17 Novembre

Macron, i miserabili e la rivolta del gilet giallo

La protesta contro il caro carburanti dilaga. Il ministero dell'Interno: oltre 280 mila manifestanti, migliaia di posti di blocco. Tensione e scontri: un morto e 227 feriti. Secondo i sondaggi la manifestazione ha il consenso di oltre il 70 per cento dei francesi. Si è svegliata la nazione della campagna e delle periferie. Come nasce il movimento dei "gilet gialli". Per il Presidente è un avversario politico sconosciuto nato sulla Rete

I miserabili in gilet giallo. Eric Zemmour sul Figaro coglie perfettamente la situazione e rovescia la frase simbolo della Rivoluzione francese, quando Luigi XVI chiede: "È una rivolta?". E come risposta ottiene da François Alexandre Frédéric de La Rochefoucauld: "No, sire, è la rivoluzione". Zemmour si diverte a rovesciare la situazione: "È la rivoluzione? No, sire, è una rivolta". Non cadrà l'Imperatore, Macron resterà  all'Eliseo, ma quello che sta accadendo in Francia è un passaggio da tenere a mente, segnare sul taccuino. Zemmour arriva a conclusioni che da tempo sosteniamo su List: "È tornata la lotta di classe". I poveri, la classe media che diventa bassa, sono in rivolta. Sta accadendo in tutto l'Occidente, in varie forme. In Francia sono scesi in strada, hanno fatto i blocchi, hanno usato questa forma estrema - e pericolosa - perché si sentono stritolati dall'ingranaggio di una politica - e un capitalismo, ci torneremo presto su questo punto -  che non ha freni e travolge il futuro dei più deboli. È una protesta su cui molti hanno messo il cappello (Mélenchon, Le Pen, altri) ma è essenzialmente No Brand, qui vediamo un solo marchio stampato a fuoco: quello di una crescente inquietudine e disperazione che sta frantumando la fiducia nella democrazia e nella società liberale.

Questo smarrimento senza bandiera, questo urlo strozzato in gola (il quadro di Edvard Munch, L'urlo, il simbolo dell'uomo che ha perso la mappa dell'esistenza) è l'altro dato chiave, molto importante per tutti i partiti - e allarmante - dello scenario francese. Oggi si è affacciato sul teatro della cronaca un grillismo francese che non è sorprendente se pensiamo alla tradizione rivoluzionaria, ma lo è invece se immaginiamo il quadro di una società organizzata come quella della Francia: partiti polarizzati (Le Pen, Mélenchon), associazioni, sindacati ancora molto forti, una borghesia presente. Zemmour giustamente ricorda...


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