12 Giugno
Macron ha la memoria corta, Merkel un ministro salviniano
Tempesta europea sui migranti. Il Presidente francese accusa l'Italia, il portavoce di En Marche fa autogol. Palazzo Chigi e Salvini rispondono duramente. Il ministro dell'Interno tedesco litiga con la Cancelliera, a Berlino salta il piano sui respingimenti alla frontiera.
Donald Trump e Kim jong-un hanno aperto a Singapore una nuova fase delle relazioni internazionali nel Pacifico. Trump non ha ancora digerito lo show di Justin Trudeau dopo il vertice del G7 a Charlevoix e ha promesso che il Canada "pagherà caro" il discorso del suo leader. Insomma, i dazi restano e forse arrivano anche quelli sull'automobile. Per la cancelliera Angela Merkel sarebbe un problema d'acciaio e quattroruote, il settore chiave della sua economia. Il Wall Street Journal ipotizza che Berlino stia pensando a un nuovo ordine mondiale (vaste programme) ma le carte tedesche non sono tante e l'Europa sta vacillando sulla questione immigrazione. Quando si cominceranno a fare i conti sui bilanci degli Stati, la situazione diventerà ancora più incandescente. Soprattutto con l'Italia. Stamattina c'è stato un vertice dei ministri economici a Palazzo Chigi con il premier Conte e il messaggio finale sull'approccio con Bruxelles è stato il seguente: "La musica deve cambiare". In attesa di sentire quali strumenti e note suonerà il governo, il Consiglio dei ministri mentre il titolare stende la sua nota serale è riunito per la nomina dei sottosegretari e la giornata è stata di quelle in alto mare. Anche in Europa.
01
Governo tedesco diviso dall'immigrazione
L'immigrazione è il tema centrale dell'agenda europea. Angela Merkel ha capito che su questo punto dell'agenda può saltare il quadro di collaborazione tra gli Stati e durante un incontro a Berlino con il premier austriaco Sebastian Kurz, la cancelliera ha commentato:
Sull'immigrazione illegale dobbiamo rispondere in modo unitario. Questo tema ha il potenziale di danneggiare l'Europa. Dobbiamo contrastare l'immigrazione illegale e proteggere le frontiere esterne.
Il governo tedesco sta ballando la rumba e la situazione si sta deteriorando. Il ministro dell'Interno Horst Seehofer chiede un piano di respingimenti alla frontiera e la divisione dalla cancelliera Merkel sul punto è...
Donald Trump e Kim jong-un hanno aperto a Singapore una nuova fase delle relazioni internazionali nel Pacifico. Trump non ha ancora digerito lo show di Justin Trudeau dopo il vertice del G7 a Charlevoix e ha promesso che il Canada "pagherà caro" il discorso del suo leader. Insomma, i dazi restano e forse arrivano anche quelli sull'automobile. Per la cancelliera Angela Merkel sarebbe un problema d'acciaio e quattroruote, il settore chiave della sua economia. Il Wall Street Journal ipotizza che Berlino stia pensando a un nuovo ordine mondiale (vaste programme) ma le carte tedesche non sono tante e l'Europa sta vacillando sulla questione immigrazione. Quando si cominceranno a fare i conti sui bilanci degli Stati, la situazione diventerà ancora più incandescente. Soprattutto con l'Italia. Stamattina c'è stato un vertice dei ministri economici a Palazzo Chigi con il premier Conte e il messaggio finale sull'approccio con Bruxelles è stato il seguente: "La musica deve cambiare". In attesa di sentire quali strumenti e note suonerà il governo, il Consiglio dei ministri mentre il titolare stende la sua nota serale è riunito per la nomina dei sottosegretari e la giornata è stata di quelle in alto mare. Anche in Europa.
01
Governo tedesco diviso dall'immigrazione
L'immigrazione è il tema centrale dell'agenda europea. Angela Merkel ha capito che su questo punto dell'agenda può saltare il quadro di collaborazione tra gli Stati e durante un incontro a Berlino con il premier austriaco Sebastian Kurz, la cancelliera ha commentato:
Sull'immigrazione illegale dobbiamo rispondere in modo unitario. Questo tema ha il potenziale di danneggiare l'Europa. Dobbiamo contrastare l'immigrazione illegale e proteggere le frontiere esterne.
Il governo tedesco sta ballando la rumba e la situazione si sta deteriorando. Il ministro dell'Interno Horst Seehofer chiede un piano di respingimenti alla frontiera e la divisione dalla cancelliera Merkel sul punto è profonda. Tanto che la presentazione del master plan sull'immigrazione è saltata. La Bild ieri parlava di "enorme lite" e ora a Berlino stanno cercando l'atterraggio morbido.
