19 Aprile
L'Italia alla finestra
Attendiamo la fine del lockdown, il documento per la riapertura ancora non c'è, abbiamo pagato il tempo e perso il tempo. In principio fu Wuhan e dalla Cina mancano informazioni fondamentali sull'origine del virus. Visioni dal futuro e dal cinema, quando la fiction è la realtà. Il difficile domani dell'arte
Che succede? Guardate la foto che apre List. È la realtà che sta fuori dal Palazzo della politica, cieco, muto e sordo. Il popolo, questa parola che riempie la bocca dei governanti a caccia di consenso, eccolo qui, rinchiuso, in attesa di un fatto nuovo, di una speranza. Quartiere di San Basilio, Roma. Le finestre spalancate delle famiglie. Non ci sono terrazze, non ci sono balconi, esistono le mura, uno sprazzo di luce, il suono di qualcosa che ricorda che esiste la vita, la musica, l'arte che va dritta al cuore. Un concerto organizzato dall'associazione Salvamamme nel cortile di un condominio popolare. L'Italia che aspetta Godot è qui. L'Italia è alla finestra.
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Facciamo il punto nave, ore 10:30, è domenica, Borse chiuse, solo un po' di rassegna stampa (con il niente o quasi sui giornali). Abbiamo il solito giro di bollettini di ieri sera: contagiati (3.491), morti (482 contro i 575 di ieri) e guariti (2.200). Come va? Al solito, cala qualcosa, sale altro, se la Lombardia va sotto controllo e le altre Regioni tengono, la prima ondata dell'epidemia è andata così, con oltre 175 mila contagiati e più di 23 mila morti.
C'è perfino chi ha il coraggio di parlare di "modello Italia" di fronte a questa strage. In fondo, è tutto chiarissimo, non abbiamo alcuna visione, siamo ripiegati su noi stessi, guardiamo a cose che non hanno niente a che fare con il futuro e quello che c'è veramente in gioco. Basta fare il punto per rendersi conto della nostra dimensione da lillipuziani.
01
Riapertura? Sì, no, nì
La Fase 2 nel frattempo è ben confusa con la Fase 1 che è ancora aperta, il puntuale scontro tra Regioni e governo, le associazioni degli imprenditori che dicono che il coronavirus è una tragedia economica, il governo (sì, ancora) che fa slittare...
Che succede? Guardate la foto che apre List. È la realtà che sta fuori dal Palazzo della politica, cieco, muto e sordo. Il popolo, questa parola che riempie la bocca dei governanti a caccia di consenso, eccolo qui, rinchiuso, in attesa di un fatto nuovo, di una speranza. Quartiere di San Basilio, Roma. Le finestre spalancate delle famiglie. Non ci sono terrazze, non ci sono balconi, esistono le mura, uno sprazzo di luce, il suono di qualcosa che ricorda che esiste la vita, la musica, l'arte che va dritta al cuore. Un concerto organizzato dall'associazione Salvamamme nel cortile di un condominio popolare. L'Italia che aspetta Godot è qui. L'Italia è alla finestra.
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Facciamo il punto nave, ore 10:30, è domenica, Borse chiuse, solo un po' di rassegna stampa (con il niente o quasi sui giornali). Abbiamo il solito giro di bollettini di ieri sera: contagiati (3.491), morti (482 contro i 575 di ieri) e guariti (2.200). Come va? Al solito, cala qualcosa, sale altro, se la Lombardia va sotto controllo e le altre Regioni tengono, la prima ondata dell'epidemia è andata così, con oltre 175 mila contagiati e più di 23 mila morti.
C'è perfino chi ha il coraggio di parlare di "modello Italia" di fronte a questa strage. In fondo, è tutto chiarissimo, non abbiamo alcuna visione, siamo ripiegati su noi stessi, guardiamo a cose che non hanno niente a che fare con il futuro e quello che c'è veramente in gioco. Basta fare il punto per rendersi conto della nostra dimensione da lillipuziani.
