1 Settembre
Lo specchio di uno straordinario insuccesso
Il discorso di Joe Biden dopo il ritiro dall'Afghanistan. Un Presidente isolazionista che di fronte al massacro di Kabul continua a cercare il capro espiatorio (Trump), difende il suo piano disastroso, dice che lo scenario era inevitabile, che è finita l'era del "nation building" e dei "boots on the ground". Cancellati vent'anni di politica estera. L'Europa ha un problema: chi andrà in battaglia domani?
"Uno straordinario successo". Così Joe Biden ha definito il ritiro dall'Afghanistan. I politici mentono spesso, non è una sorpresa, giocano con le parole di fronte a masse ignoranti, l'Occidente è avvolto in una crisi esistenziale e la democrazia è ridotta al punto che vale la dottrina del vince il peggiore. Il problema è che Biden era stato presentato come "il migliore" e in soli sette mesi ha rovinato la sua presidenza. E lo ha fatto per incompetenza e arroganza. Lo "straordinario successo" che ieri sera egli ha difeso è un disastro strategico gigantesco e il suo discorso è surreale. Un Presidente che dice che la debacle, il massacro di Kabul era inevitabile. Un leader che cerca di scaricare su altri gli errori che ha consumato. É la certificazione di una nazione in stato senile, una potenza smarrita, in declino, con una leadership inesistente e pericolosa per l'America e l'Occidente, perché intrisa di debolezza, pronta alla bandiera bianca, isolazionista al punto da manipolare la verità e negare la responsabilità. Joe Biden è riflesso allo specchio, il suo è uno straordinario insuccesso.
Sta bussando alla porta la realtà. Perfino chi lo ha sostenuto contro Trump durante la campagna presidenziale ieri ha definito il discorso di Biden "disgustoso". Questa parola ha usato Meghan McCain, figlia del fu eroe di guerra e senatore John McCain, che ha anche aggiunto: "Biden per me è irriconoscibile". Per noi è riconoscibilissimo, bastava dare un'occhiata alla sua biografia.
Alla fine, quello che hai sostenuto e accolto si rivela The Snake, il serpente della canzone di Al Wilson:
Take me in, oh, tender woman (yes, come on in)
Take me in, for heaven's sake (yes, come on in)
Take me in, tender woman, sighed the snake
Mai farsi accecare dall'odio per una persona, si finisce per credere che il suo...
"Uno straordinario successo". Così Joe Biden ha definito il ritiro dall'Afghanistan. I politici mentono spesso, non è una sorpresa, giocano con le parole di fronte a masse ignoranti, l'Occidente è avvolto in una crisi esistenziale e la democrazia è ridotta al punto che vale la dottrina del vince il peggiore. Il problema è che Biden era stato presentato come "il migliore" e in soli sette mesi ha rovinato la sua presidenza. E lo ha fatto per incompetenza e arroganza. Lo "straordinario successo" che ieri sera egli ha difeso è un disastro strategico gigantesco e il suo discorso è surreale. Un Presidente che dice che la debacle, il massacro di Kabul era inevitabile. Un leader che cerca di scaricare su altri gli errori che ha consumato. É la certificazione di una nazione in stato senile, una potenza smarrita, in declino, con una leadership inesistente e pericolosa per l'America e l'Occidente, perché intrisa di debolezza, pronta alla bandiera bianca, isolazionista al punto da manipolare la verità e negare la responsabilità. Joe Biden è riflesso allo specchio, il suo è uno straordinario insuccesso.
Sta bussando alla porta la realtà. Perfino chi lo ha sostenuto contro Trump durante la campagna presidenziale ieri ha definito il discorso di Biden "disgustoso". Questa parola ha usato Meghan McCain, figlia del fu eroe di guerra e senatore John McCain, che ha anche aggiunto: "Biden per me è irriconoscibile". Per noi è riconoscibilissimo, bastava dare un'occhiata alla sua biografia.
