24 Gennaio

L'utopia di Grillo è elettorale

Il nuovo blog, la distanza dal Movimento, il percorso (semi)solitario. Una tela che serve a tornare alle origini, coltivare il popolo della Rete. Se non si va al governo, c'è sempre la piazza elettronica di Beppe. Un'indagine di Lorenzo Castellani.

 

di Lorenzo Castellani

I giornali mainstream hanno sempre tenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti della figura di Beppe Grillo. Spesso ignorato, molte volte attaccato frontalmente, ma quasi mai l'analista dei grandi giornali è riuscito a cogliere le rotture imposte dal comico genovese. Eppure mentre questi lo ignoravano o lo avversavano, il linguaggio grillino si impadroniva di loro. Dai tempi della casta, dell'antipolitica militante, al lessico della rete, il comico genovese ha trasformato l'informazione italiana più di qualsiasi altro. Negli ultimi dieci anni c'è stata una grillizzazione degli spiriti, per parafrasare Thomas Mann, che ha pervaso l'agenda politica italiana.

In un film già visto, l'ultima svolta del Grillo viene trattata con sufficienza dall'informazione tradizionale, banalizzata e politicizzata, ridotta a bagattella di partito tra Casaleggio, Di Maio e lo stesso showman. C'è un nuovo blog, svincolato dalla Casaleggio Associati, segnale di un malessere tra Grillo e il resto del Movimento 5 Stelle. Stretta finale delle spire della società informatica sul partito politico così forte da mettere in fuga il fondatore. Tuttavia, sui taccuini di List passa molta storia e si scava negli archivi di Youtube, nei vecchi spettacoli dei primi anni 2000 del leader teatrante, si vedrà come la metapolitica, le suggestioni nei confronti degli spettatori, è sempre prevalsa sulla politica. Grillo è un aratore, prepara il terreno dell'informazione, il brodo di coltura che sarà poi funzionale all'invettiva. Tutta la storia delle origini del grillismo è la storia di un continuo spostamento dell'attenzione dai temi della "politica politicante" a quelli dell'utopico futuro esplorato dall'artista. Grillo ha prima plasmato un linguaggio, inoculato nei suoi spettatori la sfiducia contro le istituzioni tradizionali e solo successivamente, dal 2007, ha scatenato la propria offensiva politica.

Negli ultimi dieci anni c'è stata una grillizzazione degli spiriti, per parafrasare Thomas Mann, che ha pervaso l'agenda politica

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