01
Riapertura? Sì, no, nì
La Fase 2 nel frattempo è ben confusa con la Fase 1 che è ancora aperta, il puntuale scontro tra Regioni e governo, le associazioni degli imprenditori che dicono che il coronavirus è una tragedia economica, il governo (sì, ancora) che fa slittare lo scostamento di Bilancio (mai puntuali quando si tratta di dare seguito alle promesse), il premier Conte che intervistato dal Giornale dice che "i governi di unità nazionale sono formule astratte molto improbabili da perseguire in concreto", mentre "Draghi non è persona che si lascia tirare per la giacchetta in polemiche strumentali" (frasi che dicono tutto sul reale interesse del premier, se stesso), il commissario Arcuri che s'improvvisa storico della Seconda guerra mondiale e al quale abbiamo dovuto dedicare il nostro tempo: è in fase di guarnitura una strepitosa portata di Marco Patricelli - la serviamo all'ora di pranzo - che parla da storico della Seconda guerra mondiale e non da Arcuri, scoprirete la differenza. Dovrebbe pensare alle mascherine per la riapertura (e ai poveri, perché almeno a loro dovrebbero essere distribuite gratis o vogliamo pure lucrare sul dolore della catastrofe?), la magistratura ha trovato un filone per farsi fare i titoli in prima pagina, le indagini nelle case di cura (proprio adesso, una bella perquisizione, nel pieno del caos sanitario, puntualità unica), lunedì riaprono un po' di aziende perché ora è troppo e la sicurezza la fanno gli imprenditori con i lavoratori in fabbrica non i dpcm, le banche naturalmente dicono che si "rischia il caos" ora che bisogna fare le pratiche per i prestiti garantiti dal governo e allo sportello, mon dieu, non c'è sicurezza (hanno avuto solo quasi due mesi per pensarci). La traduzione di tutto questo caotico accumularsi è nel titolo del Corriere della Sera (e nell'occhiello scaturito dalla frase di Arcuri: "In Lombardia cinque volte le vittime civili della guerra"):
Riapertura. Un giorno si accelera, il giorno dopo si frena. L'importante è avere le idee chiare, no? Se ne parla, appunto, ma ancora non abbiamo avuto un solo documento ufficiale del governo italiano sul chi, come, dove, quando e perché. Una regale concessione ai sudditi.
02
Pagare il tempo, perdere il tempo
Registriamo sul taccuino che il piano ancora non c'è e il 4 maggio è praticamente alle porte. La comunicazione tempestiva (che significa con largo anticipo) va fatta per dare modo a tutti di prepararsi. "Tutti", prima di tutto, sono i liberi cittadini non più liberi perché oggetto dn un lockdown le cui ragioni erano quelle di rallentare il contagio per dare modo al governo di preparare la Fase 2. Stavamo, stiamo, comprando tempo (al prezzo di mezzo punto di prodotto interno lordo alla settimana), non per sconfiggere il virus (quello dovrebbe essere il compito della ricerca farmaceutica) ma per prepararci a conviverci in attesa, un giorno, della cura. Come dovrebbe essere un piano per passare dalla fase del lockdown a quella della riapertura? Stati Uniti d'America, amministrazione Trump, ecco alcune pagine del documento intitolato "Opening Up America Again":
Democrazia è rispetto del cittadino e del contribuente - perché vale ancora l'antico principio del "No Taxation Without Representation" - chiarezza dell'esposizione, linea guida, delega, buon senso, nessun estremismo. Criteri, fasi, responsabilità. Non è un documento perfetto, gli Stati Uniti incontreranno grandi difficoltà, perché la Storia non è una linea retta (e abbiamo visto che non è sempre progresso) e dovranno adattare questo percorso più volte. Hanno un tema grande di scarsa disciplina e consapevolezza sui rischi per la salute, ma le rivolte in Michigan e altri stati contro l'eccesso del lockdown sulle libertà fondamentali (la Costituzione americana è una cosa seria) e la distruzione del reddito dimostrano come la politica debba bilanciare gli interessi, non affidarsi al governo dei virologi, trovare un equilibrio prima che il passo successivo diventi il caos. Dunque prima fase, responsabilità degli Stati:
E naturalmente prima fase anche gli individui:
E i lavoratori:
Non troverete gli arabeschi dei dpcm scritti da Azzeccagarbugli rimbalzati in maniera opaca al potere, il linguaggio incomprensibile delle ordinanze dei ministeri, le decisioni dello Stato che vanno in conflitto con le Regioni e viceversa. Il governo emana le direttive, gli Stati le applicano secondo il contesto, il territorio. Questo avviene dove il rapporto tra governanti e governati ha dei limiti, dei diritti e dei doveri. La società americana è malata e in stato di smarrimento (il consumo di oppiacei è un'emergenza nazionale) e lo stesso Trump contribuisce al gran casino - è in campagna elettorale, una complicazione ulteriore dello scenario - ma la Corte Suprema è ancora un fortino della Costituzione. E fa scuola. Noi abbiamo la giurisprudenza del sopruso burocratico, la tracimazione della magistratura inquirente, la sospensione dei diritti fondamentali per atto amministrativo, lo Stato di guerra senza la guerra, la proliferazione dei comitati irresponsabili (non eletti) che occupano gli spazi del Parlamento che nel frattempo ha chiuso i battenti mentre restano aperte le stamberghe dei social media e della tv gracchiante dove sentiamo tutto e il contrario di tutto.
I fatti dicono che abbiamo sprecato tempo. "Abbiamo" si traduce così: il tempo prezioso dei cittadini, sottoposti a uno stress psicofisico e materiale (il reddito per molti è volato via) che lascerà un segno per sempre, è stato impiegato in questioni che nulla hanno a che fare con la "liberazione" della vita degli italiani. Abbiamo visto anziani trattati come soggetti che possono essere tranquillamente lasciati morire, bambini che vengono considerati un veicolo della peste e considerati come esseri che possono stare per un tempo indefinito in casa. Il ministro dell'Istruzione parlando della maturità, usa l'espressione "esame vero", come se tutto quello che hanno visto, il trauma che portano dentro i bambini e gli adolescenti, non sia un terribile esame per la sfida della vita, la materia principale che dovrebbe insegnare la scuola. Chi è genitore sa di cosa stiamo parlando, chi non lo è ma è dotato di intelligenza ci arriva benissimo, per il cretino non abbiano antidoto e, come diceva Ennio Flaiano, ce ne faremo una ragione perché "oggi il cretino è pieno di idee". Arriverà un nuovo decreto, uno scostamento di bilancio, provvedimenti per 70 miliardi di euro. Lo illustreremo, anche questo, quando avremo il testo.
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Nel frattempo il Fase 1 e Fase 2 del governo e delle Regioni somiglia alla gag di Renzo Arbore: "Volante 1 Volante 2". Ecco, noi siamo là, a Indietro tutta. L'agente Frontoni della Volante 1 e l'agente Frangipane della Volante 2 che entravano in contatto durante la lettura del regolamento. Si rideva, tanto. Qui no, anche per mancanza di talento.
03
Fase 1 e Fase 2. La regola del caos
Il paragone con la Germania è schiacciante, le nostre divisioni sono grottesche, la riapertura confusa e senza programmazione con una surreale moltiplicazione di comitati. Un'istantanea di Fabrizio Cicchitto sulla realtà caotica del "modello Italia"
Come si contrasta la crisi del coronavirus? E soprattutto come si studia la riapertura del paese? In Italia a quanto pare con il caos istituzionale. Secondo il Sole 24Ore a livello nazionale sono stati istituiti 15 comitati di esperti che impiegano 450 persone. A livello locale ne esistono almeno altri 30 con altre 400 persone impiegate. Chi decide in Italia? Di chi sono le responsabilità? Tanti responsabili, nessun responsabile.