Alla fine, quello che hai sostenuto e accolto si rivela The Snake, il serpente della canzone di Al Wilson:
Take me in, oh, tender woman (yes, come on in)
Take me in, for heaven's sake (yes, come on in)
Take me in, tender woman, sighed the snake
Mai farsi accecare dall'odio per una persona, si finisce per credere che il suo nemico sia un tuo amico e che quell'amico sia il migliore su piazza. Uno a uno, stanno cadendo tutti i miti che erano stati impaginati durante la campagna presidenziale: il competente, l'uomo del multilateralismo, quello che metterà a posto le relazioni con gli alleati, per fortuna non c'è più er puzzone, Trump, i salotti tirano un sospiro di sollievo, quanto è trendy Kamala con le Converse All Stars bianche e vai con "America is back". Sono cose viste e raccontate in prima persona in tempi in cui solo mettere in dubbio la figura di Biden era un'eresia. Ta-dà, è arrivata la realtà. Il fatto è che i Democratici hanno vinto un'elezione straordinaria nel novembre scorso (un voto pandemico, dominato dalla paura, con le regole cambiate mentre la partita era in corso) pur essendo un partito in bancarotta culturale. Perfetto, l'America è tornata indietro, si ritira, si isola, dice agli alleati di arrangiarsi, fa scelte che pagheremo carissimo. Il gradimento di Biden sta colando a picco e non si tratta solo di Afghanistan, sta emergendo la sua figura, siamo all'inizio di una storia ad alta tensione.
Biden è "unfit" per temperamento che non ha e senilità, è un uomo inadeguato per quel ruolo, non riconosce le responsabilità che l'America ha nei confronti del mondo (e i benefici che ne traggono gli americani, il suo sistema di imprese multinazionali, il suo commercio mondiale, l'influenza sugli accordi bilaterali e gli spazi di libero scambio, sui forum di cooperazione internazionale, il dominio del complesso industriale della Difesa, l'accesso ai dati e il monitoraggio di intelligence), cerca il capro espiatorio per ogni suo errore (è tornato a dire che è colpa di Trump, ma se quell'accordo con i Talebani era sbagliato - e non lo era, andava fatto rispettare - alora lo cambi, sei il presidente che dichiara un giorno sì e l'altro pure di voler ribaltare le politiche di Trump), è un uomo che ha la ritirata nel sangue (Barack Obama, nel suo libro di memorie "Promised Land", ha svelato che Biden era contrario al blitz per uccidere Osama Bin Laden), è un Commander in Chief che ha esposto per incapacità il fianco dei suoi uomini ai terroristi in Afghanistan, un pessimo comandante che ha voltato non solo le spalle agli afghani, ma anche agli alleati. E lo ha fatto, di nuovo, ancora ieri.
Il suo discorso è il tentativo disperato di far dimenticare il suo fallimento, ma fa emergere un punto che - ammesso che l'amministrazione Biden abbia oggi un punto fermo - cambia tutto lo scenario per i prossimi anni, una questione strategica che non si può eludere, che chiama l'Unione europea a discutere e a decidere che fare, perché dopo tutto questo, è chiaro che qualcosa bisognerà pur fare. C'è un passaggio - la fine del "nation building", niente "boots on the ground "- che dovrebbe svegliare tutti, soprattutto i tanti che ancora non hanno sollevato una critica nei confronti non dell'America. Non è in discussione l'atlantismo (e in ogni caso lo sta mettendo in discussione la Casa Bianca con i suoi atti), ma l'incapacità con cui è stato ordinato, gestito e poi raccontato il ritiro dall'amministrazione Biden. Il Presidente americano ieri ha spazzato via tutta la dottrina su cui si è basata la politica estera americana (e dunque anche la nostra) degli ultimi vent'anni. C'è un silenzio tombale sulla "ritirata strategica", sull'isolazionismo di Biden che ha lasciato improvvisamente senza voce i suoi cantori.
