27 Agosto
L'operazione internazionale del bis di Conte
Trump si augura che il premier resti a Palazzo Chigi, un appoggio decisivo. L'abile strategia di Conte a Biarritz, la relazione con Macron e Merkel, l'appoggio alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen con il dirottamento dei voti (decisivi) dei grillini. La trattativa per il governo giallorosso è all'ultimo miglio
Come va la crisi di governo? Aggiornamento rapido: la notte è stata di burrasca, la mattina è partita la tempesta (per chi non ha consuetudine con la faccenda meteo-marina, consigliamo la lettura della Scala di Beaufort). La tempesta prevede i seguenti effetti sulla navigazione: "Onde molto alte sormontate da creste (marosi) molto lunghe. Le strisce di schiuma tendono a compattarsi e il mare ha un aspetto biancastro. I frangenti sono molto più intensi e la visibilità è ridotta". Alle 10 s'alza un vento fortissimo e la legislatura comincia a ballare: Di Maio fa sapere "che senza un sì a Conte è inutile vedersi" e puntuale come un trenino delle valli svizzere arriva al Pd una telefonata da Palazzo Chigi che annulla il previsto incontro per le 11.00 delle due delegazioni. Sembrava tutto finito. E invece siamo a un passo dal Conte bis con la benedizione niente meno che di Donald Trump. Naturalmente mai dire mai, perché questa crisi ci ha dimostrato come tutto dipenda dai dettagli e in questo caso molto sarà nella reazione di Di Maio all'ascesa di Conte che minaccia la sua leadership. Le prossime ore ci diranno quanto sono aperti (o chiusi) i giochi dentro i Cinque Stelle. E quanto forte (o arrendevole) sarà la segreteria di Zingaretti nel Pd. Siamo tra composizione e rottura. Ma Conte ha davvero giocato le sue carte con abilità. Come ci siamo arrivati? Facciamo un racconto in presa diretta, seguite il titolare di List.
01
Di Maio voleva tutto. E le paure dei renziani
Vincere, mai stravincere. Luigi Di Maio. Ancora leader? (Foto Ansa)Cosa è successo? Luigi Di Maio ha chiesto tutto, anche quello che non può ottenere: premier, vicepremier, ministro dell'Interno e altri ministeri pesante. Praticamente il controllo dell'esecutivo e l'umiliazione del Partito democratico, ridotto a junior partner di un governo dominato dai...
Come va la crisi di governo? Aggiornamento rapido: la notte è stata di burrasca, la mattina è partita la tempesta (per chi non ha consuetudine con la faccenda meteo-marina, consigliamo la lettura della Scala di Beaufort). La tempesta prevede i seguenti effetti sulla navigazione: "Onde molto alte sormontate da creste (marosi) molto lunghe. Le strisce di schiuma tendono a compattarsi e il mare ha un aspetto biancastro. I frangenti sono molto più intensi e la visibilità è ridotta". Alle 10 s'alza un vento fortissimo e la legislatura comincia a ballare: Di Maio fa sapere "che senza un sì a Conte è inutile vedersi" e puntuale come un trenino delle valli svizzere arriva al Pd una telefonata da Palazzo Chigi che annulla il previsto incontro per le 11.00 delle due delegazioni. Sembrava tutto finito. E invece siamo a un passo dal Conte bis con la benedizione niente meno che di Donald Trump. Naturalmente mai dire mai, perché questa crisi ci ha dimostrato come tutto dipenda dai dettagli e in questo caso molto sarà nella reazione di Di Maio all'ascesa di Conte che minaccia la sua leadership. Le prossime ore ci diranno quanto sono aperti (o chiusi) i giochi dentro i Cinque Stelle. E quanto forte (o arrendevole) sarà la segreteria di Zingaretti nel Pd. Siamo tra composizione e rottura. Ma Conte ha davvero giocato le sue carte con abilità. Come ci siamo arrivati? Facciamo un racconto in presa diretta, seguite il titolare di List.
01
Di Maio voleva tutto. E le paure dei renziani
Vincere, mai stravincere. Luigi Di Maio. Ancora leader? (Foto Ansa)Cosa è successo? Luigi Di Maio ha chiesto tutto, anche quello che non può ottenere: premier, vicepremier, ministro dell'Interno e altri ministeri pesante. Praticamente il controllo dell'esecutivo e l'umiliazione del Partito democratico, ridotto a junior partner di un governo dominato dai Cinque Stelle. Nonostante le ambizioni e la fame dell'ala governista, il segretario Zingaretti non può dare il via libera a un'operazione del genere, dovrebbe dimettersi un minuto dopo, dunque tiene il punto e chiede che il negoziato vada su un terreno più equilibrato. Ma la decisione senza diplomazia di Di Maio è chiara: il Movimento gioca il tutto per tutto, fa il test sul muro di resistenza del Partito democratico, pensa che sia abbastanza debole da cedere di fronte alle pressioni esterne e soprattutto interne, con l'ala governista che punta a tornare nei ministeri.
