22 Giugno

L'ordine della macchina draghista

Nella grande Bisanzio in cui poteri locali, regionali e centrali si azzannano tra loro, è comparso l'uomo che riconduce il potere al governo, centralizza. Dalla scelta dei ministri al decreto Semplificazioni, come cambiano funzioni e rapporti tra organismi dello Stato

di Lorenzo Castellani

Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente. Tante volte queste parole deve averle sussurrate a se stesso Mario Draghi (nella foto in apertura di List, ieri con la cancelliera Angela Merkel, ndr) da quando è alla guida di un governo di unità nazionale. Nelle more dello stato d’eccezione che lo ha portato al governo, la politica è in disarmo ed il Presidente del Consiglio è stato capace di infilare la più grande centralizzazione a favore del governo dai tempi di De Gasperi se non del primo governo Mussolini (riforma De Stefani 1923).  "Ordo ab chao", questa è la missione di Draghi. La pandemia ha mostrato cosa è lo Stato italiano, una grande Bisanzio in cui poteri locali, regionali e centrali si azzannano tra loro. Un puzzle complesso di freni, contrappesi e di politiche in ordine sparso. Fazioni dentro l’amministrazione e piccoli regni territoriali, una forma di potere quasi pre-moderna che fa del nostro paese ancora e sempre la terra di Niccolò Machiavelli. 

Il ritratto di Niccolò Machiavelli, opera di Santi di Tito.

Nemmeno la pura contrattazione tra Stato e regioni è riuscita ad evitare che ognuno facesse grosso modo ciò che volesse su chiusure, tamponi e vaccini. L’avvento del generale Figliuolo ha migliorato la situazione, pur non potendola risolvere. E anche qui la scelta di un militare non è casuale, per il Presidente del Consiglio lo Stato centrale deve dare un segnale di forza. E allora fuori i manager amici della politica e dentro l’Esercito. Ma è con il decreto Semplificazioni che Draghi, spietato ben più dei suoi predecessori, ha assestato il colpo potenzialmente finale al disordine multilivello della Repubblica. I passaggi decisivi degli ultimi mesi danno l’idea della costruzione di questa centralizzazione: la scelta dei ministri tecnici (Cingolani, Colao e Giovannini) a...


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