Senza andar troppo lontano, l'Italia che per vent'anni ha versato sangue e iniettato miliardi di euro nelle missioni in Afghanistan e in Iraq non ha avuto niente da dire. Ieri Biden ha ribadito - e a questo punto siamo di fronte a un sottosopra della dottrina americana che tutti gli alleati hanno seguito - che non doveva esserci "nation building" (cioè la ragione per cui l'Italia è andata in Afghanistan e in Iraq) e dunque non si doveva "cercare di creare un Afghanistan democratico, coeso e unificato - qualcosa che non è mai stato fatto nei molti secoli di storia degli afghani", ne consegue che bisogna "abbandonare quella mentalità e quel tipo di dispiegamento di truppe su larga scala", perché Biden è convinto che questo "ci renderà più forti, più efficaci e più sicuri in patria". Fine dei giochi. Gli americani non hanno più intenzione di andare a morire per gli altri. Il modo in cui lo dicono e lo fanno è senza onore, ma è un fatto al cospetto del quale non si può stare con le mani in mano. Urge una soluzione. Che facciamo con l'Afghanistan? E con tutto il Medio Oriente in fiamme? Che succede se la Cina invade Taiwan? Biden ha detto chiaramente che gli americani non metteranno mai più "boots on the ground" su larga scala. Chi va a combattere? Nessuno? Poveri illusi, i cattivi esistono. E fanno piani di sterminio.
Gli Stati Uniti sono liberissimi di fare le loro scelte, sono diventati dalla sera alla mattina isolazionisti - con il Presidente adorato dagli internazionalisti, un bel contrappasso dantesco. Ma che tutto questo avvenga sulla pelle delle nazioni che si sono schierate in guerra, che hanno risposto all'invocazione dell'articolo 5 del Trattato della Nato, sono andate in battaglia, che hanno perso uomini e donne sul terreno, che hanno raccontato ai propri cittadini che eravamo in Afghanistan in "missione di pace" e per portare libertà e democrazia, questo non può passare sotto silenzio. E chi tace acconsente. Biden ha sbagliato il ritiro, ha scherzato con il fuoco e si è bruciato, ora cerca di aprire il paracadute per non sfracellare al suolo la sua presidenza, gioca la partita dei dem in America con le loro guerre culturali che presto si riveleranno altre pericolose illusioni. È un pilota che non sa dove sta andando, ma piaccia o meno, Biden ha le sue ragioni e ha iniziato una nuova era. Sul taccuino del cronista resta una domanda finale: le ragioni dell'Europa di fronte a questo scenario auto-ribaltato quali sono? Vorremmo tanto capire se c'è in questa sceneggiatura un "domani è un altro giorno" o anche noi siamo a bordo di una macchina che corre a tutta velocità al buio e a fari spenti.
***
Ecco il discorso integrale di Joe Biden dopo il ritiro in Afghanistan.
Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ieri alla Casa Bianca (Foto Epa).di Joe Biden
Ieri sera a Kabul, gli Stati Uniti hanno concluso 20 anni di guerra in Afghanistan - la guerra più lunga della storia americana.
Abbiamo completato una delle più grandi operazioni di trasporto aereo della storia, con più di 120.000 persone evacuate al sicuro. Questo numero è più del doppio di quello che la maggior parte degli esperti riteneva possibile. Nessuna nazione - nessuna nazione ha mai fatto qualcosa di simile in tutta la storia. Solo gli Stati Uniti avevano la capacità, la volontà e l'abilità di farlo, e l'abbiamo fatto oggi.
Lo straordinario successo di questa missione è dovuto all'incredibile abilità, al coraggio e all'altruismo dei militari degli Stati Uniti e dei nostri diplomatici e professionisti dell'intelligence.
Per settimane, hanno rischiato la vita per far salire sugli aerei e far uscire dal paese i cittadini americani, gli afgani che ci hanno aiutato, i cittadini dei nostri alleati e partner e altri. E lo hanno fatto affrontando una folla enorme che cercava di lasciare il paese. E lo hanno fatto sapendo che i terroristi dell'ISIS-K - nemici giurati dei talebani - erano in agguato in mezzo a quelle folle.
E ancora, gli uomini e le donne dell'esercito degli Stati Uniti, il nostro corpo diplomatico e i professionisti dell'intelligence hanno fatto il loro lavoro e lo hanno fatto bene, rischiando le loro vite non per guadagni professionali ma per servire gli altri; non in una missione di guerra ma in una missione di misericordia. Venti militari sono stati feriti nel servizio di questa missione. Tredici eroi hanno dato la loro vita.