Il disegno di Di Maio fa cascare a terra il piano di Renzi: con il controllo di Palazzo Chigi e del Viminale si realizza una condizione di supremazia che non esisteva neppure nel governo giallo-verde, dove i due capi partito erano vicepremier e ministri, ma il potere del Viminale non era di chi aveva già quello della Presidenza del Consiglio, dunque il ministro era della Lega, nella persona di Salvini. Non a caso i renziani hanno cominciato twittare per chiedere a Di Maio il passo indietro. Lo hanno fatto Bonifazi e Marcucci, segno che senza un passo indietro del pentastellato nessuno può dire a Zingaretti di andare avanti nel negoziato.
02
La potenza del Viminale
Perché il Movimento Cinque Stelle vuole il ministero dell'Interno? Semplice, perché è il più importante, si traduce in controllo del territorio e viene prima del ministero dell'economia. Non a caso la Democrazia cristiana ebbe il controllo del Viminale ininterrottamente dal 1945 al 1993 e lo spessore dei ministri era grande, facciamo l'elenco rapido: De Gasperi, Scelba, Fanfani, Andreotti, Tambroni, Segni (Antonio), Spataro, Taviani, Rumor, Restivo, Gui, Cossiga, Rognoni, Scalfaro, Gava, Scotti, Mancino. Tutte star della Balena Bianca, alcune destinate poi alla Presidenza del Consiglio e alla Presidenza della Repubblica. Finita la Prima Repubblica e inaugurata la Seconda, il Viminale è stato guidato da Maroni (ben due volte), Brancaccio, Coronas, Napolitano, Iervolino, Bianco, Scajola, Pisanu, Amato, Cancellieri, Alfano, Minniti e Salvini. Luogo di potere che, come vediamo, dal 1992 ha avuto alti e bassi legati alle configurazioni dei governi.
Salvini ha esercitato quel ruolo sopra le righe, è vero, lo abbiamo scritto più volte su List, senza alcuna moderazione, ma Di Maio non sarebbe affatto un ministro meno "di polizia" di quanto lo sia stato il leader della Lega. Il fatto che sia stato indicato come "dominio pentastellato" fa emergere un disegno di egemonia non solo nel governo e nell'istituzione, ma nel territorio di cui il ministero dell'Interno è sentinella e informazione primaria. Si vuole davvero che un potere immenso venga concentrato nelle mani dei Cinque Stelle, i quali hanno una spiccata tendenza a immaginare cospirazioni ovunque? Non sono la Democrazia cristiana, non c'è la Guerra Fredda, siamo in un contesto dove il potere va distribuito in maniera equilibrata. Provate a immaginare cosa significhi tutto questo in relazione alla politica di campagna permanente sul digitale dei Cinque Stelle, ai progetti di "democrazia diretta" di Fraccaro (non a caso ministro considerato inamovibile), alle idee di Davide Casaleggio ("il Parlamento? in futuro non sarà più necessario", disse nel luglio del 2018 al Corriere della Sera) , all'uso della piattaforma Rousseau come strumento di scelta politica. Mettete in fila tutti questi elementi e poi ricordate cosa fa il Ministero dell'Interno: prima di tutto, organizza le elezioni.
03
Un tecnico all'Interno? Non è una buona mossa per il Pd
Questo è un punto che non si può lasciare irrisolto, c'è chi pensa di risolvere tutto con un tecnico, ma è un errore che in realtà sbilancia in ogni la configurazione del governo. Perché dare il Viminale a un tecnico significa far finta che non esista il tema di una delle istituzioni che è la massima espressione del potere, con un'influenza determinante su quello che si chiama indirizzo politico del governo. La stessa idea che è circolata in queste ore di promuovere al ruolo di vertice l'attuale capo della Polizia, Franco Gabrielli, non è una soluzione, perché al di là dell'ottima persona e delle sue indiscusse capacità professionali, il numero uno della Polizia non diventa in nessun paese ministro dell'Interno per cooptazione politica perché mette in evidenza una debolezza della politica che non si prende le sue responsabilità. Un sistema di pesi e contrappesi in un governo di coalizione deve necessariamente passare per l'assegnazione del Viminale non a un potere "neutro" - che tra l'altro non esiste perché in quel ministero si fanno scelte fondamentali - ma a un politico in funzione di un'alleanza virtuosa, equilibrata, democratica. In una coalizione che punta a un governo di legislatura, questo è un problema serio, che impone scelte politiche, non scappatoie nella via della presunta neutralità tecnocratica.
