26 Agosto
L'ultima cavalcata di John McCain
L'America saluta un eroe, il simbolo di un Partito repubblicano che non c'è più. Fu l'avversario vero di Trump, aveva capito che nel dibattito pubblico lo spirito di fazione e il rancore sono la rovina della politica. La biografia vulcanica di un uomo con il mestiere delle armi nel sangue.
Nelle raffiche di polvere sanguigna vomitata dal sole spronò il cavallo e riprese a marciare col viso ramato dagli ultimi raggi di luce, mentre il vento rosso dell'ovest spazzava il paesaggio crepuscolare e gli uccelli del deserto svolazzavano cinguettando fra le felci secche, e il cavallo, il cavaliere e il secondo cavallo passarono, e passarono le loro ombre affiancate come l'ombra di un unico essere. Passarono e impallidirono sulla terra sempre più buia, sul mondo a venire.
Cormac McCarthy, Cavalli Selvaggi.
Tutte le bandiere di Washington a mezz'asta. Un tumore al cervello ha chiuso il sipario della vita di John McCain, eroe americano, senatore, punto di riferimento di un Partito repubblicano che non c'è più. Combatteva contro il male dal luglio del 2017. Non ha mai smesso di combattere, John McCain. Un uomo sopravvissuto a due incidenti aerei, cinque anni di prigionia in Vietnam, non poteva far altro che questo, combattere. Vinse sei volte le elezioni per il Senato, perse due volte la corsa alla Presidenza degli Stati Uniti.
Quest'uomo ferito e solido come una roccia, ha insegnato a tutti che puoi vincere, perdere, cadere, rialzarti, arrenderti dolcemente alla vita che ha deciso di scrivere la parola "fine" sulla tua sceneggiatura e essere ricordato come un vincente perché la cosa importante nella vita è uscire dalla battaglia a testa alta.
Niente Studio Ovale, per John McCain, meritava di diventare Presidente e sarebbe stato un grande perché in lui scorreva la tradizione carsica dei Jefferson, dei Lincoln, dei Roosevelt, ma nel 2007, quando poteva agganciare la navicella della Casa Bianca, la crisi finanziaria si schiantò contro il suo velivolo, George W. Bush prese la sciagurata decisione di far fallire Lehman Brothers, i sondaggi favorevoli virarono e la presidenza andò a Barack Obama. La storia aveva giocato i suoi dadi e non c'erano i numeri di McCain,...
Nelle raffiche di polvere sanguigna vomitata dal sole spronò il cavallo e riprese a marciare col viso ramato dagli ultimi raggi di luce, mentre il vento rosso dell'ovest spazzava il paesaggio crepuscolare e gli uccelli del deserto svolazzavano cinguettando fra le felci secche, e il cavallo, il cavaliere e il secondo cavallo passarono, e passarono le loro ombre affiancate come l'ombra di un unico essere. Passarono e impallidirono sulla terra sempre più buia, sul mondo a venire.
Cormac McCarthy, Cavalli Selvaggi.
Tutte le bandiere di Washington a mezz'asta. Un tumore al cervello ha chiuso il sipario della vita di John McCain, eroe americano, senatore, punto di riferimento di un Partito repubblicano che non c'è più. Combatteva contro il male dal luglio del 2017. Non ha mai smesso di combattere, John McCain. Un uomo sopravvissuto a due incidenti aerei, cinque anni di prigionia in Vietnam, non poteva far altro che questo, combattere. Vinse sei volte le elezioni per il Senato, perse due volte la corsa alla Presidenza degli Stati Uniti.
Quest'uomo ferito e solido come una roccia, ha insegnato a tutti che puoi vincere, perdere, cadere, rialzarti, arrenderti dolcemente alla vita che ha deciso di scrivere la parola "fine" sulla tua sceneggiatura e essere ricordato come un vincente perché la cosa importante nella vita è uscire dalla battaglia a testa alta.
Niente Studio Ovale, per John McCain, meritava di diventare Presidente e sarebbe stato un grande perché in lui scorreva la tradizione carsica dei Jefferson, dei Lincoln, dei Roosevelt, ma nel 2007, quando poteva agganciare la navicella della Casa Bianca, la crisi finanziaria si schiantò contro il suo velivolo, George W. Bush prese la sciagurata decisione di far fallire Lehman Brothers, i sondaggi favorevoli virarono e la presidenza andò a Barack Obama. La storia aveva giocato i suoi dadi e non c'erano i numeri di McCain, l'anima dell'America: il militare, quello che non baratta le sue idee, l'indipendenza con la quale svolgeva il suo ufficio politico. Non fu un avversario di Trump, ma l'avversario, perché era il senatore più rispettato.