Sono appena stato alla base aerea di Dover per il loro dignitoso trasferimento. Abbiamo con loro e con le loro famiglie un debito di gratitudine che non potremo mai ripagare, ma che non dovremmo mai e poi mai dimenticare.
In aprile, ho preso la decisione di porre fine a questa guerra. Come parte di quella decisione, abbiamo fissato la data del 31 agosto per il ritiro delle truppe americane. Il presupposto era che più di 300.000 forze di sicurezza nazionali afgane che avevamo addestrato negli ultimi due decenni ed equipaggiato sarebbero state un forte avversario nelle loro guerre civili con i talebani.
Questo presupposto - che il governo afgano sarebbe stato in grado di resistere per un periodo di tempo oltre il ritiro dei militari - si è rivelato non essere accurato.
Ma ho comunque istruito il nostro team di sicurezza nazionale a prepararsi per ogni eventualità, anche quella. Ed è quello che abbiamo fatto.
Così, eravamo pronti quando le forze di sicurezza afgane - dopo due decenni di lotta per il loro paese e la perdita di migliaia di loro - non hanno resistito così a lungo come ci si aspettava.
Eravamo pronti quando loro e il popolo dell'Afghanistan hanno visto il loro governo crollare e il loro presidente fuggire tra la corruzione e il malaffare, consegnando il paese al loro nemico, i talebani, e aumentando significativamente il rischio per il personale americano e i nostri alleati.
Di conseguenza, per estrarre in sicurezza i cittadini americani prima del 31 agosto - così come il personale dell'ambasciata, gli alleati e i partner, e gli afghani che hanno lavorato con noi e combattuto al nostro fianco per 20 anni - ho autorizzato l'invio di 6.000 truppe - truppe americane - a Kabul per rendere sicuro l'aeroporto.
Come ha detto il generale McKenzie, questo è il modo in cui la missione è stata progettata. È stata progettata per operare sotto forte stress e attacchi. Ed è quello che ha fatto.
Da marzo, abbiamo contattato 19 volte gli americani in Afghanistan, con molteplici avvertimenti e offerte per aiutarli a lasciare l'Afghanistan - fino a marzo. Dopo aver iniziato l'evacuazione 17 giorni fa, abbiamo fatto un'analisi iniziale e abbiamo identificato circa 5.000 americani che avevano deciso in precedenza di rimanere in Afghanistan ma ora volevano andarsene.
La nostra operazione Allied Rescue ha fatti uscire dal paese più di 5.500 americani. Abbiamo trasferito migliaia di cittadini e diplomatici di quei paesi che sono andati in Afghanistan con noi per prendere Bin Laden. Abbiamo fatto uscire il personale locale dell'ambasciata degli Stati Uniti e le loro famiglie, per un totale di circa 2.500 persone. Abbiamo fatto uscire anche migliaia di traduttori e interpreti afgani e altri, che hanno sostenuto gli Stati Uniti.
Ora crediamo che circa 100-200 americani rimangano in Afghanistan con qualche intenzione di andarsene. La maggior parte di quelli che rimangono hanno la doppia cittadinanza, sono residenti da lungo tempo che avevano deciso di rimanere a causa delle loro radici familiari in Afghanistan.
Il risultato finale: Il novantotto per cento degli americani in Afghanistan che volevano andarsene sono stati in grado di farlo.
E per gli americani rimasti, non c'è una scadenza. Restiamo impegnati a farli uscire, se vogliono uscire. Il segretario di Stato Blinken sta guidando i continui sforzi diplomatici per garantire un passaggio sicuro per qualsiasi americano, partner afgano o cittadino straniero che voglia lasciare l'Afghanistan.
Infatti, proprio ieri, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che ha inviato un chiaro messaggio su ciò che la comunità internazionale si aspetta dai talebani per andare avanti, in particolare la libertà di viaggiare, la libertà di lasciare il paese. E insieme, ci siamo uniti a più di 100 paesi che sono determinati a fare in modo che i talebani mantengano questi impegni.