04
Partita (quasi) chiusa. Trump appoggia Conte
Il negoziato andrà avanti, per uscire dall'impasse si è trovata una formula criptica in cui fondi di Palazzo Chigi fanno sapere che "in presenza del presidente Giuseppe Conte, non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Luigi Di Maio, nè dal Movimento 5 Stelle nè da Di Maio stesso". È la chiave per riaprire la porta e infatti al Nazareno prendono il lancio d'agenzia e lo valutano per quello che è: un invito a trattare e per Di Maio si vedrà come dove piazzarlo.
Il passo indietro di Di Maio, almeno virtuale, per ora, fa emergere una difficoltà interna al Movimento: chi comanda? Di Maio o Conte? E qual è la forza emergente? Quella di Conte, non ci sono dubbi in proposito. È l'unico elemento davvero necessario per il Movimento Cinque Stelle in questo momento, come ha scritto il socio spagnolo di List, Maite Carpio, e ha messo in piedi al G7 una "operazione internazionale" molto abile e efficace: un colloquio con Trump a Biarritz ben evidenziato sui media, l'endorsement arrivato dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e poi un appoggio che oggi arriva direttamente dalla Casa Bianca, forse il colpo decisivo per lanciare il Conte 2:
Eccoci qua, un altro meraviglioso contrappasso della storia: il Partito democratico si avvia a formare un governo che ha la "benedizione" di Donald Trump, il nemico dei democratici.
05
L'operazione internazionale del premier
Giuseppe Conte e Boris Johnson a Biarritz durante il G7 (Foto Ansa)Un sottosopra che dovrebbe far riflettere Matteo Salvini, non basta saper conquistare il consenso - senza il quale non si fa niente, sia chiaro - serve una classe dirigente che lo sappia usare, uomini di governo, l'élite che apre i canali diplomatici, stabilisce le relazioni, fa funzionare gli ingranaggi della macchina dello Stato e dei forum di cooperazione internazionale. Questo lavoro - trascurato da Salvini e da Di Maio - Conte lo ha fatto e in fondo bastava poco, occupare uno spazio lasciato libero dagli altri, tutti impegnati nell'eterna diretta sui social. Conte può far valere questo ed è un fattore di grande importanza: ha il sostegno della Commissione europea (ricordiamo che ha dirottato il voto decisivo dei grillini per la presidente Ursula von der Leyen), ha lavorato con Angela Merkel e Emmanuel Macron per ricucire continuamente tutte le fratture aperte dai leader dei due partiti del governo giallo-verde - lavoro fatto in tandem con Sergio Mattarella - mentre Di Maio e Dibba andavano a fare i guastatori a Parigi in sostegno dei gilet gialli, lui, Conte, sopiva, smussava. E mentre i due populisti attaccavano a testa bassa Berlino, lui prendeva il caffè con la Cancelliera. E mentre Salvini imitava l'America First con "prima gli italiani" e sostituiva il colore verde del partito con l'azzurro, Conte lavorava al telaio della diplomazia per costruire un rapporto di fiducia con il Presidente degli Stati Uniti e questo con Trump è il fatto che conta. Oggi si è visto come tutto questo lavoro sottotraccia sia tornato utile, determinante. In assenza di una strategia di takeover da parte del Partito democratico di Zingaretti, significa poter giocare bene tutte le carte e arrivare a fare il bis in assenza di avversari spendibili sulla casella di Palazzo Chigi. Naturalmente questa convergenza delle cancellerie internazionali è perfetta per presentarsi al Quirinale con le carte in regola per chiedere il bis. Manca solo l'appoggio del Partito democratico.
06
La decisione del Quirinale: maggioranza chiara e stabilità
Presidente. Sergio Mattarella al Quirinale durante il primo giro di consultazioni (Foto Ansa)Come andrà a finire? Lo scopriremo presto, il Presidente della Repubblica ha iniziato le consultazioni, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, presidente del Senato e presidente della Camera, sono stati ricevuti da Mattarella che ha un obiettivo chiaro: un governo stabile composto da una maggioranza che ha un accordo chiaro. Domani ci sarà il giro di boa finale. Tra stanotte e domani mattina i Cinque Stelle e il Pd o siglano un patto di governo o il Presidente della Repubblica in assenza della maggioranza scioglierà le Camere. Siamo al giro finale, poche ore e sapremo. Gli eventi di questa prima parte della giornata sono passati dalla rottura assoluta al Conte bis che sta per tagliare il traguardo. La crisi non è solo quella di ogni giorno, è di ogni ora. A più tardi.
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danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.