Il senatore dell'Arizona. Quella carica in America è trattata con deferenza, i presidenti delle Commissioni esercitano un potere enorme e McCain era la figura che aveva spesso l'ultima parola (prima di quella del Presidente e del Segretario della Difesa) in tutte le questioni militari. Era un politico old style, amava trovare il compromesso. Con tutti. Non con Trump. Troppa distanza tra i due. The Donald non avrà mai la cifra stilistica di McCain, lui non condivideva neppure una virgola del suo modo di fare politica, il Presidente populista per lui era la negazione di tutto quello che aveva fatto nella sua vita politica, un dibattito no partisan, quasi mai sopra le righe. Fermo nelle sue idee e pronto a difendere l'avversario dal sopruso e dall'offesa gratuita che oggi dilagano. Difese Obama da una manifestante che lo attaccava volgarmente: "No signora", rispose McCain. "È un buon padre di famiglia, un cittadino americano con cui mi capita di avere dei disaccordi su questioni fondamentali". Che stile.
McCain aveva capito lo spirito del tempo, il suo degrado, la distopia del dibattito pubblico sempre più polarizzato, pieno di odio e rancore. In uno dei suoi ultimi discorsi al Senato disse: "Smettetela di ascoltare le bocche rumorose della radio, della televisione e di internet, che vadano all'inferno. Non vogliono che si faccia nulla per il bene pubblico. La nostra incapacità è il loro sostentamento". Parole sagge.
Non troverete la perfezione nella sua biografia, perché McCain visse tutto quello che c'era da vivere con l'intensità di chi non ha paura di sbagliare, di provare a ingaglioffirsi inconsapevolmente, per essere domani migliore. Come tutti gli uomini che lasciano un segno, aveva i suoi grandiosi difetti, strabordanti vizi, epici errori già scritti nella biografia. Era un donnaiolo, amava le carte e fu beccato a giocare a poker sul telefonino durante un dibattito parlamentare sulla Siria, faceva battute irripetibili, John McCain. Una vita intima scorretta, un ragazzo ribelle, uno scarso studente, sempre in punizione all'Accademia di Annapolis.
Fu un uomo d'azione che raffinò il pensiero con il dolore, la sofferenza, i tagli sul corpo. Fu un politico tradizionale e nello stesso tempo attento a tutto quello che si muoveva oltre la politica ufficiale. Fu con il Tea Party che voleva abbattere l'establishment washingtoniano, ma detestava la retorica del the swamp, la palude di Trump. Il suo compagno di viaggio nella corsa presidenziale lo prese dall'Alaska, Sarah Palin, che tirava benissimo con il fucile ma non sapeva granché di politica estera e non solo.
Era nato nel 1936 nella base aerea di Coco Solo, a Panama. Figlio e nipote di ammiragli a quattro stelle, erede di una famiglia dove la tradizione del mestiere delle armi risale alla guerra d'Indipendenza. Una lunga storia, quella della famiglia McCain. Un volo infinito. Sua madre, Roberta, 106 anni, è ancora viva. È l'inesorabile gioco di carte della vita, l'immenso dolore di una mamma per il figlio, il suo eroe bambino. John è morto il 25 agosto del 2018 nel suo ranch in Arizona, nei grandi spazi dell'America dove devi sellare il tuo destriero e andare, lontano. È l'ora dell'ultima cavalcata. Go, Hero.
***
01
È (ri)partita la campagna elettorale
Il miglior commento sul caso Diciotti e l'indagine sul ministro dell'Interno Matteo Salvini è arrivato da Pier Ferdinando Casini, un politico navigato, un avversario di Matteo Salvini:
Il mio giudizio sull'operato del ministro Salvini è chiaro, ma vorrei fosse a tutti altrettanto chiaro che il Procuratore della Repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio, ieri ha dato il via alla campagna elettorale del ministro dell'Interno per le elezioni europee. Questo è capitato e capiterà sempre ogni volta che si confondono i piani tra politica e giustizia.
Questo è il punto chiave della storia, ma in un paese accecato dall'appartenenza ai clan, alla fazione, tutto si risolve in caciara, dunque siamo sempre al punto di partenza della nostra storia: guelfi contro ghibellini, bianchi contro neri, salviniani contro anti-salviniani. Nessun passo avanti.
