17 Giugno

Macron e Scholz, due sonnambuli a Bruxelles

Sconfitti alle elezioni europee, oggi nomineranno Ursula von Der Leyen al vertice della Commissione Ue. Tutto come prima, salvo il fatto che niente è come prima. Il prossimo voto legislativo in Francia e il ruolo centrale dei conservatori guidati da Meloni. L'agenda della Grande Illusione

Oggi alle 18 a Bruxelles parte il giro di giostra delle nomine europee. I capi di governo devono scegliere quelli che vengono definiti i “top jobs” dell’Unione. Fin qui, siamo nella teoria e nell’agenda istituzionale. Vediamo la pratica.

Per l’Italia e il governo Meloni è un passaggio molto importante, “Giorgia” è l’unico leader ad aver vinto le elezioni europee, ora deve raccogliere i frutti del suo peso accresciuto, di un G7 condotto perfettamente (nella foto che apre List, Giorgia Meloni con Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Fumio Kishida a Borgo Egnazia) dove è emersa la centralità italiana in uno scenario dove tutti sono deboli e la maggioranza tra Socialisti e Popolari - con l’apporto di uno sconfitto e nervoso Macron -  avrà bisogno di essere puntellata continuamente nel corso della legislatura che sta per cominciare. Il Consiglio europeo informale di oggi dà il via alla partita che porterà alla scelta delle principali cariche dell’Unione: il Presidente del Consiglio europeo, il Presidente della Commissione europea e l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Francia e Germania puntano a fare in fretta, assicurarsi i posti chiave e va tutto bene madama la marchesa. Si tratta di un’illusione ottica, perché comunque vada ci sono macigni che stanno rotolando a valle rapidamente. Il vertice di oggi precede le elezioni in Francia, e Meloni ha auspicato che le nomine vengano decise prima del voto (ballottaggio il 7 luglio). È una questione di logica politica, le elezioni francesi possono cambiare lo scenario in maniera netta, tre sono le combinazioni possibili alla roulette: una vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen, un Parlamento frammentato e senza una maggioranza chiara o una vittoria della sinistra. Voilà, ogni risultato provoca incastri (e possibilissimi disastri) diversi anche a livello europeo.

L’asse franco-tedesco, che è...


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