Seehofer è un bavarese della Csu, il partito alleato della Cdu nella coalizione di Angela Merkel, è per la linea dura. Il ministro dell'Interno sostiene che i richiedenti asilo già registrati in altri Paesi dell'Unione europea debbano essere respinti. La cancelliera si oppone. Il caso è delicatissimo perché non si tratta di una trovata solitaria di Seehofer, ma della linea del partito, sostenuta dal capogruppo della Csu Alexander Dobrindt. Scintille.
Mentre il governo tedesco cerca una complicata soluzione interna, il premier austriaco Sebastian Kurz da Berlino avvisa i naviganti (è proprio il caso di dire così):
Dobbiamo decidere noi chi arriva in Europa e non gli scafisti.
Secco. I cronisti hanno ovviamente chiesto a Kurz se sostenga la politica dei respingimenti proposta da Seehofer, ma Kurz abilmente ha preferito non rispondere dicendo di non "volersi intromettere" negli affari interni della Germania.
La politica dei migranti sta dividendo i paesi dell'Unione in varie fazioni, nel meccanismo degli organi comunitari c'è un macigno e l'impressione - o il timore - di molti è che su questo punto si dissolva l'Unione. O le politiche sui migranti sono europee - con dunque relativi meccanismi di condivisione - o ritornano in toto nel portafoglio di competenze delle nazioni, con effetti che non si possono prevedere. Si naviga verso terre (e mari) sconosciuti. E di solito navigando alla cieca prima o poi si finisce in secca o sugli scogli.
Intanto, in Italia la faccenda è esplosa con uno scontro durissimo tra Francia e Italia. A Parigi è sfuggito il controllo della lingua. Crash.
02
Francia-Italia. Wilma, passami la clava
Siamo entrati nella fase Antenati e il torneo di colpi di clava l'ha innescato una frase di Gabriel Attal, portavoce del partito del Presidente Macron, La République En Marche, che durante un'intervista sulla tv Public Sénat ha pronunciato queste gentili, eleganti, equilibrate parole sul governo italiano e i migranti: "È da vomitare". Una cosa da club degli scacchi, insomma, lo spirito illuminato di Parigi nella sua più splendente versione. D'altronde, se il numero uno, Emmanuel Macron, in una fase completa di oblìo biografico accusa l'Italia di essere "cinica" e irresponsabile sulla vicenda della nave Aquarius, tutto è possibile. Anche che Macron dimentichi che la linea delle autorità francesi è quella dei porti chiusi e dei respingimenti di massa (vedere cosa accade a Ventimiglia).
Torniamo all'elegantone, Attal. Si può essere in disaccordo, criticare la posizione di Salvini, contrastarla, ma esibire i personali conati di vomito è fuori dalla diplomazia internazionale. La lezione di bon ton istituzionale ha suscitato la reazione di Palazzo Chigi che con una nota ha detto quanto segue (senza espettorazioni varie ed eventuali):
Le dichiarazioni intorno alla vicenda Aquarius che arrivano dalla Francia sono sorprendenti e denunciano una grave mancanza di informazioni su ciò che sta realmente accadendo. L'Italia non può accettare lezioni ipocrite da Paesi che in tema di immigrazione hanno sempre preferito voltare la testa dall'altra parte.
E uno. Il secondo colpo è arrivato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini che durante Otto e Mezzo ha preso sul serio il buon cuore di Macron e subito cercato di dar seguito al noto slancio umanitario della Francia:
Il Paese più in torto con noi è la Francia, che ha preso finora 640 immigrati ma si era impegnato per 9610 persone. Al Presidente francese dico "Emmanuel, se hai il cuore così d'oro come dici, domani ti daremo le generalità di 9 mila migranti che ti eri impegnato a prendere". Visto che ci danno lezioni, i francesi si prendano questa lezione.
Come vedete, la faccenda è entrata nella fase di Fred Flinstone, solo che questi non sono i cartoni animati, siamo nel mondo reale e l'Europa rischia di saltare sull'incapacità di trovare una sintesi. Se nessuno vuole accogliere i migranti (e questo è il punto) perché perde consensi (le preoccupazioni della Csu sono per le elezioni del Land in Baviera tra quattro mesi) allora non restano che i respingimenti. E infatti questa è la soluzione del ministro dell'Interno tedesco, Seehofer. Il quale proprio oggi ha avuto uno scambio telefonico (come prassi vuole "lungo e cordiale") con Salvini sul punto e dal Viminale è uscita la notizia che Italia e Germania presenteranno una "proposta comune sulla protezione delle frontiere esterne" dell'Unione Europea "per non perdere ulteriore tempo". Dunque tra i due, Salvini e Seehofer, vi sarebbe "piena sintonia" sulle "politiche di sicurezza e immigrazione". Domanda: Merkel sa di avere nel governo un ministro salviniano? Certo che lo sa, i tedeschi alla fine saranno quelli più pragmatici di tutti. Hanno pagato il Presidente della Turchia Erdogan, non uno stinco di santo, per proteggere il lato orientale dai flussi di migranti che provenivano dalla Siria, troveranno il modo di utilizzare questo schema anche nel Mediterraneo.
