20 Luglio

Litigare la notte, fare pace di giorno

Quarto giorno di negoziato europeo per il Recovery Fund. Psicosummit: Conte attacca Rutte, Macron contro Kurz, la pazienza di Michel (due nuove proposte sul tavolo per aiuti e prestiti), la difficile mediazione di Merkel, l'ascesa del cancelliere austriaco

Il quarto giorno, cominciarono a svegliarsi. Il Consiglio europeo è finito anche ieri in una bolla di accuse, i leader europei sono andati dritti contro il muro di titanio della realtà: non c'è l'unanimità e sulla base di una proposta che favorisce nettamente un paese ad alto debito e scarso rispetto di ogni regola (l'Italia), non  potrà mai esserci, dunque o si camabia o si fa un bel funerale all'Unione europea. Non volendo andare dal becchino, oggi forse avremo finalmente una sintesi con la firma anche dei "paesi frugali" (Austria, Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia). Sul tavolo del negoziato Charles Michel (molto bravo, grande pazienza diplomatica) presenterà due proposte: 400 o 390 miliardi di sussidi. Perché il problema è tutto qua: i soldi a fondo perduto, il riequilibrio tra aiuti e prestiti. Come diceva sempre Gordon Gekko, "è tutta una questione di soldi, il resto è conversazione". È anche una questione di riforme che l'Italia dovrebbe fare, perché se hai quota 100, il reddito di cittadinanza, soldi a pioggia per cose inutili che non fanno crescita ma solo clientes, allora qualcuno nel suo piccolo s'incazza e ha ragione. La partita a poker riprende alle 16, dopo una notte agitata e non mescolata.

Scene da un patrimonio: Giuseppe Conte ha accusato Mark Rutte manco fosse la moglie che gli portava via tutto ("se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei per avere compromesso una adeguata ed efficace reazione europea"), la cancelliera Angela Merkel e la premier danese Mette Frederiksen hanno avuto uno scambio fulmineo e non amichevole sullo stato di diritto (riferimento al caso Ungheria, con Viktor Orban che ha dichiarato l'appoggio all'Italia e ricordiamo che...


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