02
L'eclissi dell'Europa e la scelta della Chiesa
Un dato di fatto che sparisce tra le argomentazioni degli avversari di Salvini è quello del ruolo dell'Europa. Nessuno ricorda - non conviene, si capisce - che l'Unione europea e la politica sui migranti è il punto debole della storia. Non è solo il governo italiano a non volere i migranti, sono tutti i governi europei, tranne la Germania e pochi altri. Il fatto che il ministero degli Esteri abbia avuto la disponibilità ad accogliere alcuni migranti della nave Diciotti dall'Albania e dall'Irlanda (in concomitanza con la visita del Papa) e che il governo abbia chiuso un accordo con i Vescovi italiani non viene menzionato e invece è la chiave di tutto, la base su cui si poggia la linea del ministro dell'Interno e di Palazzo Chigi. L'inadempienza umanitaria italiana è europea e le accuse a Salvini si scaricano automaticamente sui governi "illuminati" di cui si dimentica l'esistenza. Il ragionamento del cittadino italiano - denigrato e considerato come un troglodita - è il seguente: se non li vuole nessuno, perché dobbiamo prenderli noi?
Troppo elementare per le sofisticate menti che insegnano agli altri come fare politica? Può darsi, ma questo è esattamente lo scenario sociale del Paese, basta mettere fuori la testa, ascoltare con un po' di umiltà l'uomo della strada per avere una moltitudine di esempi. L'altro punto significativo è la collaborazione della Chiesa. Questo governo è considerato dalla Cei un nemico - basta vedere le prime pagine che sforna la rotativa di Avvenire - ma la porta aperta della Cei è un fatto nuovo. "Abbiamo deciso di aprire le porte, nel rispetto dei principi espressi più volte dal Papa, costruire ponti e non muri", ha spiegato don Ivano Maffeis, portavoce della Cei. L'ospedale da campo di cui ha parlato Papa Francesco all'inizio del suo pontificato è aperto. È un fatto positivo, ma cosa accadrà al prossimo sbarco? Salvini ha detto che continuerà con la linea dura. Deve cominciare anche lui a costruire ponti e non muri, perché il problema delle migrazioni non lo risolverà da solo, è uno dei motori della storia.
03
Il perseguito diventa perseguitato
La storia dovrebbe essere maestra e insegnare che quando la politica prende strumentalmente in mano l'arma giudiziaria, il risultato è che si rafforza il perseguito che assume immediatamente la dimensione del perseguitato, della vittima. È un meccanismo psicologico che si tramuta in fenomeno di massa con grande rapidità. Nel caso di Salvini, inoltre, l'azione giudiziaria si svolge su un tema che la maggioranza degli italiani ha dimostrato chiaramente di non voler più tollerare: l'immigrazione clandestina.
Ipotizzare per un ministro il reato di sequestro di persona mentre svolge le sue funzioni (sulle quali ovviamente si può e deve esprimere un giudizio politico, negativo o positivo), innesca un reazione a catena che esce come un fulmine dal campo giudiziario e diventa caso politico. Quel caso è stato acceso dall'iniziativa della procura di Agrigento (sulla quale l'ex magistrato Carlo Nordio, persona saggia e equilibrata, ha espresso motivati dubbi) e sarà un eccezionale carburante elettorale per Salvini che ha già in calendario un obiettivo, le elezioni europee del maggio 2019 e potrebbe fissarne un altro a breve, le elezioni anticipate.
04
Due arruffa popolo e gli avversari "competenti"
Questo "dettaglio" politico sfugge agli anti-salviniani in servizio permanente effettivo. Accecati dall'ira, smarriti dal giorno della sconfitta elettorale, invece di ragionare sui motivi della débâcle del 4 marzo scorso e sulle azioni necessarie (tanto per cominciare la loro auto-rottamazione e la rifondazione di un movimento progressista) per recuperare il terreno perduto, sono avviluppati in un clima d'isteria che li condurrà a un'altra cocente sconfitta. Sono non solo una ininfluente minoranza nel Paese reale - fatto che dovrebbe preoccuparli notevolmente, nonostante essi si dichiarino niente meno che "competenti" - ma nonostante le evidenti carenze degli avversari oggi al governo (Di Maio e Salvini sono due arruffa popolo che cercano di guidare una nave senza mappa nautica, non due statisti), continuano a perdere consensi. Non hanno ancora elaborato il lutto, il risultato è che piangono senza sosta. Triste spettacolo.
