30 Marzo

Materie prime e liquidità. Il coronavirus shock

La pandemia ha provocato il crollo della domanda e grandi variazioni di prezzo sulle commodities. Che cosa ci attende nelle prossime settimane? Il pericolo della stagflazione, la mancanza di liquidità. Un giro di giostra di Gianclaudio Torlizzi nei mercati

di Gianclaudio Torlizzi

È trascorso poco più di un mese dalla presa di coscienza da parte dei mercati dell’impatto che le politiche di contenimento del virus cinese avrebbero sortito sull’economia mondiale. Un mese di forti ribassi capaci di danneggiare il trend rialzista di Wall Street in corso dal marzo 2009, l’anno della rinascita dalla Great Financial Crisis (GFC), i cui indizi emersero già nell’agosto del 2007 con il default di due fondi di BNP Paribas attivi del settore immobiliare. È stato un mese in cui aziende elette a simbolo della Corporate America, come Apple tanto per fare un esempio (vedere il grafico qui sotto), sono passate da quotare i 327 dollari del 19 Febbraio a 210 dollari il 23 marzo.

Ancora più drammatica la performance del petrolio che, nella sola notte del 5 marzo, ha registrato un crollo del 30% (il maggiore dal 1991), portando addirittura al delisting di fondi a leva quotati sulle borse di Milano, Londra e Francoforte.  Nel caso del greggio gli analisti tendono a motivare il crash nello stallo nelle trattative sul taglio produttivo tra Arabia Saudita e Russia. Ma in realtà il motivo per il cui il WTI lambisce attualmente i 20 dollari al barile è che la borsa è costretta a prezzare uno scenario di consumi fermi, bloccati, quasi inesistenti, al punto che nel mercato fisico statunitense il WTI già viene scambiato sotto i 10 USD.  Se così non fosse, il prezzo del rame, altra materia prima strategica, non sarebbe collassato due settimane fa, passando in appena due giorni dai 5400 dollari a 4300 dollari la tonnellata.

La pandemia ha provocato uno shock di domanda, i mercati hanno reagito con un violento ritracciamento dei valori azionari, siamo al 40% in meno rispetto ai massimi storici di fine febbraio. Domanda: la discesa ha toccato il fondo? Risposta: i gestori di alcuni hedge fund da noi interpellati...


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