Facciamo da soli? Sicuri? La Bce dall'inizio del programma Pepp annunciato lo scorso 18 marzo ha comprato circa 30-40 miliardi di bond italiani. Lo scrive Goldman Sachs in un rapporto spiegando che circa il 35-45% del totale degli acquisti sono stati dedicati al nostro paese, ben oltre la quota del 17% del capital key dell'Italia. Si tratta del maggior accumulo mensile effettuato dall'Eurotower, quasi il triplo rispetto ai 13 miliardi di acquisti di bond al mese registrato del secondo trimestre del 2016.
di Fabrizio Cicchitto
Sulla Fase 2 l’Italia rischia di fare una figura anche peggiore di quella già fatta nella Fase 1. Per la Fase 1 il paragone con la Germania è schiacciante, in entrambi i paesi è molto alto il numero dei contagiati, ma ben diverso il numero dei morti e già questo pone un problema e interrogativi di grande riliev0. Continua a leggere l'articolo su List.
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Come si può descrivere tutto quello che sta accadendo? Facciamo un viaggio nel futuro.
04
Il passato è futuro
- Rapporto del capitano Ramius al comando generale della Flotta Intestellare, anno 3050 di Gemini.
Una missione inviata ai confini della fascia degli asteroidi ha intercettato una sonda spaziale, tra le prime costruite nel Terzo Millennio dalla specie che abitava il pianeta Terra, una civiltà estinta di cui sappiamo ancora poco. Il pianeta è morente, le acque sono acide, l'atmosfera irrespirabile, i segni degli umani non sono più visibili e le testimonianze sono pochissime, vengono quasi tutte dal Voyager Golden Record caricato su un'antica sonda, il Voyager 1, lanciato da un luogo che allora era chiamato Stati Uniti, nel 1977, ritrovato alla deriva nei pressi della galassia di Andromeda.
All'interno dell'ultima sonda abbiamo trovato un documento che potrebbe dare una prima spiegazione sul declino di quella civiltà che non fu capace di sviluppare le teorie del professor Albert Einstein per viaggiare in altre dimensioni dello spazio. Si parla di un virus e dei bizzarri tentativi di fermarlo e tornare alla vita normale in un paese che gli scienziati qui a bordo pensano sia l'Italia.
Questa civiltà dava grande importanza a un sistema di trasmissione di immagini chiamato televisione. Si intuisce che era passivo, non c'era interazione. Era presente anche un altro sistema, chiamato Internet, sul quale gli abitanti della Terra potevano scambiarsi messaggi liberamente. Gli scienziati pensano che questo secondo sistema sia stato poi utilizzato per il controllo dei popoli e la deviazione delle loro coscienze con ondate programmate di emozioni artificiali. Il documento, l'unico finora leggibile in un insieme di dati che stiamo decrittando, è stato tradotto dai nostri sistemi di lettura dei linguaggi cosmici, custodito in una capsula e inviato via teletrasporto alla vostra base. Attendo nuovi comandi.
Aprile 2020.
Cara mamma,
ti scrivo ora, non si sa mai, così resterà qualcosa di me per te e papà, siamo troppo lontani e nessuno sa quando e come potremo un giorno riabbracciarci. E se mai dovesse succedere qualcosa di irreparabile, non potremmo neppure salutarci. I virologi dicono che dobbiamo stare chiusi in casa finché il virus non sarà annientato. Non sanno come farlo, perché la cura non c'è, ma ripetono che solo loro sanno e lo sconfigeranno a tutti i costi. Ti segnalo che sono morti i medici, gli infermieri, i preti, ma i virologi... no, quelli no. D'altronde passano gran parte del tempo a parlare in televisione, ma il loro compito ora è cambiato, si capisce: devono ammaestrare la massa.
Il politico finora si era sottoposto docilmente ai consigli del virologo per due ragioni: primo, è un perfetto capro espiatorio per giustificare domani i suoi fallimenti; secondo, le soluzioni che propone ampliano il regime della paura e della sorveglianza, sono utili per il mantenimento e la manipolazione del consenso oggi e domani.