Venticinque anni di anti-berlusconismo e zero tituli di governo non sono facili da cancellare e il riflesso pavloviano continua ad essere il solito: andare a rimorchio della magistratura, lasciarsi guidare dal primo paraguru che passa, strillare irrazionalmente que viva la revolucion, poi voltarsi e scoprire che non li segue nessuno perché non hanno un progetto politico alternativo a quello di chi ha vinto le elezioni. Affermano che il popolo è ignorante, sarà come dicono loro, i competenti a prescindere, ma a giudicare dai risultati elettorali, quel popolo che ieri li votava ha deciso di ritirare la cambiale in bianco, dopo cinque anni di governo progressista, liti continue e tre governi (Letta, Renzi e Gentiloni), il sospetto è che quel popolo ci veda benissimo.
05
La Bolla Progressista
Ai competenti - nuovo partito di cui non vediamo l'ora di contare i voti e apprezzare l'azione politica - piace molto la favoletta del pifferaio magico, è in effetti un ottimo alibi per nascondere non solo i limiti (tutti ne abbiamo) ma l'auto-lesionismo culturale, il piedistallo dal quale non sono mai scesi. Continuano a essere lassù, a dispensare lezioni al volgo che, nel frattempo, se n'è andato.
Chiusi nella Bolla Progressista di Twitter, meno in quella di di Facebook, guarda caso il social network dove il populismo esercita la sua maggior attrazione (leggere lo studio The Age Of Populism? An analysis Of Facebook Political Communication In Italy, France, And Spain), intenti a scambiarsi messaggi auto-referenziali, darsi di gomito sottintendo il "quanto siamo bravi", confondono il virtuale con il reale, dimenticano quella cosa chiamata territorio, società, famiglia, prossimità e intraprendono un viaggio verso il vuoto del significato e del significante, la via che conduce al baratro elettorale. Combattono il nemico che vogliono abbattere sul suolo in realtà più congeniale all'avversario - i social, non il Parlamento - quindi sono destinati per forza a perdere la battaglia per la conquista del cuore e della mente degli elettori, siamo nell'epoca dove si è realizzata la profezia di Marshall McLuhan e se il mezzo è il messaggio, quel mezzo diventerà più importante di qualsiasi cosa tu dica, lo assimilerà e trasformerà in una conferma della forza del tuo avversario.
06
Perché Di Maio non può scaricare Salvini
Salvini è un problema politico? Si gioisce per l'intervento della magistratura e non ci si interroga su quale sia il reale impatto politico di questa scelta. Il leader della Lega non vedeva l'ora di essere indagato per aumentare il consenso e tenere in scacco il Movimento 5Stelle. Chi si chiede come mai Di Maio non dica al ministro dell'Interno di dimettersi perché indagato, chi lo accusa di doppio standard, non ha evidentemente colto lo scenario, i grillini sono giustizialisti e forcaioli solo quando a loro conviene. E se governano, tutto cambia. Il caso delle disavventure di Virginia Raggi a Roma dovrebbe insegnare qualcosa, pare di no.
Di Maio non può mollare Salvini per il semplice fatto che si andrebbe dritti al voto anticipato e con questo clima, questi numeri e questa sortita della magistratura, la Lega diventerebbe primo partito in Italia, probabilmente il primo in Europa. Sono elementi di scenario molto semplici da identificare e valutare, ma la tifoseria tutto questo non può vederlo e accettarlo, prenderlo come un elemento di cui tenere conto nello scenario politico. C'è il male, Salvini e c'è il bene, gli avversari di Salvini.
In mezzo, quei pochi che cercano di capire. Veniamo al vero problema, quello politico.
07
Il ministro dell'Interno intrappolato da Salvini
Salvini è un abile capo politico, ma il suo ruolo di ministro dell'Interno viene completamente assorbito dal leader di partito. È efficace nel soddisfare la sua base elettorale (cosa che inseguono tutti i politici), ma non ha la statura di un uomo delle istituzioni. Nel breve termine egli è indubbiamente efficace, ma nel lungo termine e nella relazioni con le altre istituzioni questo in alcuni casi (quello doppio, della nave Diciotti, per esempio) diventa un problema. Abbiamo già scritto in passato sul tema e ripubblichiamo un brano di List di qualche settimana fa sul caso della nave Diciotti bloccata Trapani dopo aver preso i migranti salvati dalla nave Vos Thalassa. In quel caso Salvini tenne il punto, ma perse la partita dopo l'intervento del Capo dello Stato sul premier Conte. Era un segnale di un problema politico, un corto-circuito istituzionale. Scintilla ancora, non l'ha riparato nessuno.