Comprenderà gli sforzi in corso in Afghanistan per riaprire l'aeroporto, così come i percorsi via terra, consentendo la continuazione della partenza a coloro che vogliono andarsene e la consegna dell'assistenza umanitaria alla popolazione dell'Afghanistan.
I talebani hanno preso impegni pubblici, trasmessi in televisione e alla radio in tutto l'Afghanistan, sul passaggio sicuro per chiunque voglia andarsene, compresi quelli che hanno lavorato a fianco degli americani. Non li prendiamo solo sulla parola, ma sulle loro azioni, e abbiamo la leva per assicurarci che questi impegni siano rispettati.
Permettetemi di essere chiaro: partire il 31 agosto non è dovuto a una scadenza arbitraria; è stato progettato per salvare vite americane.
Il mio predecessore, l'ex presidente, ha firmato un accordo con i talebani per rimuovere le truppe statunitensi entro il 1° maggio, pochi mesi dopo il mio insediamento. Non includeva alcun requisito che i talebani elaborassero un accordo di governo cooperativo con il governo afgano, ma autorizzava il rilascio di 5.000 prigionieri l'anno scorso, compresi alcuni dei più importanti comandanti di guerra dei talebani, tra quelli che avevano appena preso il controllo dell'Afghanistan.
E quando sono entrato in carica, i talebani erano nella loro posizione militare più forte dal 2001, controllando o contendendo quasi la metà del paese.
L'accordo dell'amministrazione precedente diceva che se ci fossimo attenuti alla scadenza del primo maggio, i talebani non avrebbero attaccato nessuna forza americana, ma se fossimo rimasti, tutte le scommesse erano annullate.
Quindi ci è stata lasciata una semplice decisione: o seguire l'impegno preso dall'ultima amministrazione e lasciare l'Afghanistan, o dire che non ce ne saremmo andati e impegnare altre decine di migliaia di truppe per tornare in guerra.
Questa era la scelta - la vera scelta - tra lasciare o intensificare.
Non avevo intenzione di prolungare questa guerra per sempre, e non stavo prolungando un'uscita per sempre. La decisione di terminare le operazioni di trasporto aereo militare all'aeroporto di Kabul era basata sulla raccomandazione unanime dei miei consiglieri civili e militari - il Segretario di Stato, il Segretario della Difesa, il Presidente dei Capi di Stato Maggiore e tutti i capi di servizio, e i comandanti sul campo.
La loro raccomandazione era che il modo più sicuro per assicurare il passaggio degli americani rimanenti e di altri fuori dal paese non era quello di continuare con 6.000 truppe sul terreno in pericolo a Kabul, ma piuttosto di farli uscire attraverso mezzi non militari.
Nei 17 giorni in cui abbiamo operato a Kabul dopo la presa del potere da parte dei talebani, ci siamo impegnati in uno sforzo 24 ore su 24 per dare ad ogni americano la possibilità di andarsene. Il nostro Dipartimento di Stato ha lavorato 24 ore su 24, 7 giorni su 7, contattando e parlando, e in alcuni casi, accompagnando gli americani all'aeroporto.
Ancora una volta, più di 5.500 americani sono stati trasportati via aerea. E per quelli che rimangono, prenderemo accordi per farli uscire, se lo desiderano.
Per quanto riguarda gli afghani, noi e i nostri partner ne abbiamo trasportati 100.000 in aereo. Nessun paese nella storia ha fatto più di noi per trasportare via aerea i residenti di un altro paese. Continueremo a lavorare per aiutare più persone a lasciare il paese che sono a rischio. E siamo lontani dall'aver finito.
Per ora, esorto tutti gli americani a unirsi a me in una preghiera grata per le nostre truppe e i diplomatici e gli ufficiali dell'intelligence che hanno svolto questa missione di misericordia a Kabul e a un rischio tremendo con risultati senza precedenti: un ponte aereo che ha evacuato decine di migliaia di persone, una rete di volontari e veterani che hanno aiutato a identificare coloro che avevano bisogno di essere evacuati, guidarli all'aeroporto e fornire loro sostegno lungo il percorso.