Lo so, ti annoiano queste mie considerazioni, stai pensando ai cespugli di rose, al pane nel forno, ai dolci, a quando tutto questo finirà, ma sai che ogni tanto devo scriverti. E poi neanche tu puoi uscire di casa, mi ha detto il babbo (parla sempre poco, ma dà informazioni utili, quando lo fa) che l'hanno fermato mentre comprava l'acqua, quindi come vedi la politica del distanziamento sociale (che dovrebbe attuarsi in realtà in un regime di libertà e volontarietà, senza coercizione e sospensione dei diritti fondamentali) è oltre l'immaginazione, siamo dentro una variante à la cinese, il lockdown, il blocco di ogni attività, lo "state a casa" che si realizza con atti d'imperio che sospendono la Costituzione, la compressione della libertà, lo Stato di polizia (in)volontario. Oggi mi hanno raccontato di una famiglia fermata dalla polizia, andavano a fare un controllo alla figlia, in ospedale, dopo un trapianto di midollo osseo, una bimba di 8 anni. Hanno multato il padre, verbale di 500 euro. E sai una cosa, mamma, quel padre è in cassa integrazione a 590 euro al mese. Hanno riconosciuto l'errore, si sono scusati. Ma errori come questi sono il segnale che qualcosa è sfuggito di mano. Mamma, qui tutto è vietato, tranne nutrirsi.
L'esperimento totalizzante del virologo, la sua guerra contro il virus, è diventato totalitario. I più anziani, i più deboli, uomini e donne soli nelle proprie case, muoiono. Privi di assistenza, derubati della vita e perfino dell'ultimo conforto, il saluto dei propri cari, il funerale.
Il virologo, nel frattempo è diventato star televisiva, indorato nel suo narcisismo scientista spruzzato in pixel nelle case degli indivanados, continua la sua campagna contro il virus, egli non ha un vaccino, non ha una cura, non ha niente per liberarci dalla prigionia, ma la cosa va. Tuttavia, ora sente che qualcosa lo minaccia, che il castello della paura sta per crollare, i politici fino a un momento prima erano mansueti e riverenti, ora cominciano a chiedergli qualcosa di certo, non più nebulose frasi su come e cosa fare, non più il lockdown che uccide l'economia e lascia vivo il virus. La politica deve ora decidere come uscire dalla trappola della segregazione, prima che venga travolta dall'instabilità sociale causata dalla carestia, è dunque la richiesta è perentoria: "la scienza faccia la scienza" dicono nel Palazzo.
Il virologo vacilla: dice che si può fare, ma anche no, dice che si può uscire, ma attenti, dice che si deve lavorare ma è un rischio, dice che il virus è quasi sconfitto, ma torna domani più forte. Lo scienziato ha cominciato a realizzare (chi l'avrebbe mai detto) che il politico lo ha usato fin dall'inizio: egli serviva - e ora serve più che mai - a coprire ogni decisione, evitare il Grande Tribunale.
Il virologo viene così affiancato da un altro esperto, il manager, un organizzatore che a sua volta è circondato da altri organizzatori. Lo scienziato. L'organizzatore. Così il secondo comitato ora è in azione. E a sua volta si serve di altri soggetti esterni, i consulenti. Il politico ora ha ben due comitati sui quali può scaricare ogni responsabilità per ieri, oggi e domani. Il comitato uno e il comitato due fiutano qualcosa nell'aria e non è il virus. No, è una domanda: ma non è che domani saremo ritenuti responsabili di quello che decidiamo. Segue grande dibattito interno sull'immunità. Al quale segue ulteriore approfondimento: ma decidiamo o suggeriamo?
Le decisioni sono state trasferite con un colpo di penna dall'autorità politica a quella tecnica. Il Parlamento è inerme, prigioniero della paura. L'organizzatore, dotato di poteri taumaturgici, deciderà sul nostro futuro. Vivremo dentro l'app di uno smartphone.
Ciao mamma, mandami le foto delle rose, ricorda al babbo che non ha più vent'anni. A presto, speriamo.
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Siamo in un film. Quale? Ce ne sono tanti, quello da guardare in questo momento è Contagion.