List, 11 luglio 2018.
Salvini non deve commettere l'errore di passare dalla parte del torto per tracimazione di parola e di fatto.
Siamo chiari. Bisogna accertare i fatti, ascoltare le testimonianze, garantire il diritto. Viste le nazionalità, probabilmente pochi avranno accesso all'asilo politico. In ogni caso, si applicano i principi della civiltà del diritto italiano. Dalle ricostruzioni emerge che due persone hanno minacciato il comandante del rimorchiatore. Le manette sono una privazione della libertà individuale. E in questo caso le immagini delle manette, se ci saranno, faranno il giro del mondo. Terreno pieno di nitroglicerina. Salvini da ministro della Repubblica ha tutto il diritto e il dovere di pensare all'ordine pubblico e al rispetto della legge, ma essendo ministro dell'Interno dovrebbe avvertire il fatto sensibile che il suo ruolo è ampio, non è quello dell'ispettore Javert ne i Miserabili di Victor Hugo. Alla fine vince Jean Val Jean. Legge e giustizia vanno d'accordo se c'è la morale del giusto e dell'universale che le tiene insieme.
Salvini dovrebbe capire che non è un ministro di Polizia, ma il ministro dell'Interno, ruolo a tutto tondo che non ha solo il fondamentale compito di far rispettare le leggi, organizzare l'amministrazione della Repubblica nelle sue varie ramificazioni, ma quello di svolgere un'azione politica moderata, attenta ai valori della Repubblica, alle carte dei diritti universali. Siamo un paese che ha fondato l'Europa e contribuito con la sua storia millenaria alla civiltà del diritto di tutti i popoli. Egli, inoltre, è il leader di un partito che aspira legittimamente ad essere forza di maggioranza relativa in futuro. Il suo linguaggio ruvido e a tratti con uno scivolamento verso il basso lo fa apparire leader di partito, ma è lontano dalla cifra che deve avere un ministro dell'Interno. L'obiezione è la seguente: è efficace. Il Viminale richiede anche altre doti. E non è detto che Salvini non le abbia, solo che per ora si sono viste raramente. E invece servono e serviranno. Anche alla sua persona e al suo partito.
Alla guida del Viminale - proprio per la delicatezza del ruolo e le doti di moderazione che sono richieste - si sono avvicendate nella storia della Repubblica figure politiche di grandezza assoluta: Mariano Rumor, Mario Scelba, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Antonio Segni, Paolo Emilio Taviani, Francesco Cossiga, Virginio Rognoni, Amintore Fanfani, Giorgio Napolitano, Beppe Pisanu, Giuliano Amato. Figure di primo piano, non comparse. Il Viminale è sempre stato il passaggio verso Palazzo Chigi e poi il Quirinale. Salvini è chiamato a una prova difficile in un periodo di grande trasformazione e la sua sfida personale è quella di passare da capo di una fazione politica a uomo di Stato. Sta a lui dimostrare di esserne capace. Vincere le elezioni è relativamente facile, stare al governo è difficile, è la prova di ogni giorno. E come starci, con che cifra di stile e di sostanza è molto importante. Interpretare il ruolo dell'uomo forte alla fine logora. I sondaggi dritti di oggi, diventano storti domani in un batter di ciglia quando si maneggiano le cose di Stato con un eccesso di confidenza e uno smottamento del linguaggio. Renzi ne è un esempio: bruciato in un lampo per ipertrofia dell'Ego e affollamento di "gufi" e "rosiconi". La forma è sostanza. E in questa forma e sostanza c'è il dilemma al quale Salvini è già arrivato in poco tempo: essere o non essere ministro dell'Interno.
***
Non c'è nient'altro da aggiungere. Il film è sempre quello. Salvini è un populista, la sua azione politica soddisfa una domanda crescente di ordine, sicurezza, immaginario dell'uomo forte dell'elettore italiano. Piaccia o meno, questo è lo scenario con il quale bisogna confrontarsi. Per queste ragioni, sul piano della lotta politica, Salvini è un osso durissimo. Un avversario simile si batte solo con le armi della politica. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.