Questo scenario è figlio di fatti che vengono da lontano. Nel 2011 Francia e Regno Unito decisero insieme agli Stati Uniti (e a un'Italia riluttante, ma alla fine partecipante) di far cadere il regime di Gheddafi in Libia. Un fiasco militare e politico colossale che ha fatto piombare il Mediterraneo nel caos. Un ripasso della storia fa bene ai neuroni. Prima puntata dell'inchiesta di List, Libia Files.
03
Libia Files. Guerra della Francia e caduta di Gheddafi
Il Presidente della Francia Emmanuel Macron ha definito la decisione dell'Italia sulla nave Aquarius "irresponsabile" e "cinica". Il portavoce di En Marche, il partito del Presidente francese, ha usato parole ancora più pesanti, dicendo che la decisione dell'Italia è "vomitevole". Di fronte a questo sussulto di eleganza e diplomazia, senso della collaborazione europea e umanitarismo à la parisienne il titolare (ri)pubblica l'inchiesta sui Libia Files condotta da List nel 2017. Sono quattro puntate istruttive sulla politica estera della Francia, del Regno Unito e degli Stati Uniti del premio Nobel per la pace Barack Obama. Un'immersione nell'archivio delle email di Hillary Clinton, con testimonianze dirette e fonti tripla A che ricostruiscono un capitolo buio della storia dell'Europa, degli Stati Uniti e della Nato. Il contributo "umanitario" della Francia in questa vicenda è davvero unico e da ricordare come uno dei più grandi fallimenti nella storia del nation building. Con l'accelerazione dell'intervento armato della Nato - innescato dalla decisione di Sarkozy di arrivare perfino a un bombardamento unilaterale - la "rivoluzione libica" ottiene la copertura della comunità internazionale e i clan arrivano da Bengasi a Tripoli. Con la caduta di Gheddafi la Libia diventa la Woodstock del terrorismo, il deserto si apre ai trafficanti di uomini e le coste libiche diventano una portaerei per l'Italia. Correva l'anno 2011. Avevano il piano A (far cadere Gheddafi), ma non avevano il piano B (con chi e cosa sostituirlo). Sette anni dopo la Libia è ancora nel caos. L'intervento umanitario della Francia e degli alleati (tra cui una debole Italia, riluttante ma non risoluta nel dire no di fronte all'incertezza del dopo Gheddafi) ha dato i suoi frutti. Sono quelli che vediamo oggi. Buona lettura della prima puntata dei Libia Files.
***
Il grande fatto del giorno in realtà è lo storico incontro a Singapore tra Donald Trump e Kim jong-un. Cronaca e scenario geopolitico.
04
"Penseranno a un film di fantascienza"
Donald Trump e Kim jong-un si sono stretti la mano. Il fatto su cui nessuno avrebbe scommesso un dollaro all'inizio della Presidenza Trump è accaduto. Non apre automaticamente la porta della pace perpetua ma segna una svolta che resterà nei libri di storia. Quaranta minuti di colloquio a Singapore non cambiano di colpo 65 anni di storia (periodo che parte dal 1953, data dell'armistizio - non pace - dopo la guerra di Corea), non cancella le brutalità del regime di Pyongyang né i colossali errori di diplomazia, calcolo politico e strategia militare fatti dall'Occidente sul caso nordcoreano, ma sono un buon inizio e un segnale davvero importante per il Pacifico, l'area dove oggi si disegnano i destini del mondo, l'Oriente. Continua a leggere l'articolo su List.
***
Due caratteri imprevedibili che fanno la pace dopo aver fatto una cruenta guerra di parole. Tutto è possibile con due personalità simili. Il titolare di List e Giulia Pompili, collega del Foglio specializzata sull'Asia, hanno letto il "quadro astrale" del Pacifico. Insomma, abbiamo fatto un oroscopo geopolitico su RadioList.
05
RadioList. Due caratteri, una pace
Lo scontro e l'incontro di due personalità incredibili: Donald Trump e Kim jong-un. Lo storico incontro a Singapore tra il Presidente americano e il leader del regime nordcoreano. Un percorso cominciato con una guerra di parole e finito con una calorosa intesa. Il ruolo chiave delle personalità, la sorprendente metamorfosi di Kim, i segreti della Corea del Nord, il ruolo fondamentale della Cina, la sconfitta del Giappone di Shinzo Abe, la liturgia politica e culturale dell'Oriente. Un'indagine del titolare di List e Giulia Pompili nell'affascinante risiko geopolitico del Pacifico.
RadioList. Due parti di news, una parte di musica, un twist di humour.
Come chiudiamo questo numero di List? Abbiamo un tocco di china di Guido Ciompi sui due ex nemici.
06
L'amico balistico
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7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.