05
La fiction è realtà. Contagion
Ian Lipkin, 67 anni, epidemiologo della Columbia University, ispiratore del film Contagion, dice che non sappiamo cosa può succedere con il coronavirus, potrebbe colpire un terzo dell'umanità, forse tutta. Intervistato dal Financial Times, Lipkin ricorda di aver perso "sei settimane di lavoro" perché colpito dal coronavirus. Non è andato in ospedale, si è curato da solo, in casa, con un farmaco antimalarico. Con il regista Steven Soderbergh (uno dei migliori su piazza) e lo scrittore Scott Burns ha creato nove anni fa un thriller che... be' lo vedrete. Nel mentre riflettete su questa semplice domanda e relativa risposta di Lipkin: perché la Germania sta uscendo dall'epidemia così rapidamente? "La Germania ha dato subito enfasi ai test e al contenimento e ha gestito l'epidemia - ecco perché hanno un tasso di mortalità così basso, non c'è nient'altro da spiegare". In Italia non troviamo neppure i reagenti. Ma siamo un "modello", cribbio. Fitction è realtà. Guardare Contagion, tutto comincia con un battito d'ali di... pipistrello.
06
In principio fu Wuhan
Toh, il pipistrello che è sulla copertina di Spillover, il libro di David Quammen che abbiamo già segnalato su List:
Libro fondamentale, per sapere, per capire. Restano domande angoscianti. Prima di tutto: quali prove ha fornito la Cina sull'origine del coronavirus? Nessuna, per ora e ci auguriamo che possano dare una spiegazione robusta. Qui pensiamo che l'origine del virus sia naturale, trasmissione e mutazione da animale a animale e poi da animale a uomo. Ma continua a restare in superficie l'ipotesi dell'incidente di laboratorio. Ci lavora l'intelligence di mezzo mondo, compresa ovviamente quella americana (fonte Cnn, non un pericoloso organo pro Trump), lo stesso generale Mark Milley, al vertice del Joint Chiefs of Staff, ha confemato: "Non dovrebbe sorprendervi, ma l'indagine fino a questo punto è senza conclusioni, le evidenze indicano che è naturale, ma non ne siamo certi". Resta il dubbio.
Niall Ferguson, lo storico più famoso del mondo, sul Times ha posto la domanda a Xi Jinping, premi Nobel (Luc Montagnier) si interrogano o affermano senza misure che si tratta di un virus modificato in laboratorio (da prendere tutto con le pinze), mentre il presidente francese Emmanuel Macron intervistato dal Financial Times l'altro ieri ha affermato: "Non sappiamo tante cose che sono successe in Cina". Noi qui coltiviamo il dubbio e guardiamo i fatti, siamo cronisti. Il cospirazionismo no, solo fatti. Ricordiamo questo articolo di Nature del 22 febbraio 2017:
Il laboratorio di Wuhan. Maximum-security. Speriamo sia così. Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
Post scriptum. Lipkin ritiene necessaria la presenza di "armate di operatori sanitari" per rendere possibile la riapertura delle economie. Questo significa formazione del personale, reclutamento, pianificazione, investimenti nella sanità.
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Sono cose che List, grazie alla pubblicazione dello studio di Vittoria Colizza per l'Inserm di Parigi, ha messo nero su bianco. A futura memoria.
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Il lockdown e la via d'uscita. Una guida
Lo studio dell'Inserm sui casi nell'Île de France, la politica di distanziamento sociale e le misure necessarie per passare alla Fase 2. Vittoria Colizza: "Uscire dal lockdown senza una exit strategy farebbe inevitabilmente rimontare l’epidemia a livelli molto più alti"
È evidente ormai a tutti coloro che hanno mantenuto l'equilibrio che il confinamento ha costi sociali tragici, Le Monde in un editoriale stamattina ne trae le conseguenze in vista del discorso di Macron di stasera, servono altre misure, perché si è visto come sia quasi imposssibile, per esempio, l'isolamento dei malati in piccoli appartamenti (e qui si apre un tema non-detto, l'ineguaglianza sociale, anche per il coronavirus che pure è stato battezzato come "democratico"), servono, come vedremo, nuove idee, strutture, formazione del personale medico e mobilità, "il deconfinamento sarà la più grande impresa politica dalla fine della Seconda guerra mondiale", scrive Le Monde. Alla base delle decisioni di Macron ci sarà anche uno studio dell'Inserm di Parigi, svolto da un team coordinato da Vittoria Colizza. Sarà lei a illustrarne i contenuti su List tra qualche riga. Continua a leggere l'articolo su List.
