchip. Toh, una novità: scioperano i taxi.
Due parti di news, una parte di musica e un twist di humour. RadioList.
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6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.