Continueremo ad avere bisogno del loro aiuto. Abbiamo bisogno del vostro aiuto. E non vedo l'ora di incontrarvi.
E a tutti coloro che si stanno offrendo o si offriranno di accogliere gli alleati afgani nelle loro case in tutto il mondo, anche in America: Vi ringraziamo.
Mi assumo la responsabilità della decisione. Ora, alcuni dicono che avremmo dovuto iniziare le evacuazioni di massa prima e "Non poteva essere fatto in modo più ordinato?" Rispettosamente non sono d'accordo.
Immaginate se avessimo iniziato le evacuazioni in giugno o luglio, portando migliaia di truppe americane ed evacuando più di 120.000 persone nel mezzo di una guerra civile. Ci sarebbe stata comunque una corsa all'aeroporto, un crollo della fiducia e del controllo del governo, e sarebbe stata comunque una missione molto difficile e pericolosa.
La linea di fondo è: non c'è nessuna evacuazione - evacuazione dalla fine di una guerra, che si possa eseguire senza il tipo di complessità, sfide e minacce che abbiamo affrontato. Nessuna.
C'è chi direbbe che avremmo dovuto rimanere indefinitamente per anni e anni. Chiedono: "Perché non abbiamo continuato a fare quello che stavamo facendo? Perché abbiamo dovuto cambiare qualcosa?".
Il fatto è che: tutto era cambiato. Il mio predecessore aveva fatto un accordo con i talebani. Quando sono entrato in carica, avevamo una scadenza: il primo maggio. L'assalto talebano stava arrivando.
Abbiamo affrontato una delle due scelte: seguire l'accordo della precedente amministrazione ed estenderlo fino ad avere - o estendere fino ad avere più tempo per la gente di uscire; o inviare migliaia di altre truppe e intensificare la guerra.
A coloro che chiedono un terzo decennio di guerra in Afghanistan, chiedo: qual è l'interesse nazionale vitale? A mio parere, ne abbiamo solo uno: assicurarci che l'Afghanistan non possa mai più essere usato per lanciare un attacco alla nostra patria.
Ricordate perché siamo andati in Afghanistan? Perché siamo stati attaccati da Osama Bin Laden e Al Qaeda l'11 settembre 2001, ed erano basati in Afghanistan.
Abbiamo consegnato giustizia a Bin Laden il 2 maggio 2011 - più di dieci anni fa. Al Qaeda è stata decimata.
Vi suggerisco rispettosamente di porvi questa domanda: Se fossimo stati attaccati l'11 settembre 2001 dallo Yemen invece che dall'Afghanistan, saremmo mai andati in guerra in Afghanistan - anche se i talebani controllavano l'Afghanistan nel 2001? Credo che la risposta onesta sia "no". Questo perché non avevamo alcun interesse nazionale vitale in Afghanistan se non quello di prevenire un attacco alla patria americana e ai suoi amici. E questo è vero anche oggi.
Siamo riusciti in quello che ci eravamo prefissati di fare in Afghanistan più di dieci anni fa. Poi siamo rimasti per un altro decennio. Era ora di porre fine a questa guerra.
Questo è un mondo nuovo. La minaccia del terrore si è metastatizzata in tutto il mondo, ben oltre l'Afghanistan. Affrontiamo le minacce di al-Shabaab in Somalia; gli affiliati di al Qaeda in Siria e nella penisola arabica; e l'ISIS che tenta di creare un califfato in Siria e Iraq, e di stabilire affiliati in Africa e in Asia.
L'obbligo fondamentale di un presidente, secondo me, è quello di difendere e proteggere l'America - non contro le minacce del 2001, ma contro quelle del 2021 e di domani.
Questo è il principio guida delle mie decisioni sull'Afghanistan. Semplicemente non credo che la sicurezza dell'America sia migliorata continuando a schierare migliaia di truppe americane e spendendo miliardi di dollari all'anno in Afghanistan.
Ma so anche che la minaccia del terrorismo continua nella sua natura perniciosa e malvagia. Ma è cambiata, si è estesa ad altri paesi. Anche la nostra strategia deve cambiare.