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Tutto parte come sempre dall'immaginario. Cosa saremmo noi senza il cinema, il teatro, l'arte? Niente. L'Occidente non esisterebbe. Ecco perché dobbiamo riprendere a vivere, a creare. Essere per evitare di Non Essere.
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Cinema, teatro, concerti, musei. Che fare?
Il coronavirus minaccia la continuità delle arti e il rapporto con il pubblico. Un'indagine di Maite Carpio su un'industria che cammina sul filo del rasoio e che oggi è messa a rischio dalla minaccia biologica. Non possiamo chiudere la nostra civiltà, è una grande sfida che ha bisogno del sostegno di tutti
Sembrava che la pestilenza avesse acquistato forze nuove, che la tenacia e la fecondità di germi si fosse raddoppiata. I casi di guarigione erano rari; l’ottanta per cento dei colpiti moriva, e moriva di una morte spaventosa perché il male si manifestava con estrema violenza e sovente nella sua forma più pericolosa.
La Morte a Venezia, Thomas Mann.
di Maite Carpio
”A Venezia c’è il colera!” scrive Thomas Mann nel suo capolavoro e quello sfondo fetido della città accompagna la fine del suo protagonista, Gustav Aschenbach, lo scrittore che ha raggiunto le vette piu alte del consenso culturale ma che ormai chiude, tragicamente, i suoi giorni avvolto dagli effluvi di una epidemia impietosa. Aschenbach se ne va, ma Venezia è sopravvissuta, nella letteratura e nella realtà, per fortuna nostra.
Non c'è dubbio che questo microbo disgraziato abbia messo a terra le nostre certezze, ma ancora non abbiamo sperimentato fino in fondo le conseguenze nefaste dell’apparizione del Covid-19 sul nostro pianeta, soprattutto in quel territorio che una volta conoscevano come “civiltà occidentale”, tante volte data per moribonda, fallita o in via d’ estinzione e che ora, come Aschenbach, rischiamo di perdere sul serio. Continua a leggere l'articolo su List.
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Il problema è sempre quello: la qualità della nostra classe dirigente. Sono rimasti in pochi del passato, quelli di oggi non hanno la stoffa per esserlo. Ieri è morto Giuseppe Guarino, insigne giurista, un intellettuale di rara cultura, un servitore delle Istituzioni.
09
Giuseppe Guarino. 1922-2020
Paolo Savona ricorda il grande giurista scomparso. "Era uno dei miei Maestri di sapere e di vita. Intelletto dirompente e spirito vivace, non a caso napoletano, ha impresso in me un marchio indelebile. La Costituzione era il suo punto di riferimento e ogni giudizio si rifaceva al dettato scelto dai Padri fondatori della Repubblica"
C'era una volta la classe dirigente. Da sinistra: Giuseppe Guarino, Antonio Maccanico e Carlo Azeglio Ciampi (Foto Ansa)Giuseppe Guarino si è spento venerdì sera all'età di 97 anni. Nato a Napoli il 15 novembre del 1922, si laurea nel 1943 in giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode. Nel 1944 è primo classificato nell'esame di procuratore legale e ottieni il Premio Margheri. Nel 1946 pubblica i suoi primi studi, nello stesso anno si trasferisce a Parigi, vincitore di una borsa di studio del governo francese. Nel 1948 ottiene la sua prima docenza di diritto costituzionale all'Università di Sassari. Nel 1955 il governo italiano invia Guarino negli Stati Uniti per una ricerca sull’industria petrolifera negli Stati Uniti, nel Messico e in Canada (pubblicherà poi un saggio sul tema con Sylos Labini). Dal 1967 al 1987 è sindaco della Banca d'Italia. Nel 1988 viene eletto deputato della Democrazia Cristiana. Nel 1987 è ministro delle Finanze nel governo Fanfani. Nel 1992 è ministro dell’Industria nel Governo Amato. La sua produzione saggistica è vastissima, l'eredità dei suoi studi di enorme valore per la scienza del diritto.
