1 Febbraio

L'ultima istituzione stabile, il Festival

I governi passano, il Parlamento evapora, i presidenti bissano, ma Sanremo è sempre Sanremo. Guida all'Italia che canta e non sale mai sul cavallo bianco. Dal Consiglio federale della Lega e la resa dei conti nei Cinque Stelle, al motivetto che non si scorda mai

Che succede? Finito il romanzo Quirinale, comincia il feuilleton di Sanremo, l’Italia non ha bisogno di creare distrazioni, sono naturalmente incastonate nel calendario, è uno spettacolo in cui il sipario non cala mai e the show must go on, qualsiasi cosa accada.

Due sono gli appuntamenti domestici del giorno: il consiglio federale della Lega e il festival della canzone italiana, il resto del mondo può attendere. Passione, intrigo, potere per il potere e canzone per l’immortalità, dove sei Prometeo? Tutto è apparecchiato per l’epica: Salvini, Giorgetti e i governatori se le suoneranno con il tamburo delle valli del Nord nel pomeriggio; dopo alcune ore, vai con lo zapping e via più veloci di Marcell Jacobs nei 100 metri a Tokyo, si schizza sul palco dell’Ariston con Amadeus e Fiorello (ci sarà non ci sarà?, santo cielo, che ansia) e nella prima giornata ci sono anche subito due vecchie glorie perfette per un incontro tra scapoli e ammogliati con le ossa cigolanti come il tale che scrive qui, Massimo Ranieri e Gianni Morandi.

Quelli che se la tirano, Sanremo non lo guardano... lo divorano. Lo guardano con il sottile piacere del frutto proibito, un voyeurismo consumato che negano in società ma praticano nel boudoir. Questa lussuriosa consumazione di brani di Noemi, senza dimenticare il peccaminoso ascolto di Giusy Ferreri, dà allo snobismo un motivo per esistere e soprattutto desistere dal giudizio sulla politica, che orrore mia signora.

Sergio Mattarella sul Colle rassicura l’italiano alto, medio e basso, tout va bien, in un sottosopra perfetto da Gattopardo rovesciato. La frase di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, stampata a fuoco nella storia del nostro paese ("se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi") è tracimata in uno slogan da teatro surrealista: "Se vogliamo che tutto cambi, bisogna...


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