Manterremo la lotta contro il terrorismo in Afghanistan e in altri paesi. Solo che non abbiamo bisogno di combattere una guerra di terra per farlo. Abbiamo quelle che si chiamano capacità over-the-horizon, il che significa che possiamo colpire i terroristi e gli obiettivi senza gli stivali americani sul terreno - o molto pochi, se necessario.
Abbiamo dimostrato questa capacità proprio nell'ultima settimana. Abbiamo colpito l'ISIS-K a distanza, giorni dopo che avevano ucciso 13 nostri militari e decine di afghani innocenti.
E all'ISIS-K: Non abbiamo ancora finito con voi.
Come Comandante in Capo, credo fermamente che la strada migliore per salvaguardare la nostra sicurezza sia una strategia dura, spietata, mirata e precisa che insegue il terrore dove è oggi, non dove era due decenni fa. Questo è ciò che è nel nostro interesse nazionale.
Ed ecco una cosa fondamentale da capire: il mondo sta cambiando. Siamo impegnati in una seria competizione con la Cina. Stiamo affrontando le sfide su più fronti con la Russia. Dobbiamo affrontare i cyberattacchi e la proliferazione nucleare.
Dobbiamo rafforzare la competitività dell'America per affrontare queste nuove sfide nella competizione per il XXI secolo. E possiamo fare entrambe le cose: combattere il terrorismo e affrontare le nuove minacce che sono qui ora e continueranno ad esserci in futuro.
E non c'è niente che la Cina o la Russia preferirebbero avere, vorrebbero di più in questa competizione: gli Stati Uniti impantanati un altro decennio in Afghanistan.
Mentre voltiamo pagina sulla politica estera che ha guidato la nostra nazione negli ultimi due decenni, dobbiamo imparare dai nostri errori.
Per me, ce ne sono due che sono fondamentali. Primo, dobbiamo fissare missioni con obiettivi chiari e raggiungibili - non quelli che non raggiungeremo mai. E secondo, dobbiamo rimanere chiaramente concentrati sull'interesse fondamentale della sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America.
Questa decisione sull'Afghanistan non riguarda solo l'Afghanistan. Riguarda la fine di un'era di grandi operazioni militari per rifare altri paesi.
Abbiamo visto una missione di antiterrorismo in Afghanistan - prendere i terroristi e fermare gli attacchi - trasformarsi in una contro-guerriglia, in un nation building - cercare di creare un Afghanistan democratico, coeso e unificato - qualcosa che non è mai stato fatto nei molti secoli di storia dell'Afghanistan.
Abbandonare quella mentalità e quel tipo di dispiegamento di truppe su larga scala ci renderà più forti, più efficaci e più sicuri in patria.
E per chiunque si faccia un'idea sbagliata, lasciate che lo dica chiaramente. A coloro che vogliono far male all'America, a coloro che si impegnano nel terrorismo contro di noi e i nostri alleati, sappiate questo: gli Stati Uniti non si fermeranno mai. Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Vi daremo la caccia fino ai confini della terra, e noi - voi pagherete il prezzo finale.
E lasciatemi essere chiaro: continueremo a sostenere il popolo afghano attraverso la diplomazia, l'influenza internazionale e gli aiuti umanitari. Continueremo a spingere per la diplomazia e l'impegno regionale per prevenire la violenza e l'instabilità. Continueremo a parlare per i diritti di base del popolo afghano, specialmente delle donne e delle ragazze, come parliamo per le donne e le ragazze in tutto il mondo. E sono stato chiaro sul fatto che i diritti umani saranno al centro della nostra politica estera.
Ma il modo per farlo non è attraverso un dispiegamento militare senza fine, ma attraverso la diplomazia, gli strumenti economici e la mobilitazione del resto del mondo per il sostegno.
Cari americani, la guerra in Afghanistan è finita. Sono il quarto presidente che ha affrontato la questione se e quando terminare questa guerra. Quando ero in corsa per la presidenza, ho preso un impegno con il popolo americano che avrei messo fine a questa guerra. E oggi ho onorato quell'impegno. Era ora di essere di nuovo onesti con il popolo americano. Non avevamo più uno scopo chiaro in una missione aperta in Afghanistan.