di Paolo Savona
Venerdì notte è venuto a mancare a 97 anni Giuseppe Guarino. Era uno dei miei Maestri di sapere e di vita. Intelletto dirompente e spirito vivace, non a caso napoletano, ha impresso in me un marchio indelebile. Il nostro rapporto culturale è stato costante e contraddistinto da vicende incrociate: in Banca d’Italia, di cui era il vero consigliere occulto nell’epoca Carli; in Impregilo, quando subii una persecuzione legale per essermi dedicato a sciogliere una drammatica crisi societaria; al Ministero dell’industria, dove raccolsi la sua validissima eredità per la riorganizzazione delle partecipazioni statali; in Banca di Roma, quando curai con lui l’opera omnia su Guido Carli e, infine, dopo la crisi finanziaria del 2008, quando si stabilì tra noi un dialogo costante e intensi scambi di giudizi sul futuro dell’euro e dell’Unione Europea. Tra noi ci fu un solo momento di tensione, quando nel 2015, sfiduciato, decisi di interrompere la mia vita pubblica dedicandomi agli studi e a coltivare in modo autonomo la comune battaglia per un’architettura istituzionale europea migliore. Mi ripeteva d’essere cauto perché il Paese aveva bisogno di me, suscitando mie scettiche ironie. Eppure ancora una volta aveva ragione perché così accadde, non certo però con gli effetti positivi per il Paese che lui si attendeva.
Guarino era un costituzionalista, un amministrativista e un esperto di diritto pubblico dell’economia di pari valore, ricevendo riconoscimenti ufficiali a livello universitario e non solo a quel livello. Era un caso unico tra i giuristi. La Costituzione era il suo punto di riferimento e ogni giudizio si rifaceva al dettato scelto dai Padri fondatori della Repubblica; in tal senso va interpretata la battaglia politica che intraprese con le scelte europee non meditate e tutte concentrate sulla stabilità senza il giusto equilibrio con la crescita reale, oggetto degli scopi dell’Unione. Pronunciò giudizi feroci nei confronti di Mario Monti per aver accettato l’accordo di fiscal compact che, per fortuna, altri paesi si rifiutarono di approvare e non entrò mai in vigore. Fu profondamente amareggiato quando il Presidente della Repubblica Napolitano, suo allievo e amico, non gli rispose quando gli indirizzò le sue critiche serrate a questa scelta che aveva asseverato.
Nel ricordo che il Corriere della Sera ha dedicato alla sua scomparsa, viene presentato come europeista convinto. È un riconoscimento dovuto, ma non mette in evidenza che cosa ciò significa per lui, che viene accomunato alla linea di accondiscendenza seguita dal quotidiano alle lacune esistenti nell’architettura istituzionale e alle scelte deflazionistiche che Guarino aveva costantemente combattuto. Egli distingueva gli europeisti riformatori, uno sparuto gruppo al quale apparteneva, dagli europeisti conservatori, il gruppo dominante che, a mala pena, accettava di considerare europeisti, essendo solo conservatori, di una conservazione contro cui aveva lottato tutta la vita appartenendo a una sinistra umanistica, non ideologica, né opportunista.
Le sue esperienze e relazioni internazionali erano immense. Spero che la Famiglia voglia aprire quanto prima il suo archivio agli studiosi, per mettere a disposizione della politica il patrimonio di riflessioni che tornò così utile al Paese dal primo dopoguerra in poi. Perciò la sua scomparsa, più che chiudere un’epoca, ne apre un’altra. Perciò continueremo a essergli grati.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
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- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.