Dopo 20 anni di guerra in Afghanistan, ho rifiutato di mandare un'altra generazione di figli e figlie dell'America a combattere una guerra che sarebbe dovuta finire molto tempo fa.
Dopo più di 2 trilioni di dollari spesi in Afghanistan - un costo che i ricercatori della Brown University hanno stimato essere oltre 300 milioni di dollari al giorno per 20 anni in Afghanistan - per due decenni - sì, il popolo americano dovrebbe sentire questo: 300 milioni di dollari al giorno per due decenni.
Se prendete la cifra di 1 trilione di dollari, come molti dicono, sono ancora 150 milioni di dollari al giorno per due decenni. E cosa abbiamo perso come conseguenza in termini di opportunità? Ho rifiutato di continuare una guerra che non era più al servizio dell'interesse nazionale vitale del nostro popolo.
E soprattutto, dopo 800.000 americani in servizio in Afghanistan - ho viaggiato per tutto il paese - un servizio coraggioso e onorevole; dopo 20.744 militari e donne americane ferite, e la perdita di 2.461 membri del personale americano, comprese 13 vite perse proprio questa settimana, ho rifiutato di aprire un altro decennio di guerra in Afghanistan.
Siamo stati una nazione troppo a lungo in guerra. Se avete 20 anni oggi, non avete mai conosciuto un'America in pace.
Così, quando sento dire che avremmo potuto, dovuto continuare il cosiddetto sforzo di basso livello in Afghanistan, a basso rischio per i nostri membri del servizio, a basso costo, non credo che abbastanza persone capiscano quanto abbiamo chiesto all'1% di questo paese che indossa l'uniforme, che è disposto a mettere in gioco la propria vita in difesa della nostra nazione.
Forse è perché il mio defunto figlio, Beau, ha servito in Iraq per un anno intero, prima. Beh, forse è per quello che ho visto nel corso degli anni come senatore, vice presidente e presidente che viaggiava in questi paesi.
Molti dei nostri veterani e delle loro famiglie hanno passato l'inferno - schieramento dopo schieramento, mesi e anni lontano dalle loro famiglie; compleanni mancati, anniversari; sedie vuote durante le feste; lotte finanziarie; divorzi; perdita di arti; lesioni cerebrali traumatiche; stress post-traumatico.
Lo vediamo nelle lotte che molti hanno quando tornano a casa. Lo vediamo nello sforzo delle loro famiglie e di chi si prende cura di loro. Lo vediamo nella tensione delle loro famiglie quando non ci sono. Lo vediamo nel dolore sopportato dai loro sopravvissuti. Il costo della guerra che si porteranno dietro per tutta la vita.
Più tragicamente, lo vediamo nella scioccante e sbalorditiva statistica che dovrebbe far riflettere chiunque pensi che la guerra possa mai essere di basso livello, a basso rischio o a basso costo: 18 veterani, in media, che muoiono per suicidio ogni singolo giorno in America - non in un posto lontano, ma proprio qui in America.
Non c'è niente di basso grado o basso rischio o basso costo in nessuna guerra. È ora di porre fine alla guerra in Afghanistan.
Mentre chiudiamo 20 anni di guerra, di conflitto, di dolore e di sacrificio, è tempo di guardare al futuro, non al passato - a un futuro più sicuro, a un futuro più protetto, a un futuro che onori coloro che hanno servito e tutti coloro che hanno dato ciò che il presidente Lincoln ha chiamato la loro "ultima misura completa di devozione".
Vi do la mia parola: con tutto il mio cuore, credo che questa sia la decisione giusta, una decisione saggia, e la migliore decisione per l'America.
Grazie. Grazie a voi. E che Dio vi benedica tutti. E che Dio protegga le nostre truppe.
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I dati personali non sono soggetti a diffusione.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
- la conferma dell'esistenza o meno dei dati personali degli Utenti con indicazione della relativa origine, verificarne l’esattezza o richiederne l'aggiornamento, la rettifica, l'integrazione;
- l’accesso, la rettifica, la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento;
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Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.